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sabato 23 Novembre 2024
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Sicilia: bando per il sostegno all’avviamento di nuovi agricoltori

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bando per il sostegno all'avviamento di nuovi agricoltori

Il bando ha l’obiettivo di fornire opportunità e strumenti per attrarre nuovi agricoltori nel settore agricolo, facilitando l’implementazione di idee imprenditoriali innovative.

Queste iniziative si concentrano su approcci produttivi più sostenibili sia dal punto di vista ambientale, sia da quello economico e sociale.

L’intervento mira, inoltre, a supportare i beneficiari nelle fasi iniziali dell’insediamento, attraverso strumenti per l’acquisizione di terreni, capitali e conoscenze.

 

Soggetti beneficiari

Possono beneficiare delle agevolazioni i nuovi agricoltori che rispettano i seguenti requisiti:

  • C01: Età compresa tra i 40 e i 60 anni non compiuti al momento della domanda.
  • C02: Formazione o competenza professionale adeguata, conforme alla definizione di nuovo agricoltore.
  • C03: Presentazione di un Piano Aziendale (PA) per lo sviluppo dell’attività agricola.
  • C04: Primo insediamento come capo azienda in un’impresa agricola.
  • C05: L’azienda non deve derivare da un frazionamento di un’impresa familiare di proprietà di parenti o affini fino al secondo grado, né da una suddivisione di una società in cui parenti o affini fino al primo grado siano soci o amministratori.
  • C06: Non aver già usufruito del premio di primo insediamento.
  • C07: Non possono accedere all’agevolazione coloro che si insediano in aziende con una Produzione Standard:
    • Inferiore a € 8.000,00 per aziende nelle Isole minori o in aree svantaggiate e montane;
    • Inferiore a € 10.000,00 per aziende in altre zone;
    • Superiore a € 250.000,00 in tutti i casi.

Sono ammesse al finanziamento iniziative progettuali che riguardano interventi in aziende agricole situate in tutto il territorio della Sicilia.

 

Tipologia di interventi ammissibili

I beneficiari devono rispettare i seguenti impegni (IM) e obblighi (OB):

  • IM01: Impegnarsi a condurre l’azienda agricola come capo azienda per almeno 5 anni dal pagamento del saldo del premio, per dimostrare un serio intento di insediamento.
  • IM02: Ottenere lo status di “agricoltore in attività” entro 18 mesi dalla notifica del decreto di concessione.
  • OB02: Gli agricoltori ammessi al finanziamento devono insediarsi entro 90 giorni dalla pubblicazione della graduatoria definitiva e completare le attività entro 36 mesi dalla notifica del decreto di concessione.

 

Entità e forma dell’agevolazione

La dotazione finanziaria del bando è pari a € 20.000.000,00.

Il sostegno all’avviamento per nuovi agricoltori viene erogato sotto forma di somma forfettaria di € 30.000,00, subordinato all’attuazione del Piano Aziendale presentato.

Scadenza

Il termine per la presentazione delle domande è stato prorogato dal 21/11/2024 al 31/01/2025.

Assunzione a termine nelle start-up innovative

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Negli ultimi anni, il panorama imprenditoriale italiano ha visto una crescita significativa delle start-up, in particolare quelle innovative. Queste nuove realtà imprenditoriali, caratterizzate da un alto potenziale di crescita e innovazione, affrontano sfide uniche, tra cui la gestione delle risorse umane.

Vantaggi dell’Assunzione a Termine

  1. Flessibilità: Le start-up operano in contesti dinamici e in rapida evoluzione. L’assunzione a termine consente loro di adattare il personale alle fluttuazioni della domanda, senza impegni a lungo termine. Questo modello è particolarmente utile in fase di avvio, dove le esigenze possono cambiare rapidamente.
  2. Contenimento dei Costi: Assumere dipendenti a tempo determinato permette alle start-up di gestire meglio il budget, evitando costi fissi elevati associati ai contratti a tempo indeterminato. Questo è cruciale in una fase in cui la liquidità può essere limitata.
  3. Progetto Specifico: Spesso, le start-up necessitano di competenze specialistiche per progetti temporanei. L’assunzione a termine consente di reclutare esperti per periodi specifici, garantendo il giusto supporto senza vincoli duraturi.

