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Resto al Sud 2021

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Resto al Sud è l’incentivo previsto dall’art. 1 del D. L. N. 91/2017 per sostenere la creazione di imprese e attività libero professionali nelle regioni del Mezzogiorno e nelle aree del cratere sismico del centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017 (Lazio, Marche, Umbria). Oltre alla residenza al Sud, è richiesto un requisito di età che la Legge di bilancio 2021 ha di recente innalzato a 55 anni.  Vediamo nel dettaglio come fare per accedere al bando.

Cos’è.

Resto al Sud è l’incentivo previsto dall’art. 1 del D. L. N. 91/2017 per sostenere la creazione di imprese e attività libero professionali nelle regioni del Mezzogiorno e nelle aree del cratere sismico del centro Italia colpite dai terremoti del 2016 e 2017 (Lazio, Marche, Umbria).

I requisiti.

Possono accedere alla misura i titolari di impresa e i liberi professionisti in possesso dei seguenti requisiti:

– residenza nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) e nelle aree del cratere sismico del centro Italia (Lazio, Marche, Umbria);

– età compresa tra i 18 e i 55 anni come previsto dalla Legge di bilancio 2021 (Legge 30 dicembre 2020, n. 178). Fino al 31 dicembre 2020 la domanda poteva essere presentata da chi era in possesso del requisito anagrafico under 46 alla data del 1° gennaio 2019. Per le aree del cratere sismico non ci sono limiti di età;

– non aver ricevuto altre agevolazioni per l’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio;

– non svolgere lavoro a tempo indeterminato e impegno a non averlo per tutta la durata del finanziamento;

– le imprese devono essere costituite dopo il 21/06/2017 (è ammessa la costituzione anche dopo la presentazione della domanda);

– i liberi professionisti non devono aver svolto attività analoga a quella proposta nei 12 mesi che precedono la domanda di accesso al beneficio.

I requisiti sono dettagliati nelle pagine dedicate sul sito web dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa S. P. A. (Invitalia) che gestisce Resto al Sud.

Come fare domanda.

Per accedere alla misura non è previsto alcun bando. Gli interessati potranno presentare domanda di accesso esclusivamente on line, alla pagina “presenta la domanda” del sito di Invitalia dove è disponibile anche un apposito manuale di istruzioni sulla procedura di attivazione e la documentazione da allegare.

Non ci sono graduatorie. Le domande vengono valutate in ordine cronologico di arrivo.

Attività finanziabili

Io resto al Sud finanzia le spese sostenute da coloro che, in possesso dei requisiti, intendono svolgere:

– attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;

– fornitura di servizi alle imprese e alle persone;

– turismo;

– attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria).

Spese ammissibili.

Relativamente tali attività possono essere finanziate le seguenti spese:

– ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa);

– macchinari, impianti e attrezzature nuovi;

– programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione;

– spese di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative) – massimo 20% del programma di spesa.

Non sono ammissibili le spese di progettazione e promozionali, le spese per le consulenze e per il personale dipendente.

L’agevolazione.

Le agevolazioni/erogazioni consistono nella copertura del 100% delle spese ammissibili:

– 50% a titolo di contributo a fondo perduto,

– 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia.

Le agevolazioni/erogazioni possono raggiungere l’importo di 50. 0000 € per ogni richiedente; in caso di società, 50. 000 € per ogni socio, fino a 200. 000 € totale per le società composte da quattro soci.

Per le imprese individuali con un solo soggetto proponente il finanziamento massimo è di 60. 000 €.  

Le imprese alle quali è stata concessa l’agevolazione hanno 24 mesi per completare il progetto di spesa approvato.

Bando

Non ci sono bandi, scadenze o graduatorie: le domande vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo.

Modifiche per Covid 19.

Il D. L. N. 34/2020, all’art. 245, riconosce un ulteriore contributo a fondo perduto in favore dei beneficiari della misura:

– 15. 000 € per le attività di lavoro autonomo e libero professionali esercitate in forma individuale;

– 10. 000 € per ciascun socio dell’impresa beneficiaria fino ad un importo massimo di 40. 000 €.

Per accedere a questo ulteriore contributo, i soggetti già beneficiari di Resto al Sud, al momento della domanda, devono aver completato il programma di spesa finanziato dalla misura e provveduto al saldo dei contributi concessi.

 

 

Tax credit 2021: Credito di imposta per la formazione 4.0

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Il credito di imposta per la formazione 4. 0 è destinato alle aziende che investono in attività formative incentrate sulle conoscenze tecnologiche previste dal Piano di transizione 4.  L’agevolazione è stata da ultimo prorogata fino al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2022 dalla legge di Bilancio 2021

 

Cos’è

Il credito di imposta per la formazione 4. 0 è stato istituito dalla legge di Bilancio 2018 (art. 1, commi da 46 a 56, legge n. 205/2017) e modificato con la legge di Bilancio 2020 (legge 160/2019, art. 1, commi 210-217).

Il credito è destinato alle aziende che investono in attività formative incentrate sulle conoscenze tecnologiche previste dal Piano di transizione 4. 0, strumento di indirizzo della politica industriale dell’Italia messo a punto dal Ministero dello sviluppo economico per aggiornare le agevolazioni a supporto delle imprese che investono in beni strumentali per l’ammodernamento dei processi produttivi, nella formazione del personale e nello sviluppo di nuovi prodotti.  

L’agevolazione è stata da ultimo prorogata fino al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2022 dalla legge di Bilancio 2021 (legge 178/2020, art. 1, comma 1064 lettera l).

