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domenica 23 Febbraio 2025
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LICENZIAMENTO PER GIUSTA CAUSA

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Un lavoratore licenziato per giusta causa, ricorreva al giudice per ottenere il reintegro a seguito del licenziamento intimatogli dalla società, per aver rifiutato di svolgere delle mansioni assegnategli senza alcuna plausibile giustificazione. Il Tribunale rigettava il ricorso proposto dal lavoratore. La Corte d’Appello confermava la sentenza di primo grado evidenziando che il licenziamento fosse valido e le censure relative alla mancata affissione del codice disciplinare, fossero infondate in quanto si trattava di una violazione degli obblighi contrattuali e derivanti dal legislatore. Inoltre era accertato che, rifiutando la mansione assegnata, il lavoratore non avesse rispettato il vincolo della subordinazione.

Un lavoratore licenziato per giusta causa, ricorreva al giudice per ottenere il reintegro a seguito del licenziamento intimatogli dalla società, per aver rifiutato di svolgere delle mansioni assegnategli senza alcuna plausibile giustificazione. Il Tribunale rigettava il ricorso proposto dal lavoratore. La Corte d’Appello confermava la sentenza di primo grado evidenziando che il licenziamento fosse valido e le censure relative alla mancata affissione del codice disciplinare, fossero infondate in quanto si trattava di una violazione degli obblighi contrattuali e derivanti dal legislatore. Inoltre era accertato che, rifiutando la mansione assegnata, il lavoratore non avesse rispettato il vincolo della subordinazione.

La giustificazione presentata dal lavoratore era pretestuosa perché causata da un rifiuto di seguire le lezione del corso qualificante la mansione assegnata. A fronte di tale comportamento protratto per più giorni, anche senza sanzioni disciplinari, il recesso per giusta causa era apparso idoneo.

Il lavoratore ricorreva alla Cassazione lamentando la
mancata affissione del codice disciplinare come previsto dall’articolo 7 dello Statuto dei Lavoratori.

La Cassazione rigettava il ricorso sostenendo che: 
– in presenza di violazioni legislative e contrattuali e comunque di mancanza di doveri fondamentali nel rapporto di lavoro, in caso di licenziamento intimato per ragioni disciplinari, non è prevista l’affissione del codice disciplinare (Cassazione 7 aprile 2003 n. 5434, Cassazione 14 settembre 2009 n. 19770, Cassazione 18 settembre n. 20270);
– nell’ambito del rapporto di lavoro subordinato, il principio di tassatività degli illeciti, non può essere inteso in un senso rigoroso come previsto per gli illeciti penali.  
Trattandosi di illeciti relativi alla violazione dell’organizzazione aziendale chiaramente ignota alla collettività, nonché di comportamento manifestante contrario agli interessi dell’impresa, non è prevista l’affissione del codice disciplinare e legittima il datore di lavoro al recesso dalla subordinazione per giusta causa o giustificato motivo soggettivo.
Il potere sanzionatorio in questi casi deriva direttamente dalla legge. Secondo la Cassazione, la Corte d’Appello, motivando in base a questi principi la sentenza, aveva inquadrato la condotta del dipendente nei casi esclusi dall’affissione del
codice disciplinare. Il lavoratore lamentava la proporzionalità della sanzione rispetto al comportamento, sottolineando la mancanza di sanzioni disciplinari nei quindici anni di lavoro presso la società e che la condotta assegnatagli, aveva avuto una durata di soli tre giorni successivi a tre anni di cassa integrazione a zero ore. La Suprema Corte rigettava l’ulteriore motivazione adeguandosi ai precedenti principi sottolineando che:  
– l’esistenza di un recesso per giusta causa, deve essere motivata da elementi essenziali nel rapporto di lavoro ed in particolare da quello fiduciario. Occorre valutare ed esaminare da un lato la gravità del comportamento del lavoratore in base alle circostanza esistenti ed all’intensità dell’intenzionalità; dall’altra parte la proporzionalità tra i fatti
accaduti e la sanzione massima inflitta, stabilendo se il rapporto di fiducia sia venuto a mancare;
– in caso di licenziamento per giusta causa, occorre verificare che la mancanza del lavoratore sia tanto grave da giustificare il recesso, non solo nel senso oggettivo (quindi la mancanza di sanzioni disciplinari nel corso dei 15 anni di lavoro), ma anche nel senso soggettivo e quindi con particolare riferimento alle circostanze, alle condizioni, ai modi ed agli effetti provocati.
La Corte Suprema affermava la correttezza della Corte d’Appello nel mantenimento dei principi, ponendo particolare rilevanza sull’atteggiamento provocatorio del lavoratore nei confronti del proprio datore di lavoro, rifiutandosi immotivatamente di seguire un corso di aggiornamento professionale. La Corte Suprema faceva inoltre notare come il
lavoratore avesse giustificato il suo rifiuto di eseguire la prestazione per tre giornate, non esauritosi quindi in un gesto isolato, sostenendo la sua mancanza di preparazione specifica al corso di aggiornamento. In base a questi principi secondo la Corte di Cassazione, non può essere posta alcuna incertezza sul fatto che la condotta del dipendente con un’anzianità significativa all’interno dell’azienda, sia tale da “ledere il principio fiduciario che deve intercorrere tra le parti del rapporto di lavoro, facendo venir meno la possibilità di ipotizzare un comportamento improntato a regole di correttezza nel prosieguo”.  

Medici, Avvocati, professionisti ed attori individuati in Evasione D’imposta tramite le segnalazione al 117

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Sono state eseguite in tutta la provincia cinquantanove verifiche fiscali, di cui 36 a Roma, che hanno riguardato quasi tutte le categorie professionali – dagli avvocati agli architetti, dai notai ai medici odontoiatri ed ai commercialisti – nonché undici artisti, per lo più del mondo del cinema, della musica e dello spettacolo. In qualche caso, specie in assenza di scritture contabili, sono stati di grande aiuto per le Fiamme Gialle gli accertamenti presso banche, poste ed altri intermediari finanziari, al fine di ricostruire il giro d’affari degli interessati.

