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mercoledì 15 Gennaio 2025
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Come difendersi dal fermo amministrativo dell’auto

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Redditometro: possesso auto di 2.400cc, capacità reddituale e spese di mantenimento

Il fermo amministrativo è una misura cautelare che impedisce la circolazione di un veicolo per il mancato pagamento di somme dovute all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Può essere applicato a qualsiasi tipo di veicolo, autovetture, moto, ciclomotori e natanti. In questo articolo, forniremo una guida completa e aggiornata su come difendersi dal fermo amministrativo dell’auto, illustrando le cause del provvedimento, i rimedi a disposizione del contribuente e le strategie da adottare per tutelare i propri diritti.

Cause del fermo amministrativo

Il fermo amministrativo viene disposto dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione quando il contribuente non provvede al pagamento di:

  • Cartelle esattoriali: Sono atti di recupero coattivo che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione notifica al contribuente per il mancato pagamento di tasse, imposte o altri debiti.
  • Avvisi di accertamento esecutivi: Sono atti con cui l’Agenzia delle Entrate accerta un’obbligazione tributaria e ne dispone l’immediato pagamento.
  • Altri atti di riscossione: Come ad esempio ingiunzioni di pagamento o avvisi di mora.

 

Rimedi contro il fermo amministrativo

Il contribuente che si trova nella spiacevole situazione di avere il proprio veicolo sottoposto a fermo amministrativo può avvalersi di diversi rimedi:

  • Pagamento delle somme dovute: Il modo più semplice e veloce per far rimuovere il fermo amministrativo è quello di provvedere al pagamento delle somme dovute all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. In questo caso, il fermo viene cancellato automaticamente entro 48 ore dal pagamento.
  • Richiesta di rateizzazione: Se il contribuente non è in grado di pagare l’intero importo dovuto in una sola volta, può richiedere la rateizzazione del debito. In questo caso, il fermo viene sospeso per tutta la durata della rateizzazione, ma il contribuente deve comunque pagare le rate regolarmente.
  • Ricorso contro il fermo amministrativo: Se il contribuente ritiene che il fermo amministrativo sia stato disposto illegittimamente, può presentare un ricorso all’Agenzia delle Entrate-Riscossione o alla Commissione Tributaria Provinciale. Il ricorso deve essere presentato entro 60 giorni dalla notifica del fermo amministrativo.
  • Sospensione cautelare del fermo: In caso di urgenza, il contribuente può richiedere al giudice la sospensione cautelare del fermo amministrativo. La sospensione cautelare viene concessa solo se il contribuente dimostra di subire un grave e irreparabile pregiudizio dal mantenimento del fermo.

 

Strategie per difendersi dal fermo amministrativo

Per difendersi dal fermo amministrativo dell’auto, è consigliabile:

  • Verificare la correttezza del provvedimento: È importante controllare attentamente la cartella esattoriale o l’altro atto di recupero coattivo per accertarsi che le somme richieste siano effettivamente dovute.
  • Contattare l’Agenzia delle Entrate-Riscossione: Se si hanno dubbi sulla legittimità del fermo amministrativo, è consigliabile contattare l’Agenzia delle Entrate-Riscossione per chiedere chiarimenti.
  • Agire tempestivamente: Se si decide di presentare un ricorso o di richiedere la sospensione cautelare del fermo, è importante agire tempestivamente, rispettando i termini previsti dalla legge.
  • Affidarsi a un professionista: In caso di situazioni complesse, è consigliabile affidarsi a un avvocato esperto in materia di diritto tributario, che possa assistere il contribuente in tutte le fasi del procedimento.

 

Conclusione

Il fermo amministrativo dell’auto è una misura gravosa che può creare notevoli disagi al contribuente. Tuttavia, è importante ricordare che il contribuente ha a disposizione diversi rimedi per tutelare i propri diritti. Agendo tempestivamente e con la giusta strategia, è possibile far rimuovere il fermo amministrativo e riavere la disponibilità del proprio veicolo.

Come difendersi dalle misure cautelari

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Le misure cautelari sono provvedimenti emessi dal giudice, su richiesta di una parte, al fine di anticipare gli effetti di una futura sentenza definitiva. Si tratta di strumenti giuridici molto delicati, in quanto possono incidere significativamente sui diritti e sulle libertà del soggetto nei confronti del quale vengono adottate.

In questo articolo, fornirò una guida completa e aggiornata su come difendersi dalle misure cautelari, illustrando i presupposti per la loro adozione, i rimedi a disposizione del soggetto interessato e le strategie da adottare per tutelare i propri diritti.

