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mercoledì 15 Gennaio 2025
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Addizionale IRPEF per le associazioni e le società sportive

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L’addizionale IRPEF è un’imposta locale che si applica al reddito delle persone fisiche. Il suo ammontare è stabilito da ogni singolo Comune e Regione, in base a specifiche deliberazioni. Per le associazioni e le società sportive, l’addizionale IRPEF rappresenta un’importante voce di spesa da tenere in considerazione.

Come viene calcolata l’addizionale IRPEF per le sportive?

L’addizionale IRPEF per le sportive viene calcolata in base al reddito imponibile dell’associazione o società, che comprende:

  • Le quote associative versate dai soci
  • I ricavi derivanti dalle attività commerciali (ad esempio, sponsorizzazioni, organizzazione di eventi, etc.)
  • Altri proventi (ad esempio, interessi bancari, rendite da immobili, etc.)

L’aliquota dell’addizionale IRPEF applicata al reddito imponibile varia da Comune a Comune e da Regione a Regione. In generale, l’aliquota comunale si aggira tra lo 0,50% e lo 0,70%, mentre l’aliquota regionale può arrivare fino all’1,23%.

Esempio di calcolo

Un’associazione sportiva ha un reddito imponibile di 10.000 euro. Il Comune in cui ha sede l’associazione applica un’aliquota addizionale IRPEF del 0,60%, mentre la Regione applica un’aliquota dell’1,00%. L’addizionale IRPEF da versare sarà pari a:

  • Addizionale comunale: 10.000 euro x 0,60% = 60 euro
  • Addizionale regionale: 10.000 euro x 1,00% = 100 euro
  • Addizionale IRPEF totale: 60 euro + 100 euro = 160 euro

 

Casi di esenzione

Alcune associazioni e società sportive possono beneficiare di esenzioni dall’addizionale IRPEF. In generale, l’esenzione è prevista per:

  • Le ONLUS
  • Le associazioni sportive dilettantistiche (ASD) che non svolgono attività commerciali
  • Le società sportive dilettantistiche a responsabilità limitata (SSD) che non svolgono attività commerciali

 

Come versare l’addizionale IRPEF

L’addizionale IRPEF deve essere versata tramite F24 all’Agenzia delle Entrate. Il termine di scadenza per il pagamento coincide con quello del saldo delle imposte sul reddito.

Consigli:

  • È importante che le associazioni e le società sportive si informino correttamente sulle aliquote addizionali IRPEF applicate nel proprio Comune e Regione.
  • È consigliabile conservare la documentazione relativa ai pagamenti dell’addizionale IRPEF.
  • In caso di dubbi o incertezze, è possibile rivolgersi a un professionista (commercialista, consulente fiscale) per avere una consulenza personalizzata.

Come pagare il legale rappresentante e/o l’amministratore (o membro del consiglio direttivo) di una associazione: guida aggiornata 2024

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La normativa che disciplina il pagamento del legale rappresentante e/o degli amministratori (o membri del consiglio direttivo) di un’associazione è complessa e variegata, in quanto dipende da diversi fattori, tra cui:

  • Tipologia di associazione: associazione senza scopo di lucro (ONLUS, APS, etc.), associazione sportiva dilettantistica (ASD, SSD), etc.
  • Attività svolte dall’associazione: attività istituzionali, attività commerciali, etc.
  • Modalità di conferimento dell’incarico: nomina assembleare, elezione, etc.
  • Regime fiscale prescelto dall’associazione: regime forfettario, regime ordinario, etc.

 

Regime forfettario

In generale, le associazioni che adottano il regime forfettario possono erogare compensi al legale rappresentante e/o agli amministratori a titolo di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.). In questo caso, i compensi erogati sono soggetti a ritenuta d’acconto IRPEF e addizionali a carico dell’associazione, con aliquote variabili a seconda del fatturato annuale dell’associazione. L’associazione dovrà inoltre versare i contributi previdenziali obbligatori all’INPS.

