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mercoledì 15 Gennaio 2025
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Donazioni aziende agricole: guida completa e aggiornata

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La donazione di un’azienda agricola può essere un’operazione vantaggiosa sia per il donante che per il donatario, ma è importante conoscere le normative vigenti e gli adempimenti necessari per evitare spiacevoli sorprese. In questo articolo, forniremo una panoramica completa e aggiornata sulle donazioni di aziende agricole in Italia, con particolare attenzione agli aspetti fiscali e civilistici.

Agevolazioni fiscali

La Legge n. 441 del 15 dicembre 1998 prevede una serie di agevolazioni fiscali per le donazioni di aziende agricole e terreni agricoli, a condizione che siano rispettati alcuni requisiti specifici. In particolare, l’imposta sulle donazioni e le imposte ipotecarie e catastali sono applicate in misura fissa di 200 euro per i trasferimenti tra parenti stretti (coniuge, figli, nipoti, fratelli e sorelle).

Per beneficiare di queste agevolazioni, è necessario che:

  • L’azienda agricola o i terreni agricoli siano situati in Italia;
  • Il donante e il donatario siano residenti in Italia;
  • L’azienda agricola o i terreni agricoli siano iscritti al catasto;
  • Il donatario mantenga la continuità dell’attività agricola per un periodo minimo di cinque anni dalla data della donazione.

 

Adempimenti civilistici

Oltre agli adempimenti fiscali, la donazione di un’azienda agricola è soggetta anche ad alcuni adempimenti civilistici. In particolare, è necessario:

  • Redigere un atto di donazione in forma scritta, con l’assistenza di un notaio;
  • Trascrivere l’atto di donazione nei registri immobiliari;
  • Comunicare la donazione all’Agenzia delle Entrate.

 

Altri Aspetti da considerare

Oltre agli aspetti fiscali e civilistici, è importante considerare anche altri aspetti quando si dona un’azienda agricola, tra cui:

  • Il valore dell’azienda agricola;
  • Le eventuali passività dell’azienda agricola;
  • Le aspettative del donante e del donatario.

 

Consulenza professionale

Data la complessità della materia, è consigliabile sempre rivolgersi a un notaio e a un commercialista per ricevere una consulenza professionale in merito alla donazione di un’azienda agricola. I professionisti sapranno consigliare la soluzione migliore in base alle specifiche esigenze del caso concreto.

Casi specifici

Oltre alle agevolazioni fiscali generali, la normativa italiana prevede anche alcune agevolazioni specifiche per le donazioni di aziende agricole a giovani agricoltori e per le donazioni di aziende agricole biologiche.

Conclusione

La donazione di un’azienda agricola può essere un’operazione vantaggiosa per il futuro dell’azienda e della famiglia del donante. Tuttavia, è importante conoscere le normative vigenti e gli adempimenti necessari per evitare di incorrere in sanzioni o in altri problemi. Con la consulenza di un notaio e di un commercialista, è possibile donare un’azienda agricola in modo sicuro e conveniente.

Società Cooperativa Agricola: aspetti giuridici e riflessi fiscali nel mondo vitivinicolo

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Società Cooperative Agricole (SCA)M,Viticoltura

Le Società Cooperative Agricole (SCA) rappresentano un modello giuridico di grande importanza nel settore vitivinicolo italiano. Esse svolgono un ruolo fondamentale nella valorizzazione dei prodotti vitivinicoli, nella tutela dei produttori e nel sostegno allo sviluppo sostenibile del territorio.

Aspetti giuridici delle SCA vitivinicole

  • Costituzione e forma giuridica: Le SCA vitivinicole si costituiscono secondo i principi generali previsti dalla legge n. 150/2001 sulle società cooperative e devono rispettare specifici requisiti stabiliti dalla normativa di settore. La forma giuridica più diffusa è la società cooperativa a responsabilità limitata (S.c.a.r.l.).
  • Oggetto sociale: L’oggetto sociale delle SCA vitivinicole deve necessariamente comprendere la coltivazione della vite, la produzione e la commercializzazione di vini, la trasformazione dell’uva e la fornitura di servizi ai propri soci.
  • Soci: I soci delle SCA vitivinicole devono essere, in prevalenza, produttori di uve. La cooperativa deve garantire la prevalenza del lavoro dei soci rispetto al capitale conferito.
  • Organi sociali: Le SCA vitivinicole sono dotate di un’assemblea dei soci, che è l’organo sovrano, un consiglio di amministrazione e un presidente.
  • Gestione e controlli: La gestione delle SCA vitivinicole è affidata al consiglio di amministrazione, mentre il controllo della legalità e della regolarità degli atti è affidato a un collegio sindacale o a un revisore unico.