Presupposti per l’adozione di misure cautelari

L’adozione di misure cautelari è subordinata al verificarsi di due precise condizioni:

  • Fumus boni juris: Deve esserci un fondato motivo di ritenere che la parte istante abbia ragione nel merito della futura causa. In altre parole, il giudice deve valutare che, ad un primo esame, la pretesa della parte istante appaia fondata.
  • Periculum in mora: Deve esserci un pericolo concreto e imminente di un grave e irreparabile danno se la misura cautelare non venisse adottata. Il pericolo di danno deve essere concreto, attuale e non ipotetico, e deve consistere in un pregiudizio grave e irreparabile che potrebbe non essere più possibile risarcire in caso di esito favorevole per la parte istante nel giudizio di merito.

 

Tipi di misure cautelari

Esistono diverse tipologie di misure cautelari, che si differenziano per i loro effetti e per le modalità di adozione:

  • Sequestro conservativo: Consiste nel blocco di beni mobili o immobili del soggetto contro cui viene emessa la misura cautelare, al fine di garantire il futuro pagamento di un credito.
  • Reintegrazione in possesso: Consiste nel rimettere la parte istante nel possesso di un bene di cui era stata illegittimamente spogliata.
  • Inibitoria: Consiste nel vietare al soggetto contro cui viene emessa la misura cautelare di compiere una determinata azione, al fine di evitare un danno irreparabile.
  • Mandato di sequestro: Consiste nell’autorizzazione al giudice di sequestrare un bene mobile o immobile che si ritiene sia stato ottenuto in modo illegittimo.

 

Rimedi contro le misure cautelari

Il soggetto contro cui è stata adottata una misura cautelare può avvalersi di diversi rimedi per tutelare i propri diritti:

  • Reclamo: Può presentare un reclamo al giudice che ha emesso la misura cautelare, chiedendone la revoca o la modifica. Il reclamo deve essere presentato entro un breve termine dalla notifica della misura cautelare.
  • Opposizione: Può proporre opposizione all’esecuzione della misura cautelare, contestando i presupposti per la sua adozione. L’opposizione deve essere proposta entro un termine più lungo rispetto al reclamo.
  • Giudizio di merito: Può promuovere il giudizio di merito, ovvero la causa nel corso della quale verrà accertato il suo diritto nel merito della controversia.

 

Strategie per difendersi dalle misure cautelari

Per difendersi dalle misure cautelari, è importante:

  • Agire tempestivamente: Il soggetto contro cui è stata adottata una misura cautelare deve agire tempestivamente, avvalendosi dei rimedi a sua disposizione entro i termini previsti dalla legge.
  • Raccogliere le prove: È fondamentale raccogliere tutte le prove a sostegno della propria posizione, al fine di dimostrare al giudice l’insussistenza dei presupposti per l’adozione della misura cautelare.
  • Affidarsi a un professionista: È consigliabile affidarsi a un avvocato esperto in materia di misure cautelari, che possa assistere il soggetto in tutte le fasi del procedimento e tutelare i suoi diritti.

 

Conclusione

Le misure cautelari rappresentano strumenti giuridici importanti per tutelare i diritti delle parti in giudizio. Tuttavia, è fondamentale che vengano adottate nel rispetto dei principi di proporzionalità e di necessarietà, e che il soggetto contro.

Sale giochi in vendita: guida pratica al trasferimento delle aziende SLOT e VIDEOLOTTERY

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Il settore del gioco d’azzardo in Italia è regolamentato da norme specifiche che disciplinano anche il trasferimento delle aziende che gestiscono sale giochi, slot e vide lottery. Questa guida pratica ha l’obiettivo di fornire ai potenziali acquirenti e venditori di tali aziende le informazioni necessarie per effettuare un trasferimento in modo corretto e sicuro.

Fasi del trasferimento

Il trasferimento di un’azienda di sale giochi, slot e vide lottery si articola in diverse fasi:

1. Due diligence

La prima fase consiste nella due diligence, ovvero un’accurata analisi della situazione patrimoniale, finanziaria e legale dell’azienda da acquisire. La due diligence permette all’acquirente di valutare i rischi e le potenzialità dell’operazione e di definire il prezzo di acquisto.

2. Valutazione aziendale

La valutazione aziendale è un aspetto fondamentale del trasferimento. Il valore dell’azienda viene determinato tenendo conto di diversi fattori, tra cui i beni mobili e immobili, le licenze, la clientela, l’avviamento commerciale e i debiti.

3. Stipula del contratto di compravendita

Il contratto di compravendita è il documento che formalizza il trasferimento dell’azienda. Nel contratto devono essere specificati tutti i dettagli dell’operazione, tra cui il prezzo di acquisto, le modalità di pagamento, le garanzie e le eventuali clausole di risoluzione.