Regolamentazione e Normative

L’assunzione a termine nelle start-up innovative è regolata dalla legislazione italiana, che prevede alcune specificità. Per le start-up innovative, è possibile stipulare contratti a termine senza dover giustificare la ragione della temporaneità. Tuttavia, le start-up devono rispettare le normative generali, tra cui:

  • Durata Massima: I contratti a termine non possono superare i 24 mesi, salvo alcune eccezioni previste dalla legge.
  • Rinnovi: È possibile rinnovare il contratto, ma il numero di rinnovi è limitato. Le start-up devono monitorare attentamente il rispetto di queste disposizioni.
  • Informativa ai Lavoratori: Le start-up devono fornire ai dipendenti a termine le stesse informazioni e diritti riservati ai lavoratori a tempo indeterminato.

Sfide dell’Assunzione a Termine

  1. Instabilità Lavorativa: I contratti a termine possono portare a una percezione di instabilità lavorativa. Questo può influire sul morale dei dipendenti e sulla loro produttività.
  2. Formazione e Integrazione: Assumere personale a termine può rendere difficile l’integrazione nel team. Le start-up devono investire risorse nella formazione, per garantire che i lavoratori temporanei possano contribuire efficacemente.
  3. Vincoli Normativi: Sebbene ci siano vantaggi nell’assunzione a termine, le start-up devono affrontare la complessità della normativa del lavoro. La gestione accurata dei contratti è essenziale per evitare sanzioni.

Conclusioni

L’assunzione a termine rappresenta un’opportunità strategica per le start-up innovative, offrendo flessibilità e possibilità di adattamento in un contesto imprenditoriale in continua evoluzione.

Tuttavia, è fondamentale che le start-up gestiscano questi contratti con attenzione, rispettando la normativa e promuovendo un ambiente di lavoro motivante.

Investire nella formazione e nell’integrazione dei dipendenti temporanei può contribuire a costruire un team coeso e performante, essenziale per il successo a lungo termine dell’azienda.

Bando Regione Lazio: sostegno ai produttori cinematografici indipendenti

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La Regione Lazio offre contributi a sostegno dei produttori cinematografici indipendenti, con l’obiettivo di valorizzare e incentivare la distribuzione di opere cinematografiche. È possibile richiedere fino a un massimo di 50.000 euro per ciascuna opera, con un limite di tre opere per distributore.

Chi può beneficiare

Il bando è rivolto esclusivamente ai distributori indipendenti che, al momento della domanda, rispettano i seguenti requisiti:

  • Devono essere PMI (piccole e medie imprese);
  • Avere sede legale o operativa nel Lazio;
  • Essere iscritti al registro delle imprese con codice ATECO J59.13;
  • Esercitare attività di distribuzione cinematografica continuativa come “distributori indipendenti”;
  • Disporre di un patrimonio netto minimo di 40.000 euro (ridotto a 10.000 euro per cortometraggi).

Opere ammissibili

Le opere cinematografiche ammissibili per il contributo devono:

  • Avere il riconoscimento della nazionalità italiana, anche provvisoriamente, inclusi i progetti in coproduzione o compartecipazione internazionale;
  • Avere una classificazione provvisoria o definitiva;
  • Essere distribuite in tutte le città capoluogo del Lazio e in almeno 10 capoluoghi al di fuori della regione;
  • Essere distribuite tra il 3 maggio 2024 e il 30 aprile 2025;
  • Avere almeno 6 giorni di proiezione continuativa per i lungometraggi, e 3 giorni per documentari e cortometraggi.

Spese ammissibili

Le categorie di spesa che possono beneficiare del contributo includono:

  • Edizione e stampa copie;
  • Marketing e materiali promozionali;
  • Promozione e ufficio stampa;
  • Acquisto di spazi pubblicitari;
  • Costi legati alla fideiussione.

Entità del contributo

Il contributo massimo erogabile è di 50.000 euro per opera cinematografica, con un limite di tre opere per distributore. Il finanziamento copre fino all’80% delle spese ammissibili.

