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martedì 25 Febbraio 2025
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SRL ordinaria: guida e sintesi alle novità fiscali

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Le SRL (Società a Responsabilità Limitata) sono una delle forme societarie più diffuse in Italia per chi vuole avviare un’impresa limitando i rischi personali. Nel corso del 2024, il legislatore ha introdotto alcune novità fiscali rilevanti per le SRL ordinarie, mirate a semplificare gli adempimenti e favorire la crescita delle imprese. Di seguito una sintesi delle principali novità fiscali.

Aliquota IRES ridotta per reinvestimento

Tra le principali novità c’è l’introduzione di un’aliquota ridotta dell’IRES (Imposta sul Reddito delle Società) per le imprese che reinvestono i propri utili in specifiche attività produttive o nella ricerca e sviluppo. Questa misura è volta a incentivare il reinvestimento degli utili per l’espansione aziendale, l’innovazione e la competitività.

Deducibilità dei costi di formazione e digitalizzazione

Un’altra novità riguarda la deducibilità fiscale dei costi sostenuti per la formazione dei dipendenti e la digitalizzazione dell’impresa. Le SRL che investono in nuove tecnologie e miglioramento delle competenze del proprio personale possono ora beneficiare di vantaggi fiscali significativi. Questo intervento è in linea con il piano di transizione digitale e tecnologica promosso a livello europeo.

Nuove regole per il regime di trasparenza fiscale

Per le SRL ordinarie, è stato rivisto il regime di trasparenza fiscale, che consente il trasferimento diretto degli utili ai soci, i quali li dichiarano nella propria imposta personale. Le nuove disposizioni puntano a rendere questo regime più flessibile, ampliando le categorie di SRL che possono optare per questo sistema e semplificando i requisiti necessari.

Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali

Un’altra importante novità riguarda l’introduzione di un credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi, sia materiali che immateriali. Questo incentivo è destinato a supportare le imprese che investono nell’ammodernamento delle proprie attrezzature e nell’acquisto di software o brevetti, per incrementare la produttività e l’efficienza.

Semplificazioni amministrative e contabili

Per agevolare la gestione delle SRL, sono state introdotte semplificazioni negli adempimenti contabili e amministrativi. In particolare, si riducono le formalità relative alla tenuta dei libri contabili e agli obblighi di comunicazione periodica, con l’obiettivo di alleggerire il carico burocratico sulle piccole e medie imprese.

Novità sul trattamento dei dividendi

Un’ulteriore novità riguarda il trattamento fiscale dei dividendi distribuiti ai soci. Il legislatore ha previsto una riduzione dell’aliquota applicabile sui dividendi distribuiti a persone fisiche residenti, a patto che gli utili vengano reinvestiti in azienda o distribuiti gradualmente nel tempo.

Conclusione

Le novità fiscali introdotte per le SRL ordinarie nel 2024 mirano a incentivare la crescita delle imprese, favorire gli investimenti e semplificare la gestione amministrativa. Queste misure sono parte di un quadro più ampio di riforme pensate per migliorare la competitività delle imprese italiane sul mercato internazionale, sostenendo la transizione verso un’economia sempre più digitale e sostenibile.

Il Concordato Preventivo Fiscale

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Risanamento

Il concordato preventivo fiscale è uno strumento cruciale del diritto fallimentare italiano, volto a fornire alle imprese in difficoltà finanziarie una via d’uscita dalla crisi, evitando il fallimento. Questo meccanismo consente all’azienda di proporre un piano di ristrutturazione del debito ai creditori, inclusi i creditori fiscali (come l’Agenzia delle Entrate), per concordare modalità di pagamento alternative, con l’obiettivo di preservare la continuità aziendale. Tuttavia, il concordato non è una panacea per tutti i casi di difficoltà finanziaria e la sua convenienza dipende da diverse circostanze.

Come funziona il concordato preventivo fiscale?

Il concordato preventivo fiscale fa parte della procedura di concordato preventivo, che può essere avviata da un’impresa che si trovi in uno stato di crisi o insolvenza imminente. L’impresa, con l’assistenza di un professionista, prepara un piano dettagliato che include:

  • La proposta di pagamento parziale o dilazionato dei debiti, inclusi quelli fiscali.
  • La ristrutturazione aziendale, con l’obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro e il patrimonio aziendale.
  • Una percentuale minima di pagamento dei debiti fiscali (la legge richiede il pagamento integrale dell’IVA e delle ritenute operate e non versate).

Una volta depositato il piano, il tribunale può sospendere temporaneamente le azioni esecutive e cautelari, permettendo all’impresa di continuare le proprie attività durante la procedura. Dopo l’approvazione da parte della maggioranza dei creditori e l’omologazione del tribunale, l’accordo diventa vincolante per tutti i creditori coinvolti.

Quando conviene il concordato preventivo fiscale?