 

Riflessi fiscali delle SCA vitivinicole

  • Regime fiscale agevolato: Le SCA vitivinicole possono beneficiare di un regime fiscale agevolato che prevede, tra l’altro, l’applicazione di un’aliquota IVA ridotta del 10% alle cessioni di uve e vini effettuate ai propri soci e a terzi.
  • Detrazione IVA: Le SCA vitivinicole possono detrarre l’IVA sugli acquisti di beni e servizi, in proporzione al volume d’affari assoggettato all’aliquota IVA del 10%.
  • Riserva indivisibile: Le SCA vitivinicole sono obbligate a costituire una riserva indivisibile, che rappresenta una parte degli utili destinata all’autofinanziamento della cooperativa. La riserva indivisibile è esente da IRES.
  • Regime forfettario: Le SCA vitivinicole di piccole dimensioni possono aderire al regime forfettario, con un’ulteriore semplificazione degli adempimenti fiscali.

 

Vantaggi delle SCA vitivinicole

  • Maggior potere contrattuale: Le SCA vitivinicole consentono ai produttori di rafforzare il proprio potere contrattuale sul mercato, ottenendo migliori condizioni di prezzo per le loro uve e vini.
  • Economie di scala: Le SCA vitivinicole possono beneficiare di economie di scala, ottimizzando i costi di produzione e commercializzazione.
  • Valorizzazione dei prodotti: Le SCA vitivinicole svolgono un ruolo importante nella valorizzazione dei prodotti vitivinicoli, promuovendo la qualità e la tipicità dei vini locali.
  • Sviluppo sostenibile: Le SCA vitivinicole possono contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio, promuovendo pratiche agricole ecocompatibili e valorizzando il patrimonio ambientale.

 

Conclusioni

Le Società Cooperative Agricole rappresentano un modello di aggregazione fondamentale per il settore vitivinicolo italiano. Esse offrono ai produttori di uve strumenti per rafforzare la propria posizione sul mercato, migliorare la redditività delle loro imprese e contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio.

Regime IVA per le cooperative agricole

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IVA Cooperative agricole

Le cooperative agricole in Italia beneficiano di un regime IVA speciale che le distingue dalle normali imprese commerciali. Questo regime è disciplinato dall’articolo 34 del DPR n. 633/1972 (IVA) e mira a favorire la valorizzazione dei prodotti agricoli e la tutela dei produttori agricoli.

Requisiti per l’applicazione del regime speciale IVA

  • Oggetto sociale: La cooperativa deve avere come oggetto sociale principale la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione, la commercializzazione e la fornitura di servizi attinenti ai prodotti agricoli e zootecnici dei propri soci.
  • Soci produttori: La maggioranza dei soci (almeno il 51%) deve essere composta da produttori agricoli che conferiscono alla cooperativa i propri prodotti.
  • Volume d’affari: Il volume d’affari derivante da cessioni di prodotti agricoli e ittici dei soci non deve superare il 50% del volume d’affari complessivo della cooperativa.

 

Vantaggi del regime speciale IVA

  • Aliquota IVA ridotta: Le cessioni di prodotti agricoli e ittici effettuate dalla cooperativa ai propri soci e ai terzi sono soggette all’aliquota IVA agevolata del 10%, anziché all’aliquota ordinaria del 22%.
  • Esenzione da IVA per le prestazioni connesse: Le prestazioni di servizi connesse alle cessioni di prodotti agricoli e ittici, come la lavorazione, il trasporto e l’imballaggio, sono esenti da IVA.
  • Detrazione limitata dell’IVA sugli acquisti: La cooperativa può detrarre solo una parte dell’IVA sugli acquisti di beni e servizi, in proporzione al volume d’affari assoggettato all’aliquota IVA del 10%.