Tempistiche

Le domande possono essere presentate nelle seguenti finestre temporali:

  • Prima sessione: 13 maggio 2024 – 30 agosto 2024;
  • Seconda sessione: 9 settembre 2024 – 23 dicembre 2024;
  • Terza sessione: 14 gennaio 2025 – 30 aprile 2025.

Le reti di impresa nelle PMI: un modello di crescita collaborativa

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Le reti di impresa rappresentano un’opportunità strategica per le Piccole e Medie Imprese (PMI) che desiderano crescere e competere in un mercato sempre più globale.

Questo modello consente alle aziende di collaborare, condividere risorse e competenze, e affrontare insieme le sfide del mercato, mantenendo al contempo la propria indipendenza giuridica.

Cos’è una Rete di Impresa?

Una rete di impresa è una forma di collaborazione tra aziende, formalizzata attraverso un contratto, in cui le imprese partecipanti si impegnano a collaborare per realizzare progetti comuni. L’obiettivo è rafforzare la competitività delle singole imprese senza dover necessariamente fondersi o creare una nuova entità giuridica.

Le imprese in rete possono condividere risorse e know-how, migliorare l’efficienza produttiva, ampliare i mercati di riferimento e sviluppare nuovi prodotti o servizi.

Vantaggi per le PMI

Le PMI, che spesso hanno risorse limitate, possono beneficiare notevolmente da questo tipo di collaborazione. Alcuni dei principali vantaggi includono:

  • Maggiori opportunità di crescita: Entrare in una rete permette di accedere a nuovi mercati e di aumentare la visibilità a livello nazionale e internazionale.
  • Condivisione delle competenze: Le PMI possono condividere competenze tecniche, organizzative o commerciali, favorendo l’innovazione e l’aggiornamento tecnologico.
  • Ottimizzazione dei costi: Attraverso l’acquisto collettivo di beni e servizi, le imprese possono ridurre i costi di approvvigionamento e migliorare l’efficienza.
  • Accesso ai finanziamenti: Le reti di impresa spesso hanno un accesso facilitato a finanziamenti pubblici e agevolazioni fiscali, specialmente per progetti di innovazione o internazionalizzazione.
  • Rafforzamento della competitività: La collaborazione tra imprese consente di migliorare la posizione competitiva sul mercato, affrontando meglio le sfide imposte da una concorrenza sempre più globale.

Tipologie di Reti di Impresa

Le reti di impresa possono essere suddivise in diverse tipologie, a seconda degli obiettivi e della struttura:

  • Reti Contrattuali: La forma più diffusa, in cui le imprese si accordano su specifici obiettivi condivisi, come la realizzazione di un progetto o l’ingresso in un nuovo mercato.
  • Reti Soggettive: In questo caso, le imprese creano una nuova entità giuridica per gestire più efficacemente i progetti comuni.
  • Reti Temporanee: Costituite per un periodo limitato, solitamente per affrontare un progetto specifico o partecipare a un bando di gara.

Esempi di Progetti in Rete

Le PMI che partecipano a una rete di impresa possono sviluppare progetti in diversi ambiti, tra cui:

  • Ricerca e Innovazione: Collaborazione per lo sviluppo di nuovi prodotti o tecnologie.
  • Internazionalizzazione: Esplorazione di nuovi mercati attraverso la condivisione di competenze e risorse.
  • Digitalizzazione: Iniziative volte a migliorare i processi produttivi o a implementare soluzioni di e-commerce e marketing digitale.

Incentivi e Agevolazioni

In Italia, la legge n. 122 del 2010 ha introdotto il contratto di rete, prevedendo anche specifiche agevolazioni per le imprese che vi aderiscono. Questi incentivi possono includere agevolazioni fiscali, contributi pubblici per progetti di innovazione e internazionalizzazione e accesso facilitato ai finanziamenti per le PMI.

Conclusione

Le reti di impresa rappresentano uno strumento fondamentale per le PMI che vogliono rafforzare la loro competitività, migliorare l’efficienza operativa e accedere a nuove opportunità di mercato. Attraverso la collaborazione e la condivisione di risorse, le imprese in rete possono affrontare in modo più efficace le sfide economiche e tecnologiche, garantendo una crescita sostenibile nel tempo.