A chi è rivolto

Tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato possono beneficiare del credito di imposta formazione 4. 0 purchè in regola sulla normativa in tema di sicurezza sul lavoro e con il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali ai lavoratori.

I costi agevolabili

L’agevolazione copre i costi di formazione che l’azienda, anche tramite soggetti esterni, eroga al personale dipendente per il consolidamento delle conoscenze nelle tecnologie 4. 0 che promuovono la trasformazione digitale del sistema produttivo italiano come i big data, cloud, cybersecurity e internet delle cose e delle macchine.

I settori nei quali svolgere la formazione sono elencati nell’Allegato A della legge di Bilancio 2018 e raggruppati nei tre ambiti aziendali:

–  vendita e marketing;

–  informatica;

–  tecniche e tecnologie della produzione.

La Legge di bilancio 2021 ha ampliato i costi agevolabili ricomprendendo anche:

–  le spese di personale relative ai formatori per le ore di partecipazione alla formazione;

–  i costi di esercizio relativi a formatori e partecipanti connessi al progetto di formazione, come spese di viaggio e di alloggio, forniture direttamente attinenti al progetto, ammortamento di strumenti e attrezzature nella misura in cui sono utilizzati per il progetto di formazione;

–  i costi dei servizi di consulenza connessi al progetto di formazione;

– le spese di personale relative ai partecipanti alla formazione e spese generali indirette (locazione, amministrative, generali) per le ore durante le quali i partecipanti hanno seguito la formazione.

Il credito di imposta non può essere fruito per i costi di formazione sostenuti dall’impresa per adeguarsi alla normativa obbligatoria in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro e di formazione.

Il beneficio.

Il credito di imposta per la formazione 4. 0 è riconosciuto in base alle dimensioni aziendali in misura pari al:

–  50% delle spese ammissibili per le piccole imprese nel limite massimo annuale di 300. 00 euro;

–  40% delle spese ammissibili per le medie imprese nel limite massimo annuale di 250. 000 euro;

–  30% delle spese ammissibili per le grandi imprese nel limite massimo annuale di 250. 000 euro.

La misura del credito d’imposta è aumentata per tutte le imprese al 60%, entro i limiti massimi annuali, nel caso in cui i destinatari delle attività di formazione siano lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati come da decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 17 ottobre 2017.

Come accedere alla formazione 4. 0 e utilizzare il credito di imposta.

Il credito d’imposta formazione 4. 0 deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui sono state sostenute le spese e in quelle relative ai periodi d’imposta successivi fino a quando se ne conclude l’utilizzo.

Ai fini dell’ammissibilità al credito d’imposta, sono previsti una serie di obblighi di certificazione contabile e amministrativa:

 – certificazione contabile, da allegare al bilancio, rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti e attestante l’effettivo sostenimento delle spese ammissibili;

– una relazione che illustri le modalità organizzative e i contenuti delle attività di formazione svolte;

– ulteriore documentazione contabile e amministrativa idonea a dimostrare la corretta applicazione del beneficio, anche in funzione del rispetto dei limiti e delle condizioni posti dalla disciplina comunitaria in materia;

– i registri nominativi di svolgimento delle attività formative sottoscritti dal personale discente e docente o dal soggetto formatore esterno all’impresa;

– una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico, richiesta al solo fine di acquisire le informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia delle misure agevolative.

Il credito d’imposta spettante è utilizzabile esclusivamente in compensazione mediante F24 da presentare attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate (codice tributo 6897) a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui sono sostenute le spese ammissibili.

Tax credit investimenti 4.0

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La legge di bilancio 2021 incrementa il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi funzionale alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi di impresa.  

Ecco i vantaggi e la cumulabilità con altre agevolazioni.

 

I beni strumentali che entrano nel credito di imposta.

Il credito di imposta è fruibile per gli investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato:

–     beni materiali “Industria 4. 0” per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese;

–     beni immateriali “Industria 4. 0” (software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni, connessi a investimenti in beni materiali “Industria 4. 0”);

–      beni strumentali materiali e immateriali ordinari.

Sono esclusi dal bonus gli investimenti per mezzi di trasporto; i fabbricati e le costruzioni; beni per i quali è previsto un coefficiente di ammortamento inferiore al 6,5%.

A chi spetta.

L’acquisizione dei beni agevolabili spetta alle imprese residenti nel territorio dello Stato, indipendentemente dalla loro forma giuridica e dal settore economico di appartenenza, a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022 per effetto della proroga della manovra 2021.

Ammessi anche gli investimenti fino al 30 giugno 2023, a condizione che entro il 31 dicembre 2022 l’ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti per almeno il 20% del costo.

Gli esercenti arti e professioni sono ammessi al credito alle stesse condizioni e limiti delle imprese, ma solo per gli investimenti in beni strumentali ordinari di cui ai commi 1054 e 1055 della Legge di bilancio 2021.

La fruizione del beneficio è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

I vantaggi e la misura del credito di imposta.