 

Adempimenti IVA per le Cooperative Agricole

  • Iscrizione al Registro Imprese: La cooperativa deve essere regolarmente iscritta al Registro Imprese.
  • Apertura della Partita IVA: La cooperativa deve aprire una Partita IVA e presentare la relativa dichiarazione di inizio attività.
  • ** tenuta dei registri IVA:** La cooperativa deve tenere i registri IVA obbligatori, come il registro delle vendite e il registro degli acquisti.
  • Presentazione delle dichiarazioni IVA: La cooperativa deve presentare periodicamente le dichiarazioni IVA all’Agenzia delle Entrate.

 

Casi particolari

  • Vendita diretta dei soci ai consumatori: La vendita diretta dei prodotti agricoli da parte dei soci ai consumatori finali è esente da IVA.
  • Commercializzazione di prodotti non agricoli: La commercializzazione di prodotti non agricoli da parte della cooperativa è soggetta all’aliquota IVA ordinaria del 22%.
  • Regime forfettario: Le cooperative agricole possono aderire al regime forfettario, con un’ulteriore semplificazione degli adempimenti IVA.

Bonus fiscali pesca: guida aggiornata al 2024

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Bonus pescaIncentivi fiscali Pesca

Il settore della pesca in Italia può beneficiare di diversi incentivi fiscali sotto forma di bonus e detrazioni. Questi strumenti mirano a sostenere la competitività delle imprese ittiche, promuovere l’innovazione e la sostenibilità ambientale, nonché favorire il ricambio generazionale.

Bonus investimenti

  • Detrazione 50%: Il bonus più significativo è la detrazione fiscale del 50% per gli investimenti in beni nuovi, materiali e immateriali, effettuati da imprese ittiche esercenti la pesca marittima e l’acquacoltura. La detrazione è applicabile su un importo massimo di 2 milioni di euro per ciascun anno d’imposta.
  • Bonus Sud: Per le imprese ubicate nelle zone obiettivo del Mezzogiorno e nelle isole, la detrazione sale al 60%.
  • Bonus giovani: Per i giovani imprenditori under 35 che subentrano in aziende ittiche, la detrazione è del 75%.

 

Bonus rottamazione motori

  • Detrazione 30%: Per l’acquisto e l’installazione di nuovi motori marini a basso impatto ambientale, le imprese ittiche possono beneficiare di una detrazione fiscale del 30% su un importo massimo di 60.000 euro per ciascun motore.

 

Credito d’imposta cantieri navali

  • Credito d’imposta 35%: Per la costruzione o l’acquisto di nuovi pescherecci, le imprese ittiche possono usufruire di un credito d’imposta del 35% su un importo massimo di 4 milioni di euro per ciascun peschereccio.

 

Bonus formazione

  • Detrazione 100%: Le spese sostenute per la formazione del personale dipendente possono essere detratte al 100% dalle imprese ittiche.

 

Bonus carburanti

  • Credito d’imposta: Le imprese ittiche possono beneficiare di un credito d’imposta per l’acquisto di gasolio per la propulsione dei pescherecci. L’ammontare del credito varia in base al tipo di pesca e alla potenza del motore.

 

Condizioni generali per l’accesso ai bonus

  • Per fruire dei bonus fiscali, le imprese ittiche devono essere regolarmente iscritte al Registro delle imprese e al Registro della pesca marittima e dell’acquacoltura.
  • Gli investimenti devono essere finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica, alla sicurezza della navigazione, alla tutela dell’ambiente marino e al ricambio generazionale.
  • La documentazione attestante l’avvenuto investimento e il relativo pagamento deve essere conservata dall’impresa per un periodo di 10 anni.

Aliquota IVA per i tartufi: guida aggiornata al 2024

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L’aliquota IVA applicata ai tartufi in Italia varia a seconda di diverse caratteristiche, tra cui lo stato di conservazione del prodotto e il tipo di compravendita. Ecco una guida aggiornata al 2024 per fare chiarezza.

Tartufo fresco

  • Vendita al dettaglio: l’aliquota IVA applicata ai tartufi freschi venduti al dettaglio (al consumatore finale) è del 10%.
  • Vendita all’ingrosso: per le vendite all’ingrosso di tartufo fresco tra operatori del settore (ad esempio, dai raccoglitori ai grossisti), l’aliquota IVA è del 4%.