Società cooperativa agricola nel settore vitivinicolo: aspetti giuridici e vantaggi fiscali

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Nel settore vitivinicolo, la società cooperativa agricola rappresenta una forma associativa particolarmente diffusa, grazie ai vantaggi economici e fiscali che offre ai soci produttori.

Le cooperative agricole consentono a piccoli e medi viticoltori di unire risorse e competenze per ottenere economie di scala, migliorare la qualità dei prodotti e aumentare la competitività sul mercato.

In questo articolo, esaminiamo gli aspetti giuridici e i riflessi fiscali della costituzione e gestione di una società cooperativa agricola nel contesto del mondo vitivinicolo.

Aspetti Giuridici della Società Cooperativa Agricola

Una società cooperativa agricola è un ente che si basa sul principio di mutualità, ovvero sullo scopo di fornire beni, servizi o occasioni di lavoro direttamente ai propri soci. Nel settore vitivinicolo, i soci possono essere coltivatori di uva, produttori di vino o aziende impegnate in attività connesse, come la distribuzione o la vendita.

Caratteristiche principali della cooperativa agricola:

  1. Scopo mutualistico: La cooperativa non persegue fini di lucro, ma mira a garantire benefici economici ai soci, come migliori condizioni di vendita dell’uva o del vino e una riduzione dei costi di produzione.
  2. Adesione aperta e volontaria: I soci possono entrare e uscire liberamente dalla cooperativa, a patto di rispettare i criteri di ammissione stabiliti dallo statuto.
  3. Voto democratico: Ogni socio ha diritto a un voto nelle assemblee, indipendentemente dal capitale conferito. Questo principio tutela la partecipazione democratica e l’uguaglianza tra i membri.
  4. Capitale variabile: Il capitale della cooperativa è variabile, in quanto dipende dal numero di soci e dalle quote versate.
  5. Distribuzione degli utili limitata: Eventuali utili non sono distribuiti tra i soci proporzionalmente alle quote versate, ma in base ai conferimenti e alla partecipazione alle attività mutualistiche.

Costituzione e Statuto

La costituzione di una società cooperativa agricola richiede la redazione di un atto costitutivo e di uno statuto, che definisce le regole di funzionamento della cooperativa. Lo statuto deve specificare:

  • Le attività della cooperativa.
  • Le modalità di ammissione e recesso dei soci.
  • La gestione degli utili.
  • I poteri dell’assemblea e degli organi direttivi.

Le cooperative devono inoltre essere iscritte al Registro delle Imprese e alle Sezioni Speciali del Registro delle Cooperative.

Aspetti Fiscali della Cooperativa Agricola nel Mondo Vitivinicolo

Dal punto di vista fiscale, le società cooperative agricole godono di alcune agevolazioni, previste in parte dal Decreto Legislativo n. 228/2001 e dalla normativa fiscale specifica per il settore cooperativo.

Principali agevolazioni fiscali

  1. Esenzione parziale da imposte sui redditi: Le cooperative agricole possono beneficiare dell’esenzione dall’imposta sul reddito per la parte degli utili destinata alla riserva indivisibile, che non può essere distribuita tra i soci. Questa esenzione riguarda sia l’IRES (Imposta sul Reddito delle Società) che l’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive).
  2. IVA agevolata: Le cooperative agricole possono applicare regimi speciali IVA per le cessioni di beni agricoli, tra cui vino e uva, grazie alle agevolazioni previste per il settore agricolo.
  3. Contributi previdenziali ridotti: I soci lavoratori delle cooperative agricole possono beneficiare di contributi previdenziali agevolati rispetto ai lavoratori dipendenti di altre aziende.
  4. Agevolazioni per la fiscalità indiretta: Sono previsti regimi agevolati per l’applicazione delle imposte indirette (come l’imposta di registro) per la costituzione della cooperativa e per le eventuali compravendite di terreni agricoli.

La Vendita Diretta e i Regimi di Tassazione

Le cooperative agricole possono svolgere la vendita diretta dei prodotti agricoli (come il vino) ai consumatori finali, usufruendo di specifici regimi agevolati IVA. Il regime speciale IVA agricolo permette di calcolare l’imposta applicando percentuali di compensazione sul valore dei prodotti venduti, garantendo una gestione fiscale più semplice e vantaggiosa rispetto al regime ordinario.

