Compensi agli amministratori di S.r.l. , S.p.A., S.s.d., A.s.d., e società di persone (snc, sas) disciplina e trattamento fiscale art. 95 dpr comma quinto 917/86 i compensi agli amministratori sia di società di capitali (srl, spa, sapa) che società di persone (sas, ss, snc) ed enti ad esse equiparati (ssd, asd, aps, cooperative, fondazioni, et similia), possono essere stabiliti in misura fissa oppure variabile (in quota parte – percentuale – rispetto ali utili). In entrambi i casi, in applicazione.
Compenso Amministratore: Guida Completa su Norme, Tassazione e Vantaggi Fiscali
L’amministratore di una società svolge un ruolo cruciale nella gestione e nella crescita aziendale, e il suo compenso rappresenta un tema centrale non solo per la gestione interna, ma anche per le implicazioni fiscali.
Sommario
In questo articolo esploreremo tutto ciò che riguarda il compenso dell’amministratore, le alternative tra compenso e distribuzione degli utili, i vantaggi fiscali di ciascuna scelta e alcuni esempi pratici per comprendere meglio le dinamiche fiscali.
Cos’è il compenso dell’amministratore
Il compenso dell’amministratore è il corrispettivo economico riconosciuto a chi ricopre la carica di amministratore in una società. Questo compenso può essere stabilito in vari modi:
- Attraverso lo statuto societario: Lo statuto della società può definire criteri specifici o una soglia massima per il compenso.
- Deliberazione dell’assemblea dei soci: In molte società, l’assemblea ordinaria decide annualmente il compenso dell’amministratore.
- Contratti specifici: Può essere formalizzato un contratto che definisce modalità di pagamento e dettagli fiscali.
Normativa di riferimento
L’articolo 2389 del Codice Civile regola il compenso degli amministratori nelle società di capitali, sottolineando la necessità di una delibera assembleare per stabilirlo.
Dal punto di vista fiscale, il compenso dell’amministratore rientra tra i redditi assimilati al lavoro dipendente, con specifiche detrazioni e aliquote applicabili.
Compenso dell’amministratore vs Distribuzione degli utili
La scelta tra riconoscere un compenso all’amministratore o distribuire gli utili è una decisione cruciale che può influenzare la fiscalità della società e dei suoi soci. Ognuna di queste opzioni presenta vantaggi e svantaggi, a seconda della struttura aziendale, del regime fiscale e delle esigenze dei soci.
Il compenso dell’amministratore
Attribuire un compenso all’amministratore è una scelta che permette di remunerare in modo diretto il suo lavoro e il suo impegno. Tuttavia, questa opzione ha implicazioni fiscali specifiche:
- Imposizione fiscale: Il compenso dell’amministratore è soggetto all’IRPEF e ai contributi previdenziali (INPS Gestione Separata o casse professionali). L’aliquota fiscale varia in base agli scaglioni di reddito, arrivando fino al 43% per le fasce più alte.
- Deducibilità per la società: Uno dei principali vantaggi del compenso è che rappresenta un costo deducibile per la società, riducendo l’imponibile IRES e IRAP.
- Liquidità immediata: La liquidazione periodica del compenso garantisce un flusso di cassa regolare per l’amministratore.
La distribuzione degli utili
La distribuzione degli utili è un’alternativa che consente di riconoscere ai soci i profitti generati dalla società. Dal punto di vista fiscale:
- Imposta sostitutiva: Gli utili distribuiti ai soci persone fisiche sono tassati con un’aliquota fissa del 26% (per partecipazioni non qualificate), senza ulteriori contributi previdenziali.
- Non deducibilità: A differenza del compenso, gli utili distribuiti non sono deducibili dal reddito della società, con un impatto maggiore sull’IRES e sull’IRAP.
- Limitazioni societarie: Gli utili possono essere distribuiti solo dopo l’approvazione del bilancio e in presenza di riserve sufficienti.
Esempio pratico di calcolo
Supponiamo una società con un utile di €100.000.
Compenso dell’amministratore: Se la società decide di riconoscere un compenso di €50.000, questa somma sarà dedotta dal reddito imponibile, riducendo l’IRES dovuta. Tuttavia, l’amministratore dovrà pagare IRPEF e contributi sulla somma ricevuta.
Distribuzione utili: Se la società opta per distribuire €50.000, pagherà l’IRES sull’intero utile, e i soci riceveranno gli utili con una tassazione fissa del 26%.
Esempio dettagliato compenso dell’amministratore
Analizziamo un esempio pratico per comprendere meglio le implicazioni fiscali della scelta di assegnare un compenso all’amministratore.
