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martedì 21 Gennaio 2025
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Angeli sulla città

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Se vi dicessi che a Cagliari si possono vedere i fenicotteri che vi passano sopra la testa non ci credereste. Mentre ero al telefono con Paolo che mi spiegava questo quadro, non ci credevo; mi diceva << da noi è normale vivere con i fenicotteri, vengono ogni anno ed è uno spettacolo meraviglioso>>.

Ho pensato che devo assolutamente andare a Cagliari e vivermi questa esperienza unica, di al​zare la testa e vedere nel cielo tante figure rosa, oppure passeggiare e ritrovarseli in gruppi.

Tecnica: acrilico su tela

Dimensioni: 40,2 x 60,6

Profondità: 3,8 cm

Ubicazione: piazza Michelangelo, Cagliari, Sardegna

 

I fenicotteri sono animali ormai stanziali qui a Cagliari, addirittura ogni anno fanno la cova e nascono nuovi fenicotteri… è uno spettacolo.

Seriamente si possono vedere i fenicotteri a Cagliari?

Certo, si possono vedere, si possono anche organizzare delle visite in comitiva e andare nelle zone di nicchia. Per questo ho voluto rappresentare Cagliari con questa particolarità che ormai fa parte della nostra vita; i fenicotteri vivono con noi e ci fanno compagnia. Ovviamente seguo sempre il mio stile ho voluto rappresentare tutto con un pizzico di ironia.

Non è meraviglioso tutto questo? Io credo proprio di si.

 

Giocando a nascondino tra i Menhir

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I Menhir sono delle grandi pietre che si trovano in Sardegna, con questa forma allungata e io li ho voluti scolpire per renderli un po’ più vivi. E ci sono i bambini che in mezzo a loro giocano a nascondino, un gioco a cui tutti sicuramente abbiamo partecipato. E’ una scena tenera, che rappresenta la spensieratezza dell’infanzia.

In Sardegna ci sono molti siti archeologici in cui puoi andare e trovare i Menhir.

 

Tecnica: Acrilico su tela

Dimensioni: 60 x 60

Profondità: 3,8 cm

Ubicazione: Via Piazza Michelangelo, Cagliari, Sardegna

Oggi facciamo un piccolo passo nel passato, ricordando l’infanzia e i giochi che la accompagnavano, come nascondino, acchiapparella o il tiro alla fune. Paolo Laconi ci riporta nei suoi ricordi, rappresentando questi bambini che giocano tra i Menhir, grandi pietre che si possono trovare frequentemente in Sardegna e che appartengono alla cultura megalitica che si era diffusa nel Neolitico in tutta Europa.

 

Menhir_du_Champ-Dolent.jpg

(Menhir sardi)

I Menhir sono delle grandi pietre che si trovano in Sardegna, con questa forma allungata e io li ho voluti scolpire per renderli un po’ più vivi. E ci sono i bambini che in mezzo a loro giocano a nascondino, un gioco a cui tutti sicuramente abbiamo partecipato. E’ una scena tenera, che rappresenta la spensieratezza dell’infanzia.

In Sardegna ci sono molti siti archeologici in cui puoi andare e trovare i Menhir.

Mi è venuto spontaneo, appena ho visto l’opera, trovare una somiglianza con Stonehenge, il cerchio dei megaliti in Cornovaglia.

Beh si, in molti però lo confondono di più con l’Isola di Pasqua… qui però siamo in Sardegna e ci sono i Menhir! Sono simpatici con questa faccia che gli ho scolpito.

 

Polo

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Laconi ci racconta che quando era a Londra per una mostra, ha voluto donare agli inglesi un dipinto tipico della loro cultura, rappresentando proprio il gioco del Polo.