Materia imponibile non dichiarata per circa diciotto milioni e seicentomila euro proposta per il recupero a tassazione ai competenti Uffici dell’Agenzia delle Entrate, constatazione di IVA evasa pari a quasi due milioni ed ottocentomila, oltre ad otto persone denunciate all’Autorità Giudiziaria per aver superato le soglie di punibilità stabilite dalla legge penale tributaria (Decreto Legislativo 74/2000). E’ il resoconto provvisorio dell’attività di polizia tributaria – ancora in corso – eseguita dai Reparti dipendenti dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza, dopo avere selezionato le posizioni più significative sulla base delle segnalazioni pervenute al numero di pubblica utilità “117” e delle evidenze dell’azione di intelligence e del controllo economico del territorio. Sono state eseguite in tutta la provincia cinquantanove verifiche fiscali, di cui 36 a Roma, che hanno riguardato quasi tutte le categorie professionali – dagli avvocati agli architetti, dai notai ai medici odontoiatri ed ai commercialisti – nonché undici artisti, per lo più del mondo del cinema, della musica e dello spettacolo. In qualche caso, specie in assenza di scritture contabili, sono stati di grande aiuto per le Fiamme Gialle gli accertamenti presso banche, poste ed altri intermediari finanziari, al fine di ricostruire il giro d’affari degli interessati. In tale ambito, sono emersi anche quindici “evasori totali”, ovvero inottemperanti agli obblighi di dichiarazione delle imposte sui redditi, dell’IVA e dell’IRAP. Tra i casi più eclatanti, quelli di un artista e di un medico odontoiatra sottoposti a controllo da parte dei finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria della Capitale.

Il primo, residente a Canale Monterano, aveva dimenticato di presentare la dichiarazione annuale, dopo avere movimentato somme sul proprio conto corrente per importi ammontanti a circa quattro milioni e cinquecentomila euro, per cui non ha fornito spiegazioni convincenti circa la loro estraneità alla propria attività artistica.

Il secondo, invece, aveva dichiarato duecentosessantatremila euro ma ne aveva in realtà guadagnati oltre tre milioni e cinquecentomila, pari ad un tredicesimo dei redditi effettivamente conseguiti.

I controlli nei confronti dei lavoratori autonomi non sono ancora conclusi ed annualmente una significativa quota degli interventi delle Fiamme Gialle è rivolta anche a costoro, dopo aver proceduto ad un’analisi di rischio, che considera le risultanze agli atti dei Reparti, le segnalazioni pervenute al “117” e quelle delle diverse banche dati disponibili, soprattutto l’Anagrafe Tributaria.  

GDF su Opzioni di acquisto su autovetture e mancata dichiarazione della caparra

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GDF su Opzioni di acquisto su autovetture e mancata dichiarazione della caparra

Comando Provinciale Pesaro

La Guardia di Finanza attraverso il Nucleo della Polizia Tributaria di Pesaro, al termine di una complessa attività investigativa durata più di un anno, denominata “Family Trick”, ha tratto in arresto madre e figlio, titolari di un autosalone con sede a Fano, per concorso in bancarotta fraudolenta.

Il provvedimento restrittivo, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pesaro, ha previsto la custodia cautelare nel carcere di Villa Fastiggi per l’uomo e gli arresti domiciliari nei confronti della madre.

I due, attraverso un ben collaudato meccanismo di raggiro, prima e dopo il fallimento della loro azienda, sono stati capaci di accaparrarsi, nel tempo, ingenti somme di denaro a danno di numerosi ignari clienti, lucrando circa un milione di euro.

In sostanza, le vittime del suddetto raggiro si vedevano offrire virtuali opzioni di acquisto su autovetture che, nella realtà, non si trovavano neppure nella disponibilità dei due venditori.

Non solo, ai malcapitati, invogliati dal vantaggioso prezzo di acquisto, veniva richiesta una corposa somma a titolo di caparra, senza poi, naturalmente, giungere mai alla consegna del veicolo. In qualche altra occasione, al danno si è aggiunta la beffa: i due astuti complici, sempre con l’intento di accattivarsi la fiducia del cliente, accordavano le permute dell’usato, che provvedevano a vendere e ad incassarne l’ammontare, avendo proceduto prima a intestare alla loro azienda la proprietà delle vetture.

Emblematico e significativo è il caso di un fanese che, lusingato dalla promessa dell’acquisto di una Porsche Cayenne, dava in permuta la propria Ferrari unitamente ad un cospicuo anticipo di €. 37. 000.

E non è tutto, come se non bastasse, la coppia ha avviato numerose pratiche di concessione di finanziamenti, intascandone le somme relative.

Ma l’alacre lavoro svolto dalle Fiamme Gialle di Pesaro ha consentito di stroncare l’attività criminale di madre e figlio e condurre questa triste storia al giusto epilogo: l’arresto dei due malfattori.

A seguito delle operazioni di perquisizione eseguite presso le abitazioni e all’interno degli automezzi in uso ai due, è stata rinvenuta ampia documentazione ritenuta di fondamentale importanza per l’accertamento dei fatti ed a comprova degli stessi.

In caso di condanna i due rischiano una pena detentiva fino a 10 anni di reclusione.

Il Bottaccio Luxury Suites and Restaurant

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Il Bottaccio Luxury Suites and Restaurant

Il Bottaccio is an elegant hotel and a superb restaurant created around a seventeenth century water-powered olive mill transformed into an oasis of refinement and serenity. This aristocratic rural retreat stands isolated in the hills of Montignoso, enjoying both the reflection of the Mediterranean Sea and the peace of Apuanian Alps. The village is overlooked by the impressive ruins of the Aghinolfi Castle, masters of this county in 1202. The Hospitality provided by the Bottaccio to its gourmand travellers matches the quality of its cuisine. The freedom of the guests and the respect for their habits and privacy is paramount. Large spaces with open views on the greenery complement the very large private suites, whose name is different for each one of them, as well as different is the character of the atmosphere.

Il Bottaccio di Montignoso Via Bottaccio, 1 – 54038 Montignoso – MS – (Toscana)

These are spacious, individually furnished and cared for in every minute detail. The 18th century pieces dotted in the suites sensually blend with prestigious contemporary furnishing. Il Bottaccio successfully blends the charm of a country mansion with the pleasure of refined catering and the luxury of absolute peace.

 

This elegant suite is the favorite of many guests. They are still carefully preserved the ancient mills for the production of oil and the original wooden gears. From one of the original mill was converted into a bathtub floor of 2 meters in diameter.

A fireplace in the ‘700 Florentine tiled floors and beamed ceilings are elements that create an inviting atmosphere. Chesterfield sofa and
armchairs, the antique desk, a mirror of the Empire
style and a superb 18 th century painting depicting Venus and Mars, and again, Versace lamps and sculptures and paintings by contemporary artists, realize a happy marriage between the unique modern pieces works and antiques.

The bathroom is lined  with ceramics from Vietri, has a full wall mirror and comes with a small loft with a private gym.

Dining  DIANA HALL

In this place of the old mill blend charm and discretion. Here the love for the elegance, the purpose of providing a perfect experience for every guest, is expressed with the characteristics of absolute originality.