Per quanto riguarda la tassazione degli utili derivanti dall’attività mutualistica, gli stessi non sono soggetti a tassazione in misura ordinaria, poiché reinvestiti nell’attività mutualistica a beneficio dei soci.

Contributi Pubblici e Finanziamenti

Un altro aspetto importante riguarda l’accesso ai contributi pubblici e ai finanziamenti agevolati. Le cooperative agricole vitivinicole possono partecipare ai bandi del PSR (Programma di Sviluppo Rurale), che finanziano investimenti in innovazione, sostenibilità e miglioramento della produzione. Esistono inoltre bandi specifici per la promozione del vino italiano all’estero, che consentono di accedere a contributi per attività di marketing internazionale.

Conclusioni

La società cooperativa agricola nel settore vitivinicolo rappresenta una forma associativa strategica per affrontare le sfide del mercato globale, migliorare la competitività dei piccoli produttori e garantire la valorizzazione del territorio e della produzione enologica.

Dal punto di vista giuridico, la cooperativa si distingue per la sua natura democratica e mutualistica, mentre fiscalmente offre importanti vantaggi, che consentono ai soci di beneficiare di una tassazione ridotta e di agevolazioni contributive.

ASD – SSD: come avviare e gestire un’attività di ristorazione

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Le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche (SSD) sono entità senza scopo di lucro che, oltre a promuovere attività sportive e ricreative, possono intraprendere attività commerciali complementari per sostenere le proprie finalità istituzionali. Tra queste, una delle più comuni è l’apertura di un servizio di ristorazione, come bar o ristoranti all’interno delle strutture sportive.

Perché Aprire un’Attività di Ristorazione in una ASD o SSD?

L’attività di ristorazione può essere un’importante fonte di entrate per finanziare le attività istituzionali di una ASD o SSD. La gestione di un bar o ristorante all’interno di una struttura sportiva può migliorare l’esperienza dei soci e degli atleti, offrendo un luogo di ristoro durante o dopo gli allenamenti o le competizioni, favorendo la socializzazione e il senso di appartenenza alla comunità sportiva.

Tuttavia, è fondamentale comprendere che l’attività commerciale deve rimanere accessoria rispetto alle finalità principali dell’associazione e che i ricavi devono essere reinvestiti nelle attività sportive e istituzionali.

Passaggi per Avviare un’Attività di Ristorazione

  1. Verifica dei requisiti statutari Prima di avviare un’attività di ristorazione, è necessario verificare che lo statuto della ASD o SSD consenta lo svolgimento di attività commerciali complementari. Se lo statuto non prevede esplicitamente questa possibilità, sarà necessario modificarlo tramite un’assemblea dei soci.
  2. Ottenimento delle licenze Per avviare un’attività di ristorazione, è necessario ottenere specifiche licenze e autorizzazioni:
    • Autorizzazione sanitaria: l’attività deve rispettare le norme igienico-sanitarie previste per la somministrazione di cibo e bevande. La struttura deve ottenere l’autorizzazione sanitaria rilasciata dall’ASL di competenza.
    • Licenza per la somministrazione di alimenti e bevande: questa autorizzazione, necessaria per gestire un bar o ristorante, va richiesta al Comune in cui si svolge l’attività.
    • Registrazione all’Agenzia delle Entrate: nonostante il carattere non profit dell’associazione, l’attività di ristorazione è considerata commerciale e quindi va regolarmente registrata e soggetta a tassazione.
    • SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività): la SCIA va presentata al Comune per dichiarare l’inizio dell’attività di ristorazione.
  3. Formazione del personale Il personale che si occuperà della preparazione e somministrazione degli alimenti dovrà essere adeguatamente formato. È necessario che almeno un dipendente o socio abbia frequentato un corso HACCP (Hazard Analysis Critical Control Points), che attesti la capacità di rispettare le normative igienico-sanitarie nella gestione degli alimenti.
  4. Gestione fiscale e contabile L’attività di ristorazione sarà soggetta a tassazione secondo il regime fiscale scelto dalla ASD o SSD. Per le associazioni che rientrano nel regime agevolato della Legge 398/1991, le imposte sui ricavi commerciali possono essere calcolate in modo forfettario, semplificando la gestione contabile. Tuttavia, è fondamentale tenere separata la contabilità delle attività commerciali da quella istituzionale.
  5. Contratto di locazione o concessione d’uso Se l’attività di ristorazione si svolge all’interno di una struttura non di proprietà della ASD o SSD, è necessario stipulare un contratto di locazione o una concessione d’uso con il proprietario dell’immobile. Spesso, le strutture sportive comunali prevedono la possibilità di gestire bar o punti ristoro tramite apposite concessioni.