Regime ordinario

Le associazioni che adottano il regime ordinario possono erogare compensi al legale rappresentante e/o agli amministratori in due modalità:

  • A titolo di lavoro dipendente: in questo caso, i compensi erogati sono soggetti a contribuzione previdenziale obbligatoria e a ritenuta d’acconto IRPEF e addizionali a carico dell’associazione. L’associazione dovrà inoltre adempiere a tutti gli obblighi previsti in materia di gestione del rapporto di lavoro dipendente.
  • A titolo di prestazione d’opera professionale: in questo caso, i compensi erogati sono soggetti a ritenuta d’acconto IRPEF e addizionali a carico dell’associazione, con aliquote variabili a seconda del regime fiscale del professionista (ad esempio, 20% per i professionisti iscritti all’albo). Il professionista dovrà inoltre emettere fattura all’associazione per i compensi erogati.

 

Casi particolari

  • Rimborsi spese: le associazioni possono rimborsare al legale rappresentante e/o agli amministratori le spese effettivamente sostenute nell’espletamento del loro incarico. I rimborsi spesa non sono soggetti a tassazione, a condizione che siano adeguatamente documentati.
  • Prestazioni occasionali: le associazioni possono erogare compensi per prestazioni occasionali di valore non superiore a 6.775 euro annui a ciascun percipiente. I compensi erogati sono soggetti a ritenuta d’acconto IRPEF e addizionali al 20% a carico dell’associazione.

 

Documentazione

L’erogazione di qualsiasi compenso al legale rappresentante e/o agli amministratori di un’associazione deve essere sempre accompagnata da adeguata documentazione, tra cui:

  • Delibera assembleare che autorizza il pagamento
  • Contratto di collaborazione (se del caso)
  • Fattura (se del caso)
  • Note spese (per rimborsi)

Modello EAS: Quando, da chi e come deve essere inviato

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Il Modello EAS (Entrate Aiuti e Sovvenzioni) è un documento telematico obbligatorio per le associazioni senza scopo di lucro e gli enti non commerciali di natura associativa. Serve per comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati rilevanti ai fini fiscali.

Quando deve essere inviato:

  • Entro il 31 marzo di ogni anno: per tutte le associazioni e gli enti già costituiti, per comunicare eventuali variazioni rispetto ai dati dichiarati nel precedente modello EAS.
  • Entro 60 giorni dalla data di costituzione: per le nuove associazioni e gli enti appena costituiti.

 

Chi deve inviarlo:

  • Le associazioni senza scopo di lucro: ad esempio, associazioni sportive dilettantistiche, associazioni culturali, associazioni di volontariato, etc.
  • Gli enti non commerciali di natura associativa: ad esempio, fondazioni, ONLUS, enti ecclesiastici, etc.

 

Come deve essere inviato:

Il Modello EAS deve essere inviato esclusivamente per via telematica, tramite:

  • Fisconline: il servizio telematico dell’Agenzia delle Entrate accessibile con SPID, CNS o Entratel.
  • Entratel: il servizio telematico dell’Agenzia delle Entrate accessibile solo con CNS.

In alternativa, l’invio può essere effettuato tramite un intermediario abilitato, ad esempio un Caf o un commercialista.

Cosa deve contenere il Modello EAS:

Il Modello EAS deve contenere una serie di informazioni, tra cui:

  • Dati anagrafici dell’associazione o ente: denominazione, sede, codice fiscale, etc.
  • Dati relativi ai soci: numero, quote associative versate, etc.
  • Dati relativi alle attività svolte: attività istituzionali, attività commerciali, etc.
  • Dati relativi ai ricavi e alle spese: proventi da quote associative, sponsorizzazioni, contributi, etc.; costi per il personale, le attività, etc.
  • Dati relativi al patrimonio: immobili, beni mobili, etc.
  • Eventuali altri dati rilevanti ai fini fiscali.

 

Sanzioni per l’omesso o irregolare invio del Modello EAS:

L’omesso o irregolare invio del Modello EAS comporta l’applicazione di sanzioni amministrative da un minimo di 250 euro a un massimo di 2.500 euro.