Scenario:
Una SRL ha un utile ante imposte di €100.000 e decide di destinare un compenso di €50.000 all’amministratore, lasciando il restante utile come base imponibile per la società. Supponiamo che l’amministratore rientri nel secondo scaglione IRPEF (27%) e sia iscritto alla Gestione Separata INPS con un’aliquota contributiva del 25,72%.
Calcolo dell’impatto fiscale per la società:
- Utile ante imposte: €100.000
- Compenso all’amministratore (deducibile): €50.000
- Reddito imponibile societario: €100.000 – €50.000 = €50.000
- IRES dovuta (24%): €50.000 x 24% = €12.000
- IRAP (ipotizzando un’aliquota del 3,9%): €50.000 x 3,9% = €1.950
Totale imposte per la società: €12.000 + €1.950 = €13.950
Calcolo dell’impatto fiscale per l’amministratore:
- Compenso lordo percepito: €50.000
- Contributi INPS (25,72%): €50.000 x 25,72% = €12.860
- Reddito imponibile IRPEF: €50.000 – €12.860 = €37.140
- Imposta IRPEF (27% sul reddito imponibile): €37.140 x 27% = €10.028
Totale imposte e contributi per l’amministratore: €12.860 + €10.028 = €22.888
Sintesi dell’impatto totale:
- Tassazione complessiva (società + amministratore): €13.950 + €22.888 = €36.838
- Compenso netto per l’amministratore: €50.000 – €22.888 = €27.112
In questo esempio, la scelta di riconoscere un compenso all’amministratore consente alla società di abbassare l’imponibile fiscale, ma il netto percepito dall’amministratore subisce un’erosione significativa a causa dei contributi previdenziali e dell’IRPEF.
Esempio dettagliato sulla distribuzione degli utili
Per comprendere meglio il confronto, analizziamo ora cosa accade se, invece di riconoscere un compenso all’amministratore, la società decide di distribuire gli utili agli azionisti, incluso l’amministratore stesso.
Scenario:
La stessa SRL ha un utile ante imposte di €100.000, che decide di distribuire interamente come utili ai soci dopo aver pagato le imposte societarie. Supponiamo che l’amministratore sia un socio con una partecipazione qualificata del 50%.
Calcolo dell’impatto fiscale per la società:
Utile ante imposte: €100.000
- IRES (24%): €100.000 x 24% = €24.000
- IRAP (3,9%): €100.000 x 3,9% = €3.900
- Utile netto dopo imposte: €100.000 – (€24.000 + €3.900) = €72.100
Totale imposte per la società: €24.000 + €3.900 = €27.900
Calcolo dell’impatto fiscale per i soci:
- Utile netto distribuito (quota dell’amministratore): €72.100 x 50% = €36.050
- Tassazione sui dividendi (26%): €36.050 x 26% = €9.373
Totale imposte per l’amministratore socio: €9.373
Netto percepito dall’amministratore socio: €36.050 – €9.373 = €26.677
Sintesi dell’impatto totale:
- Tassazione complessiva (società + amministratore): €27.900 + €9.373 = €37.273
- Netto percepito dall’amministratore socio: €26.677
Conclusione sul confronto
- Compenso dell’amministratore: È fiscalmente vantaggioso quando l’obiettivo è ridurre l’imponibile della società. Tuttavia, comporta un maggior carico contributivo.
- Distribuzione utili: È una scelta più semplice e priva di oneri previdenziali, ma non consente vantaggi fiscali alla società, che paga l’IRES sull’intero utile.
Strategie per ottimizzare la fiscalità del compenso dell’amministratore
Per scegliere la strategia migliore tra il compenso dell’amministratore e la distribuzione degli utili, è fondamentale analizzare le caratteristiche della società, la situazione personale del socio/amministratore e le opportunità offerte dalla normativa fiscale.
Di seguito, alcune strategie utili per ottimizzare il carico fiscale.
1. Compenso misto: fisso e variabile
Un modo per equilibrare gli oneri fiscali è riconoscere all’amministratore un compenso misto: una parte fissa e una parte variabile legata agli utili della società o al raggiungimento di obiettivi specifici.
Vantaggi:
- La parte variabile può essere parametrata all’andamento della società, incentivando la crescita.
- La parte fissa deducibile riduce l’imponibile IRES.
Attenzione: La parte variabile deve essere chiaramente definita e legata a criteri oggettivi per evitare contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
2. Contributi previdenziali e casse professionali
Gli amministratori con iscrizione a casse professionali (ad esempio, gli ingegneri o gli avvocati) possono beneficiare di aliquote previdenziali più basse rispetto alla Gestione Separata INPS, che supera il 25%.