The wonderful blend of furnishings and furniture from the 600 and 700 pieces of the best contemporary design gives a unique character to “Diana Hall” whose name is inspired by the imposing painting, a masterpiece of Nicholas Children, which helps to give ‘environment, its magical and seductive atmosphere.

Dining – POOL ROOM

The evocative “lounge by the pool” – heart of the Bottaccio complex, houses the main body of the restaurant in a perfect symphony of elements Played Between the pool lying at the room’s center, the giant wooden trusses flying high above, and the oversized glass and Marching down wooden portals Both Sides. The lush green garden offers a welcome frame and canvas for the many sculptures gracing Both the inside and out of this exotic and unforgettable place.

 

COOKING SCHOOL

Il Bottaccio offers 3-day and 5-day courses to cooking enthusiasts of all levels throughout the year. Small classes, with a maximum of eight participants, ensure that you experience hands-on learning and high-quality instruction.

And uniquely at Il Bottacio, you also have the opportunity to participate in a live, working kitchen, giving you behind-the-scenes insights into a top Italian restaurant. Each day at the cooking school focuses on a few different aspects of Italian cuisine, giving you the opportunity to learn everything from cooking essentials, such as tips on working with seafood, to the secrets for cooking Italian basics and the delicate cuisine of Il Bottaccio.

Menus and lessons are tailored to seasonal specialties, ensuring only the freshest and highest quality ingredients are used, but the general class overview is outlined below. Daily classes last for approximately four hours, leaving the remainder of the day to explore the surrounding area through planned activities or on your own. Learn about and taste essential Italian ingredients, including olive oil, balsamic vinegar, and cheese, with a special emphasis on seasonal specialities.

 

DAY 1 – Italian Classics

We start the course by learning about and tasting a collection of essential Italian ingredients, including olive oil, balsamic vinegar, and cheeses, with a special emphasis on seasonal items. After reviewing basic knife skills, we will discuss regional differences and specialties of Italy and prepare a selection of courses for lunch.

DAY 2- The Cuisine of Il Bottaccio

Today we’ll share the secrets of the light and modern cuisine of Il Bottaccio. Given its emphasis on seafood, we will talk about cleaning and preparing seafood. You will also discover hand- made pasta, just one of the ingredients that will be used as we prepare our sumptuous lunch.

DAY 3 – Desserts and Introduction to Wines

In the morning, you’ll discover classic and modern Italian desserts. Then, over a leisurely lunch prepared by our staff, we will talk about and taste a selection of Italian wines.

DAY 4 – Culinary Outing

We’ll head for the countryside today to visit a local winery, dining on a delectable lunch as we continue our discussion and tasting of Italian wines. The day will be rounded out with a trip to the market, an olive oil mill, or another culinary destination, depending on the season

DAY 5 – More Il Bottaccio Cuisine and “Being the Chef”

Today you’ll experience more wonderful specialties of Il Bottaccio. You’ll also have the opportunity to ‘be the chef’, as you use what you have learned during the week to create your own masterpiece

SPA OTZIUM

The Art of living and making of oneself a masterpiece.  The Bottaccio has created an oasis of being around this philosophy – a Health and Beauty Spa for believers that the body and spirit are reflections of one another, that a healthy body creates a healthy world, and that the two should be nurtured and cared for together.

Its very name, ‘Otzium,’ springs from the Latin word for ‘not doing’ – ‘ozio’.  Here, stripped of every role, and abandoning every identification with the clamour of daily life, time is suspended, and the body begins to dream again, in contact with the truest and most sincere part of itself.

This is the real wealth, the only luxury.

The mastery of the masseuse, the aromatherapy and chromo-therapy, are elements of a personally prescribed wellness path that culminates in the rare and unique Hammam – the original Turkish Bath – jewel of hundreds of years of careful study and knowledge of the secrets of the body.

Crossing the threshold of the world of Otzium, you are enriched with its subtle food of perceptions, sensations and emotions, and are enabled to close every internal distance, to take life back into your hands, and to become again responsible for being healthy,  happy and free – your natural birth rights.

 

Weedings & Events

 

The Surroundings

 

Messaggio N.13041 DEL 17 GIUGNO 2011

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Congedo parentale.

La disciplina del congedo parentale per le lavoratrici autonome madri adottive e/o affidatarie è contenuto nel D. Lgs. 151/2001 (art. 69 del Tu). L’articolo citato prevede per le lavoratrici in questione un periodo di congedo parentale della durata massima di tre mesi da fruire entro un anno dall’ingresso in famiglia del minore. La disciplina era stata integrata con l’art. 36 del Tu che prevedeva, riguardo ai lavoratori dipendenti genitori adottivi/affidatari, il diritto al congedo parentale a condizione che il minore, all’atto dell’adozione e/o dell’affidamento, non avesse superato i 12 anni di età. Concetto ripetuto nella circolare INPS 46 del 17 marzo 2006.

INPS MESS. N. 13041 DEL 17 GIUGNO 2011

CHIARIMENTI

Lavoratrice autonoma: indennità di maternità e congedo parentale in caso di adozione

Congedo parentale

La disciplina del congedo parentale per le lavoratrici autonome madri adottive e/o affidatarie è contenuto nel D. Lgs. 151/2001 (art. 69 del Tu). L’articolo citato prevede per le lavoratrici in questione un periodo di congedo parentale della durata massima di tre mesi da fruire entro un anno dall’ingresso in famiglia del minore. La disciplina era stata integrata con l’art. 36 del Tu che prevedeva, riguardo ai lavoratori dipendenti genitori adottivi/affidatari, il diritto al congedo parentale a condizione che il minore, all’atto dell’adozione e/o dell’affidamento, non avesse superato i 12 anni di età. Concetto ripetuto nella circolare INPS 46 del 17 marzo 2006. Analogamente, il limite dei 12 anni era stato esteso anche alle lavoratrici autonome. Successivamente per effetto della modifica dell’art. 36 operata dalla finanziaria 2008, il limite è stato eliminato sia per le lavoratrici autonome che per i lavoratori dipendenti. La legge finanziaria, con esclusione del succitato aspetto, ha riformato solo la disciplina relativa ai lavoratori dipendenti genitori adottivi/affidatari.