Aspetti Normativi e Fiscali

Anche se ASD e SSD sono enti non profit, quando svolgono attività commerciali come la ristorazione, queste sono soggette a una specifica normativa fiscale. È importante:

  • Gestire correttamente l’IVA: anche se la maggior parte delle attività istituzionali delle ASD e SSD è esente da IVA, per quelle commerciali (come la ristorazione) l’IVA è dovuta. Le ASD o SSD possono, però, usufruire di una detrazione parziale dell’IVA sugli acquisti necessari per l’attività.
  • Regime fiscale agevolato: le ASD e SSD possono optare per il regime fiscale agevolato della Legge 398/1991 se non superano i 400.000 euro annui di proventi commerciali. Questo regime permette una semplificazione della contabilità e una riduzione delle imposte dovute.
  • Tessera socio e consumazione: alcune associazioni consentono la somministrazione di cibi e bevande esclusivamente ai propri soci. In questi casi, è necessario che i consumatori siano iscritti come soci dell’associazione e abbiano la tessera associativa.

Come Gestire l’Attività di Ristorazione in Modo Efficiente

Per garantire il successo dell’attività di ristorazione, è importante:

  • Monitorare i costi e i ricavi: tenere una contabilità precisa per monitorare i flussi finanziari legati alla ristorazione. Questo aiuta a evitare perdite e a ottimizzare le risorse.
  • Garantire un’offerta variegata: creare un menù vario e adatto alle esigenze dei soci, ad esempio con opzioni salutari per gli sportivi o menù stagionali.
  • Comunicare l’attività: informare i soci e gli utenti della struttura dell’esistenza del punto ristoro, magari attraverso eventi o promozioni speciali.

Conclusioni

Avviare e gestire un’attività di ristorazione all’interno di una ASD o SSD può rappresentare una grande opportunità per incrementare le entrate e migliorare i servizi offerti ai soci. Tuttavia, è essenziale rispettare tutte le normative fiscali e amministrative e mantenere una gestione trasparente e corretta.

Regime agevolato 2024 per le associazioni sportive dilettantistiche

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Le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) rivestono un ruolo cruciale nella promozione dello sport e dei valori sociali all’interno delle comunità. Nel 2024, il regime fiscale agevolato riservato a queste organizzazioni rappresenta una delle principali misure per sostenere la loro crescita e sostenibilità economica.

Questo articolo illustra come funziona il regime agevolato e quali vantaggi offre alle ASD.

Cos’è il Regime Agevolato per le ASD?

Il regime fiscale agevolato, disciplinato dalla Legge 398/1991, è una misura che consente alle ASD di semplificare gli obblighi fiscali e di beneficiare di riduzioni d’imposta. Esso si applica alle associazioni che non superano il limite di proventi commerciali annui fissato dalla normativa, fissato a 400.000 euro. Il regime agevolato permette di semplificare la contabilità e di ridurre il carico fiscale sulle entrate derivanti dalle attività commerciali.

Vantaggi del Regime Agevolato

  1. Semplificazione della contabilità: Le ASD che aderiscono al regime agevolato non sono obbligate a tenere la contabilità ordinaria, semplificando notevolmente la gestione amministrativa. Basterà conservare le fatture emesse e le ricevute di pagamento.
  2. Riduzione dell’IVA: Le associazioni che operano in regime agevolato possono applicare una percentuale forfettaria per il calcolo dell’IVA da versare, riducendo così l’imposta dovuta.
  3. Imposta sui redditi ridotta: Per le entrate commerciali, il regime prevede un’aliquota fiscale ridotta. Il reddito imponibile si calcola in modo forfettario, applicando una percentuale ridotta rispetto ai normali regimi fiscali.
  4. Esenzioni fiscali per le attività istituzionali: Le entrate che derivano dalle attività istituzionali, come le quote associative e i contributi volontari, non sono considerate commerciali e quindi sono esenti da imposte.