Tartufo conservato

  • Congelato: i tartufi congelati sono considerati prodotti alimentari trasformati e quindi l’aliquota IVA applicata è del 22%.
  • Essiccato o salato: anche i tartufi essiccati o salati sono considerati prodotti trasformati e l’aliquota IVA è del 22%.
  • Immersi in acqua salata, solforata o altre sostanze: per i tartufi conservati in questo modo, l’aliquota IVA è del 10%. In questo caso, la classificazione doganale specifica del prodotto determina l’aliquota IVA.

 

Prodotti a base di tartufo

  • Creme, salse, paté: per i prodotti a base di tartufo, come creme, salse o paté, l’aliquota IVA applicata è del 22%, in quanto considerati prodotti alimentari trasformati.
  • Prodotti da forno: per prodotti da forno che contengono tartufo, come torte o pizze, l’aliquota IVA applicata è generalmente del 10%, in quanto considerati generi alimentari. Tuttavia, è importante verificare la specifica classificazione doganale del prodotto per determinare l’aliquota IVA esatta.

 

Regime forfettario

  • I contribuenti che applicano il regime forfettario (ex regime dei minimi) possono usufruire dell’aliquota IVA agevolata del 10% per la vendita di tartufi freschi, sia al dettaglio che all’ingrosso.

 

Altre informazioni

  • È importante sottolineare che le aliquote IVA sopracitate sono valide per l’anno 2024 e potrebbero subire modifiche in futuro. Si consiglia di consultare sempre le fonti ufficiali dell’Agenzia delle Entrate per le informazioni più aggiornate.
  • La vendita di tartufi freschi è soggetta a specifiche normative igienico-sanitarie e amministrative. È importante informarsi e seguire le procedure corrette per evitare sanzioni.

Come avviare e gestire un’attività di ristorazione

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Aprire e gestire un ristorante di successo richiede passione, dedizione e una buona dose di competenze imprenditoriali. Questo articolo fornisce una guida completa e aggiornata su come avviare e gestire un’attività di ristorazione nel 2024, coprendo tutti gli aspetti fondamentali, dagli adempimenti burocratici alla gestione quotidiana.

Pianificazione e fattibilità

a) Idea e concept

  • Definire il concept: Creare un’identità precisa e distintiva del ristorante, che ne definisca l’offerta culinaria, l’atmosfera e il target di riferimento.
  • Analisi di mercato: Studiare il panorama competitivo locale, individuare il target di clienti e definire i prezzi in modo competitivo.
  • Scelta della location: Selezionare un locale adatto al concept, considerando fattori come l’ubicazione, la visibilità, l’accessibilità e i costi.

b) Aspetti legali e autorizzazioni

  • Apertura della Partita IVA: Adempiere alle formalità fiscali per l’avvio dell’attività.
  • Requisiti sanitari: Ottenere le autorizzazioni sanitarie per la manipolazione e la somministrazione di alimenti e bevande.
  • Licenza di esercizio: Richiedere la licenza di esercizio per l’apertura e la gestione del ristorante.
  • Altri adempimenti: Ottenere le necessarie autorizzazioni amministrative e rispettare le normative vigenti in materia di sicurezza e igiene.

c) Pianificazione finanziaria

  • Redigere un business plan: Definire il piano finanziario dettagliato, includendo costi di avvio, previsioni di fatturato, gestione dei flussi di cassa e analisi del punto di pareggio.
  • Ricerca di finanziamenti: Identificare le fonti di finanziamento disponibili, come prestiti bancari, crowdfunding o investitori privati.
  • Gestione del budget: Gestire attentamente le finanze, monitorando i costi, ottimizzando le spese e pianificando gli investimenti.