A causa di tale discordanza della finanziaria, la circolare INPS n. 16 del 2008 – con la quale si è data l’attuazione della finanziaria per il 2008 – stabilisce l’eliminazione del limite di età di 12 anni solo per le lavoratrici dipendenti escludendo le autonome. Contrariamente a quanto indicato nella circolare n. 16 del 2008, si conclude quindi che, il congedo parentale spetta anche alle lavoratrici autonome madri adottive o affidatarie per un periodo di tre mesi entro un anni dall’ingresso del minore senza alcuna limitazione di età. Rimane fermo il principio secondo il quale il congedo parentale non è fruibile dopo il compimento del diciottesimo anno di età del minore affidato/adottato.

Indennità di maternità

Per quanto riguarda l’indennità di maternità spettante alle lavoratrici autonome affidatarie o adottive, continua a trovare applicazione il limite a suo tempo previsto dall’art. 67 Tu. Tale articolo stabilisce che l’indennità di maternità alle lavoratrici autonome spetta a condizione che il minore non abbia superato i sei anni di età nel caso di adozione o affidamento nazionale, ed i 18 anni di età se trattasi di adozione o affidamento internazionale. Concludendo l’indennità di maternità per la lavoratrici autonome affidatarie o adottive, spetta quindi per i tre mesi successivi all’ingresso in famiglia del minore affidato/adottato a condizione che lo stesso non abbia superato i sei anni di età per le adozioni o affidamenti nazionali, ed i 18 anni di età per e adozioni o affidamenti internazionali.  

Cassazione Sess. lavoro 5 maggio 2011 n.9925

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La sentenza esaminata ha come oggetto, il licenziamento di tre dipendenti avvenuto per giustificato motivo oggettivo:”soppressione ed riorganizzazione di alcune funzioni amministrative al fine di ridurre i costi di gestione e di migliorare i servizi stessi. I lavoratori impugnavano la sentenza del Tribunale che aveva leggittimato il loro licenziamento, davanti alla Corte di Appello di Catanzaro.  

La sentenza esaminata ha come oggetto, il licenziamento di tre dipendenti avvenuto per giustificato motivo oggettivo:”soppressione ed riorganizzazione di alcune funzioni amministrative al fine di ridurre i costi di gestione e di migliorare i servizi stessi. I lavoratori impugnavano la sentenza del Tribunale che aveva leggittimato il loro licenziamento, davanti alla Corte di Appello di Catanzaro. La Corte di Appello aveva ritenuto illeggittimi i licenziamenti non avendo il datore di lavoro fornito una giustificazione adeguata nonostante una richiesta esplicita e scritta dei lavoratori. Il datore di lavoro, contro la sentenza della Corte di Appello, proponeva ricorso sostenendo di avere motivato in maniera sufficiente i licenziamenti. La Corte Suprema rigettava il ricorso proposto dalla società ritenendo che la motivazione deve essere specifica e completa in maniera tale da consentire al lavoratore di individuare con chiarezza e orecisione la causa del licenziamento. In questa maniera, come previsto dall’art. 24 della Costituzione, il lavoratore ha la possibilità di difendersi. Questo solo a seguito di una richiesta scritta da parte del lavoratore. La Corte Suprema ha anche precisato, richiamando una precedente decisione (n. 7316 del 2002) che è corretta la decisione dei giudici di merito che ritengono generica la comunicazione con la quale il datore di lavoro ha motivato il licenziamento. Per questi motivi la Corte di Cassazione ha ritenuta corretta la decisione della Corte di Appello di Catanzaro che ravvisava generiche motivazione nella lettera di licenziamento, senza indicare analiticamente e specificatamente le cause del licenziamento intimato per giustificato motivo oggettivo.    

Messaggio n. 21009 Roma, 07-11-2011

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Descrizione del servizio e delle modalità di utilizzo

Nell’ambito dei servizi che INPS mette a disposizione del cittadino per la gestione del rapporto di lavoro domestico è stato realizzato il nuovo servizio online per la consultazione dell’estratto contributivo. Il servizio è disponibile sul sito internet dell’Istituto www. Inps. It, nella sezione SERVIZI ONLINE attraverso il seguente percorso: Al servizio del cittadino – Autenticazione con PIN/Autenticazione con CNS – Servizi rapporto di lavoro domestico – Estratto contributivo.  

Messaggio n. 21009 Roma, 07-11-2011

OGGETTO: Nuovo servizio on line per la consultazione dell’estratto contributivo relativo a rapporti di lavoro domestico. Descrizione del servizio e delle modalità di utilizzo Nell’ambito dei servizi che INPS mette a disposizione del cittadino per la gestione del rapporto di lavoro domestico è stato realizzato il nuovo servizio online per la consultazione dell’estratto contributivo.

Il servizio è disponibile sul sito internet dell’Istituto www. Inps. It, nella sezione SERVIZI ONLINE attraverso il seguente percorso: Al servizio del cittadino – Autenticazione con PIN/Autenticazione con CNS – Servizi rapporto di lavoro domestico – Estratto contributivo. Effettuato l’accesso, il servizio mette a disposizione l’elenco dei rapporti di lavoro sia attivi che cessati, relativi agli ultimi cinque anni, dai quali il datore di lavoro può selezionare il rapporto per il quale visualizzare l’estratto conto.

L’elenco dei rapporti di lavoro visualizzati contiene, per ogni rapporto, le seguenti informazioni: – Codice rapporto di lavoro – Data di inizio rapporto – Data di fine rapporto (eventuale) – Codice fiscale del lavoratore – Cognome del lavoratore – Nome del lavoratore.

La scelta del rapporto di lavoro, per il quale si intende chiedere l’estratto conto, avviene utilizzando l’apposita opzione di selezione presente nella prima colonna. Successivamente con il comando “Consulta Estratto Conto”, si visualizzano i dati dell’estratto conto relativo al rapporto selezionato. L’estratto conto fornito è di tipo analitico e riporta i dati identificativi del lavoratore e le informazioni relative ai pagamenti effettuati, ordinati per anno e trimestre, senza alcuna limitazione collegata alla modalità utilizzata per il versamento (reti amiche, on-line, bollettino postale, MAV).

Un avviso apposito, in calce, informa che l’estratto contributivo non ha valore certificativo ma elenca i pagamenti contributivi registrati negli archivi dell’Inps e può essere soggetto a modifiche in base a verifiche ed accertamenti.

Per ogni periodo visualizzato sono presenti le seguenti informazioni: – Codice fiscale del datore di lavoro – Cognome del datore di lavoro – Nome del datore di lavoro – Codice fiscale del lavoratore – Cognome del lavoratore – Nome del lavoratore – Codice del rapporto di lavoro – Anno di riferimento – Trimestre di riferimento – Importo del pagamento – Ore retribuite – Retribuzione oraria effettiva – Settimane lavorate nel trimestre

Su ciascuna riga sono inoltre presenti due possibili selezioni (icone comando): – Dettaglio – Segnalazione Selezionando l’icona relativa alla voce “Dettaglio”, si visualizza il dettaglio delle settimane lavorate nel trimestre indicato raggruppate per mese.