Il concordato preventivo fiscale può essere una soluzione ideale per le imprese in crisi in una serie di casi specifici:

1. Mantenimento della continuità aziendale

Quando l’azienda ha prospettive di ripresa economica, ma una ristrutturazione del debito è necessaria per evitare il fallimento, il concordato preventivo fiscale consente di preservare la continuità dell’attività. In queste situazioni, l’azienda ha ancora la capacità di generare ricavi, ma necessita di un alleggerimento del carico fiscale e finanziario per tornare alla sostenibilità.

2. Risanamento aziendale

In presenza di un piano industriale ben strutturato, che prevede una riorganizzazione dei costi, una ristrutturazione delle linee di produzione o una diversificazione dell’attività, il concordato preventivo fiscale può permettere all’azienda di ottenere il tempo e le risorse necessarie per attuare il proprio risanamento.

3. Debiti fiscali gestibili

Quando i debiti fiscali rappresentano una parte significativa ma non eccessiva dell’indebitamento complessivo dell’azienda, il concordato può essere particolarmente vantaggioso. In queste situazioni, l’azienda può proporre il pagamento di una parte del debito o richiedere una dilazione temporale per il saldo.

4. Blocco delle azioni esecutive

Uno degli effetti immediati del concordato è la sospensione delle azioni esecutive e cautelari, come pignoramenti e sequestri, che possono compromettere l’operatività dell’azienda. Per imprese con problemi di liquidità temporanea, questo “respiro” può essere determinante.

Quando non conviene il concordato preventivo fiscale?

Ci sono situazioni in cui il concordato preventivo fiscale potrebbe non essere la soluzione più adatta, e addirittura potrebbe peggiorare la situazione dell’impresa.

1. Grave squilibrio finanziario

Se l’azienda è gravemente insolvente e priva di risorse per sostenere la propria attività nel breve termine, il concordato potrebbe non essere sufficiente. In questi casi, la crisi è troppo profonda e l’azienda potrebbe non avere alcuna possibilità di riprendersi, rendendo il concordato solo una forma di procrastinazione del fallimento inevitabile.

2. Debiti fiscali troppo elevati

Il concordato preventivo fiscale non è sempre conveniente quando i debiti fiscali rappresentano una parte preponderante dell’indebitamento totale. Ci sono vincoli legali che impongono il pagamento integrale di alcuni debiti, come l’IVA e le ritenute non versate. Se l’azienda non è in grado di coprire queste somme, il concordato potrebbe non essere approvato o potrebbe rivelarsi insostenibile per l’impresa.

3. Mancanza di consenso dei creditori

La procedura di concordato preventivo richiede l’approvazione da parte della maggioranza dei creditori. Se i creditori principali, soprattutto quelli fiscali, non sono favorevoli alla proposta, il piano rischia di fallire, lasciando l’azienda in una posizione di maggiore vulnerabilità. Le procedure fallimentari, in questo caso, potrebbero essere inevitabili.

4. Costi della procedura

Il concordato preventivo fiscale richiede un’attenta preparazione e il coinvolgimento di professionisti specializzati (come avvocati, commercialisti e consulenti finanziari), il che comporta costi significativi. Se l’impresa non dispone delle risorse finanziarie per sostenere queste spese o se i costi superano i benefici del concordato, la procedura può risultare poco conveniente.

Conclusione

Il concordato preventivo fiscale è uno strumento potente per evitare il fallimento e ristrutturare i debiti di un’azienda in crisi. Tuttavia, la sua efficacia dipende da molteplici fattori, tra cui l’entità del debito fiscale, la capacità dell’azienda di riprendersi e il consenso dei creditori. In generale, conviene adottarlo quando l’azienda ha prospettive concrete di risanamento, mentre è meno vantaggioso in situazioni di crisi profonda o quando i debiti fiscali sono eccessivamente onerosi.

Valutare attentamente i costi e i benefici della procedura è essenziale per scegliere se avviare il concordato o optare per soluzioni alternative, come la liquidazione o la ristrutturazione extra-giudiziale dei debiti.

Normativa delle ritenute d’acconto: libero professionista, società tra professionisti e SRL

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Le ritenute d’acconto sono uno strumento fiscale fondamentale nel sistema tributario italiano e si applicano a varie categorie, tra cui i liberi professionisti, le società tra professionisti (STP) e le SRL di professionisti. Questo meccanismo permette allo Stato di prelevare in anticipo una parte delle imposte dovute dal soggetto che presta il servizio, a beneficio della gestione fiscale e della trasparenza.

Vediamo in dettaglio come funzionano le ritenute d’acconto per queste categorie e quale normativa regola il loro calcolo.

Cos’è la Ritenuta d’Acconto?

La ritenuta d’acconto è una trattenuta fiscale effettuata dal soggetto che paga un corrispettivo (il committente) su determinate tipologie di reddito. Essa rappresenta un anticipo delle imposte dovute dal percettore (professionista o società). Il soggetto che eroga il pagamento funge da sostituto d’imposta e ha l’obbligo di versare l’importo trattenuto all’Agenzia delle Entrate.