Casi di esonero dall’invio del Modello EAS:

Alcune associazioni e enti sono esonerati dall’invio del Modello EAS, tra cui:

  • Le associazioni di promozione sociale con ricavi annui inferiori a 25.000 euro.
  • Le ONLUS.
  • Gli enti ecclesiastici.

Iscrizione al CONI per associazioni e Società Sportive Dilettantistiche

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L’iscrizione al CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) rappresenta un passo fondamentale per le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche a responsabilità limitata (SSD) che desiderano ottenere il riconoscimento ai fini sportivi e godere dei numerosi vantaggi che ne derivano.

Perché iscriversi al CONI:

L’iscrizione al CONI conferisce alle ASD e SSD la personalità giuridica sportiva, consentendo loro di:

  • Partecipare a competizioni sportive organizzate da Federazioni Sportive Nazionali (FSN), Discipline Sportive Associate (DSA) ed Enti di Promozione Sportiva (EPS)
  • Richiedere finanziamenti pubblici e contributi da parte del CONI e degli enti ad esso collegati
  • Usufruire di agevolazioni fiscali e previdenziali
  • Accedere a servizi formativi e di assistenza da parte del CONI
  • Avere diritto al tesseramento CONI per i propri soci
  • Apporre il logo CONI sui propri atti e sulle proprie divise

 

Come iscriversi al CONI:

La procedura di iscrizione al CONI si articola in diverse fasi:

  1. affiliazione a una Federazione Sportiva Nazionale (FSN), Disciplina Sportiva Associata (DSA) o Ente di Promozione Sportiva (EPS): L’ASD o SSD deve innanzitutto affiliarsi a una FSN, DSA o EPS competente per la disciplina sportiva praticata. L’affiliazione comporta il pagamento di una quota annuale e la presentazione di una serie di documenti richiesti dalla FSN, DSA o EPS.
  2. iscrizione al Registro Nazionale delle Società Sportive Dilettantistiche: Una volta ottenuta l’affiliazione, l’ASD o SSD può procedere all’iscrizione al Registro Nazionale delle Società Sportive Dilettantistiche, istituito presso il CONI. L’iscrizione al Registro avviene telematicamente tramite il portale web del CONI, previa registrazione e pagamento di una tassa di iscrizione.
  3. richiesta del riconoscimento ai fini sportivi: A seguito dell’iscrizione al Registro, l’ASD o SSD può richiedere il riconoscimento ai fini sportivi al CONI. Il riconoscimento viene concesso se l’associazione o società risulta in regola con tutti i requisiti previsti dalla normativa vigente.

 

Documentazione per l’iscrizione al CONI:

La documentazione da presentare per l’iscrizione al CONI varia a seconda dei casi, ma in generale comprende:

  • Statuto dell’associazione o società
  • Atto costitutivo dell’associazione o società
  • Verbale dell’assemblea dei soci che delibera l’iscrizione al CONI
  • Dichiarazione ISEE in corso di validità
  • Durc (Documento Unico di Regolarità Contributiva)
  • Certificato di Conto Corrente
  • Regolamento interno dell’associazione o società
  • Polizza assicurativa per la copertura dei rischi di responsabilità civile

 

Vantaggi dell’iscrizione al CONI:

L’iscrizione al CONI offre numerosi vantaggi alle ASD e SSD, tra cui:

  • Maggiore credibilità e affidabilità nei confronti degli sponsor, delle istituzioni e del pubblico
  • Possibilità di partecipare a eventi sportivi di alto livello
  • Accesso a risorse e servizi esclusivi per le società sportive affiliate
  • Possibilità di organizzare eventi sportivi con il patrocinio del CONI
  • Formazione e aggiornamento per dirigenti, tecnici e atleti

APS, ASD e SSD: Calcolo delle Imposte Dirette

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La disciplina fiscale per le Associazioni Pro Sportive (APS), le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche a responsabilità limitata (SSD) è articolata e complessa, in quanto dipende da diversi fattori, tra cui:

  • Tipologia di associazione: APS, ASD o SSD
  • Natura delle attività svolte: Istituzionali, commerciali o entrambe
  • Regime fiscale prescelto: Regime forfettario o regime ordinario

 

Calcolo delle imposte dirette per le APS:

Le APS, in quanto enti non profit, sono generalmente soggette al regime forfettario, a meno che non optino per il regime ordinario. Nel regime forfettario, le imposte dirette sono applicate su un reddito imponibile forfettario, che viene calcolato applicando una specifica percentuale ai ricavi dell’associazione. Le aliquote IRES e IRAP variano a seconda dei casi.