Selezionando l’icona relativa alla voce “Segnalazione” il datore di lavoro ha la possibilità di inserire il testo di una segnalazione relativa al trimestre indicato.

In particolare, si può inserire una segnalazione per un periodo contributivo mancante (dati assenti nella riga del trimestre visualizzato) o per dati del pagamento non corrispondenti a quelli in possesso del datore di lavoro.

In caso di periodo contributivo mancante è possibile inserire il motivo di sospensione dell’obbligo contributivo (maternità, permesso non retribuito, periodo di malattia superiore a quello riconosciuto nei CCNL come retribuito) o i dati identificativi del versamento: data, importo, modalità (bollettino c/c, Mav, on line/carta di credito , reti amiche).

Per confermare e inoltrare la segnalazione scritta alla sede INPS di competenza, occorre selezionare il comando “Continua” tramite il quale la segnalazione verrà presa in carico dal sistema FA. SE. (FAscicolo elettronico delle Segnalazioni contributive).

Le informazioni fornite al sistema FASE sono le seguenti: – Codice fiscale del datore di lavoro – Codice fiscale del lavoratore – Codice sede di competenza INPS – Data inizio periodo di riferimento – Data fine periodo di riferimento – Retribuzione oraria effettiva (con esclusione dei decimali) – Ore retribuite – Testo della segnalazione.

Per ogni segnalazione presa in carico dal sistema FASE, verranno resi noti al datore di lavoro il protocollo e il codice segnalazione assegnati.

La segnalazione verrà inoltre registrata dal sistema e sarà disponibile come promemoria per il datore di lavoro ad ogni visualizzazione di dettaglio del periodo di interesse. Su ogni pagina visualizzata dal datore di lavoro è disponibile inoltre il comando “aiuto” tramite il quale viene visualizzato il testo dell’help online del servizio.

Il servizio è ad uso esclusivo del cittadino che si autentica tramite PASSI, ma entro il mese di novembre sarà reso disponibile agli intermediari incaricati dal datore di lavoro, di cui alla circolare n. 28 del 2011. Nel caso di un datore di lavoro con credenziali di accesso ma SENZA rapporti di lavoro negli ultimi cinque anni, il sistema provvederà a visualizzare un messaggio del tipo: “Attenzione: Non esistono Rapporti di Lavoro per il datore di lavoro specificato. Il servizio di Consultazione Estratto Conto può essere utilizzato solo in presenza di Rapporti di Lavoro. Grazie. ” Accesso delle sedi alle informazioni segnalate e conseguenti adempimenti.

Le sedi dovranno accedere alla procedura FASE, raggiungibile da Intranet > Processi > Assicurato pensionato > Fascicolo delle Segnalazioni contributive, per la verifica e l’acquisizione delle informazioni segnalate. Le modalità operative della procedura FASE sono descritte nel manuale già in uso, scaricabile dalla pagina iniziale dell’applicazione.

I parametri utili ad individuare le segnalazioni relative a Lavoro Domestico provenienti dal canale del Datore di Lavoro sono: Regime assicurativo > Regime Generale Gestione > Lavoro Domestico Pratica di riferimento > Datore di Lavoro Viene così prodotta una lista di “Segnalazioni in carico relative a Regime Generale Lavoro Domestico, pratica di riferimento Datore di Lavoro”. La lista espone il codice individuale del datore di lavoro più altre informazioni di servizio. Selezionando la riga di interesse l’operatore accede al Fascicolo del soggetto e prosegue con l’esame della posizione, dove alla voce “Segnalazioni Contributive Acquisite” trova il dettaglio delle informazioni pertinenti (punto 4 del manuale utente inserito in procedura). A conclusione delle attività connesse alla richiesta di variazione, di fatto eseguite esternamente all’applicativo FASE, l’operatore accede nuovamente al Fascicolo per registrare l’esito della segnalazione (punto 7 del suddetto manuale).

Si precisa che: – nel caso di segnalazione di versamenti che non risultano in estratto, l’operatore dovrà procedere alle verifiche necessarie al riscontro contabile dell’effettività del versamento. A tal fine sarà messa a disposizione, nel mese corrente, un’apposita funzione della procedura LAVDOM per la ricerca del pagamento segnalato; riscontrato il versamento, dovrà essere dato esito “D” alla segnalazione, mentre, se malgrado tutte le verifiche non si riscontra il pagamento, dovrà essere dato esito “R” alla segnalazione; – nel caso di segnalazione di motivazioni di sospensione dell’obbligo contributivo dovrà essere utilizzato quale esito della segnalazione il cod. “D” di cui al punto 7 del manuale; dettesegnalazioni saranno successivamente riprese per l’inserimento nell’estratto conto dopo il rilascio dell’apposita funzione.   

Contributi alle Imprese per il reinserimento del personale Over 50

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Contributi alle Imprese per il reinserimento del personale Over 50

Contributi alle Imprese per il reinserimento del personale Over 50

Azione a supporto della ricollocazione dei manager over 50 in stato di disoccupazione Porre un argine alla perdita di occupazione manageriale nell’attuale scenario di crisi. Questo il principale obiettivo del progetto che mira all’inserimento occupazionale di dirigenti over 50 disoccupati, promosso e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed attuato da Italia Lavoro nell’ambito dell’Azione di sistema Welfare to Work per le politiche di reimpiego.

Le azioni previste nell’ambito del progetto, attuate in collaborazione con Federmanager e Manageritalia, beneficiano di un finanziamento del Ministero del Lavoro pari a 10 milioni di euro, destinati ad incentivi a favore delle aziende per l’assunzione di dirigenti over 50 in stato di disoccupazione, nella forma di un bonus di importo variabile secondo le diverse modalità di contratto di lavoro che verranno concretamente applicate.

Il contributo di cui potranno usufruire i datori di lavoro è pari a: 10. 000 euro per ogni dirigente assunto con contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato di almeno 24 mesi; 5. 000 euro per ogni dirigente assunto con contratto a tempo determinato di almeno 12 mesi; 5. 000 euro per ogni dirigente assunto con contratto di collaborazione a progetto di almeno 12 mesi.  Incentivi all’assunzione:

Il contributo all’inserimento è fissato in: 10. 000 euro per ogni manager over 50 in stato di disoccupazione assunto con contratto a tempo indeterminato o determinato di almeno 24 mesi;  5. 000 euro per ogni manager over 50 in stato di disoccupazione assunto con contratto a tempo determinato di almeno 12 mesi; 5. 000 euro per ogni manager over 50 in stato di disoccupazione assunto con contratto di collaborazione a progetto di almeno 12 mesi. L’incentivo non ha effetto retroattivo, ma si riferisce alle assunzioni che interverranno dopo la data di pubblicazione del bando.