Il Polo è uno sport a squadre tipico londinese; si pensa che le radici del gioco vengano dagli addestramenti delle cavallerie persiane. Infatti la prima partita di Polo è stata registrata nel 600 a.c. Tra Turcomanni Persiani. Attualmente la competizione più alta alla quale i giocatori possono arrivare è la Coppa del Mondo.

il-polo.png

 

Tecnica acrilico su tavola
 Dimensioni  55,7 x 55,7 ( con cornice)
 Profondità  1,6 cm ( con cornice)
 Ubicazione  Via Piazza Michelangelo, Cagliari, Sardegna

 

Il polo uno sport che si fa con il cavallo. Questo è un quadro che ho fatto per una mostra a Londra e volevo rappresentare qualcosa che richiamasse l’Inghilterra. Ci sono quindi delle persone che sono su un cavallo e giocano al polo, un modo formale per rappresentare gli hobby londinesi. Quindi quando ho dovuto fare un’esposizione a Londra ho voluto dipingere qualcosa che la rappresentasse.

 

 

Le fusa alla luna

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Questo di Paolo Laconi, è un altro quadro che rappresenta una scena notturna: una riunione felina sopra i tetti dei palazzi di Cagliari. Le case sono sommerse di gatti che giocano con la luna che tiene un gomitolo di lana. Un’ironia tipica del pittore sardo.

fusa-alla-luna.jpg

 

Tecnica acrilico su tela
 Dimensioni  70 x 100
 Profondità  2 cm
 Ubicazione  Via Piazza Michelangelo 18, Cagliari, Sardegna

 

Questo è un raduno di gatti, che fanno anche un po’ di chiasso e giocano con la luna. C’è molta fantasia in questo dipinto: ormai è una scena collaudata che il gatto gioca con il gomitolo di lana e io ho voluto rappresentarlo che gioca invece con la luna in mezzo ai vicoli di una città.

Ho notato che tante sue opere rappresentano scene che si svolgono di notte. E’ una cosa casuale o c’è un motivo ben preciso?

Beh la notte ha un fascino tutto suo, specialmente quando il cielo è stellato e c’è ,come in questo caso, la luna piena che attira l’attenzione dei gatti. Ovviamente anche qui ho voluto rappresentare una scena notturna, vista dai tetti delle case che sono invasi di gatti.

 

Il funambolo innamorato

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Questa volta Laconi ci offre una bellissima scena romantica, notturna e con grande valore suggestivo. La prima volta che l’ho vista mi ha fatto sorridere, ho subito pensato che fosse una scena molto tenera e che in modo metaforico ci spiega quanto ci spingiamo oltre per le questioni di cuore.

funambolo-innamorato.jpg

 Tecnica acrilico su tela
 Dimensioni  50 x 70
 Profondità  3,8 cm
 Ubicazione  Piazza Michelangelo 18, Cagliari, Sardegna

 

Nonostante sia una scena intima, ci sono altre persone che osservano il funambolo che cammina sopra la città stando in equilibrio su un filo e forse proprio a causa di questo atto coraggioso che tutti si affacciano alla finestra per guardare, rompendo la tranquillità di un gesto d’amore.

Il mimo funambolo innamorato: questa è una scena un po’ sentimentale. E’ sempre una scena notturna, e c’è questo funambolo innamorato che rischia la vita attraversando un filo per portare i fiori alla sua bella che si affaccia dal balcone. E’ una scena intima, un po’ poetica, dove c’è sentimento.

E’ proprio così, che per amore si fanno pazzie.

Certo, per amore si fa questo ed altro! (risate).

Vedo che anche se la scena si svolge di notte, c’è un sole che si vede dentro il campanile. Come mai?

Si, c’è il sole che si vede non dietro a un campanile, ma a una casa. E’ solo una forma decorativa, proprio in modo burlesco ecco.

 

Il miliziano

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“Il miliziano” è un’opera che narra la cultura popolare di Cagliari e l’infanzia del pittore. Un dipinto autobiografico e informativo, raccontato con i tratti classici della pittura di Paolo Laconi.

Commemorativo, anche in questo caso, come “la messi” se ricordate, di un tempo passato, raccontato con dolcezza e una nota di nostalgia.