Tipologie di Redditi Soggetti a Ritenuta d’Acconto:

  • Compensi per prestazioni di lavoro autonomo.
  • Provvigioni.
  • Utili da partecipazioni.
  • Canoni di locazione.

Ritenuta d’Acconto per i Liberi Professionisti

Per i liberi professionisti (avvocati, commercialisti, ingegneri, ecc.), la ritenuta d’acconto si applica al 75% del compenso lordo, con un’aliquota del 20%. Il soggetto committente, al momento del pagamento, trattiene questa percentuale sul compenso lordo e la versa all’erario per conto del professionista.

Esempio di Calcolo

  • Compenso lordo: 1.000 euro.
  • Base imponibile soggetta a ritenuta: 75% di 1.000 = 750 euro.
  • Ritenuta d’acconto: 20% di 750 = 150 euro.
  • Il professionista riceverà quindi 1.000 – 150 = 850 euro netti.

La ritenuta versata sarà poi sottratta dall’importo delle imposte dovute dal professionista nella dichiarazione dei redditi.

Ritenuta d’Acconto per le Società tra Professionisti (STP)

Le Società tra Professionisti (STP) sono soggetti giuridici nati per facilitare il lavoro associato tra professionisti di diverse discipline. Anche le STP sono soggette al regime di ritenuta d’acconto, ma con alcune specificità.

Per le STP, la ritenuta d’acconto viene applicata sull’intero compenso percepito dalla società, non sui singoli soci. Come per i liberi professionisti, l’aliquota è del 20% e viene trattenuta dal committente al momento del pagamento del compenso.

Esempio di Calcolo per STP

  • Compenso lordo della società: 2.000 euro.
  • Ritenuta d’acconto: 20% di 2.000 = 400 euro.
  • L’importo netto percepito dalla società sarà 2.000 – 400 = 1.600 euro netti.

Ritenuta d’Acconto per le SRL di Professionisti

Le SRL di professionisti sono un’altra forma giuridica molto comune tra i professionisti, soprattutto quelli che desiderano una maggiore separazione tra patrimonio personale e attività professionale. Tuttavia, a differenza delle STP, le SRL di professionisti non sono soggette alla ritenuta d’acconto sui compensi percepiti.

Questo perché le SRL sono considerate soggetti passivi IRES (Imposta sul Reddito delle Società) e non soggetti IRPEF, il che le esenta dal regime della ritenuta. Le SRL, infatti, pagano l’IRES e l’IRAP direttamente sugli utili societari, e i soci professionisti pagano le imposte sui dividendi eventualmente distribuiti dalla società.

Calcolo Senza Ritenuta

Per una SRL, non ci sarà ritenuta d’acconto da trattenere. Il compenso lordo fatturato verrà incassato interamente dalla società, che successivamente pagherà le imposte dovute tramite la propria dichiarazione dei redditi.

Normativa di Riferimento

Le ritenute d’acconto sono regolate dal DPR n. 600/1973, che disciplina i criteri per l’applicazione delle ritenute da parte dei sostituti d’imposta. In particolare, l’articolo 25 del DPR 600/73 stabilisce le modalità di applicazione della ritenuta per i redditi da lavoro autonomo.

Inoltre, per le SRL e le società di capitali in generale, la normativa fiscale di riferimento è l’art. 44 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), che regola la tassazione degli utili percepiti e distribuiti ai soci.

Obblighi del Sostituto d’Imposta

Chi effettua il pagamento soggetto a ritenuta d’acconto (committente o cliente) ha l’obbligo di:

  1. Trattenere la ritenuta sul compenso dovuto.
  2. Versare la ritenuta tramite modello F24 entro il giorno 16 del mese successivo a quello in cui è stato effettuato il pagamento.
  3. Certificare le ritenute annualmente, rilasciando la Certificazione Unica (CU) entro il 31 marzo di ogni anno.

Conclusioni

Le ritenute d’acconto rappresentano un aspetto cruciale della fiscalità italiana, soprattutto per i liberi professionisti e le società tra professionisti. Il loro calcolo è relativamente semplice per i singoli professionisti, mentre diventa più complesso per le società. Per le SRL di professionisti, la ritenuta non si applica, ma rimangono comunque soggette agli obblighi fiscali relativi all’IRES e all’IRAP.

Risarcimenti o indennità risarcitorie

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amministrazione@commercialista.it

Quando si parla di risarcimenti o indennità risarcitorie, ci si riferisce a somme di denaro che vengono corrisposte per ristabilire una condizione di equilibrio economico a seguito di un danno subito o di una situazione ingiusta. Questi compensi possono derivare da molteplici situazioni, come incidenti stradali, danni contrattuali, licenziamenti illegittimi, o responsabilità civile.