4. Voltura delle licenze

Le licenze per l’esercizio delle attività di gioco d’azzardo devono essere intestate al nuovo proprietario dell’azienda. La voltura delle licenze avviene presso l’ufficio competente dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

5. Aggiornamento dei registri contabili e fiscali

L’acquirente deve aggiornare i registri contabili e fiscali dell’azienda acquisita con i propri dati.

6. Comunicazione del trasferimento alle autorità competenti

Il trasferimento dell’azienda deve essere comunicato alle autorità competenti, tra cui l’Agenzia delle Entrate, l’INPS e l’Inail.

Aspetti fiscali del trasferimento

Il trasferimento di un’azienda di sale giochi, slot e vide lottery è un’operazione soggetta a tassazione. La plusvalenza o minusvalenza derivante dal trasferimento deve essere dichiarata dal venditore nella propria dichiarazione dei redditi.

Normativa di riferimento

La normativa di riferimento per il trasferimento delle aziende di sale giochi, slot e vide lottery è contenuta in:

  • D.P.R. n. 633/1972 (TUIR): disciplina le imposte sui redditi, a cui sono soggetti i trasferimenti di aziende.
  • Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza (TULPS): disciplina le norme relative all’esercizio delle attività di gioco d’azzardo.
  • Regolamento di Polizia Mortuaria: disciplina le norme relative all’apertura e alla gestione delle sale giochi.

 

Conclusioni

Il trasferimento di un’azienda di sale giochi, slot e vide lottery è un’operazione complessa che richiede competenze specifiche in materia legale, fiscale e amministrativa. È consigliabile rivolgersi a professionisti esperti per accompagnare le parti in tutte le fasi del trasferimento e per garantire la corretta gestione dell’operazione.

Fondo Patrimonializzazione PMI: sviluppo e ripresa delle imprese

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Il Fondo Patrimonializzazione PMI (FPPMI) mira a rafforzare le imprese, supportandone lo sviluppo e la ripresa. Questo fondo è destinato alla concessione diretta di prestiti a PMI già costituite e strutturate come società di capitali, a fronte di un aumento di capitale che porti nuove risorse finanziarie all’interno dell’azienda.

 

Beneficiari

I beneficiari del FPPMI sono le Piccole e Medie Imprese (PMI). Alla data di presentazione della domanda, le PMI devono possedere i seguenti requisiti di ammissibilità:

  • Rispondere ai criteri dimensionali delle PMI
  • Essere costituite come società di capitali
  • Avere depositato gli ultimi due bilanci chiusi
  • Avere o intendere aprire una sede operativa nel Lazio entro la data di sottoscrizione del contratto di finanziamento, dove si svolgerà l’attività imprenditoriale destinataria del prestito e saranno localizzati gli investimenti del Progetto
  • Aver effettuato un aumento di capitale di almeno 50.000 euro, da versare entro 30 giorni dalla comunicazione della concessione del prestito
  • Rispettare i requisiti di ammissibilità generale indicati nell’Avviso, come la regolarità contributiva attestata dal DURC

 

Natura e Misura dell’Agevolazione

L’agevolazione prevede un finanziamento con le seguenti caratteristiche:

  • Importo: minimo 50.000,00 euro, massimo 500.000,00 euro
  • Durata: 84 mesi, incluso un periodo di preammortamento obbligatorio di 12 mesi
  • Tasso di interesse: zero
  • Rimborso: a rate mensili costanti posticipate

Il prestito può coprire fino al 50% del progetto, poiché la parte restante deve essere coperta dall’aumento di capitale.

 

Presentazione delle Domande

Le domande devono essere presentate esclusivamente online sul portale www.farelazio.it nella pagina dedicata al “Fondo Patrimonializzazione PMI” a partire dalle ore 9.00 del 5 dicembre 2023 fino all’esaurimento delle risorse disponibili.

Scadenzario ricorsi tributari: verifica la data entro il quale puoi impugnare l’atto notificato e presentare ricorso

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" Scadenzario ricorsi tributari: Verifica la data entro il quale puoi impugnare l'atto notificato e presentare ricorso"

I ricorsi tributari rappresentano lo strumento principale per contestare atti impositivi ritenuti illegittimi da parte dei contribuenti. Per tutelare i propri diritti, è fondamentale conoscere le scadenze precise per la presentazione dei ricorsi. In questo articolo, fornirò una guida completa e aggiornata sui termini per impugnare gli atti notificati e presentare i ricorsi tributari.