Destinatari

Possono presentare domanda i datori di lavoro in regola con l’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, con gli obblighi contributivi ed assicurativi e con le norme che disciplinano la materia del lavoro in genere.

I datori di lavoro, inoltre, non dovranno avere in corso o attivato – nei 12 mesi precedenti la data di presentazione della domanda – procedure concorsuali, dovranno dichiarare di non essere sottoposti ad alcuna misura di prevenzione e non dovranno aver licenziato nei 12 mesi precedenti dirigenti, anche appartenenti a società collegate o facenti parte del medesimo gruppo.

Beneficiari

Ex dirigenti, che al momento dell’ assunzione abbiano compiuto i 50 anni di età e risultino disoccupati.
Nel caso in cui l’ultimo rapporto di lavoro si sia concluso per effetto di una transazione economica a favore del lavoratore, il requisito dello stato di disoccupazione deve essere posseduto da almeno 6 mesi.

Committente

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Durata
11 gennaio 2011 – 30 novembre 2011

C.C.I.A.A. Roma: Concessione Contributi per eventi organizzati da terzi

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C.C.I.A.A. Roma: Concessione Contributi per eventi organizzati da terzi

C. C. I. A. A. Roma: Concessione Contributi per eventi organizzati da terzi

Regolamento per la concessione di contributi per eventi promozionali – per iniziative di assistenza alle imprese – per studi, ricerche, formazione e convegni organizzati da terzi  criteri generali.

La Camera di Commercio di Roma, a norma dell’art. 2 della Legge 29. 12. 93 n. 580 “Riordinamento delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura”, come novellato dal D. Lgs. 25. 02. 2010 n. 23, recante “Riforma dell’ordinamento relativo alle Camere di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura, in attuazione dell’articolo 53 della Legge 23. 07. 2009 n. 99”, svolge, nell’ambito della circoscrizione territoriale di competenza, funzioni di supporto e di promozione degli interessi generali delle imprese e delle economie locali. Svolge, in particolare, le funzioni e i compiti relativi alla promozione del territorio e delle economie locali al fine di accrescerne la competitività.

Il presente Regolamento è adottato nel rispetto di quanto previsto dall’art. 12, comma primo, della Legge 241190.

Nell’ambito di tale funzione l’Ente camerale prevede nel Bilancio preventivo annuale un programma di interventi per lo sviluppo economico provinciale che si articola nell’attuazione diretta di iniziative promozionali ovvero nel sostegno finanziario di analoghe iniziative, svolte a cura di altri soggetti, giudicate meritevoli in termini di ricaduta economica e coerenti con le linee guida del piano strategico triennale adottato dalla Giunta.

La Camera indirizza preferibilmente i propri interventi a favore di iniziative strutturali volte ad incidere in modo significativo sull’assetto economico territoriale nonché iniziative volte allo sviluppo della produttività e dell’efficienza delle aziende, alla crescita dei livelli tecnologici, al sostegno dello sviluppo della commercializzazione all’interno e all’estero, all’assistenza tecnica, alla formazione nonché alla realizzazione di studi, ricerche, documentazioni e convegni.

Nella concessione di contributi a favore di iniziative promozionali organizzate da terzi, l’Ente camerale tiene conto dei seguenti criteri di carattere generale:

a) evitare la polverizzazione delle risorse attraverso la concessione di contributi di modesta entità, concentrando le medesime verso le iniziative di maggiore rilievo;

b) dare la priorità ad iniziative che si inseriscano in programmi, preferibilmente pluriennali, di sviluppo, rispetto ad iniziative di carattere sporadico ed occasionale;

c) preferire le iniziative che siano impostate in collaborazione con enti pubblici ovvero con le associazioni di categoria escludendo le iniziative che abbiano interesse interno ad associazioni od enti e che non siano aperte alla generalità dei soggetti interessati;

d) privilegiare le iniziative che abbiano incidenza diretta e duratura sul sistema economico provinciale rispetto a quelle che abbiano riflessi indiretti o soltanto temporanei;

e) favorire la rotazione degli operatori fruenti delle agevolazioni;

f) sostenere prioritariamente le iniziative che abbiano lo scopo di fornire servizi di interesse comune degli operatori.

Art. 1  Soggetti destinatari dei contributi camerali

Possono accedere ai contributi camerali Enti e soggetti pubblici, Associazioni di categoria o altri soggetti privati portatori di interessi generali per il sistema socioeconomico locale. Questi ultimi, alla data di invio della richiesta di contributo, dovranno risultare iscritti nel Repertorio Economico Amministrativo della Camera di Commercio per l’esercizio dell’attività per la quale richiedono il contributo ed allegare alla richiesta l’Atto costitutivo, lo Statuto ed un curriculum sull’attività svolta, dal quale risulti che svolgono tale attività da almeno tre anni.

La tipologia dell’iniziativa promossa dovrà essere senza fini di lucro e di interesse generale per il sistema delle imprese della provincia e non dovrà essere suscettibile di sfruttamento imprenditoriale diretto da parte del richiedente.

Art. 2  Formulazione delle richieste di contributo

I soggetti che intendano ottenere contributi, sovvenzioni ecc. Per il sostegno di una iniziativa interessante ai fini della promozione dell’economia provinciale debbono presentare apposita domanda alla Camera entro e non oltre 30 giorni prima della data di inizio della medesima, salvo casi di riconosciuta forza maggiore.

La domanda, sottoscritta dal responsabile dell’organismo promotore dell’iniziativa o dal legale rappresentante in caso di enti o associazioni di categoria deve contenere:

a) generalità, residenza, numero di codice fiscale ed eventuale partita IVA del richiedente;

b) una esauriente illustrazione dell’iniziativa per la quale si chiede il contributo, nella quale siano messe in evidenza le ripercussioni di interesse generale che la stessa può comportare per l’economia locale;

c) il piano finanziario delle entrate e delle spese previste per l’iniziativa, deliberato, in caso di enti, dal competente organo amministrativo. Detto piano deve essere redatto in forma analitica e deve evidenziare, tra le entrate, i contributi richiesti ad altri enti pubblici, ad eventuali sponsor privati ed i proventi dell’iniziativa;

d) la misura del contributo richiesto all’ente camerale;

e) l’assicurazione che l’iniziativa sarà aperta a tutti i potenziali interessati che presentino i necessari requisiti e che saranno impiegati i mezzi più opportuni per assicurare una adeguata informazione;

f) le modalità di pubblicizzazione dell’intervento contributivo della Camera (inviti, manifesti, materiale pubblicitario, ecc. );

g) la disponibilità a fornire tutti gli elementi informativi e di valutazione, che si rendessero necessari in sede di istruttoria.