Il credito spetta nelle seguenti misure:

 

BENE ACQUISTATO

 

PERIODO DI INVESTIMENTO

 

 

QUOTA DI INVESTIMENTO

DAL 16/11/2020

AL 31/12/2021 (*)

DAL 01/01/2022

AL 31/12/2022 (**)

Beni materiali 4. 0

50% del costo

40% del costo

fino a 2,5 milioni di euro

 

30% del costo

20% del costo

da 2. 5 milioni a 10 milioni di euro

 

10% del costo

10% del costo

da 10 milioni a 20 milioni di euro

Beni immateriali 4. 0

20% del costo

20% del costo

fino a 1 milione di euro

Beni ordinari

 

 

 

· materiali

10% del costo

6% del costo

fino a 2 milioni di euro

· strumenti e dispositivi per la realizzazione del lavoro agile

15% del costo

6% del costo

fino a 2 milioni di euro

· beni immateriali

10% del costo

6% del costo

fino a 1 milione di euro

(*) DATA PROROGABILE al 30 giugno 2022 se entro il 31 dicembre 2021 l’ordine è stato accettato dal venditore ed è stato pagato almeno il 20% del prezzo

(**) DATA PROROGABILE al 30 giugno 2023 se entro il 31 dicembre 2022 l’ordine è stato accettato dal venditore ed è stato pagato almeno il 20% del prezzo

 

Come usufruire e richiedere il credito di imposta.

Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite modello F24 previa comunicazione trasmessa al Ministero dello sviluppo economico, finalizzata a far acquisire le informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia delle misure agevolative.

Chi usufruisce del bonus investimenti deve conservare la documentazione idonea a dimostrare il sostenimento della spesa e la corretta determinazione dei costi.

Chiarimenti dell’Agenzia delle entrate.

La risposta n. 75 del 2 febbraio 2021 dell’Agenzia delle entrate ricorda che il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni la cui disciplina non escluda espressamente il cumulo e che abbiano ad oggetto i medesimi costi.

Il cumulo delle agevolazioni non deve superare il costo sostenuto.

Spese funebri e obbligo di tracciabilità dei pagamenti

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Obbligo di tracciabilità e detraibilità delle spese funebri: tipologie, criteri e importi, gli errori da non commettere che ti fanno perdere il diritto alla detrazione!

L’obbligo di tracciabilità.

La Legge di bilancio 2020 dal 1° gennaio 2020 ha introdotto l’obbligo di pagamento con mezzi tracciabili (articolo 1 comma 679).

L’obbligo di tracciabilità, ai fini delle detrazioni Irpef in dichiarazione dei redditi, abbraccia la generalità degli oneri contenuti all’articolo 15 del TUIR, con la sola eccezione delle spese mediche sostenute presso strutture pubbliche o accreditate e delle spese per farmaci.

Le spese funebri detraibili

Per spese funebri si intendono i costi sostenuti dal contribuente in occasione di un funerale e fatturati tramite agenzia di pompe funebri, quali il trasporto della salma e sistemazione nei loculi cimiteriali, le spese per il fiorista e per gli annunci funebri.

Con la legge di stabilità 2016 (articolo 1 comma 954 L. 208/2015) chi sostiene la spesa può detrarla anche se non è legato da vincolo parentela con la persona deceduta.

Le spese funebri detraibili devono essere attuali rispetto all’evento e quindi sostenute in occasione del decesso.

Sono escluse le spese sostenute in anticipo dal contribuente in previsione delle future onoranze funebri (come, ad esempio, l’acquisto preventivo di un loculo) o a posteriori, come quando si rende necessaria la traslazione della salma a distanza di anni, su richiesta del comune.

Detraibilità delle spese funebri.

Le spese funebri, come contenuto nell’elenco di cui all’art. 15 del Tuir, rientrano tra le spese detraibili ai fini Irpef soggette all’obbligo di tracciabilità.

Dall’imposta lorda si detrae un importo pari al 19% delle spese sostenute. La spesa funebre è detraibile per un importo massimo di 1. 550 euro per ciascun decesso, soglia di spesa sulla quale viene poi calcolato il 19%, da spartire, eventualmente, fra tutti i soggetti che hanno sostenuto la spesa relativa allo stesso defunto.

Nel caso quindi la fattura dell’agenzia funebre riportasse il nome di una sola persona, ma di fatto alla spesa avessero partecipato più soggetti, sulla fattura stessa andrà riportata un’annotazione (sottoscritta dall’intestatario) che certifichi la spartizione della spesa. In questo modo, conservando tutti una copia della fattura, sarà possibile applicare la detrazione pro-quota.

La detraibilità varia al variare del reddito. A partire dal modello 730/2021, la detrazione spetta:

–       per l’intero ai titolari di reddito complessivo fino a 120. 000 euro;

–      il credito decresce sino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito complessivo pari a 240. 000 euro.

Per la verifica del limite reddituale si tiene conto anche dei redditi assoggettati a cedolare secca.

I mezzi tracciabili.

Carte, bancomat o assegni aprono le porte alle detrazioni fiscali nel modello 730/2021.

Il contribuente deve quindi provare di aver pagato con mezzi diversi dal contante mediante ricevuta rilasciata dall’esercente che riporti che il pagamento è stato eseguito con carta o bancomat.

è questa la prima verifica da fare per capire se una spesa rientra o meno tra quelle detraibili con il modello 730/2021.

è possibile provare che il pagamento è stato effettuato con mezzi tracciabili anche consegnando al professionista o al CAF l’estratto conto bancario, copia del bollettino postale o del MAV e del pagamento con PagoPA.

In alternativa, per salvare la detrazione fiscale nel modello 730/2021, se vi è impossibilità a produrre questi documenti, l’utilizzo del mezzo di pagamento tracciabile può essere documentato con un’annotazione in fattura, ricevuta fiscale o documento commerciale, da parte del percettore delle somme che cede il bene o effettua la prestazione di servizio (Agenzia delle Entrate, risposta all’interpello n. 431 del 2 ottobre 2020).

Le richieste di proroga 2021.