Calcolo delle imposte dirette per le ASD:

Le ASD, anch’esse enti non profit, possono scegliere tra il regime forfettario e il regime ordinario. Nel regime forfettario, il calcolo delle imposte dirette è simile a quello delle APS. Nel regime ordinario, le imposte dirette sono applicate sul reddito effettivo dell’associazione, che viene determinato tenendo conto dei costi e delle spese sostenute. L’aliquota IRES è del 24%, mentre l’aliquota IRAP varia a seconda della regione.

Calcolo delle imposte dirette per le SSD:

Le SSD, essendo società a responsabilità limitata, sono soggette al regime ordinario. Le imposte dirette sono applicate sul reddito effettivo dell’associazione, che viene determinato tenendo conto dei costi e delle spese sostenute. L’aliquota IRES è del 24%, mentre l’aliquota IRAP varia a seconda della regione.

Casi particolari:

  • Attività commerciali: Se l’associazione svolge attività commerciali, i relativi ricavi devono essere tassati separatamente dai redditi derivanti da attività istituzionali.
  • Sponsorizzazioni: Le sponsorizzazioni ricevute dalle associazioni sono generalmente considerate ricavi non imponibili.
  • Contributi dei soci: I contributi versati dai soci alle associazioni non sono generalmente considerati ricavi imponibili.

Associazioni: obbligo di iscrizione al R.E.A.

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Quando un’associazione è obbligata ad iscriversi al Repertorio Economico Amministrativo (REA)?

L’obbligo di iscrizione al REA per le associazioni non è sempre automatico. La normativa prevede che solo le associazioni che, oltre all’attività istituzionale, svolgono attività economiche di natura commerciale, anche in modo accessorio e non prevalente, debbano iscriversi al REA.

Cosa si intende per attività economica di natura commerciale?

Si intendono tutte le attività che, anche se non esclusive o principali, rientrano nell’oggetto sociale dell’associazione e sono dirette alla produzione di beni o servizi suscettibili di scambio sul mercato.

Esempi di attività economiche di natura commerciale:

  • Vendita di beni e servizi ai soci e a terzi
  • Organizzazione di eventi a pagamento
  • Gestione di bar, ristoranti e strutture ricettive
  • Svolgimento di attività editoriali
  • Promozione di prodotti e servizi di terzi

 

Casi in cui l’associazione non è obbligata ad iscriversi al REA:

  • Se l’associazione svolge esclusivamente attività istituzionale senza scopo di lucro, ad esempio organizzazione di eventi gratuiti per i soci, attività di formazione e sensibilizzazione, etc.
  • Se l’associazione svolge attività economiche di natura non commerciale, ad esempio erogazione di contributi ai soci, riscossione delle quote associative, etc.
  • Se i ricavi derivanti dalle attività economiche di natura commerciale sono irrisori e non configurano una stabile fonte di reddito per l’associazione.

 

Come iscriversi al REA

L’iscrizione al REA deve essere effettuata presso la Camera di Commercio territorialmente competente entro 30 giorni dall’inizio dell’attività economica. La domanda di iscrizione può essere presentata telematicamente o su modulistica cartacea.

Documentazione da presentare per l’iscrizione al REA:

  • Modulo di domanda di iscrizione
  • Copia dello statuto dell’associazione
  • Copia del codice fiscale dell’associazione
  • Eventuale documentazione che attesti l’avvio dell’attività economica

 

Vantaggi dell’iscrizione al REA

L’iscrizione al REA offre alcuni vantaggi alle associazioni, tra cui:

  • Maggiore trasparenza e affidabilità nei confronti dei terzi
  • Possibilità di accedere a finanziamenti pubblici e privati
  • Possibilità di partecipare a gare d’appalto
  • Possibilità di ottenere agevolazioni fiscali

Controlli fiscali a palestre e centri sportivi ASD e SSD: cautele e documenti da tenere a portata di mano

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Palestre e centri sportivi, sia ad associazione sportiva dilettantistica (ASD) che a società sportiva dilettantistica (SSD), sono frequentemente oggetto di controlli fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. Per tutelarsi in caso di verifica, è fondamentale conoscere le norme vigenti e adottare le opportune cautele.