Art. 3 Ammontare del contributo

Il contributo camerale non potrà superare il limite massimo del 50% della spesa ammessa e comunque la differenza tra spese ed entrate accertate a consuntivo (al netto dell’Tv A soggettivamente detraibile). Nella spesa ammessa a contributo potranno rientrare solo quelle voci che siano chiaramente e specificatamente imputabili all’iniziativa, da comprovare successivamente con regolari giustificativi di spesa (fatture, ricevute, notule ecc. ).

Le spese relative all’utilizzo di risorse proprie (umane e logistiche) dell’organismo richiedente saranno valutate nella misura massima del 20% delle spese specifiche per l’effettuazione dell’iniziativa ammessa a contributo.

Parimenti le spese relative alla progettazione dell’iniziativa saranno valutate nella misura massima del 10% delle spese specifiche per l’effettuazione dell’iniziativa ammessa a contributo, nel caso si tratti di nuova iniziativa, mentre saranno escluse nel caso di reiterazione di un’iniziativa già finanziata dalla Camera.

Saranno inoltre escluse quelle spese che, per il loro palese carattere di marginalità e voluttuarietà, siano chiaramente da ritenersi di scarsa o nessuna utilità ai fini dello svolgimento dell’iniziativa stessa (ad es. Le spese di rappresentanza quali colazioni, gadgets ecc.).

Art. 4 Istruttoria della domanda

Il Dirigente competente, cui perviene la domanda, provvede ad assegnare al Responsabile dell’ufficio la responsabilità dell’istruttoria, volta ad accertare l’esattezza dei dati in essa contenuti, ad acquisire elementi di valutazione di merito e ove sia necessario, provvede alla richiesta, anche per le vie brevi, di elementi informativi e documentazione integrativa. Qualora non pervenga sollecita e completa risposta, la richiesta viene reiterata per iscritto con la fissazione di un termine di decadenza.

Art. 5  Adozione del provvedimento per la concessione del contributo

Completata l’istruttoria, il funzionario incaricato provvede a predisporre il provvedimento amministrativo di concessione del contributo che sarà sottoposto all’approvazione del Dirigente, nel caso si tratti di iniziative già inserite nel Bilancio di previsione dell’anno in corso, o alla preliminare valutazione della Giunta, nel caso si tratti di iniziative non previste nel Bilancio dell’anno in corso.

L’atto amministrativo di concessione del contributo dovrà, in ogni caso, essere adottato, salvo casi di forza maggiore, prima dell’attuazione dell’iniziativa.

Il provvedimento amministrativo di concessione del contributo deve essere motivato. In particolare la motivazione deve indicare i presupposti di fatto e giuridici del provvedimento adottato. Pertanto, nelle premesse, deve essere illustrata, in ordine cronologico, la sequenza dei fatti: data della domanda e i suoi contenuti, istruttoria compiuta dall’ufficio e risultanze emerse. Deve poi essere valutata l’ammissibilità della richiesta nell’ambito dei compiti istituzionali di promozione dell’economia locale. Infine va verificata l’osservanza dei criteri e delle modalità predeterminati per la concessione di contributi, con particolare riferimento agli obiettivi di promozione economica prefissati nel programma promozionale annuale.

Il dispositivo del provvedimento deve indicare:

a. L’ammontare del contributo, il soggetto beneficiario e la percentuale di spesa effettiva che il contributo stesso non può in ogni caso superare;

b. ILa precisazione che la liquidazione del contributo e la sua erogazione sono comunque subordinate alla presentazione del rendiconto analitico e completo delle entrate e delle spese dell’iniziativa, nonché all’esibizione dei documenti di cui al successivo art. 6;

c. Eventuali ulteriori condizioni a cui è da intendersi subordinata l’erogazione, come la nomina di rappresentanti camerali in seno a comitati operativi, la pubblicità del finanziamento camerale, ecc.

Art. 6  Controllo sullo svolgimento dell’iniziativa, liquidazione ed erogazione del contributo

L’Ente camerale comunica al soggetto beneficiato dal contributo l’intervenuta decisione in ordine allo stanziamento dello stesso, precisandone, in caso di accoglimento, il contenuto e le condizioni ed invitandolo a trasmettere all’Ufficio competente, entro 90 giorni dalla conclusione dell’iniziativa, la seguente documentazione:

a) una relazione dettagliata sullo svolgimento dell’iniziativa, nella quale siano anche indicati i risultati positivi che ha determinato sul piano della promozione economica della provincia e la visibilità data all’intervento camerale;

b)il rendiconto analitico delle spese sostenute, corredato di tutti i documenti di spesa in originale, che dovrà essere redatto riportando le stesse voci di spesa contenute nel piano finanziario preventivo. Eventuali spese inizialmente non previste potranno essere conteggiate nel budget totale di spesa sul quale calcolare l’ammontare del contributo, sempre nell’ambito del tetto massimo concesso, solo in caso di spese, che a causa di imprevisti, si siano rese necessarie per il buon fine dell’iniziativa. Tali spese saranno ammesse a contributo a giudizio insindacabile dell’Ente;

c)la dichiarazione sostitutiva di atto notorio resa dal legale rappresentante contenente il rendiconto analitico delle entrate realizzate o comunque accertate, ovvero l’assenza delle stesse;

d)gli ulteriori documenti previsti o richiesti di volta in volta dal competente ufficio camerale.    Qualora la documentazione trasmessa sia incompleta o si renda necessario acquisire chiarimenti in proposito, l’Ufficio provvede a dame comunicazione scritta all’interessato, fissando un ulteriore termine.

Pervenuta la documentazione, verificatane la completezza ed il contenuto, l’Ufficio, a seguito di provvedimento di liquidazione del Dirigente competente, trasmette la pratica all’ufficio ragioneria ai fini dell’emissione del mandato di pagamento.    Sulle fatture esibite ai fini della liquidazione del contributo l’Ufficio provvederà ad apporre una stampigliatura dalla quale risulti che su di esse è stato erogato un contributo dell’Ente e l’ammontare totale del contributo stesso.