Tipologie di Risarcimento

  1. Risarcimento per Danno Patrimoniale
    Il risarcimento per danno patrimoniale ha l’obiettivo di compensare la perdita economica concreta subita dal danneggiato. Questo tipo di danno può comprendere:
  • Perdite subite (ad esempio, riparazioni di un veicolo danneggiato).
  • Mancato guadagno (come la perdita di introiti a causa di un infortunio).
  • Risarcimento per Danno Non Patrimoniale
    Riguarda i danni che non possono essere quantificati in termini economici, come il dolore fisico o morale subito dalla persona danneggiata. In Italia, questi risarcimenti vengono regolamentati in base a criteri tabellari stabiliti dai Tribunali.
  • Indennità Risarcitorie
    Le indennità risarcitorie, a differenza del risarcimento, sono somme corrisposte in base a contratti, norme o clausole assicurative. Un esempio è l’indennità per licenziamento ingiustificato, corrisposta dal datore di lavoro al dipendente.

Risarcimenti in Caso di Licenziamento Illegittimo

Un ambito rilevante delle indennità risarcitorie è quello legato al diritto del lavoro. In caso di licenziamento illegittimo, il lavoratore ha diritto a un’indennità, il cui importo varia in base alla durata del rapporto lavorativo e alla tipologia di contratto. La recente riforma del diritto del lavoro italiano ha modificato alcuni aspetti cruciali riguardo a questa indennità.

Secondo il Decreto Legislativo n.23/2015, noto anche come “Jobs Act”, l’indennità risarcitoria per licenziamenti illegittimi nei contratti a tutele crescenti è stabilita in base agli anni di servizio, con una forbice tra 6 e 36 mensilità. Tuttavia, la Corte Costituzionale ha intervenuto nel 2018 stabilendo che tali indennità devono essere proporzionate non solo all’anzianità di servizio ma anche alla gravità del licenziamento e al comportamento del datore di lavoro.

Risarcimento per Danno alla Persona

Il risarcimento del danno alla persona è uno dei settori più rilevanti e complessi. Qui, la giurisprudenza ha stabilito criteri precisi per determinare l’importo del risarcimento, differenziando tra:

  • Danno Biologico: Riguarda le lesioni fisiche o psichiche della persona.
  • Danno Morale: Riferito alla sofferenza interiore del danneggiato.
  • Danno Esistenziale: Colpisce la sfera personale e sociale del danneggiato, compromettendo la sua qualità di vita.

Per quantificare il risarcimento, si utilizzano le tabelle del Tribunale di Milano, che sono diventate un punto di riferimento a livello nazionale. Queste tabelle fissano degli importi base per ogni punto di invalidità e per l’età della persona danneggiata, assicurando equità nella determinazione del risarcimento.

Aspetti Fiscali dei Risarcimenti

Uno degli aspetti più delicati in materia di risarcimenti riguarda la loro tassazione. In linea generale, i risarcimenti per danni non patrimoniali, come il danno biologico o morale, non sono soggetti a tassazione, in quanto non rappresentano un reddito per il beneficiario. Tuttavia, i risarcimenti per danni patrimoniali possono essere tassati se corrispondono a una compensazione per mancati guadagni o redditi persi.

Cosa Dice la Legge

Secondo la normativa fiscale italiana, i risarcimenti per danni morali e biologici non sono soggetti a imposte, in quanto non rappresentano un arricchimento economico, bensì una compensazione per una lesione della salute o della dignità personale. Al contrario, le somme percepite a titolo di risarcimento per danni patrimoniali possono essere assoggettate a imposta sul reddito, poiché rappresentano una compensazione di redditi non percepiti.

Conclusioni

I risarcimenti e le indennità risarcitorie rappresentano uno strumento fondamentale per ristabilire l’equilibrio economico e morale a seguito di danni subiti. La loro applicazione varia a seconda della natura del danno, delle circostanze legali e delle normative vigenti, rendendo essenziale un’adeguata consulenza legale e fiscale per garantire il giusto riconoscimento dei diritti dei danneggiati.

Ravvedimento operoso 2024

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ravvedimento operoso 2024

Il ravvedimento operoso è uno strumento che consente ai contribuenti di regolarizzare spontaneamente le violazioni fiscali, beneficiando di riduzioni sulle sanzioni e degli interessi moratori. Questa procedura è particolarmente utile per chi desidera correggere errori o omissioni nelle dichiarazioni fiscali e negli adempimenti senza dover affrontare le sanzioni più severe previste dalla normativa. Nel 2024, il ravvedimento operoso ha subito alcune modifiche e aggiornamenti significativi. Questo articolo esplorerà le principali novità, le modalità di utilizzo e le opportunità offerte dal ravvedimento operoso per il 2024.

Cos’è il Ravvedimento Operoso?