Requisiti per Aderire al Regime Agevolato

Per poter beneficiare del regime agevolato nel 2024, le ASD devono rispettare alcuni requisiti fondamentali:

  • Non superare i 400.000 euro di proventi commerciali. Se l’associazione supera questo limite durante l’anno, perde il diritto di applicare il regime agevolato e deve adottare la contabilità ordinaria.
  • Avere uno statuto conforme alle normative. Lo statuto dell’ASD deve essere redatto secondo quanto previsto dalla legislazione per le associazioni senza scopo di lucro, specificando l’assenza di fini di lucro e il rispetto dei principi di democraticità.
  • Non distribuire utili. Le ASD devono reinvestire gli utili nelle attività istituzionali senza distribuire profitti ai soci o ai membri del consiglio direttivo.

Obblighi Fiscali per le ASD

Sebbene il regime agevolato semplifichi la gestione fiscale, le ASD sono comunque tenute a rispettare alcuni obblighi:

  • Presentazione della dichiarazione dei redditi: Anche se in regime agevolato, le associazioni devono presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi.
  • Emissione di fatture per le attività commerciali: Per tutte le operazioni commerciali (es. sponsorizzazioni, pubblicità), è obbligatorio emettere regolare fattura.
  • Tenuta di registri minimi: Le ASD devono conservare documentazione relativa ai ricavi e alle spese sostenute, come fatture e ricevute.

Come Aderire al Regime Agevolato

Per aderire al regime agevolato, l’ASD deve presentare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate, indicando di voler usufruire del regime fiscale semplificato.

Questo può essere fatto tramite una dichiarazione durante la fase di costituzione dell’associazione o nel corso della gestione, purché venga rispettato il limite dei proventi.

Conclusione

Il regime agevolato 2024 rappresenta una grande opportunità per le ASD che vogliono ridurre il carico fiscale e semplificare la gestione amministrativa.

Sfruttare queste agevolazioni permette di destinare più risorse alle attività sportive e sociali, sostenendo così il ruolo fondamentale che le associazioni sportive dilettantistiche giocano all’interno delle comunità.

IRAP negli enti sportivi dilettantistici

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L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) è un tributo di competenza regionale che colpisce le attività produttive esercitate nel territorio italiano.

Gli enti sportivi dilettantistici, come le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche (SSD), si trovano a dover affrontare questa imposta, che può influenzare significativamente la loro gestione finanziaria.

Chi è Soggetto all’IRAP

In generale, l’IRAP si applica alle persone giuridiche che esercitano un’attività economica. Pertanto, le ASD e le SSD, nonostante non siano a scopo di lucro, possono essere soggette a IRAP se svolgono attività commerciali o se superano determinate soglie di fatturato. Tuttavia, la normativa prevede specifiche esenzioni e agevolazioni che possono essere applicate a queste organizzazioni.

Attività Soggette a Imposta

Gli enti sportivi dilettantistici devono prestare attenzione alle diverse attività svolte, poiché non tutte sono necessariamente soggette a IRAP. Le attività commerciali, come la vendita di biglietti per eventi sportivi, merchandising e attività pubblicitarie, rientrano tra quelle tassabili. Al contrario, le attività puramente dilettantistiche e quelle finalizzate alla promozione sociale possono godere di esenzioni.

Base Imponibile e Aliquote

La base imponibile per il calcolo dell’IRAP è costituita dal valore della produzione netta, che si ottiene sottraendo dai ricavi le spese deducibili. Le aliquote IRAP possono variare a seconda della regione e del tipo di ente, ma generalmente si attestano intorno al 3,9% per le società e le associazioni.

Deduzioni e Agevolazioni

È importante per gli enti sportivi dilettantistici informarsi sulle deduzioni e le agevolazioni fiscali disponibili. Ad esempio, è possibile dedurre i costi relativi alle attività commerciali, ai salari e ai contributi previdenziali per il personale impiegato.

Inoltre, le organizzazioni che non superano determinati limiti di fatturato possono beneficiare di un regime agevolato.