Vantaggi:
- Riduzione del carico previdenziale.
- Possibilità di versamenti integrativi volontari deducibili dal reddito.
Esempio pratico: Un ingegnere amministratore con iscrizione a Inarcassa paga un’aliquota contributiva intorno al 16%, ben inferiore a quella INPS.
3. Distribuzione controllata degli utili
Se la società ha soci persone fisiche con diverse partecipazioni, è possibile ottimizzare la distribuzione degli utili in base alle loro aliquote fiscali personali.
Strategia fiscale:
- Distribuire una maggiore quota di utili ai soci con una tassazione personale più bassa.
- Limitare la distribuzione agli amministratori per evitare il cumulo con altri redditi da lavoro.
Attenzione: Questa strategia deve rispettare i diritti proporzionali dei soci, a meno che lo statuto non preveda modalità di distribuzione personalizzate.
4. Regime forfettario per il compenso
In alcuni casi, l’amministratore potrebbe avvalersi del regime forfettario se rispetta i requisiti (ad esempio, non superare i 85.000 euro di fatturato personale annuo). In questo regime, il compenso dell’amministratore è tassato con un’imposta sostitutiva del 15% (o 5% per i primi anni di attività).
Vantaggi:
- Aliquota fiscale ridotta.
- Esenzione IVA per le prestazioni.
Limiti: Non è applicabile se l’attività di amministrazione è esercitata esclusivamente per la società che eroga il compenso.
5. Creazione di una holding per ottimizzare la tassazione degli utili
Un’ulteriore strategia avanzata è la creazione di una holding a cui attribuire le partecipazioni societarie. Gli utili distribuiti alla holding sono tassati con un’imposta ridotta grazie alla cosiddetta Participation Exemption (PEX). Successivamente, la holding può distribuire gli utili ai soci in modo ottimizzato.
Esempio pratico:
- La società operativa distribuisce €100.000 di utili alla holding.
- Grazie al regime PEX, solo il 5% degli utili è tassabile, riducendo drasticamente il carico fiscale.
- La holding distribuisce gli utili ai soci applicando strategie personalizzate.
6. Pianificazione fiscale internazionale
Se l’amministratore risiede all’estero, è possibile sfruttare i trattati internazionali contro la doppia imposizione (DTA) per ridurre la tassazione del compenso o degli utili.
Vantaggi:
- Riduzione delle imposte grazie a regimi fiscali favorevoli in paesi come Malta, Cipro o Svizzera.
- Ottimizzazione dei flussi di cassa con costi operativi contenuti.
Attenzione: Questa strategia deve essere strutturata in modo conforme alle normative di residenza fiscale per evitare contestazioni.
Regime fiscale specifico per le SRL e SPA
La natura giuridica della società influisce significativamente sulle modalità di tassazione del compenso dell’amministratore e della distribuzione degli utili.
Di seguito, analizziamo i regimi fiscali più rilevanti per SRL e SPA, due delle forme societarie più comuni.
Compenso dell’amministratore nelle SRL
Nelle SRL, il compenso dell’amministratore è regolato dallo statuto societario o da delibere assembleari, che devono definire con precisione le modalità e l’ammontare del compenso. Fiscalmente, si applicano le seguenti regole:
Tassazione personale dell’amministratore
- Il compenso percepito dall’amministratore è assimilato al reddito da lavoro dipendente (art. 50 TUIR), ma senza vincolo di subordinazione.
- Soggetto all’IRPEF con aliquote progressive (dal 23% al 43%).
- È obbligatorio il versamento dei contributi previdenziali all’INPS (Gestione Separata) o a casse professionali.
Deducibilità per la società
- Il compenso rappresenta un costo deducibile ai fini IRES (aliquota 24%) e IRAP (aliquota regionale variabile, generalmente 3,9%).
- Tuttavia, ai fini IRAP, è rilevante verificare se il compenso rientri tra le spese che influenzano il valore della produzione netta.
Distribuzione degli utili nelle SRL
Per le SRL, la distribuzione degli utili segue un regime fiscale specifico a seconda della tipologia di partecipazione detenuta dai soci:
Partecipazioni qualificate
- Soci che possiedono oltre il 25% del capitale sociale in società non quotate sono tassati sui dividendi percepiti. Tuttavia, la normativa prevede che solo il 58,14% del dividendo concorra alla formazione del reddito imponibile IRPEF.
- Questo comporta un carico fiscale effettivo più basso rispetto a un compenso diretto.
Partecipazioni non qualificate
- I dividendi percepiti sono tassati con una imposta sostitutiva del 26%, indipendentemente dal reddito personale del socio.