 

Tecnica Acrilico su tela
 Dimensioni  100 x 119,5
 Profondità 3,7 cm
 Ubicazione  Piazza Michelangelo 18, Cagliari, Sardegna

 

Ho voluto rappresentare la sagra di Sant’Episio, un santo molto importante per le persone di Cagliari: un centurione romano convertito al cristianesimo, quindi è diventato un martire… storia un po’ lunga da raccontare. Una sagra che trasmette festa, allegria, serenità fede… Sono rappresentati i costumi tipici della festa, con questi colori bellissimi, è da vedere insomma. I personaggi, come sempre, rappresentano i Mammuthones e i tratti somatici della razza sarda, un po barbaricini, segnati, spigolosi.

E’ perciò un’opera che in qualche modo racchiude la sua infanzia?

Si, perchè io vivevo proprio nella zona in cui viene fatta questa sagra. Andavo spesso a giocare nel piazzal della chiesa, e la mia famiglia, come tutti gli abitanti della zona, erano e sono anche adesso molto attaccati al santo .

 

Il ratto delle sirene

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Qualcuno di voi conosce il mito del Ratto delle Sabine? Nel caso in cui la risposta fosse no, adesso brevemente ve lo spiego, se invece già lo conoscete, sarà per voi un ripasso utile  per comprendere il quadro di cui in seguito parleremo.

Quando Romolo divenne il Re di Roma, oltre a voler fortificare la città, voleva fondere i Romani e i Sabini. Il modo più efficace che individuò, fu quello di rapire due donne Sabine durante i giochi in onore del dio Conso. Chiese loro di accettare legami di parentela con i Romani, ma questo portò inevitabilmente a una guerra tra i due popoli.

Giambologna_ratto_delle_sabine.jpg

(Ratto delle Sabine di Giambologna a piazza della signoria, Firenze)

Cosa c’entra questo con il dipinto di Paolo Laconi? Ebbene c’entra perché la scena raffigurata in questo quadro, è un po’ la stessa storia di Romolo e le Sabine: un furto di due donne di diversa origine, in questo caso sirene.

 

tecnica  acrilico su tela
 Dimensioni  30 x 69,7
 Profondità  3,7cm
 Ubicazione  Piazza Michelangelo 18, Cagliari, Sardegna

 

E’ una rappresentazione marinara, in cui due pescatori lavorano e invece di pesca dei pesci, pescano due sirene e poi se ne innamorano. Tipo il ratto delle Sabine… se le portano a casa e poi se le cucinano in qualche modo.

E un’opera romantica?

E’ un modo per esprimere i loro desideri, invece di desiderare solo di fare un abbondante pescato, magari desiderano anche di avere due belle sirene. Si accontentano… magari gli va anche meglio.

E’ una scena marinara ha detto Paolo, che il mare sia uno de punti di forza della Sardegna è assodato, perciò non c’è da stupirsi se in tanti quadri ritroveremo scenari marittimi, accompagnati talvolta, come in questo caso, da storie fantastiche.

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Quel pasticcione di Mirò

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Quel pasticcione di Mirò, di Paolo Laconi

Arte e pubblico, in questo caso i bambini. Un dipinto che raffigura il rapporto tra i bimbi e i quadri, in particolare, quelli del pittore spagnolo Mirò.

 

Tecnica: Acrilico su tela.

Dimensioni: 50 x 100

Profondità:3,5 cm

Ubicazione: Piazza Michelangelo 18, Cagliari, Sardegna.

 

Arte e pubblico, in questo caso i bambini. Un elemento fondamentale in ambito artistico, è la relazione tra dipinto e  spettatore. Si parla di emozioni, di sensazioni, di umanità. Cosa mi provoca un quadro mentre lo guado? Questo devo chiedermi nel momento in cui mi trovo di fronte a un dipinto. Cosa provocherà questa immagine allo spettatore? E’ ciò che il pittore si chiede. Questo di Paolo Laconi, è un’opera che raffigura il rapporto tra i bimbi e i quadri, in particolare, quelli del pittore spagnolo Mirò.