La consulta nazionale dei Caf e dei consulenti del lavoro ha richiesto, nel mese di aprile, al Ministero dell’economia e delle Finanze (MEF) di derogare per il 2021 (anno di imposta 2020) alla disposizione di cui alla Legge di bilancio 2020 che impone il pagamento tracciato delle spese con esclusione del pagamento in contanti.

è stata inoltre avanzata al MEF la richiesta di modificare la norma, nel senso di prevedere nella fattura o nella ricevuta l’inserimento della dicitura che informi sulla detraibilità della spesa sostenuta solo con mezzi di pagamento tracciabili.

Infatti, la scarsa conoscibilità della norma, vista l’insufficiente pubblicità data al nuovo obbligo, e la mancanza di utili accorgimenti come quello suggerito dai Caf, ha portato molti contribuenti, ignari della previsione, a continuare a pagare le spese detraibili in contanti, sebbene dietro emissione di regolare fattura.

I Caf hanno evidenziato che la situazione riguarda soprattutto le fasce più deboli del Paese, non abituate all’uso della moneta elettronica per ragioni anagrafiche e culturali.

La richiesta di proroga 2021 per salvare gli sconti fiscali per i pagamenti eseguiti in contanti nell’anno di imposta 2020, è per ora rimasta disattesa, seppure accoglibile in sede di conversione in legge del decreto Sostegni o tramite il nuovo decreto Sostegni bis.

Tax credit investimenti al Sud 2021

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Il credito d’imposta Mezzogiorno o Bonus investimenti Sud è tra le agevolazioni utilizzabili nel 2021 a sostegno della ripresa economica post Covid19. Ecco le principali caratteristiche alla luce della proroga della Legge di bilancio 2021  per accedere al beneficio

Il credito d’imposta Mezzogiorno o Bonus investimenti Sud è tra le agevolazioni utilizzabili nel 2021 a sostegno della ripresa economica post Covid19.

La legge di bilancio 2021 infatti ha disposto che fino al 31 dicembre 2022 gli investimenti nel Sud Italia saranno agevolati con il credito di imposta Mezzogiorno. Le imprese potranno così fruirne dal 31 marzo 2021 sino al 31 dicembre 2022 (articolo 1, comma 171, legge n. 178 del 2020).

Il credito è stato introdotto inizialmente dalla legge di stabilità 2016 (L. N. 208/2015) per gli anni dal 2016 al 2019 e poi prorogato dalla Legge di bilancio 2020 (L. 160/2019).  

Imprese beneficiarie.

Possono beneficiare del credito di imposta Mezzogiorno tutte le imprese, nuove o già esistenti, di qualsiasi natura giuridica e dimensione ubicate nelle regioni del Mezzogiorno (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo).  

Restano escluse l’industria siderurgica; carbonifera; costruzione navale; fibre sintetiche; trasporti; produzione e distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche; settore creditizio e finanziario, assicurativo e le imprese in difficoltà.  

Beni agevolabili.

Le acquisizioni, anche in leasing, di beni strumentali nuovi (macchinari, impianti e attrezzature) effettuate in attuazione di un progetto di investimento iniziale nelle aree produttive del Mezzogiorno.

Non rientrano tra i beni agevolabili i beni strumentali usati e i beni non strumentali (merce destinati alla vendita; assemblati).

Il beneficio.

Per gli investimenti effettuati dal 31 marzo 2021 al 31 dicembre 2022 le imprese maturano un credito di imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione con le imposte e contributi dovuti (articolo 17 D. Lgs. 247/1997).

Limite massimo dell’investimento.

Il credito d’imposta è commisurato al costo complessivo dei beni, nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, pari a 3 milioni di euro per le piccole imprese, a 10 milioni di euro per le medie imprese e a 15 milioni di euro per le grandi imprese.

Percentuali agevolative.

L’intensità massima dell’aiuto è pari:

– al 45% per le piccole imprese, al 35% per le medie imprese, al 25% per le grandi imprese per le Regioni Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Basilicata e Sardegna;

– al 30% per le piccole imprese, al 20% per le medie imprese e al 10% per le grandi imprese, per le Regioni Abruzzo e Molise.

La richiesta.

Le imprese che intendono usufruire del credito di imposta devono inviare, anche tramite intermediario autorizzato, un apposito modulo all’Agenzia delle entrate, esclusivamente tramite Entratel o Fisconline. Nel modulo, reperibile sul sito dell’Agenzia, devono essere indicati i dati degli investimenti agevolabili e del credito d’imposta del quale è richiesta l’autorizzazione alla fruizione. L’Agenzia una volta verificati i dati dichiarati rilascia apposita ricevuta per autorizzare o negare la facoltà di fruire del credito di imposta.

Il credito di imposta maturato potrà essere usato in compensazione, tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate, a partire dal quinto giorno successivo alla data di rilascio della ricevuta.

Con provvedimento n. 65238/21 il Direttore dell’Agenzia delle entrate ha approvato un nuovo modello, reperibile sul sito, che le imprese a partire dal 31 marzo 2021 dovranno trasmettere per richiedere l’autorizzazione alla fruizione del tax credit ed anche per comunicare eventuali rettifiche/rinunce alla misura agevolativa. La proroga del credito mezzogiorno al 31 dicembre 2022 introdotta dalla legge di bilancio 2021 ha infatti reso necessario l’aggiornamento del modulo.

Cumulo con altre agevolazioni.