Quali cautele osservare

  • Richiedere l’iscrizione al Registro Coni: L’iscrizione al Registro Coni è obbligatoria per le ASD e SSD che intendono svolgere attività sportiva a livello agonistico. L’iscrizione permette di fruire di agevolazioni fiscali e contributive, ma comporta anche l’obbligo di sottostare a controlli da parte degli organi competenti.
  • Tenere una regolare contabilità: È fondamentale tenere una contabilità ordinaria o semplificata, in base al regime fiscale adottato, che registri correttamente tutti i movimenti economici e finanziari dell’associazione o società. La contabilità deve essere aggiornata e corredata da tutta la documentazione giustificativa (fatture, ricevute, scontrini fiscali, ecc.).
  • Conservare i documenti per almeno 10 anni: La documentazione fiscale e contabile deve essere conservata per almeno 10 anni dalla data di chiusura dell’esercizio a cui si riferisce.
  • Nominare un responsabile della gestione fiscale: In caso di controlli, è importante che un membro del direttivo sia in grado di fornire agli organi competenti tutte le informazioni e i documenti richiesti. È consigliabile nominare un responsabile della gestione fiscale che abbia le competenze necessarie per assolvere a questo compito.

 

Quali documenti tenere a portata di mano

In caso di controllo fiscale, è importante avere a portata di mano i seguenti documenti:

  • Atto costitutivo e statuto: Questi documenti definiscono gli scopi dell’associazione o società e le sue regole di funzionamento.
  • Visura camerale: La visura camerale attesta l’iscrizione dell’associazione o società al Registro delle Imprese.
  • Iscrizione al Registro Coni: La copia dell’iscrizione al Registro Coni è necessaria per fruire delle agevolazioni fiscali e contributive.
  • Documentazione contabile: La contabilità, sia ordinaria che semplificata, deve essere aggiornata e corredata da tutta la documentazione giustificativa.
  • Libri sociali: I libri sociali registrano le adunanze del direttivo e le assemblee dei soci.
  • Registri IVA: I registri IVA devono essere compilati correttamente se l’associazione o società è soggetta a IVA.
  • Documentazione relativa ai tesserati: La documentazione relativa ai tesserati (iscrizioni, cancellazioni, pagamenti delle quote associative, ecc.) deve essere conservata con cura.
  • Documentazione relativa alle attività sportive: La documentazione relativa alle attività sportive (calendari, programmi, risultati, ecc.) deve essere conservata per dimostrare il carattere sportivo dell’associazione o società.

 

Consigli utili

  • In caso di controllo fiscale, è importante mantenere la calma e collaborare con gli organi competenti.
  • Non è consigliabile fornire informazioni o documenti non richiesti.
  • Se si hanno dubbi su come comportarsi, è consigliabile rivolgersi a un professionista esperto in materia fiscale o tributaria.

Dropshipping e fatturazione: guida pratica e caso di triangolazione extra UE

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Il dropshipping è un modello di business in cui il venditore non detiene le scorte dei prodotti che vende. Quando un cliente effettua un ordine, il venditore lo inoltra al fornitore, che si occupa della spedizione direttamente al cliente. Questo modello di business può essere vantaggioso per le aziende in quanto elimina la necessità di gestire magazzini e inventario.

Tuttavia, il dropshipping può comportare alcune complicazioni in termini di fatturazione, soprattutto in caso di triangolazioni extra UE. In questo articolo, forniremo una guida pratica alla fatturazione nel dropshipping e illustreremo un caso pratico di triangolazione extra UE (Italia-Cina-Francia).