 

Gestione e organizzazione

a) Cucina e menu

  • Progettazione della cucina: Progettare una cucina efficiente e funzionale, dotata delle attrezzature adeguate per la preparazione e la conservazione dei cibi.
  • Creazione del menu: Definire un menu che rispecchi il concept del ristorante, offrendo una varietà di piatti appealing e gustosi.
  • Approvvigionamento ingredienti: Selezionare fornitori affidabili per garantire ingredienti freschi, di alta qualità e a prezzi competitivi.

b) Staff e gestione del personale

  • Assunzione e formazione del personale: Assumere personale qualificato, formare il team sulle procedure operative e garantire un buon clima lavorativo.
  • Gestione delle risorse umane: Gestire il personale in modo efficiente, pianificando i turni, rispettando le normative contrattuali e motivando i dipendenti.
  • Compliance con le leggi sul lavoro: Assicurarsi di rispettare tutte le leggi e i regolamenti in materia di lavoro, salute e sicurezza.

c) Marketing e promozione

  • Strategia di marketing: Definire una strategia di marketing efficace per attirare clienti e fidelizzarli.
  • Promozione online: Sfruttare i canali di marketing online come sito web, social media e piattaforme di delivery per aumentare la visibilità del ristorante.
  • Pubblicità e eventi: Organizzare eventi e promozioni speciali per attirare nuovi clienti e fidelizzare quelli esistenti.
  • Customer service: Offrire un servizio eccellente ai clienti, garantendo un’esperienza piacevole e memorabile.

 

Gestione quotidiana

a) Gestione degli ordini e del servizio

  • Sistema di ordinazione efficiente: Implementare un sistema di ordinazione efficiente per gestire al meglio le comande e ridurre i tempi di attesa.
  • Servizio attento e professionale: Formare il personale per offrire un servizio attento, cortese e professionale ai clienti.
  • Gestione del magazzino: Monitorare il magazzino, ottimizzare gli acquisti e prevenire gli sprechi alimentari.

b) Controllo dei costi e profitti

  • Monitoraggio delle spese: Monitorare attentamente tutte le spese per identificare aree di risparmio e ottimizzare i costi.
  • Analisi dei profitti: Calcolare i profitti e il margine di guadagno per valutare l’andamento del business e prendere decisioni strategiche.

c) Manutenzione e pulizia

  • Manutenzione regolare: Garantire una manutenzione regolare delle attrezzature e degli impianti per prevenire guasti e garantire la sicurezza.
  • Pulizia impeccabile: Mantenere il ristorante pulito e igienizzato, sia nell’area di servizio che in cucina, per offrire un ambiente piacevole ai clienti.
  • Conformità alle normative igienico-sanitarie: Rispettare scrupolosamente le normative igienico-sanitarie per la manipolazione e la somministrazione di alimenti e bevande.

 

Sfide e tendenze del settore

a) Sfide del settore

  • Concorrenza elevata: Il settore della ristorazione è altamente competitivo, quindi è importante differenziarsi e offrire un’esperienza unica ai clienti.
  • Controllo dei costi: Gestire i costi in modo efficiente è fondamentale per la redditività del ristorante.
  • Trovare e fidelizzare il personale qualificato: Trovare e trattenere personale qualificato può essere una sfida, soprattutto in periodi di alta stagione.
  • Soddisfare le mutevoli esigenze dei clienti: Le esigenze e i gusti dei clienti cambiano rapidamente, quindi è importante adattarsi e innovare per rimanere competitivi.

 

b) Tendenze del settore

  • Cibo salutare e sostenibile: I clienti sono sempre più attenti alla scelta di cibi sani e sostenibili, quindi è importante offrire opzioni che soddisfino questa domanda.
  • Esperienze personalizzate: I clienti apprezzano le esperienze personalizzate, quindi è importante offrire un servizio attento e adattato alle loro esigenze individuali.
  • Tecnologia e innovazione: La tecnologia può essere utilizzata per migliorare l’efficienza e l’esperienza dei clienti, ad esempio con sistemi di ordinazione online o tavoli digitali.
  • Delivery e take-away: Il delivery e il take-away sono sempre più popolari, quindi è importante offrire queste opzioni ai clienti.

 

Consigli per il successo

  • Passione e dedizione: Avere passione per il cibo e per l’ospitalità è fondamentale per il successo nel settore della ristorazione.
  • Offrire un’esperienza unica: Creare un’atmosfera accogliente e offrire un’esperienza unica ai clienti per distinguersi dalla concorrenza.
  • Concentrarsi sulla qualità: Utilizzare ingredienti freschi e di alta qualità e preparare piatti con cura per offrire un’esperienza culinaria eccellente.
  • Fornire un servizio eccellente: Offrire un servizio attento, cortese e professionale ai clienti per fidelizzarli e farli tornare.
  • Adattarsi e innovare: Rimanere aggiornati sulle ultime tendenze del settore e adattarsi alle mutevoli esigenze dei clienti per rimanere competitivi.