Il ravvedimento operoso è un istituto previsto dalla normativa fiscale italiana che permette ai contribuenti di correggere le irregolarità e le omissioni nei pagamenti e nelle dichiarazioni fiscali, ottenendo una riduzione delle sanzioni e degli interessi. L’obiettivo è incentivare la regolarizzazione spontanea e ridurre il contenzioso fiscale.

Novità e Aggiornamenti per il 2024

Nel 2024, sono state introdotte alcune modifiche rilevanti al ravvedimento operoso:

  • Nuovi Termini di Presentazione: I termini per effettuare il ravvedimento operoso sono stati aggiornati. Ora è possibile usufruire delle agevolazioni previste anche se si interviene oltre i termini precedentemente stabiliti, ma con modalità e percentuali di riduzione delle sanzioni diverse.
  • Aumento delle Percentuali di Riduzione: Sono state introdotte nuove percentuali di riduzione delle sanzioni per i ravvedimenti effettuati entro determinati termini. Questo incoraggia una tempestiva regolarizzazione delle violazioni.
  • Modifiche alle Sanzioni: Le sanzioni applicabili in caso di ravvedimento operoso sono state riviste, con una maggiore differenziazione in base al tipo di violazione e al momento della regolarizzazione.
  • Facilitazioni per Piccole e Medie Imprese: Sono previsti incentivi specifici per le piccole e medie imprese che decidono di regolarizzare le proprie posizioni fiscali tramite ravvedimento operoso.

Modalità di Utilizzo del Ravvedimento Operoso

Per usufruire del ravvedimento operoso, i contribuenti devono seguire una serie di passaggi:

  • Identificazione dell’Irregolarità: Verificare e identificare le violazioni o le omissioni nella dichiarazione fiscale o nei pagamenti.
  • Calcolo delle Sanzioni e degli Interessi: Calcolare l’importo dovuto, comprendente l’imposta, le sanzioni ridotte e gli interessi moratori.
  • Presentazione della Dichiarazione Integrativa: In caso di omissioni o errori nella dichiarazione, è necessario presentare una dichiarazione integrativa corretta.
  • Pagamento dell’Importo Dovuto: Effettuare il pagamento dell’imposta dovuta, delle sanzioni ridotte e degli interessi. Il pagamento può essere effettuato tramite il modello F24.
  • Presentazione della Richiesta di Ravvedimento: Inviare la richiesta di ravvedimento operoso utilizzando il canale telematico dell’Agenzia delle Entrate.

Percentuali di Riduzione delle Sanzioni

Le percentuali di riduzione delle sanzioni variano a seconda del momento in cui viene effettuato il ravvedimento:

  • Ravvedimento Breve: Se la regolarizzazione avviene entro 15 giorni dalla scadenza, la riduzione delle sanzioni è pari al 1/10 dell’importo originario.
  • Ravvedimento Intermedio: Se il ravvedimento avviene tra il 16° e il 90° giorno dalla scadenza, la riduzione delle sanzioni è pari al 1/9.
  • Ravvedimento Lungo: Se il ravvedimento avviene dopo 90 giorni ma entro 1 anno dalla scadenza, la riduzione delle sanzioni è pari al 1/8.
  • Ravvedimento Ultra-Lungo: Se il ravvedimento avviene tra 1 e 2 anni dalla scadenza, la riduzione è pari al 1/7.

Vantaggi del Ravvedimento Operoso

Il ravvedimento operoso offre numerosi vantaggi:

  • Riduzione delle Sanzioni: Permette di ridurre notevolmente le sanzioni rispetto a quelle ordinarie previste per le violazioni fiscali.
  • Evitamento del Contenzioso: Consente di evitare procedimenti di accertamento e contenziosi con l’Agenzia delle Entrate.
  • Miglioramento della Compliance: Favorisce una regolare conformità fiscale e contribuisce a mantenere buoni rapporti con l’amministrazione fiscale.

Considerazioni Finali

Il ravvedimento operoso rappresenta una preziosa opportunità per i contribuenti che desiderano regolarizzare le proprie posizioni fiscali in modo vantaggioso e senza affrontare sanzioni eccessive. Con le novità introdotte nel 2024, è fondamentale conoscere le nuove regole e approfittare delle facilitazioni per ottimizzare la propria compliance fiscale. È consigliabile consultare esperti fiscali per una corretta applicazione delle normative e per garantire una regolarizzazione efficace delle irregolarità.

Finanziamenti per nuove attività nel mezzogiorno e aree sismiche del centro Italia

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Il bando finanzia l’avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e professionali, sia individuali che collettive, incluse quelle che richiedono l’iscrizione ad ordini o collegi professionali.

Le attività devono svolgersi nel Mezzogiorno o nelle aree del Centro Italia colpite da eventi sismici.