Come funziona la fatturazione nel dropshipping

La fatturazione nel dropshipping segue le stesse regole del classico e-commerce. In generale, il venditore deve emettere una fattura al cliente per ogni ordine ricevuto. La fattura deve indicare i seguenti dati:

  • Dati del venditore e del cliente
  • Data di emissione della fattura
  • Numero d’ordine
  • Descrizione dei prodotti
  • Quantità dei prodotti
  • Prezzo unitario dei prodotti
  • IVA (se applicabile)
  • Spese di spedizione (se applicabili)
  • Importo totale

Il venditore deve inoltre annotare le vendite nel proprio registro dei corrispettivi.

Triangolazione extra UE: un caso pratico

Ipotizziamo che un’azienda italiana (I) stipuli un contratto di dropshipping con un fornitore cinese (C). Il fornitore cinese gestisce il magazzino fisico e si occupa della spedizione dei prodotti ai clienti dell’azienda italiana. L’azienda italiana riceve un ordine da un cliente francese (F) e lo inoltra al fornitore cinese. Il fornitore cinese imballa e spedisce la merce direttamente al cliente francese.

Analisi dell’operazione economica

Questa operazione rappresenta una “triangolazione extra UE” in quanto coinvolge soggetti residenti in Stati diversi (Italia, Cina e Francia). Si tratta di due cessioni di beni con un unico movimento fisico della merce.

Fatture e adempimenti IVA

  • Venditore italiano (I):
    • Non effettua un’operazione intracomunitaria (la merce non proviene da uno Stato membro)
    • Non effettua una cessione all’esportazione (non imponibile ai sensi dell’articolo 8 del DPR n. 633/72)
    • Emette una fattura “fuori campo Iva” al cliente francese (F) ai sensi dell’articolo 7 del DPR n. 633/72
  • Cliente francese (F):
    • Assolve l’IVA all’atto dell’importazione della merce
  • Fornitore cinese (C):
    • Emette una fattura all’azienda italiana (I)
    • La fattura emessa dal fornitore cinese non è un documento valido ai fini IVA in Italia

 

Conclusione

La fatturazione nel dropshipping può essere complessa, soprattutto in caso di triangolazioni extra UE. È importante conoscere le normative IVA applicabili per evitare errori e sanzioni. In caso di dubbi, è consigliabile rivolgersi a un professionista esperto in materia fiscale.

TARI: Errore nel calcolo della quota variabile, rimborso e vademecum per il cittadino

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Cos’è successo?

Molti Comuni in Italia hanno calcolato erroneamente la TARI, la tassa sui rifiuti, applicando la quota variabile anche alle pertinenze dell’abitazione (ad esempio, cantine, garage, box). Questo ha comportato un aumento ingiustificato della tassa per i cittadini.

Come funziona la TARI correttamente?

La quota variabile della TARI deve essere calcolata una sola volta, sulla base della superficie totale dell’unità immobiliare principale, comprensiva delle pertinenze. Il numero degli occupanti dell’abitazione incide solo sulla quota fissa della tassa.

Cosa fare se ho pagato una TARI errata?

Se ritieni di aver pagato una TARI errata perché calcolata con il metodo sbagliato, puoi richiedere il rimborso al Comune. Hai tempo 5 anni dal giorno del versamento per presentare la richiesta.

Come richiedere il rimborso?

Per richiedere il rimborso, devi presentare al Comune un’istanza in carta libera. L’istanza deve contenere:

  • I tuoi dati anagrafici
  • L’importo pagato
  • L’importo che ritieni di dover rimborsare
  • I dati identificativi delle pertinenze incluse erroneamente nel calcolo
  • Copia degli avvisi di pagamento della TARI

 

Cosa succede dopo la richiesta di rimborso?

Il Comune ha 180 giorni per rispondere alla tua richiesta. Se il Comune non risponde entro questo termine, si considera che la tua richiesta sia stata accolta e avrai diritto al rimborso.

Se il Comune respinge la mia richiesta, cosa posso fare?

Se il Comune respinge la tua richiesta di rimborso, puoi presentare ricorso alla Commissione Tributaria entro 60 giorni dalla notifica del diniego.