Termini per la proposizione dei ricorsi tributari

I termini per la proposizione dei ricorsi tributari variano a seconda del tipo di atto impugnato:

  • Termine di 60 giorni:
    • Avvisi di accertamento
    • Avvisi di accertamento parziale
    • Avvisi di rettifica
    • Avvisi di liquidazione
    • Cartelle di pagamento
  • Termine di 45 giorni:
    • Avvisi di mora
    • Provvedimenti di diniego di rimborso
    • Provvedimenti di revoca agevolazioni
  • Termine di 30 giorni:
    • Provvedimenti di iscrizione a ruolo
    • Provvedimenti di cancellazione a ruolo
    • Provvedimenti di sospensione cautelare dell’esecuzione
  • Termine di 90 giorni:
    • Bilanci infra-annuali (solo per società)

 

Termini per la presentazione dei ricorsi

I ricorsi tributari devono essere presentati entro i termini sopracennati, a pena di decadenza. La presentazione del ricorso avviene mediante deposito presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate o dell’ente preposto, a seconda del tipo di ricorso.

Modalità di presentazione dei ricorsi

I ricorsi tributari possono essere presentati:

  • A mano: presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate o dell’ente preposto
  • Per raccomandata con ricevuta di ritorno: all’indirizzo dell’ufficio dell’Agenzia delle Entrate o dell’ente preposto
  • Per via telematica: tramite il servizio telematico dell’Agenzia delle Entrate o dell’ente preposto

 

Documentazione da allegare al ricorso

Al ricorso tributario devono essere allegati i seguenti documenti:

  • Copia dell’atto impugnato
  • Documenti a sostegno delle proprie ragioni
  • Dichiarazione sostitutiva di identità
  • Procura speciale (se il ricorso è presentato da un rappresentante)

 

Casi di sospensione dei termini

I termini per la proposizione e la presentazione dei ricorsi tributari possono essere sospesi in alcuni casi specifici, come:

  • Ferie
  • Calamità naturali
  • Casi di forza maggiore

 

Ripristino dei termini

I termini sospesi vengono ripristinati alla scadenza del periodo di sospensione.

Rimedi in caso di scadenza dei termini

Se i termini per la proposizione o la presentazione del ricorso sono scaduti, è possibile richiedere il rilievo della decadenza al giudice tributario. Il rilievo della decadenza può essere concesso solo in presenza di gravi e comprovati motivi che hanno impedito la presentazione del ricorso nei termini previsti.

Conclusioni

Conoscere i termini precisi per la proposizione e la presentazione dei ricorsi tributari è fondamentale per tutelare i propri diritti. In caso di dubbi o incertezze, è sempre consigliabile rivolgersi a un professionista esperto in materia di diritto tributario.

Ristoranti e Trattorie: come difendersi dai controlli e dagli avvisi di accertamento

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Il settore della ristorazione, che comprende ristoranti, trattorie, pizzerie e altri esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, è frequentemente soggetto a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, dell’INPS e dell’Inail.

Tali controlli possono assumere diverse forme, tra cui accessi, ispezioni, verifiche e accertamenti.

È fondamentale per i ristoratori conoscere i propri diritti e doveri in materia di controlli fiscali e previdenziali, al fine di tutelarsi da eventuali contestazioni e sanzioni.

Come difendersi dai controlli e dagli avvisi di accertamento

1. Conoscere la normativa

Il primo passo per difendersi dai controlli è conoscere la normativa vigente in materia di controlli fiscali e previdenziali.

Le principali norme di riferimento sono:

  • D.P.R. n. 633/1972 (TUIR): disciplina le imposte sui redditi, a cui i ristoranti e le trattorie sono soggetti.
  • D.Lgs. n. 472/1997: disciplina la tutela delle persone giuridiche che non perseguono fini di lucro, ossia le associazioni di categoria che possono rappresentare i ristoratori.
  • D.Lgs. n. 33/2004: disciplina l’iscrizione e la contribuzione all’INPS.
  • D.Lgs. n. 124/2012: disciplina l’iscrizione e la contribuzione all’Inail.

 

2. Predisporre la documentazione

È fondamentale che i ristoranti e le trattorie conservino in modo ordinato e completo tutta la documentazione necessaria a dimostrare la regolarità della propria attività.

Tale documentazione comprende, tra gli altri:

  • Statuto e atto costitutivo (se associazione)
  • Libri contabili
  • Fatture e ricevute
  • Documenti relativi ai rapporti di lavoro
  • Documenti relativi alle merci acquistate
  • Documenti relativi agli scontrini fiscali emessi

 

3. Collaborare con gli organi di controllo

In caso di accesso, ispezione, verifica o accertamento, è importante collaborare con gli organi di controllo, fornendo loro tutta la documentazione richiesta e rispondendo alle loro domande in modo completo e veritiero.

4. Richiedere chiarimenti

Se avete dubbi o perplessità in merito alle contestazioni mosse dagli organi di controllo, potete richiedere chiarimenti.

5. Presentare osservazioni

Entro il termine indicato nell’atto di accertamento, potete presentare delle osservazioni all’Agenzia delle Entrate o all’ente previdenziale che ha effettuato il controllo.