 

Conclusione

Aprire e gestire un ristorante di successo richiede duro lavoro, dedizione e una buona dose di competenze imprenditoriali. Seguendo i consigli di questa guida completa e aggiornata, sarete in grado di aumentare le vostre possibilità di successo nel settore della ristorazione.

Associazioni sportive e culturali: locazioni agevolate a canone concordato o concessioni

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Le associazioni sportive e culturali, svolgendo un ruolo fondamentale nel tessuto sociale, possono beneficiare di agevolazioni per l’utilizzo di immobili a fini sociali. In particolare, la normativa italiana prevede la possibilità di ottenere concessioni in uso gratuito o locazioni a canone concordato per immobili dello Stato o di enti pubblici.

Requisiti per le agevolazioni

Per accedere alle agevolazioni, le associazioni devono possedere alcuni requisiti fondamentali:

  • Riconoscimento giuridico: l’associazione deve essere regolarmente costituita e dotata di personalità giuridica.
  • Finalità sociali: le attività svolte dall’associazione devono essere di natura sportiva o culturale e senza scopo di lucro.
  • Iscrizione al CONI o a enti riconosciuti: le associazioni sportive devono essere affiliate a Federazioni Sportive Nazionali o Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI. Le associazioni culturali devono essere iscritte ad albi o registri previsti dalla legge o riconosciuti dalle Regioni e Province Autonome.
  • Utilizzo degli immobili: gli immobili devono essere utilizzati esclusivamente per le finalità sociali dell’associazione.

 

Concessioni in uso gratuito

Le concessioni in uso gratuito riguardano l’utilizzo di immobili dello Stato o di enti pubblici a titolo gratuito. Per ottenerle, le associazioni devono presentare apposita domanda all’ente proprietario dell’immobile, allegando la documentazione comprovante il possesso dei requisiti.

Locazioni a canone concordato

Le locazioni a canone concordato prevedono l’utilizzo di immobili a un canone di locazione agevolato, inferiore rispetto ai valori di mercato. Per ottenerle, le associazioni devono presentare apposita domanda all’Agenzia del Demanio, che provvederà a definire il canone concordato sulla base di criteri stabiliti dalla legge.

Enti beneficiari

Oltre alle associazioni sportive e culturali, la normativa prevede l’accesso alle agevolazioni anche per:

  • Istituzioni scolastiche: per finalità didattiche e di ricerca.
  • Università: per finalità di ricerca e didattica.
  • Enti di ricerca: per finalità di ricerca scientifica.
  • Enti di assistenza e beneficenza: per finalità di carattere sociale.

 

Procedure amministrative

Le procedure amministrative per ottenere le agevolazioni variano a seconda del tipo di immobile e dell’ente proprietario. In generale, è necessario presentare una domanda corredata da apposita documentazione, che deve essere verificata dall’ente competente.

Vantaggi e benefici

L’accesso a locazioni agevolate o concessioni in uso gratuito rappresenta un vantaggio significativo per le associazioni sportive e culturali, permettendo loro di ridurre i costi di gestione e di disporre di spazi adeguati per lo svolgimento delle proprie attività.

Conclusioni

Le agevolazioni per le locazioni di immobili rappresentano un importante strumento di sostegno per le associazioni sportive e culturali, favorendone il ruolo nel tessuto sociale e promuovendo la diffusione di attività sportive e culturali sul territorio.

IRAP negli Enti Sportivi Dilettantistici

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L’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) rappresenta un tema di notevole interesse per gli enti sportivi dilettantistici. Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 36/2021 e le successive modifiche, sono state introdotte importanti novità che riguardano il trattamento fiscale dei compensi erogati ai collaboratori.

Esclusione parziale dall’IRAP

Un’importante novità introdotta con la Riforma dello Sport è l’esclusione parziale dall’IRAP dei compensi corrisposti ai collaboratori coordinati e continuativi nell’ambito del dilettantismo. In particolare, fino all’importo di 85.000 euro annui, tali compensi non concorrono alla determinazione della base imponibile IRAP per gli enti sportivi dilettantistici.

Regime forfetario 398/2001

Per gli enti sportivi dilettantistici che adottano il regime forfetario 398/2001, la base imponibile IRAP è determinata forfetariamente al 3% dei ricavi derivanti da attività istituzionali.