Consigli

  • Conserva tutte le ricevute di pagamento della TARI.
  • Se hai dubbi sul calcolo della tua TARI, puoi rivolgerti a un professionista, come un commercialista o un consulente fiscale.
  • Puoi trovare maggiori informazioni sulla TARI e sul rimborso sul sito web del tuo Comune o dell’Agenzia delle Entrate.

Come annullare le cartelle esattoriali

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Ricevere una cartella esattoriale può essere un’esperienza spiacevole, soprattutto se si ritiene che la richiesta di pagamento sia errata o non dovuta. Tuttavia, è importante sapere che esistono diverse possibilità per annullare le cartelle esattoriali e non bisogna necessariamente rassegnarsi a pagare un importo non dovuto.

In questo articolo, forniremo una panoramica aggiornata al 2024 sulle principali modalità per contestare e annullare le cartelle esattoriali, con consigli pratici e riferimenti normativi.

Quando è possibile annullare una cartella esattoriale?

Esistono diverse casistiche che possono legittimare l’annullamento di una cartella esattoriale:

  • Errore nei dati: se la cartella contiene errori relativi ai dati del contribuente, all’importo dovuto o alla causale del debito, è possibile richiederne l’annullamento.
  • Pagamento già avvenuto: se il debito per cui è stata emessa la cartella è già stato pagato, è necessario presentare la documentazione che lo comprova per ottenere l’annullamento.
  • Prescrizione: il diritto dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione di riscuotere il debito si prescrive in un determinato periodo di tempo (in genere 5 anni). Se la cartella viene notificata dopo la scadenza del termine di prescrizione, può essere annullata.
  • Vizi formali: la cartella potrebbe presentare vizi di forma che la rendono nulla o annullabile.
  • Mancanza di presupposti: se la cartella è stata emessa in assenza dei presupposti di legge, può essere annullata.
  • Opposizione all’accertamento: se il contribuente ha già presentato opposizione all’accertamento che ha dato origine alla cartella, e ha ottenuto ragione in tutto o in parte, la cartella può essere annullata o modificata di conseguenza.

 

Come annullare una cartella esattoriale

La procedura per annullare una cartella esattoriale varia a seconda del motivo del contendioso. Tuttavia, in generale, i passi da seguire sono i seguenti:

  1. Verificare la cartella: è importante leggere attentamente la cartella per individuare il motivo del contendioso e raccogliere la documentazione necessaria a supportarlo.
  2. Presentare una richiesta di annullamento: la richiesta di annullamento deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate-Riscossione competente, generalmente entro 60 giorni dalla notifica della cartella. La richiesta può essere presentata tramite posta raccomandata, PEC o direttamente presso gli uffici dell’Agenzia.
  3. Allegare la documentazione: alla richiesta di annullamento è necessario allegare la documentazione che supporta il motivo del contendioso. Ad esempio, se si contesta un errore nei dati, è necessario allegare la copia del documento che attesta il dato corretto.
  4. Acquisizione del parere dell’Ufficio: l’Agenzia delle Entrate-Riscossione acquisisce il parere dell’Ufficio che ha emesso la cartella e, se lo ritiene fondato, accoglie la richiesta di annullamento.
  5. Ricorso alla Commissione Tributaria: se l’Agenzia delle Entrate-Riscossione respinge la richiesta di annullamento, il contribuente può presentare ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale competente entro 60 giorni dalla notifica del provvedimento di diniego.

Casi specifici

  • Richiesta di Sgravio in Autotutela: per alcune tipologie di errori, come ad esempio un accertamento notificato a un defunto o un importo errato calcolato dall’Agenzia delle Entrate, è possibile presentare una richiesta di sgravio in autotutela direttamente all’Agenzia delle Entrate-Riscossione, senza dover presentare un ricorso.
  • Mediazione: la mediazione è uno strumento alternativo al contenzioso giudiziario che permette di risolvere la controversia in modo rapido e consensuale. Se il contribuente e l’Agenzia delle Entrate-Riscossione sono d’accordo, possono attivare la procedura di mediazione.

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