6. Ricorrere alla Commissione Tributaria

Se non siete soddisfatti dell’esito delle osservazioni, potete presentare ricorso alla Commissione Tributaria.

Consigli per evitare contestazioni

  • Adottare un modello di gestione amministrativa corretto e trasparente.
  • Tenere i libri contabili in modo ordinato e completo.
  • Conservare tutta la documentazione fiscale e previdenziale.
  • Adempiere tempestivamente a tutti gli obblighi fiscali e previdenziali.
  • Emettere scontrini fiscali per ogni operazione di vendita.
  • Registrare correttamente le merci acquistate.
  • Avvalersi della consulenza di un professionista esperto in materia di ristorazione.

 

Conclusioni

Conoscere i propri diritti e doveri in materia di controlli fiscali e previdenziali, predisporre la documentazione necessaria e collaborare con gli organi di controllo sono i passi fondamentali per difendersi da accessi, ispezioni, verifiche e accertamenti.

Avvalendosi di un modello di gestione amministrativa corretto e trasparente e adottando le opportune cautele, i ristoranti e le trattorie possono ridurre al minimo il rischio di contestazioni e sanzioni.

Edilizia e Costruzioni: metodologie di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate

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Il settore dell’edilizia e delle costruzioni rappresenta un comparto strategico per l’economia italiana, ma è anche un’area a rischio di evasione fiscale. Per contrastare tale fenomeno, l’Agenzia delle Entrate ha adottato diverse metodologie di controllo specifiche per questo settore, al fine di tutelare le entrate erariali e garantire la concorrenza leale tra le imprese.

Le principali metodologie di controllo

L’Agenzia delle Entrate utilizza un approccio multiforme per il controllo del settore edile, combinando diverse metodologie tra cui:

1. Analisi di rischio:

  • Vengono individuate le imprese che presentano un profilo di rischio elevato, sulla base di indicatori come la dimensione, la tipologia di attività, la localizzazione geografica e l’andamento dei loro bilanci.
  • Gli indicatori di rischio possono includere:
    • Congruenza tra i ricavi dichiarati e il numero di dipendenti
    • Congruenza tra i ricavi dichiarati e il valore degli immobili realizzati
    • Frequenza di subappalti
    • Utilizzo di manodopera irregolare
    • Precedenti accertamenti fiscali

2. Controlli documentali:

  • Vengono verificate le fatture, le bolle di accompagnamento e la documentazione relativa agli appalti e ai subappalti, per accertare la regolarità delle operazioni e la corretta applicazione delle imposte.
  • L’Agenzia delle Entrate può avvalersi di strumenti di analisi documentale automatizzati per velocizzare e ottimizzare i controlli.

3. Controlli incrociati:

  • Vengono confrontati i dati dichiarati dalle imprese con quelli in possesso di altri soggetti, come fornitori, clienti e pubbliche amministrazioni.
  • I dati incrociati possono includere:
    • Dati relativi agli acquisti di beni e servizi effettuati dall’impresa
    • Dati relativi alle vendite di beni immobili realizzati dall’impresa
    • Dati relativi ai pagamenti effettuati dall’impresa ai propri dipendenti

4. Verifiche ispettive:

  • Vengono effettuati sopralluoghi presso i cantieri e le sedi delle imprese per verificare la congruità tra le opere realizzate e quanto dichiarato ai fini fiscali.
  • Durante le verifiche ispettive, gli ufficiali dell’Agenzia delle Entrate possono:
    • Ispezionare i luoghi di lavoro
    • Esaminare la documentazione contabile
    • Interrogare i dipendenti e i titolari dell’impresa

5. Indagini di polizia giudiziaria:

  • In caso di presunte frodi o illeciti di particolare gravità, l’Agenzia delle Entrate può avvalersi della collaborazione della Guardia di Finanza per condurre indagini di polizia giudiziaria.
  • Le indagini di polizia giudiziaria possono includere:
    • Intercettazioni telefoniche e telematiche
    • Perquisizioni
    • Sequestri di beni

 

Focus sulle piccole e medie imprese (PMI)

L’Agenzia delle Entrate dedica particolare attenzione alle piccole e medie imprese (PMI) del settore edile, che rappresentano la maggioranza delle realtà operative in questo comparto. Per queste imprese, l’Agenzia ha predisposto metodologie di controllo semplificate e proporzionate, volte a minimizzare gli oneri burocratici e a favorire la collaborazione.