L’Agenzia delle Entrate, con circolare n. 12/E/2017, ammette il cumulo del credito di imposta Mezzogiorno con gli aiuti “de minimis” e con altri aiuti di Stato che insistano sugli stessi costi, sempre che tale cumulo non porti al superamento dell’intensità o dell’importo di aiuto più elevati consentiti dalla normativa europea.

Ulteriori territori ammessi all’agevolazione.

Con l’art. 18-quater del D. L. N. 8/2017 il credito d’imposta è stato esteso, con alcune modifiche, ai Comuni delle Regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dagli eventi sismici succedutisi dal 24 agosto 2016.

Inoltre, con l’art. 5 del D. L. N. 91/2017 il credito d’imposta è riconosciuto anche per investimenti effettuati nelle zone economiche speciali (ZES).

 

PARTNERSHIP: COMMERCIALISTA.IT E STUDIO FELLI 🤝💯

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Lo studio Giuslavoristico Roberto Felli, esperto in Consulenza del lavoro, Amministrazione del Personale e Gestione delle Risorse Umane  e Commercialista. It primaria azienda italiana di consulenza fiscale e pluripremiata per i benefici generati alla propria clientela con la contabilità in cloud e la cultura del risparmio lecito d’imposta

Comunicato Stampa: Commercialista. It e Studio Felli siglano un accordo di partnership

 

Lo studio Giuslavoristico Roberto Felli, esperto in Consulenza del lavoro, Amministrazione del Personale e Gestione delle Risorse Umane  e Commercialista. It primaria azienda italiana di consulenza fiscale e pluripremiata per i benefici generati alla propria clientela con la contabilità in cloud e la cultura del risparmio lecito d’imposta, hanno stretto un’alleanza mirata ad offrire servizi di consulenza di elevato livello alla clientela assistita, in numero sempre maggiore e diffusa su tutto il territorio nazionale.

L’accordo consentirà di fornire aggiornamenti, formazione, controlli procedurali ed erogazione di servizi ad alto valore alle aziende e agli imprenditori clienti con lo scopo di far ottenere agli stessi benefici reali, in termini di risparmio fiscale e contributivo, di accesso alle agevolazioni vigenti, assicurare tutela in ambito giuslavoristico, garantire assistenza consulenziale e crescita manageriale nelle Aree Fiscali e della Gestione del Personale.

 

          

 

MADE: Bando per la selezione di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale

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Il bando promosso da MADE ha come scopo quello di realizzare progetti di innovazione (di prodotto, di processo e di organizzazione), di ricerca industriale e sviluppo sperimentale sui temi di Industria 4. 0, promuovere lo sviluppo tecnologico e digitale e la creazione di competenze specialistiche avanzate nel settore industriale, con particolare riguardo alle piccole e medie imprese, attraverso la costituzione di centri di competenza ad alta specializzazione in grado di favorire il trasferimento di soluzioni tecnologiche e l’innovazione nei processi produttivi.

MADE-Competence Center 4. 0 è una fabbrica digitale e sostenibile che supporta le imprese manifatturiere nel percorso di trasformazione digitale verso l’Industria 4. Mette a disposizione un ampio panorama di conoscenze, metodi e strumenti sulle tecnologie digitali, è interlocutore tecnico a cui rivolgersi per gestire attività di innovazione, trasferimento tecnologico, ricerca applicata e assistenza nell’implementazione delle tecnologie 4. 0, per mantenere un elevato livello competitivo ristrutturando i modelli organizzativi, di business e la strategia della propria impresa.

Il bando promosso da MADE ha come scopo quello di realizzare progetti di innovazione (di prodotto, di processo e di organizzazione), di ricerca industriale e sviluppo sperimentale sui temi di Industria 4. 0, promuovere lo sviluppo tecnologico e digitale e la creazione di competenze specialistiche avanzate nel settore industriale, con particolare riguardo alle piccole e medie imprese, attraverso la costituzione di centri di competenza ad alta specializzazione in grado di favorire il trasferimento di soluzioni tecnologiche e l’innovazione nei processi produttivi.

A chi è rivolto il bando?

Il bando si rivolge a microimprese e start-up, piccole imprese, medie imprese, grandi imprese che possono presentarsi in forma singola o in collaborazione tra loro ed è finalizzato a selezionare le proposte di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale sui temi dell’Industria 4. 0, che saranno realizzati attraverso le competenze e le strumentazioni di cui MADE è dotato.

Quali sono le attività progettuali ammissibili?

1) Strategia Industria 4. 0: realizzazione di un piano di adozione delle tecnologie digitali e delle competenze strategiche per garantire a un’azienda l’evoluzione verso l’industria 4. 0 in termini di efficienza e di efficacia dei processi, coerentemente agli obiettivi aziendali.  

2) Progetti di innovazione: progetti di ricerca industriale, di sviluppo sperimentale e di innovazione (di prodotto, di processo o di modelli organizzativi) necessari per sostenere la traduzione di idee innovative in concetti dimostrabili anche attraverso l’utilizzo delle 6 Aree e dei 25 Asset tecnologici presenti in MADE (così come descritto in Appendice 3).  

3) Demo e test: sviluppo di demo, prototipi, Proof of Concept (PoC) e Test-Bed in ambito Industria 4. 0, utilizzando ambienti e strumenti tecnici, tecnologici e metodologici e know-how disponibili nelle 6 Aree e nei 25 Asset tecnologici presenti in MADE (così come descritto in Appendice 3).  

4) Scouting tecnologico: individuazione delle tecnologie e dei partner tecnologici più adatti a sviluppare l’innovazione di prodotto e di processo, definendo una strategia tecnologica aziendale coerente con i trend che caratterizzano il settore.  