Beneficiari

Possono accedere alle agevolazioni i giovani under 35, residenti nel Mezzogiorno o nelle zone sismiche del Centro Italia, che rientrano in una delle seguenti categorie:

  • marginalità, vulnerabilità sociale o discriminazione
  • inoccupati, inattivi o disoccupati.

Interventi Ammissibili

Sono finanziabili:

  • Servizi di formazione e supporto per l’avvio delle attività
  • Tutoraggio per lo sviluppo delle competenze
  • Incentivi economici per l’avvio dell’attività.

 

Agevolazione

Disponibili 49,5 milioni di euro per il 2024 e 445,5 milioni di euro per il 2025.
Le agevolazioni includono:

  • Voucher fino a €40.000 per beni e servizi, elevato a €50.000 per innovazioni
  • tecnologiche, sostenibilità ambientale o risparmio energetico
  • Contributi fino al 75% per spese fino a €120.000
  • Contributi fino al 70% per spese tra €120.000 e €200.000.

 

Scadenza

Bando in fase di pre-informativa; dettagli sulle scadenze verranno comunicati successivamente.

Bando Brevetti+ 2024: Contributo a Fondo Perduto per la Registrazione di Brevetti

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Brevetto

Il Bando Brevetti+ 2024 è un’iniziativa promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), gestita da Invitalia, che mira a supportare le PMI italiane, incluse quelle di nuova costituzione, nell’utilizzo e nella valorizzazione economica di brevetti per invenzioni industriali.

Requisiti

Le imprese interessate devono avere sede legale e operativa in Italia e soddisfare una delle seguenti condizioni:

  1. Essere titolari di un brevetto per invenzione industriale concesso in Italia dopo il 1° gennaio 2023, o di una licenza esclusiva trascritta all’UIBM (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi) di un brevetto concesso dopo tale data.
  2. Avere una domanda nazionale di brevetto depositata dopo il 1° gennaio 2022, con un rapporto di ricerca con esito “non negativo”.
  3. Essere titolari di un brevetto concesso dall’EPO (European Patent Office) e convalidato in Italia dopo il 1° gennaio 2023.
  4. Essere titolari di una domanda di brevetto europeo o internazionale depositata dopo il 1° gennaio 2022, con un rapporto di ricerca “non negativo”, a condizione che la priorità rivendicata non sia già stata ammessa alle agevolazioni nei precedenti bandi.

Per essere ammissibili, le imprese devono essere iscritte al Registro delle imprese, non essere in liquidazione volontaria, né soggette a procedure concorsuali, e trovarsi in regolare esercizio dei propri diritti.

Modalità di Presentazione delle Domande

Le domande devono essere compilate esclusivamente attraverso la piattaforma informatica dedicata, disponibile dal 29 ottobre 2024 dalle 12:00 alle 18:00 dello stesso giorno. Se rimangono risorse finanziarie disponibili, le domande possono essere presentate nei giorni successivi, dal lunedì al venerdì, dalle 10:00 alle 18:00, fino ad esaurimento delle risorse. Ogni impresa può presentare una sola domanda, relativa a un brevetto non già oggetto di agevolazioni in precedenti edizioni del bando.

Alla presentazione della domanda, verrà rilasciato un Codice Unico di Progetto (CUP), che dovrà essere riportato su tutti i giustificativi di spesa. Le domande sono esaminate in ordine cronologico e, in caso di esaurimento delle risorse, quelle non finanziabili sono sospese fino a eventuali economie derivanti da istruttorie in corso.

Spese Ammissibili

Le agevolazioni sono finalizzate a coprire i costi per servizi specialistici mirati alla valorizzazione economica del brevetto e alla sua introduzione nei processi produttivi e organizzativi dell’impresa. Le spese ammissibili sono suddivise in tre macroaree:

  1. Progettazione, ingegnerizzazione e industrializzazione: studi di fattibilità, progettazione produttiva, sviluppo di prototipi, certificazioni di prodotto o processo e altre attività connesse all’industrializzazione dell’invenzione.
  2. Organizzazione e sviluppo: organizzazione dei processi produttivi, analisi dei mercati, strategie di comunicazione e promozione.
  3. Trasferimento tecnologico: preparazione di accordi di segretezza, concessione di licenze e collaborazioni con istituti di ricerca.

Per ogni progetto, è obbligatorio includere almeno un servizio della prima, mentre le spese relative alle altre due macroaree non possono superare complessivamente il 40% del totale delle spese ammissibili. Le spese devono essere pagate tramite bonifico bancario e non devono essere fatturate prima della presentazione della domanda.

Inoltre, il progetto non può basarsi su un’unica tipologia di servizio.

Entità del Contributo

L’agevolazione concessa è a fondo perduto, coprendo fino all’80% delle spese ammissibili, con un massimo di 140.000 euro per impresa. Questa percentuale può essere aumentata all’85% per le imprese che dispongono di una certificazione di parità di genere, e al 100% per le PMI contitolari di brevetti o domande di brevetto con Enti pubblici di ricerca come Università o IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico).