Strumenti di supporto all’attività di controllo

L’Agenzia delle Entrate dispone di diversi strumenti tecnologici a supporto dell’attività di controllo nel settore edile, tra cui:

  • Anagrafe Nazionale Immobiliare (ANI): Consente di verificare i dati catastali degli immobili e la titolarità dei diritti reali.
  • Visura catastale: Fornisce informazioni dettagliate su un immobile, come la rendita catastale, la categoria e la classe.
  • Database dei contratti di locazione: Permette di controllare la regolarità dei contratti di locazione e l’applicazione delle imposte relative.
  • Piattaforme telematiche: Consentono alle imprese di adempiere agli obblighi fiscali in modo telematico e di interagire con l’Agenzia delle Entrate.

 

Sanzioni per le imprese non conformi

  • Sanzioni amministrative: Possono consistere nel pagamento di una somma di denaro, nella chiusura temporanea o definitiva dell’attività o nella revoca delle autorizzazioni.
  • Sanzioni penali: In caso di frodi o illeciti di particolare gravità, i responsabili possono essere puniti con la reclusione e con sanzioni pecuniarie.

 

Conclusioni

L’Agenzia delle Entrate è impegnata a contrastare l’evasione fiscale nel settore edile e a tutelare la concorrenza leale tra le imprese. Le metodologie di controllo adottate sono in continua evoluzione, grazie all’utilizzo di strumenti tecnologici sempre più avanzati e alla collaborazione con la Guardia di Finanza. Le imprese che operano nel settore edile hanno l’obbligo di rispettare le normative fiscali e di tenere una contabilità regolare, al fine di evitare sanzioni e contestazioni.

APS, ASD e SSD: Come difendersi da accessi, ispezioni, verifiche e accertamenti

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Le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD), le Società Sportive Dilettantistiche a responsabilità limitata (SSD) e le Associazioni di Promozione Sociale (APS) sono frequentemente soggette a controlli da parte degli organi preposti, quali l’Agenzia delle Entrate, l’INPS e l’Inail.

Tali controlli possono assumere diverse forme, tra cui accessi, ispezioni, verifiche e accertamenti.

È fondamentale per gli enti del Terzo Settore conoscere i propri diritti e doveri in materia di controlli fiscali e previdenziali, al fine di tutelarsi da eventuali contestazioni e sanzioni.

Come difendersi da accessi, ispezioni, verifiche e accertamenti

1. Conoscere la normativa

Il primo passo per difendersi dai controlli è conoscere la normativa vigente in materia di controlli fiscali e previdenziali.

Le principali norme di riferimento sono:

  • D.Lgs. n. 472/1997: disciplina la tutela delle persone giuridiche che non perseguono fini di lucro, ossia le ASD, le SSD e le APS.
  • D.P.R. n. 633/1972 (TUIR): disciplina le imposte sui redditi, a cui le ASD, le SSD e le APS sono soggette in caso di svolgimento di attività commerciali.
  • D.Lgs. n. 33/2004: disciplina l’iscrizione e la contribuzione all’INPS.
  • D.Lgs. n. 124/2012: disciplina l’iscrizione e la contribuzione all’Inail.

2. Predisporre la documentazione

È fondamentale che gli enti del Terzo Settore conservino in modo ordinato e completo tutta la documentazione necessaria a dimostrare la regolarità della propria attività.

Tale documentazione comprende, tra gli altri:

  • Statuto e atto costitutivo
  • Libri contabili
  • Fatture e ricevute
  • Documenti relativi ai rapporti di lavoro
  • Documenti relativi alle attività svolte

3. Collaborare con gli organi di controllo

In caso di accesso, ispezione, verifica o accertamento, è importante collaborare con gli organi di controllo, fornendo loro tutta la documentazione richiesta e rispondendo alle loro domande in modo completo e veritiero.

4. Richiedere chiarimenti

Se avete dubbi o perplessità in merito alle contestazioni mosse dagli organi di controllo, potete richiedere chiarimenti.

5. Presentare osservazioni

Entro il termine indicato nell’atto di accertamento, potete presentare delle osservazioni all’Agenzia delle Entrate o all’ente previdenziale che ha effettuato il controllo.

6. Ricorrere alla Commissione Tributaria

Se non siete soddisfatti dell’esito delle osservazioni, potete presentare ricorso alla Commissione Tributaria.

Consigli per evitare contestazioni

  • Adottare un modello di gestione amministrativa corretto e trasparente.
  • Tenere i libri contabili in modo ordinato e completo.
  • Conservare tutta la documentazione fiscale e previdenziale.
  • Adempiere tempestivamente a tutti gli obblighi fiscali e previdenziali.
  • Avvalersi della consulenza di un professionista esperto in materia di Terzo Settore.

 

Conclusioni

Conoscere i propri diritti e doveri in materia di controlli fiscali e previdenziali, predisporre la documentazione necessaria e collaborare con gli organi di controllo sono i passi fondamentali per difendersi da accessi, ispezioni, verifiche e accertamenti.