5) Consulenza Tecnologica: attività di consulenza e studi di fattibilità finalizzati all’implementazione di soluzioni tecnologiche, organizzative e gestionali atte a migliorare i processi delle imprese in ottica Industria 4.  

6) Validazione di progetti Industria 4. 0: valutazione in merito all’adeguatezza delle tecnologie, delle metodologie e dell’esecuzione dei progetti di innovazione rispetto agli obiettivi prefissati e allo stato dell’arte.

Le attività progettuali di cui sopra dovranno fare esclusivamente riferimento all’Industria 4. 0 e in particolare ai seguenti ambiti tecnici:

1) progettazione, ingegnerizzazione e sviluppo prodotto;

2) pianificazione, controllo avanzamento e monitoraggio real-time della produzione;

3) tecnologie digitali per la gestione del fine ciclo del prodotto;

4) controllo e monitoraggio energetico;

5) strumenti digitali a supporto di metodologie di economia circolare e sostenibilità;

6) tracciatura di prodotto e gestione della qualità;

7) sistemi digitali di supporto all’operatore;

8) tecnologie e sistemi digitali per la simulazione dei processi industriali;

9) tecnologia e processo additivo;

10) robotica collaborativa;

11) cyber‐Security industriale;

12) strumenti digitali a supporto di politiche di manutenzione 4. 0;

13) strumenti digitali a supporto di politiche di lean4. 0;

14) intelligenza artificiale e Big Data Analytics;

15) logistica interna e tracciabilità;

16) strumenti e soluzioni digitali basati per l’integrazione di reti 5G e tecnologie emergenti in ambito industriale.

 

Affinché siano ammissibili all’ottenimento dei benefici erogati da MADE, i progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale e studi di fattibilità presentati dalle imprese dovranno prevedere:

1. Un piano di intervento dettagliato che evidenzi investimenti, costi e tempi;

2. Una durata complessiva non superiore a 12 mesi (con possibilità di una proroga, motivata, di ulteriori 6 mesi);

3. La stima dei benefici economici per l’impresa in termini di riduzione di inefficienze, sprechi e costi e in termini di miglioramento della qualità dei processi e dei prodotti;

4. Un livello di maturità tecnologica (Technology Readiness Level, TRL) compreso in un intervallo tra TRL 5 e 8 e che dovrà raggiungere, al termine delle attività, un livello almeno pari a TRL 7;

5. Il coinvolgimento del Centro di Competenza MADE per lo svolgimento delle attività di ricerca contrattuale, consulenza tecnologica e supporto, come meglio specificate con riferimento alle spese finanziabili di cui all’art. Art 7 lett. A) e b).

Quali sono le spese ammesse al finanziamento?

Sono ammissibili al finanziamento esclusivamente le seguenti voci di spesa:

a) spese per la ricerca contrattuale sostenute alle normali condizioni di mercato;

b) spese relative ai servizi di consulenza e servizi equivalenti utilizzati esclusivamente ai fini del progetto presentato dall’impresa.

In che misura i finanziamenti sono concedibili?

Le agevolazioni sono concesse nella forma di finanziamento a fondo perduto per le voci di spesa così come descritto dall’ Art. 7 del presente bando, sono concessi le seguenti intensità di aiuto:

1)     finanziamento del 50 % delle spese ammissibili dedicate alle attività di ricerca industriale;

2)     finanziamento del 50 % delle spese ammissibili dedicate alle attività di relative agli studi di fattibilità;

3)     finanziamento del 25 % delle spese ammissibili dedicate alle attività di sviluppo sperimentale;

L’intensità di aiuto per lo sviluppo sperimentale può essere aumentata fino a un’intensità massima dell’50 % dei costi ammissibili come segue:

a. Di 10 punti percentuali per le medie imprese e di 20 punti percentuali per le piccole imprese;

b. Di 15 punti percentuali se è i risultati del progetto sono ampiamente diffusi attraverso conferenze, pubblicazioni, banche dati di libero accesso software open source o gratuito;

4)     finanziamento del 50% delle spese ammissibili dedicate alle attività di innovazione alle PMI.

Quali sono i termini per la presentazione delle domande di agevolazione?

Le proposte progettuali dovranno essere redatte e presentate in via esclusivamente telematica a partire dal giorno 01/03/2021 ed entro e non oltre il 20/04/2021.

La domanda dovrà essere composta

Allegato 1 – Dichiarazione sostitutiva d’atto notorio relativa al possesso dei requisiti di ammissibilità (firmata digitalmente dal legale rappresentante dell’impresa proponente o da un delegato in possesso dei necessari poteri) Allegato 2 – Descrizione della proposta progettuale

Allegato 3 – Budget (facoltativo);

Allegato 4 – Dichiarazione di impegno a sottoscrivere un accordo di partenariato (qualora la proposta di progetto sia presentata da un numero di imprese superiore a uno).

 

 

 

Vuoi efficientare al massimo la tua attività? Avvia o affiliati ad un franchising! 💥

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Vuoi efficientare al massimo la tua attività? Avvia o affiliati ad un franchising!

Che cos’è?

Il franchising è un accordo commerciale con cui un’azienda concede ad un’altra, a fronte del pagamento di un canone, il diritto di usare il proprio marchio, la propria insegna ed il proprio know-how, fornendo assistenza e formazione.

Nel franchising i due soggetti sono giuridicamente ed economicamente indipendenti, ma hanno oneri e benefici reciproci.

 

Chi sono i soggetti?