Le agevolazioni non sono cumulabili con altri contributi pubblici che riguardano le stesse spese, eccetto il caso di garanzie rilasciate dal Fondo di Garanzia per le PMI.

Iter di Valutazione

Le domande sono valutate in base all’ordine cronologico di presentazione e vengono esaminate per verificare i requisiti di accesso e il merito del progetto. La valutazione di merito considera la credibilità della strategia di valorizzazione del brevetto, la coerenza e l’adeguatezza dei servizi richiesti, la professionalità dei fornitori selezionati e la congruità dei costi. È previsto un colloquio tra l’impresa proponente e il soggetto gestore per approfondire gli aspetti del progetto.

Se il progetto non soddisfa i criteri di valutazione, l’impresa riceverà una comunicazione dei motivi ostativi e avrà la possibilità di presentare controdeduzioni entro 10 giorni.

Termine per l’invio della comunicazione dei beni ai soci: guida e normative 2024

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La comunicazione dei beni ai soci è un obbligo fiscale per le società che, secondo le normative vigenti, devono informare i soci su determinate operazioni riguardanti beni aziendali. Questa comunicazione è essenziale per garantire trasparenza e correttezza nella gestione e distribuzione dei beni aziendali. Nel 2024, è importante essere aggiornati sui termini e le procedure per l’invio di questa comunicazione. Questo articolo esplorerà le scadenze, le normative e le pratiche consigliate per l’invio della comunicazione dei beni ai soci.

Che Cos’è la Comunicazione dei Beni ai Soci?

La comunicazione dei beni ai soci è un atto formale attraverso il quale una società informa i propri soci riguardo ai beni aziendali che possono essere utilizzati o trasferiti a titolo gratuito o a condizioni favorevoli. Questo obbligo è previsto per garantire la trasparenza e la correttezza nella gestione dei beni aziendali e per evitare conflitti di interesse.

Obblighi Normativi e Scadenze

Nel 2024, le principali normative che regolano la comunicazione dei beni ai soci sono stabilite dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) e dalle disposizioni specifiche fornite dall’Agenzia delle Entrate. Le scadenze e le modalità di invio possono variare a seconda della tipologia di bene e della natura dell’operazione.

  • Termine di Invio: La comunicazione deve essere inviata entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello in cui si sono verificati gli eventi che richiedono la comunicazione. Ad esempio, per i beni trasferiti o utilizzati nel corso del 2023, la comunicazione deve essere effettuata entro il 31 gennaio 2024.
  • Modalità di Invio: La comunicazione deve essere trasmessa in modalità telematica attraverso il Portale dell’Agenzia delle Entrate. È possibile utilizzare il software dedicato o i servizi di consulenti fiscali per assicurarsi che la comunicazione sia corretta e tempestiva.

Contenuti della Comunicazione

La comunicazione dei beni ai soci deve includere:

  • Dettagli dei Beni: Descrizione dettagliata dei beni trasferiti o utilizzati, inclusi valore, quantità e caratteristiche specifiche.
  • Condizioni di Trasferimento: Le condizioni sotto le quali i beni sono trasferiti o utilizzati, comprese eventuali agevolazioni o condizioni speciali applicate.
  • Informazioni sui Soci: I dati identificativi dei soci coinvolti, compresi nome, cognome, e percentuale di partecipazione nella società.
  • Motivazione e Finalità: La motivazione per il trasferimento o l’utilizzo dei beni, con una chiara spiegazione delle finalità aziendali o personali.

Implicazioni Fiscali e Sanzioni

L’omissione o l’incompletezza della comunicazione dei beni ai soci può comportare sanzioni e implicazioni fiscali significative. Le principali conseguenze includono:

  • Sanzioni Amministrative: Se la comunicazione non viene inviata entro i termini previsti o se contiene informazioni errate, possono essere applicate sanzioni amministrative che variano in base alla gravità dell’omissione o dell’errore.
  • Rivalutazione Fiscale: L’Agenzia delle Entrate può procedere con una rivalutazione fiscale delle operazioni non comunicate, con conseguenti imposte aggiuntive e interessi.

Consigli per una Corretta Comunicazione

Per assicurare una comunicazione corretta e tempestiva, è consigliabile:

  • Preparare in Anticipo: Raccogliere e verificare tutte le informazioni necessarie in anticipo per evitare errori o omissioni.
  • Consultare un Esperto Fiscale: Rivolgersi a un consulente fiscale per garantire che la comunicazione rispetti tutte le normative vigenti e per evitare problematiche future.
  • Utilizzare Strumenti Adeguati: Utilizzare software e strumenti specifici per la preparazione e l’invio della comunicazione per semplificare il processo e ridurre il rischio di errori.