Avvalendosi di un modello di gestione amministrativa corretto e trasparente e adottando le opportune cautele, gli enti del Terzo Settore possono ridurre al minimo il rischio di contestazioni e sanzioni.

Hotel, alberghi, B&B, pensioni, relais, Guest House: come difendersi dagli avvisi di accertamento

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Il settore ricettivo, che comprende hotel, alberghi, B&B, pensioni, relais e guest house, è spesso oggetto di controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate. In caso di accertamento, è importante che gli operatori del settore sappiano come difendersi per tutelare i propri diritti e ridurre al minimo il rischio di sanzioni. Cosa fare in caso di avviso di accertamento Se ricevete un avviso di accertamento dall'Agenzia delle Entrate, non fatevi prendere dal panico. Esistono diverse azioni che potete intraprendere per tutelare i vostri interessi: 1. Analisi attenta dell'avviso: Leggete attentamente l'avviso di accertamento per comprendere le contestazioni mosse dall'Agenzia delle Entrate. Verificate la correttezza dei dati riportati nell'avviso, come i vostri dati anagrafici, i periodi di imposta contestati e gli importi accertati. Prendete nota delle scadenze per presentare le vostre osservazioni o per aderire all'accertamento con adesione. 2. Richiesta di chiarimenti: Se avete dubbi o perplessità sull'avviso di accertamento, potete richiedere chiarimenti all'Agenzia delle Entrate. La richiesta di chiarimenti può essere effettuata verbalmente o per iscritto. L'Agenzia delle Entrate è tenuta a fornirvi le informazioni e le spiegazioni necessarie per comprendere le contestazioni mosse. 3. Presentazione di osservazioni: Entro il termine indicato nell'avviso di accertamento, potete presentare delle osservazioni all'Agenzia delle Entrate. Le osservazioni devono essere presentate per iscritto e devono contenere le vostre controdeduzioni alle contestazioni mosse dall'Agenzia delle Entrate. Alle osservazioni potete allegare qualsiasi documentazione utile a supportare le vostre argomentazioni. 4. Adesione all'accertamento con adesione: In alternativa alla presentazione delle osservazioni, potete aderire all'accertamento con adesione. L'accertamento con adesione consiste in un accordo bonario tra il contribuente e l'Agenzia delle Entrate che consente di ridurre l'importo accertato e di evitare il contenzioso. L'adesione all'accertamento deve essere presentata entro il termine indicato nell'avviso di accertamento. 5. Ricorso alla Commissione Tributaria: Se non siete soddisfatti dell'esito delle osservazioni o dell'accertamento con adesione, potete presentare ricorso alla Commissione Tributaria. Il ricorso alla Commissione Tributaria deve essere presentato entro 60 giorni dalla ricezione dell'avviso di accertamento o dalla notifica dell'esito dell'accertamento con adesione. Il ricorso deve essere redatto da un professionista abilitato, come un avvocato o un dottore commercialista. Consigli per difendersi dagli avvisi di accertamento Conservare la documentazione contabile in modo ordinato e completo. Emettere fatture e ricevute regolari per tutte le operazioni effettuate. Registrare correttamente i movimenti contabili nei libri contabili obbligatori. Avvalersi della consulenza di un professionista esperto in materia di fiscalità del settore ricettivo. Conclusioni Gli avvisi di accertamento possono rappresentare un momento di preoccupazione per gli operatori del settore ricettivo. Tuttavia, è importante ricordare che esistono diverse tutele a disposizione dei contribuenti. Seguendo i consigli sopra riportati e avvalendosi della consulenza di un professionista esperto, è possibile difendersi dagli avvisi di accertamento in modo efficace e ridurre al minimo il rischio di sanzioni.

Il settore ricettivo, che comprende hotel, alberghi, B&B, pensioni, relais e guest house, è spesso oggetto di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. In caso di accertamento, è importante che gli operatori del settore sappiano come difendersi per tutelare i propri diritti e ridurre al minimo il rischio di sanzioni.

Cosa fare in caso di avviso di accertamento

Se ricevete un avviso di accertamento dall’Agenzia delle Entrate, non fatevi prendere dal panico. Esistono diverse azioni che potete intraprendere per tutelare i vostri interessi:

1. Analisi attenta dell’avviso:

  • Leggete attentamente l’avviso di accertamento per comprendere le contestazioni mosse dall’Agenzia delle Entrate.
  • Verificate la correttezza dei dati riportati nell’avviso, come i vostri dati anagrafici, i periodi di imposta contestati e gli importi accertati.
  • Prendete nota delle scadenze per presentare le vostre osservazioni o per aderire all’accertamento con adesione.