Nel caso in cui il soggetto beneficiario sia un Ente pubblico la documentazione di cui sopra potrà essere sostituita dalla trasmissione della copia conforme all’originale dell’atto ufficiale di approvazione del consuntivo dell’iniziativa e da apposita dichiarazione attestante l’entità delle entrate.

Qualora il rendiconto consuntivo evidenzi una contrazione dei costi, il contributo subirà una conseguente riduzione proporzionale. Parimenti il contributo subirà una riduzione nel caso in cui il rendiconto dell’iniziativa evidenzi un avanzo, fino all’ottenimento del pareggio.

Comportamento Concludente: rinnovo e modalità esercizio dell’opzione nel regime della trasparenza fiscale

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Comportamento Concludente: rinnovo e modalità esercizio dell’opzione nel regime della trasparenza fiscale

Sintesi Risoluzione n. 185E/2009 Agenzia delle Entrate oggetto:

Interpello ai sensi dell’articolo 11 della legge n. 212 del 2000 – “Trasparenza fiscale” –  Modalità esercizio opzione – Art 4 DM 23 aprile 2004.       La società ALFA S. R. L. Ha formulato un’istanza di interpello ai sensi dell’articolo 11 della legge 27 luglio 2000, n. 212, relativa alla applicazione dell’articolo 4 del decreto 23 aprile 2004, in ordine al corretto esercizio del rinnovo dell’opzione per la trasparenza fiscale.

Quesito

In data 10 dicembre 2008 la società istante ha presentato la comunicazione relativa al rinnovo dell’opzione per il regime di tassazione per trasparenza (ex articolo 116 del TUIR) per il triennio 2008 – 2010. Prima dell’invio della predetta comunicazione, tutti i soci hanno provveduto a comunicare alla società la propria volontà di rinnovare l’opzione, utilizzando lo strumento della raccomandata a mano anziché effettuare la comunicazione mediante raccomandata postale con ricevuta di ritorno ai sensi dell’articolo 4 del decreto 23 aprile 2004.   Ciò premesso, atteso che non sono state rispettate le formalità contenute nel citato decreto in ordine all’invio della comunicazione dell’opzione da parte dei soci alla società, l’istante chiede se l’opzione possa essere considerata valida ai fini della continuazione del regime di tassazione per trasparenza.

Soluzione prospettata dal contribuente:

La società istante ritiene che l’invio della raccomandata con ricevuta di ritorno  dai  soci  alla  società,  prima  dell’esercizio  dell’opzione,  abbia  l’unico scopo di mettere inequivocabilmente la società stessa nella condizione di conoscere la volontà dei singoli soci, e che tale funzione sia stata adeguatamente svolta con l’inoltro alla società di una raccomandata a mano restituita in copia al mittente previa apposizione, da parte dell’organo amministrativo della società, della data di ricevimento.

L’istante evidenzia, inoltre, che il DM 23 aprile 2004 non sembra subordinare esplicitamente l’efficacia dell’opzione al preventivo invio delle raccomandate da parte dei soci visto che individua nella sola trasmissione dell’opzione  all’Agenzia  delle  Entrate  il  momento  di  perfezionamento  della stessa.

Sulla base delle suesposte considerazioni la società istante considera pienamente valida ed efficace l’opzione per la trasparenza fiscale espressa in data 10 dicembre 2008 per il triennio 2008 – 2010.

L’istante precisa, altresì, che l’opzione verrà confermata da ciascun socio con   comportamento   concludente   nella   propria   dichiarazione   dei   redditi, attraverso  l’esposizione  del  reddito  imputato  per  trasparenza  dalla  società, nonché mediante l’invio, alla stessa società partecipata, di una raccomandata con ricevuta di ritorno entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2008.

Parere dell’Agenzia delle Entrate

Il decreto 23 aprile 2004 reca disposizioni applicative del regime di tassazione per trasparenza nell’ambito delle società di capitali, di cui agli articoli 115 e 116 del TUIR.   L’articolo 4 del citato decreto prevede che l’opzione, così come il rinnovo, “deve essere esercitata, oltre che dalla società partecipata, anche da tutti i soci che devono comunicarla alla società partecipata mediante raccomandata con ricevuta di ritorno. L’opzione si considera perfezionata quando viene trasmessa dalla società partecipata all’Agenzia delle entrate entro il primo dei tre periodi di imposta di sua efficacia con le modalità indicate con provvedimento del Direttore dell’Agenzia”.

La circolare 22 novembre 2004, n. 49/E ha chiarito che l’esercizio dell’opzione deve essere effettuato, oltre che dalla società partecipata, anche dai soci, attraverso l’invio alla società partecipata di una raccomandata con ricevuta di ritorno contenente la volontà di optare per il regime della trasparenza. Al riguardo, il decreto ministeriale non stabilisce gli specifici contenuti della comunicazione essendo sufficiente che dalla medesima si evinca inequivocabilmente la volontà della società di optare per la tassazione per trasparenza di cui agli articolo 115 e 116 del TUIR.

Lo stesso decreto, in ogni caso, statuisce, che per la validità del regime di trasparenza l’opzione deve essere effettuata da tutti i soggetti. (partecipanti e partecipata). Risulta,  pertanto,  necessario  che  la  partecipata  comunichi  all’Agenzia delle entrate l’esercizio dell’opzione per il regime della trasparenza e che i soci manifestino, in via preventiva, la loro volontà di optare per il regime della trasparenza attraverso l’invio alla partecipata di una raccomandata postale con ricevuta di ritorno.

Nel caso prospettato, la società ha presentato in data 10 dicembre 2008, tramite intermediario abilitato, la comunicazione relativa al rinnovo dell’opzione per  il  regime  di  tassazione  per  trasparenza  delle  società  di  capitali  ai  sensi dell’articolo 116 del TUIR mentre i soci hanno comunicato prima dell’invio della predetta  comunicazione  la  loro  volontà  di  rinnovare  l’opzione  utilizzando soltanto lo strumento della raccomandata a mano. A riguardo, la scrivente, nell’osservare che la disposizione di cui all’articolo 4 del decreto 23 aprile 2004 risponde all’esigenza di rendere evidente e certa la volontà dei soci, in ordine all’adesione al regime della trasparenza fiscale, non solo nei confronti della società partecipata ma anche nei confronti dell’amministrazione  finanziaria,  ritiene  che  l’opzione  per  il  rinnovo dell’adesione al regime della trasparenza fiscale di cui all’articolo 116 del TUIR non sia stata validamente esercitata, in quanto non si può ritenere soddisfatta la condizione di preventiva acquisizione da parte della società e tantomeno da parte dell’amministrazione finanziaria della precipua volontà dei soci di optare per la tassazione per trasparenza.

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