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IVA al 4%: solo per le prestazioni sociosanitarie dirette, esclusi i servizi di supporto
Le prestazioni sociosanitarie possono beneficiare dell’aliquota IVA ridotta al 4%, mentre i servizi di supporto come lavanderia, trasporti e portineria non rientrano in tale agevolazione. Lo ha stabilito la Corte di giustizia tributaria dell’Emilia Romagna con la sentenza 763/14/2024.
Una società cooperativa aveva offerto servizi a diverse case di riposo, raggruppando sia attività sociosanitarie che servizi accessori, come la manutenzione e la lavanderia.
La cooperativa aveva applicato l’aliquota ridotta del 4% a tutti i servizi, sostenendo che le prestazioni fossero parte di un servizio integrato.
Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha contestato questa scelta, recuperando l’IVA ordinaria per i servizi di supporto, in quanto questi non potevano essere considerati prestazioni sociosanitarie. La Corte ha confermato che i servizi come lavanderia e portineria, non essendo forniti direttamente ai pazienti, ma agli enti gestori delle strutture, non possono essere soggetti all’aliquota ridotta. Inoltre, non esistendo un contratto di “global service” tra la cooperativa e le case di riposo, i servizi devono essere trattati separatamente.
In primo grado, la Commissione tributaria provinciale di Modena aveva accolto il ricorso della cooperativa, ma la Corte di secondo grado ha ribaltato la decisione. I giudici hanno chiarito che l’aliquota ridotta si applica solo quando il beneficiario diretto è il paziente e non quando le prestazioni vengono erogate a un ente gestore che aggrega vari servizi per offrire un pacchetto globale agli ospiti.
Questa sentenza sottolinea l’importanza di distinguere tra le prestazioni direttamente erogate agli utenti finali e quelle di supporto fornite agli enti gestori, ribadendo che solo le prime possono beneficiare dell’agevolazione fiscale.
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Atto di diniego: un'analisi completa
L'atto di diniego è un provvedimento amministrativo con cui l'amministrazione pubblica respinge una richiesta presentata da un cittadino. Si tratta di un atto unilaterale, che produce i suoi effetti direttamente nei confronti del richiedente, senza bisogno del suo consenso.
Elementi essenziali dell'atto di diniego
L'atto di diniego, per essere valido, deve contenere alcuni elementi essenziali:
- Intestazione: Deve indicare l'amministrazione che lo emana e il destinatario.
- Premessa: Contiene una breve descrizione dei fatti che hanno portato all'emanazione del provvedimento.
- Motivazione: Deve indicare i motivi per cui la richiesta è stata respinta. La motivazione deve essere esatta, completa e coerente con i presupposti e i requisiti previsti dalla legge.
- Dispositivo: Contiene la decisione finale dell'amministrazione, ovvero il diniego della richiesta.
- Firma: Deve essere sottoscritto dal funzionario competente.
- Data: Deve indicare la data di adozione del provvedimento.
- Termini per l'impugnazione: Deve indicare i termini entro cui il richiedente può presentare un ricorso contro il diniego.
Motivazione dell'atto di diniego
La motivazione è l'elemento più importante dell'atto di diniego. Essa deve essere:
- Esatta: I motivi addotti devono corrispondere al vero e non possono essere inventati.
- Completa: La motivazione deve esporre tutti i motivi che hanno portato al diniego della richiesta.
- Coerente: I motivi addotti devono essere compatibili con i presupposti e i requisiti previsti dalla legge.
Comunicazione dell'atto di diniego
L'atto di diniego deve essere comunicato al richiedente mediante notifica. La notifica deve essere effettuata a mezzo posta raccomandata con ricevuta di ritorno o mediante consegna a mano.
Ricorso contro l'atto di diniego
Avverso il diniego della richiesta è possibile presentare ricorso. Il ricorso può essere proposto al giudice amministrativo (TAR) o al giudice ordinario (Tribunale), a seconda della natura del provvedimento. Il termine per la presentazione del ricorso è di 60 giorni dalla data di notifica del diniego.
Giurisprudenza
La giurisprudenza ha elaborato alcuni principi fondamentali in materia di atti di diniego. In particolare, la giurisprudenza ha stabilito che:
- La motivazione dell'atto di diniego deve essere esatta, completa e coerente.
- La mancata o insufficiente motivazione dell'atto di diniego determina la sua nullità.
- Il richiedente ha diritto di conoscere i motivi del diniego della sua richiesta.
- Avverso il diniego della richiesta è possibile presentare ricorso al giudice amministrativo o al giudice ordinario.
Conclusioni
L'atto di diniego è un provvedimento amministrativo importante che deve essere redatto con attenzione, nel rispetto dei principi di legalità e di buon andamento della pubblica amministrazione. Il richiedente che ha ricevuto un diniego della sua richiesta ha diritto di conoscere i motivi del diniego e di presentare ricorso contro il provvedimento.
Casi specifici
Oltre a quanto sopra esposto, è importante sottolineare che l'atto di diniego può assumere caratteristiche diverse a seconda del tipo di richiesta respinta. Ad esempio, l'atto di diniego di una domanda di permesso di costruire avrà contenuti differenti rispetto all'atto di diniego di una domanda di accesso ai documenti amministrativi.
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