2. Richiesta di chiarimenti:

  • Se avete dubbi o perplessità sull’avviso di accertamento, potete richiedere chiarimenti all’Agenzia delle Entrate.
  • La richiesta di chiarimenti può essere effettuata verbalmente o per iscritto.
  • L’Agenzia delle Entrate è tenuta a fornirvi le informazioni e le spiegazioni necessarie per comprendere le contestazioni mosse.

3. Presentazione di osservazioni:

  • Entro il termine indicato nell’avviso di accertamento, potete presentare delle osservazioni all’Agenzia delle Entrate.
  • Le osservazioni devono essere presentate per iscritto e devono contenere le vostre controdeduzioni alle contestazioni mosse dall’Agenzia delle Entrate.
  • Alle osservazioni potete allegare qualsiasi documentazione utile a supportare le vostre argomentazioni.

4. Adesione all’accertamento con adesione:

  • In alternativa alla presentazione delle osservazioni, potete aderire all’accertamento con adesione.
  • L’accertamento con adesione consiste in un accordo bonario tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate che consente di ridurre l’importo accertato e di evitare il contenzioso.
  • L’adesione all’accertamento deve essere presentata entro il termine indicato nell’avviso di accertamento.

5. Ricorso alla Commissione Tributaria:

  • Se non siete soddisfatti dell’esito delle osservazioni o dell’accertamento con adesione, potete presentare ricorso alla Commissione Tributaria.
  • Il ricorso alla Commissione Tributaria deve essere presentato entro 60 giorni dalla ricezione dell’avviso di accertamento o dalla notifica dell’esito dell’accertamento con adesione.
  • Il ricorso deve essere redatto da un professionista abilitato, come un avvocato o un dottore commercialista.

 

Consigli per difendersi dagli avvisi di accertamento

  • Conservare la documentazione contabile in modo ordinato e completo.
  • Emettere fatture e ricevute regolari per tutte le operazioni effettuate.
  • Registrare correttamente i movimenti contabili nei libri contabili obbligatori.
  • Avvalersi della consulenza di un professionista esperto in materia di fiscalità del settore ricettivo.

 

Conclusioni

Gli avvisi di accertamento possono rappresentare un momento di preoccupazione per gli operatori del settore ricettivo. Tuttavia, è importante ricordare che esistono diverse tutele a disposizione dei contribuenti. Seguendo i consigli sopra riportati e avvalendosi della consulenza di un professionista esperto, è possibile difendersi dagli avvisi di accertamento in modo efficace e ridurre al minimo il rischio di sanzioni.

La Corte di Cassazione riconosce l’immediata esecutività delle sentenze tributarie di condanna dell’amministrazione finanziaria

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La Corte di Cassazione ha recentemente emesso una sentenza favorevole ai contribuenti, stabilendo l’immediata esecutività delle sentenze dei giudici tributari che condannano l’amministrazione finanziaria a pagare somme di denaro.

La sentenza n. 12074/2024 si applica a tutte le pronunce emesse dopo il 1° gennaio 2016. Questa decisione si basa sull’analisi del d.lgs. 546/1992, in particolare l’art. 69, modificato dal d.lgs. 156/2015, che dichiara immediatamente esecutive le sentenze di condanna al pagamento di somme in favore dei contribuenti.

Il legislatore ha previsto anche che, in caso di mancata esecuzione della sentenza, il contribuente possa richiedere l’ottemperanza alla commissione tributaria competente. Inoltre, l’art. 1, comma 2 del d.lgs. 546/1992 conferma la compatibilità delle norme del codice di procedura civile con quelle del processo tributario, rendendo applicabile l’art. 282 c.p.c. che sancisce la esecutività provvisoria delle sentenze.

Le Sezioni Unite della Cassazione, con la sentenza n. 758 del 2016, avevano già riconosciuto l’efficacia immediata delle pronunce favorevoli ai contribuenti emesse dalle Commissioni tributarie. Il d.lgs. 156/2015 ha dunque introdotto l’immediata esecutività delle sentenze tributarie, rafforzata ulteriormente dalla circolare n. 38/E/2015, che specifica che non è necessario il passaggio in giudicato per l’efficacia delle pronunce, inclusa la condanna dell’amministrazione finanziaria.

Per le sentenze non definitive, il legislatore ha previsto che, per somme superiori a 10.000 €, il giudice possa richiedere una garanzia idonea. Tuttavia, l’amministrazione può pagare quanto dovuto prima della prestazione della garanzia per evitare ulteriori spese.

Infine, l’art. 70 del d.lgs. 546/92 prevede la possibilità per il contribuente di ricorrere al giudizio di ottemperanza entro 90 giorni dalla notificazione della sentenza di condanna, nel caso in cui l’amministrazione non si conformi alla sentenza.

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