Novità e Aggiornamenti per il 2024

Per il 2024, è importante essere consapevoli di eventuali modifiche normative o aggiornamenti delle procedure. L’Agenzia delle Entrate può apportare modifiche alle scadenze, alle modalità di invio o ai contenuti richiesti nella comunicazione dei beni ai soci. È fondamentale rimanere aggiornati sulle novità per garantire la conformità alle normative fiscali.

Conclusione

L’invio della comunicazione dei beni ai soci è un obbligo importante per le società, che garantisce trasparenza nella gestione dei beni aziendali e contribuisce a evitare problematiche fiscali. Rispetta i termini di scadenza, prepara una comunicazione dettagliata e accurata e consulta esperti fiscali per assicurarti che tutto sia in ordine. Rimanere aggiornati sulle normative e sulle scadenze è essenziale per una corretta gestione fiscale e per evitare sanzioni.

Bando per il sostegno delle imprese della pesca e dell’acquacoltura in sardegna

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Il nuovo bando è stato creato per rafforzare la capacità produttiva e gestionale delle imprese nei settori della pesca e dell’acquacoltura, promuovendo anche condizioni di lavoro sicure per gli operatori. Attraverso l’intervento “Promozione di condizioni favorevoli a settori della pesca e dell’acquacoltura”, il bando attiva diverse operazioni.

Operazioni Finanziabili

Le seguenti operazioni sono incluse nel bando:

  • Operazione 54: Investimenti in attrezzature di sicurezza, come sistemi antincendio e di allerta.
  • Operazione 55: Investimenti per migliorare le condizioni di lavoro, inclusi impianti igienici e aree comuni.
  • Operazione 66: Investimenti produttivi per migliorare la competitività, l’igiene e la salute, e per sostenere la trasformazione dei sottoprodotti e dei pesci non destinati al consumo umano.

Beneficiari

Possono partecipare le micro, piccole e medie imprese con sede in Sardegna.

Tipologie di Interventi

Il bando finanzia investimenti per:

  • Ammodernamento e realizzazione di impianti.
  • Acquisto di attrezzature che migliorano la competitività e le condizioni lavorative.

Spese Ammissibili

Le spese coperte includono:

  • Costi del personale
  • Spese per lavori e servizi
  • Acquisto di terreni e edifici
  • Ammortamenti

Finanziamento

Il budget disponibile ammonta a 4.000.000 euro, con un contributo massimo pari al 50% delle spese ammissibili e un limite di 1.000.000 euro per progetto.

Tempistiche

Le domande possono essere presentate a partire dalle 10:00 del 2 settembre fino alle 10:00 del 15 ottobre 2024.

Bonus per il restauro di beni culturali e di lusso

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Il Bonus per il Restauro di Beni Culturali è un’incentivazione fiscale che offre un credito d’imposta per le spese sostenute nella conservazione e nel restauro di beni culturali di particolare valore storico e artistico. Questo bonus è progettato per incentivare la preservazione del patrimonio culturale e per supportare i proprietari che investono in tali beni.

Beneficiari del Bonus

  • Privati e Collezionisti: Coloro che possiedono beni culturali di valore e che sostengono spese di restauro possono beneficiare del bonus.
  • Istituzioni Culturali: Musei, gallerie e altre istituzioni culturali che investono nella conservazione di beni culturali possono accedere a questo incentivo.
  • Enti e Organizzazioni: Enti pubblici e privati che si occupano di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale.

Importo e Percentuali

  • Credito d’Imposta: Il bonus offre un credito d’imposta fino al 50% delle spese sostenute per il restauro e la conservazione dei beni culturali. Questa percentuale può variare in base alla tipologia di bene e alla normativa vigente.
  • Soglia di Spesa: Non ci sono limiti specifici alle spese, ma il credito d’imposta si applica solo alle spese documentate e approvate.

Requisiti e Procedura

  • Autenticità del Bene: Il bene deve essere riconosciuto come bene culturale e deve avere una certificazione di autenticità.
  • Documentazione: È necessario conservare tutte le fatture e i documenti relativi alle spese di restauro e manutenzione.
  • Procedura di Richiesta: La richiesta di accesso al bonus deve essere effettuata attraverso la presentazione di una specifica dichiarazione al competente ufficio dell’Agenzia delle Entrate o tramite altre modalità previste dalla normativa.

Novità per il 2024

Nel 2024, sono previsti aggiornamenti normativi che potrebbero includere modifiche nei criteri di accesso, nell’importo del bonus o nella documentazione richiesta. È fondamentale verificare le ultime disposizioni legislative per ottenere le informazioni più aggiornate.

Conclusione

Il Bonus per il Restauro di Beni Culturali rappresenta un’opportunità significativa per coloro che possiedono oggetti di lusso di valore storico e artistico, facilitando la loro conservazione e valorizzazione. Approfittare di questo incentivo fiscale può aiutare a preservare il patrimonio culturale e a ridurre i costi associati al restauro e alla manutenzione dei beni di lusso.

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