Come compilare il Modello IRAP

La compilazione del Modello IRAP per gli enti sportivi dilettantistici deve avvenire seguendo le specifiche istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate. In particolare, per i compensi erogati ai collaboratori, occorre prestare attenzione ai seguenti quadri:

  • Quadro IC (Società di capitali): per le società sportive dilettantistiche che applicano l’articolo 5 del D.Lgs 446/1997.
  • Quadro IE (Enti non commerciali): per le associazioni sportive dilettantistiche che applicano l’articolo 10 del D.Lgs 446/1997.

 

Casi particolari

Esistono alcune casistiche che richiedono un’analisi più approfondita, come ad esempio:

  • CompensI a titolo di sponsorizzazione: non concorrono alla base imponibile IRAP.
  • Utili derivanti da attività commerciali: concorrono alla base imponibile IRAP.
  • CompensI a collaboratori autonomi: la disciplina IRAP segue le regole generali.

APS – ASD – SSD: guida ai compensi erogati a istruttori, amministrativo-gestionali, manutentori ed addetti alla pulizia

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Le Associazioni Pro-Sociali (APS), le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche (SSD) rappresentano enti senza scopo di lucro che svolgono un ruolo fondamentale nel tessuto sociale italiano. Tra le loro attività rientra l’organizzazione di corsi, eventi e iniziative volte a promuovere il benessere, la cultura e lo sport. Per il buon funzionamento di queste realtà, è necessario disporre di personale qualificato, tra cui istruttori, addetti all’amministrazione e alla gestione, manutentori e addetti alla pulizia.

Compensi per gli istruttori

I compensi erogati agli istruttori di APS, ASD e SSD possono assumere diverse forme, a seconda del tipo di rapporto instaurato tra l’ente e il professionista:

  • Co.co.co. (collaborazione occasionale): questa formula contrattuale è idonea per prestazioni occasionali e di breve durata. I compensi percepiti dai collaboratori occasionali sono soggetti a ritenuta d’acconto IRPEF e contributi previdenziali.
  • Co.co.pro. (collaborazione professionale): questo tipo di contratto è utilizzabile per prestazioni di natura professionale continuative, ma non subordinate. I compensi dei collaboratori professionali sono assoggettati a ritenuta d’acconto IRPEF, contributi previdenziali e addizionali INPS.
  • Lavoro subordinato: nel caso di un rapporto di lavoro subordinato, l’istruttore è assunto dall’ente con regolare contratto di lavoro, con tutti i diritti e i doveri previsti dalla normativa vigente.

 

Compensi per il personale amministrativo-gestionale

Anche per il personale amministrativo-gestionale di APS, ASD e SSD, i compensi possono assumere diverse forme:

  • Co.co.co.: come per gli istruttori, il contratto di collaborazione occasionale può essere utilizzato per prestazioni sporadiche e di breve durata.
  • Co.co.pro.: questa formula contrattuale è più adatta per prestazioni continuative, ma non subordinate, tipiche del personale amministrativo.
  • Lavoro subordinato: anche in questo caso, l’assunzione con regolare contratto di lavoro rappresenta la scelta più idonea per garantire al personale i diritti e le tutele previsti dalla legge.

 

Compensi per manutentori e addetti alla pulizia

I compensi per manutentori e addetti alla pulizia di APS, ASD e SSD seguono le stesse modalità previste per il personale amministrativo-gestionale:

  • Co.co.co.: per prestazioni occasionali e di breve durata.
  • Co.co.pro.: per prestazioni continuative, ma non subordinate.
  • Lavoro subordinato: per garantire i diritti e le tutele previsti dalla legge.

 

Regime fiscale dei compensi

I compensi erogati a istruttori, personale amministrativo-gestionale, manutentori e addetti alla pulizia di APS, ASD e SSD sono generalmente soggetti a ritenuta d’acconto IRPEF e contributi previdenziali. Tuttavia, è importante precisare che la disciplina fiscale può variare in base al tipo di rapporto instaurato tra l’ente e il lavoratore. Per questo motivo, è sempre consigliabile consultare un professionista per avere una valutazione precisa degli obblighi fiscali e contributivi.