–       Affiliante, o franchisor, è la “mente” dell’idea imprenditoriale, possiede già un marchio ed eroga servizi o vende prodotti con il proprio know-how.

–       Affiliato, o franchisee, è un’attività, in genere nascente, che spinta dall’iniziativa di avviare un business “vincente”, utilizza il marchio del franchisor.

In base agli accordi contrattuali, il franchisor metterà a disposizione del franchisee:

–       utilizzo del marchio;

–       know-how, conoscenze e competenze;

–       formazione e consulenza;

–       assistenza.

Il franchisee, nei confronti del franchisor:

–       rispetta gli standard e modelli stabiliti;

–       riconosce al franchisor una fee di ingresso;

–       riconosce al franchisor una royalty, ovvero percentuale sugli utili prodotti;

–       può riconoscere un canone per le campagne di marketing.

 

Quali sono i vantaggi del franchising?

In questo accordo commerciale, il franchisee ha la possibilità di avviare un’attività in autonomia ma all’interno di una rete commerciale già avviata, ciò diminuisce il rischio imprenditoriale e consente di operare in un’attività con maggiore possibilità di riuscita grazie al brand, alla formazione, alla consulenza ed all’assistenza dei “big”, già pronti ad affrontare la realtà commerciale.

Pertanto, il franchisee avrà:

–       minor rischio d’impresa;

–       trasmissione del know-how;

–       formazione ed assistenza.

Allo stesso tempo, il franchisor ha la possibilità di veder crescere la sua idea imprenditoriale con il supporto dei vari partner coinvolti.

 

Un franchising è il miglior modo per espandere la propria attività e rendere conosciuto, a livello nazionale ed internazionale, il proprio marchio.

Credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro

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La recente Legge di Bilancio L. N. 178 del 2020 all’art. 1 commi 1098-1100 ha prorogato il termine previsto per usufruire del Credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti previsto dal Decreto Rilancio, decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 all’art. 120, fino a giugno 2021.

L’Agenzia delle Entrate recepisce le novità sulle scadenze, con il provvedimento dell’8 gennaio 2021: il nuovo termine per l’utilizzo in compensazione con modello F24 o per la cessione è il 30 giugno 2021.

Credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro

 

Riferimenti normativi: 

La recente Legge di Bilancio L. N. 178 del 2020 all’art. 1 commi 1098-1100 ha prorogato il termine previsto per usufruire del Credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti previsto dal Decreto Rilancio, decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 all’art. 120, fino a giugno 2021.

L’Agenzia delle Entrate recepisce le novità sulle scadenze, con il provvedimento dell’8 gennaio 2021: il nuovo termine per l’utilizzo in compensazione con modello F24 o per la cessione è il 30 giugno 2021.

 

Che cos’è

Si tratta di un’agevolazione fiscale prevista per i contribuenti che, durante l’emergenza epidemiologica, hanno sostenuto spese ingenti per adottare le misure di adeguamento degli ambienti di lavoro nel rispetto della normativa anti Covid-19.

L’ammontare massimo fruibile da ciascun beneficiario è pari al 60% delle spese complessive risultanti dall’ultima comunicazione validamente presentata all’Agenzia delle Entrate. L’ammontare massimo delle spese ammissibili non può eccedere il limite di 80. 000 euro. Tale limite massimo è riferito all’importo delle spese ammissibili e, di conseguenza, l’ammontare del credito non può eccedere il limite di 48. 000 euro. Pertanto, nel caso in cui dette spese siano superiori a tale ultimo importo, il credito spettante sarà sempre pari al limite massimo consentito di 48. 000 euro.

 

A chi spetta?

Con il provvedimento del 10 luglio 2020 dell’Agenzia delle entrate sono stati definiti i criteri e le modalità per la fruizione dei crediti d’imposta.

La platea dei soggetti possibili beneficiari è costituita:

dagli operatori con attività aperte al pubblico, tipicamente bar, ristoranti, alberghi, teatri e cinema. In particolare, deve trattarsi di: attività di impresa, arte o professione esercitata in luogo aperto al pubblico (ovvero in luogo al quale il pubblico possa liberamente accedere, senza limite o nei limiti della capienza)
associazioni, fondazioni e altri enti privati, compresi gli enti del Terzo settore.

 

Come usufruirne

L’agevolazione spetta in relazione alle spese sostenute nel 2020, anche prima del 19 maggio 2020, data di entrata in vigore del sopra citato Decreto Rilancio.

Per poter accedere al credito d’imposta i contribuenti interessati devono comunicare all’Agenzia delle Entrate

l’ammontare delle spese ammissibili sostenute fino al mese precedente alla data di sottoscrizione della comunicazione

l’importo che prevedono di sostenere successivamente.

Come fare la richiesta

Per la richiesta del credito d’imposta deve essere utilizzato l’apposito modello di comunicazione.

I contribuenti interessati possono trasmettere la comunicazione, esclusivamente in modalità telematica, sia direttamente sia avvalendosi di un intermediario, utilizzando l’applicativo web dedicato disponibile in area riservata (Entratel/Fisconline) o i tradizionali canali telematici dell’Agenzia.

Termini

La comunicazione può essere inviata dal 20 luglio 2020 al 31 maggio 2021. Nel caso in cui sia inviata dopo il 31 dicembre 2020, devono essere indicate esclusivamente le spese ammissibili sostenute nel 2020.