Adempimenti Fiscali

Gli enti sportivi dilettantistici sono tenuti a rispettare precisi adempimenti fiscali, tra cui la presentazione della dichiarazione IRAP. È essenziale mantenere una contabilità accurata e documentare tutte le spese e i ricavi per garantire una corretta gestione fiscale.

Conclusione

L’IRAP rappresenta una questione importante per le ASD e le SSD, in quanto può avere un impatto significativo sulla loro sostenibilità economica.

È fondamentale che questi enti siano consapevoli delle normative fiscali, delle esenzioni disponibili e degli adempimenti necessari per evitare sanzioni.

Una corretta pianificazione fiscale non solo aiuta a ottimizzare i costi, ma contribuisce anche a garantire un servizio di qualità nelle attività sportive e sociali.

Guida ai compensi erogati ad istruttori, amministrativo-gestionali, manutentori e addetti alla pulizia

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Le Associazioni di Promozione Sociale (APS), le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche (SSD) rivestono un ruolo fondamentale nella promozione delle attività sportive e culturali.

Queste organizzazioni, sebbene non perseguano fini di lucro, necessitano di personale per gestire le diverse attività e garantire un servizio di qualità.

In questo contesto, è importante comprendere i compensi erogati a diverse figure professionali, come istruttori, personale amministrativo, manutentori e addetti alla pulizia.

Compensi per Istruttori

Gli istruttori sono figure chiave per le APS, ASD e SSD, in quanto sono responsabili della formazione e dell’educazione sportiva degli associati. I compensi per gli istruttori possono variare in base a diversi fattori, tra cui:

  • Tipologia di sport: Alcuni sport richiedono competenze specialistiche, il che può influenzare il compenso.
  • Esperienza e qualifica: I compensi tendono a essere più elevati per istruttori con maggiore esperienza o certificazioni riconosciute.
  • Ore di lavoro: I compensi possono essere calcolati su base oraria o mensile, a seconda del contratto stipulato.

È importante che le APS, ASD e SSD rispettino le normative fiscali e previdenziali, effettuando le dovute trattenute e versamenti per i compensi erogati.

Compensi per il Personale Amministrativo-Gestionale

Il personale amministrativo-gestionale è essenziale per garantire il buon funzionamento delle organizzazioni. I compensi per queste figure possono includere:

  • Gestione contabile: Compensi per chi si occupa della gestione finanziaria e contabile dell’ente.
  • Organizzazione eventi: Retribuzioni per chi coordina attività e eventi, con responsabilità sulla logistica e sulla promozione.

Anche per il personale amministrativo è fondamentale seguire le normative sul lavoro e sul pagamento dei contributi previdenziali.

Compensi per Manutentori

I manutentori svolgono un ruolo cruciale nel mantenere in buono stato le strutture e le attrezzature utilizzate dalle associazioni. I compensi per i manutentori possono variare in base a:

  • Tipologia di lavoro: Manutenzione ordinaria o straordinaria può influenzare il compenso.
  • Specializzazione: Manutentori con competenze specifiche (elettricità, idraulica, ecc.) possono richiedere compensi più elevati.

Le associazioni devono garantire la regolarità contrattuale e il rispetto delle normative in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Compensi per Addetti alla Pulizia

Gli addetti alla pulizia sono fondamentali per garantire un ambiente sano e accogliente. I compensi per questi professionisti possono includere:

  • Pulizia ordinaria: Compensi per il lavoro di routine di pulizia delle strutture.
  • Pulizia straordinaria: Retribuzioni per interventi di pulizia più intensivi o dopo eventi.

Anche per gli addetti alla pulizia, le associazioni devono rispettare le normative fiscali e garantire il pagamento dei contributi previdenziali.

Considerazioni Finali

La gestione dei compensi all’interno di APS, ASD e SSD è un aspetto cruciale per il funzionamento delle organizzazioni.

È fondamentale che queste associazioni seguano le normative fiscali e previdenziali, garantendo la trasparenza e la regolarità nei pagamenti. Investire in personale qualificato e retribuirlo adeguatamente non solo contribuisce a un servizio di alta qualità, ma rafforza anche la fiducia degli associati e della comunità.

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