Limite di importo per compensi in regime di esenzione fiscale

È importante sottolineare che per le prestazioni rese da istruzioni, addetti alla pulizia e manutentori è prevista una franchigia di 7.500 euro annui per i compensi erogati in forma di co.co.co. o co.co.pro. Tale franchigia comporta l’esenzione da imposizione fiscale e contributiva per i compensi che non superano tale limite.

DURF: cos’è e come funziona

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Dal 1 gennaio 2020 è entrato in vigore un nuovo obbligo di attestazione di regolarità negli appalti, noto come DURF, o Documento Unico di Regolarità Fiscale (anche detto DURC Fiscale). Introdotto dall’art. 4 del DL del 26 ottobre 2019, n. 124 (convertito in Legge 19 dicembre 2019, n. 157), questo decreto ha aggiunto l’art. 17-bis al D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 241.

Questa norma stabilisce che, negli appalti e subappalti di opere o servizi con un importo complessivo annuo superiore a 200.000 euro e caratterizzati da un prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi del committente, prima di effettuare i pagamenti:

  1. Il committente deve richiedere all’impresa appaltatrice o affidataria e alle subappaltatrici copie delle deleghe di pagamento relative alle ritenute versate per i lavoratori direttamente impiegati nell’esecuzione dell’opera o servizio.
  2. Le imprese appaltatrici, affidatarie e subappaltatrici devono trasmettere al committente (e le subappaltatrici anche all’appaltatrice) entro cinque giorni lavorativi dalla scadenza del versamento delle ritenute:
    • i modelli F24 relativi al versamento delle ritenute,
    • l’elenco dei lavoratori impiegati nel mese precedente, con dettagli su ore di lavoro, retribuzioni e ritenute fiscali.

 

Data la complessità di questo adempimento, è prevista un’alternativa: le imprese possono fornire il DURF, un documento che attesta che, alla fine del mese precedente la scadenza delle ritenute, l’impresa:

  • era attiva da almeno tre anni e in regola con gli obblighi dichiarativi,
  • aveva eseguito versamenti fiscali complessivi per un importo non inferiore al 10% dei ricavi o compensi dichiarati negli ultimi tre anni,
  • non aveva debiti fiscali o previdenziali superiori a 50.000 euro non pagati, salvo piani di rateazione in corso senza decadenza.

Il DURF semplifica i controlli del committente sui versamenti delle ritenute, aiutando a contrastare il lavoro nero e lo sfruttamento della manodopera. Se un’impresa è attiva da meno di tre anni, non può richiedere il DURF e deve produrre la documentazione alternativa.

 

Quando non va chiesto il DURF

La normativa sul DURF non si applica alle imprese non stabilite in Italia, né ai soggetti che non esercitano attività d’impresa, agricole o professionali. Le Pubbliche Amministrazioni non devono esibire il DURF se appaltatrici o subappaltatrici per attività istituzionali non commerciali, ma devono richiederlo se committenti.

 

Come si ottiene il DURF

Per ottenere il DURF, il cui nome tecnico è “Certificato di sussistenza dei requisiti previsti dall’art. 17-bis, comma 5, decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241”, l’impresa deve rivolgersi alla sede provinciale dell’Agenzia delle Entrate (alla sede regionale per le imprese grandi contribuenti) trasmettendo il modulo di richiesta via PEC. Il certificato è disponibile dal terzo giorno lavorativo di ogni mese e vale quattro mesi.

In caso di appalto pubblico, l’impresa può autocertificare il possesso dei requisiti e il committente pubblico dovrà verificare la dichiarazione presso l’Agenzia delle Entrate.

 

Conseguenze del DURF irregolare

Un DURF irregolare o la mancata trasmissione della documentazione richiesta impediscono al committente di procedere con i pagamenti, che devono essere trattenuti fino a concorrenza del 20% del valore dell’opera o servizio, o per l’importo delle ritenute non versate. In questi casi, entro 90 giorni, il committente deve informare l’Agenzia delle Entrate. L’impresa non può agire contro il committente per il pagamento fino a quando non abbia versato le ritenute omesse.

Il committente che non applica queste disposizioni è soggetto alla stessa sanzione prevista per l’impresa per l’omesso versamento delle ritenute, riferite ai lavoratori impiegati nell’appalto specifico.

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