Questo è un quadro in cui viene rappresentata una scolaresca che va a visitare un museo. Naturalmente i bambini sono stupiti, pensano che questi sono disegni che anche loro riuscirebbero a fare. Sono appunto sorpresi, c’è chi guarda, chi è distratto… L’opera si intitola “quel pasticcione di Mirò” proprio per indicare il suo stile semplice e a tratti incomprensibile.

E’ un modo di fare arte semplice quello di Mirò, però non per questo è poco gradevole o scontato. E’ un’arte che le piace questa?

A me piace perché all’epoca è stata un’innovazione artistica: sono segni particolari che vogliono rappresentare qualcosa che fa parte della sua vita, in modo molto disordinato o con simbolismi. Ho voluto associare questa sua tendenza con i miei personaggi, aggiungendo un po’ di ironia.

Le piacerebbe che i bambini entrassero in contatto con l’arte tramite i suoi quadri?

Ho già avuto modo di fare questa esperienza, soprattutto nelle scuole. Infatti in una scuola vicino a Cagliari, una maestra mi aveva chiesto se i bambini potessero ricreare una mia opera tramite i loro disegni; perciò anche loro ( i bambini) hanno avuto modo di sperimentare queste forme e questi colori. Anche in un evento ad Ares, con una mia collega pittrice, avevamo coinvolto tutti i bambini per lavorare sull’arte tramite i miei dipinti.

Abbiamo già detto che il rapporto tra arte e pubblico è fondamentale, se non addirittura l’aspetto centrale dell’arte. Ma con i bambini è ancora diverso. Loro sono più emotivi di noi adulti, si lasciano più andare difronte alle emozioni e per questo saranno sempre i critici più spietati per un pittore: non hanno pudore. Se fossi un artista mi preoccuperei più del giudizio di un bambino più tosto che di quello di Philippe Daverio ( per esempio), per il semplice fatto che i primi sarebbero onesti al cento per cento.

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Le messi

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Un dipinto nostalgico, di un tempo andato, ormai lontano. Laconi con questa opera ci vuole
raccontare la realtà contadina degli anni ’40 e ’50, tempo in cui si respirava la grande passione che le persone di campagna ci mettevano nel loro lavoro.

Tecnica: Acrilico su tela

Dimensioni: 19,6 x 53

 Profondità: 3,7 cm

Ubicazione: Piazza Michelangelo 18, Cagliari, Sardegna

 

Un dipinto nostalgico, di un tempo andato, ormai lontano. Laconi con questa opera ci vuole raccontare la realtà contadina degli anni ’40 e ’50, tempo in cui si respirava la grande passione che le persone di campagna ci mettevano nel loro lavoro. Mani sporche di terra e consumate dal lungo lavoro, teste scaldate, poi divenute bollenti per la loro esposizione continua al sole. Vestiti, sempre quelli, al massimo un solo abito ( o due nella migliore delle ipotesi) per le cerimonie e i giorni di festa, per il resto solo abiti semplici e usurati. E’ un’opera, non solo come ho già detto, di ricordo dei vecchi tempi, ma anche di celebrazione degli stessi, delle tecniche usate precedentemente, del lavoro attento e meticoloso della mano esperta di contadini e contadine; in onore delle bellissime persone che lavoravano nei campi.

Questa è una classica scena campestre, che avviene in estate, appunto un periodo dedicato all’agricoltura e la produzione agricola. Ovviamente ho voluto rappresentare questa scena perché mi piace: è calda, gioiosa, luminosa, che richiama molto l’estate. E’ sempre una festa quando la produzione va a buon fine.

Perciò è un richiamo ai tempi passati? A quando il lavoro nei campi era un lavoro di mani, di sudore, di corpo?

Certo, è un richiamo al tempo che fu, perché adesso è tutto meccanizzato; qui siamo ancora negli anni ’40/’50, dove si falciava il grano a mani o con la falce appunto, poi c’è il cavallo con l’aratro. E’ quindi giusto non dimenticare neanche questo, perché questo è storia.

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