 

Utilizzo del credito

Come detto questo il credito d’imposta, fino all’ammontare massimo fruibile, può essere utilizzato:

in compensazione direttamente negli F24 nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e fino al 30 giugno 2021;

oppure i soggetti beneficiari del credito possono optare per la cessione dello stesso, ai sensi dell’articolo 122 del decreto legge n. 34 del 2020, fino al 30 giugno 2021. La cessione, anche parziale, del credito può essere fatta ad altri soggetti, inclusi gli istituti di credito e altri intermediari finanziari e può riguardare esclusivamente la quota del credito relativa alle spese effettivamente sostenute, nei limiti dell’importo fruibile

La riforma dello sport: nasce la figura del lavoratore sportivo

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Una delle novità più importanti è sicuramente l’introduzione della figura del lavoratore sportivo che comporta un aumento delle tutele previste per gli atleti dilettanti,  senza più distinzioni in base all’attività sportiva svolta in forma professionistica o dilettantistica; le associazioni sportive dilettantistiche grazie alla ridefinizione del concetto di scopo di lucro, potranno distribuire dividendi ed acquisire qualsiasi tipologia di forma societaria tra quelle previste nel titolo V del codice civile. Inoltre vengono ridefinite le norme che regolano l’attività dei procuratori sportivi, degli impianti e degli stadi, vengono stabilite nuove disposizioni per la sicurezza delle discipline sportive invernali e vengono aumentate le tutele degli atleti disabili, con l’introduzione delle sezioni paraolimpiche nei corpi civili e militari dello stato.

Aggiornato a febbraio 2023

La riforma dello sport: nasce la figura del lavoratore sportivo

Il consiglio dei ministri a data 26 febbraio 2021 ha finalmente approvato i cinque decreti legislativi della legge delega numero 86 dell’8 agosto 2019 apportando grandi cambiamenti nell’ordinamento sportivo.

Una delle novità più importanti è sicuramente l’introduzione della figura del lavoratore sportivo che comporta un aumento delle tutele previste per gli atleti dilettanti,  senza più distinzioni in base all’attività sportiva svolta in forma professionistica o dilettantistica; le associazioni sportive dilettantistiche grazie alla ridefinizione del concetto di scopo di lucro, potranno distribuire dividendi ed acquisire qualsiasi tipologia di forma societaria tra quelle previste nel titolo V del codice civile. Inoltre vengono ridefinite le norme che regolano l’attività dei procuratori sportivi, degli impianti e degli stadi, vengono stabilite nuove disposizioni per la sicurezza delle discipline sportive invernali e vengono aumentate le tutele degli atleti disabili, con l’introduzione delle sezioni paraolimpiche nei corpi civili e militari dello stato.

Per molti lo sport non è un hobby ma costituisce un vero e proprio lavoro: in Italia, ci sono centinaia di migliaia di atleti di varie discipline sportive, allenatori, istruttori, direttori di gara e molte altre figure che svolgono queste attività, in modo professionale o dilettantistico, senza una chiara regolamentazione giuridica delle prestazioni e dei compensi.

Differenza tra professionisti e dilettanti

In riferimento al lavoro sportivo, la riforma elimina le differenze di inquadramento tra professionisti e dilettanti: viene definito lavoratore sportivo “l’atleta, l’allenatore, l’istruttore, il direttore tecnico, il direttore sportivo, il preparatore atletico e il direttore di gara che senza alcuna distinzione di genere e, indipendentemente dal settore professionistico o dilettantistico, esercita l’attività sportiva verso un corrispettivo, al di fuori delle prestazioni amatoriali”.

Dunque, ciò che qualifica questa nuova figura professionale non è il settore di attività (sono compresi tutti gli sport) e neppure l’intensità dell’impegno (viene superata la tradizionale distinzione tra professionisti e dilettanti) ma il fatto di percepire un corrispettivo per prestazioni che esulano dalle attività sportive svolte a livello puramente amatoriale.

Tutele previdenziali per gli atleti

Dal 1° luglio del 2022, anziché da settembre 2021 come inizialmente era previsto, ad ogni atleta saranno garantite tutele previdenziali e assistenziali, a prescindere dal suo status di professionista o dilettante.

Prima di questa importante modifica, infatti, lo status di lavoratore sportivo veniva riconosciuto esclusivamente all’atleta professionista che esercitava attività sportiva a pagamento sotto contratto con una società, appunto, professionistica.

Ai dilettanti, al contrario, non veniva attribuito alcun riconoscimento, tant’è che le somme di denaro da loro ricevute per l’attività svolta non venivano versate a titolo di remunerazione per una prestazione lavorativa ma solo come rimborso spese o premio.

Nuovi costi da sostenere per le associazioni

Questo comporta che per le associazioni cambierà la prospettiva dei costi da sostenere: fino ad oggi infatti gli atleti che operano all’interno di federazioni non professionistiche ( le federazioni professionistiche in Italia sono calcio, basket, ciclismo e golf ma solo al maschile) sono stati inquadrati come dilettanti e questo comporta un costo minore per la società non avendo un’iscrizione previdenziale obbligatoria.

Gli operatori dello sport dal 1° luglio del 2022 potranno stipulare contratti di lavoro subordinato o autonomo anche in forma di collaborazione continuata e continuativa, in luogo dei precedenti accordi collaborazione privati a cui erano obbligati e dovranno versare, peraltro, a fronte dei diritti previdenziali ed assistenziali che verranno loro riconosciuti, i relativi contributi alla Gestione separata dell’INPS.

Il Dlgs prevede infatti il cambio di nome del “Fondo pensione sportivi professionisti”, che diventerà il “Fondo pensione dei lavoratori sportivi”.

Se sei interessato ad avere maggiori informazioni compila form di contatto

 

 

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