Compenso e utili nelle SPA
Nelle SPA, le modalità di determinazione del compenso e la distribuzione degli utili sono simili a quelle delle SRL, ma vi sono alcune differenze rilevanti:
Compenso amministratori
- Lo statuto o una delibera assembleare può prevedere compensi fissi, variabili o misti. È anche possibile stabilire compensi in base al bilancio o al risultato economico.
- La fiscalità personale dell’amministratore segue le stesse regole delle SRL: IRPEF e contributi previdenziali.
Distribuzione degli utili
- La distribuzione è tassata con imposta sostitutiva del 26% per i soci persone fisiche (partecipazioni non qualificate).
- Per i soci con partecipazioni qualificate, il 58,14% del dividendo è imponibile IRPEF.
Nota importante: Le SPA possono emettere azioni privilegiate, che garantiscono ai soci dividendi superiori rispetto alle azioni ordinarie, un’opzione non disponibile nelle SRL.
Riepilogo fiscale: SRL vs SPA
Parametro | SRL | SPA |
---|---|---|
Tassazione compenso | IRPEF + INPS | IRPEF + INPS |
Deducibilità compenso | Totale ai fini IRES e IRAP | Totale ai fini IRES e IRAP |
Tassazione utili (non qualificata) | 26% sostitutiva | 26% sostitutiva |
Tassazione utili (qualificata) | 58,14% imponibile IRPEF | 58,14% imponibile IRPEF |
Aliquota IRES | 24% | 24% |
Aliquota IRAP | ~3,9% | ~3,9% |
Nelle SRL e SPA, la scelta tra compenso e utili deve tenere conto non solo dell’imposizione fiscale diretta, ma anche di fattori come i contributi previdenziali, la deducibilità per la società e la tipologia di partecipazione. Nelle SPA, le azioni privilegiate possono offrire un ulteriore strumento per ottimizzare la distribuzione dei dividendi.
Conclusione
La gestione del compenso dell’amministratore e la scelta tra compenso e distribuzione degli utili rappresentano decisioni strategiche fondamentali per ottimizzare la fiscalità di una società. Ogni opzione presenta vantaggi e criticità, che devono essere attentamente valutati in funzione delle specifiche esigenze aziendali e personali.
Optare per il compenso dell’amministratore consente di beneficiare della deducibilità fiscale per la società, riducendo l’imponibile IRES e IRAP. Tuttavia, questo comporta un maggiore carico contributivo per l’amministratore, che deve affrontare anche le aliquote progressive IRPEF. Per contro, la distribuzione degli utili è meno gravosa dal punto di vista previdenziale, ma non offre alcun vantaggio in termini di deducibilità fiscale per la società.
La scelta migliore spesso risiede in un equilibrio tra le due opzioni, affiancata da strategie fiscali mirate, come l’utilizzo di regimi agevolati, la gestione di partecipazioni qualificate o la creazione di strutture come holding. Per le società di grandi dimensioni, ulteriori strumenti come le azioni privilegiate o i contratti misti di remunerazione possono garantire una maggiore flessibilità e risparmio.
In un contesto normativo in costante evoluzione, è fondamentale affidarsi a professionisti qualificati per pianificare e gestire in modo ottimale il carico fiscale. Una consulenza mirata può fare la differenza non solo in termini di risparmio, ma anche per garantire la conformità alle normative fiscali ed evitare potenziali sanzioni.
Adottare una visione strategica della fiscalità, con un’attenzione particolare agli obblighi normativi e alle opportunità offerte dalla legislazione, permette sia all’amministratore che alla società di raggiungere obiettivi economici sostenibili e massimizzare i benefici nel lungo termine.
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Nel panorama aziendale moderno, la figura dell'amministratore di società riveste un ruolo cruciale per la gestione e il successo di un'impresa. Tuttavia, questa posizione comporta anche una serie di responsabilità fiscali che possono incidere significativamente sul compenso netto percepito. In questo contesto, diventa fondamentale esplorare strategie efficaci per ottimizzare la gestione fiscale, con l'obiettivo di abbattere imposte e contributi, garantendo al contempo la piena conformità alle normative vigenti. Questo articolo si propone di guidare amministratori e società attraverso le possibilità offerte dalla legislazione italiana per ridurre il carico fiscale associato al compenso degli amministratori, esplorando tecniche di pianificazione fiscale, incentivi fiscali disponibili, e le ultime novità legislative in materia. Questo approccio non solo permetterà di massimizzare il compenso netto per gli amministratori ma contribuirà anche alla salute finanziaria dell'impresa, ottimizzando le risorse disponibili per investimenti e sviluppo. La determinazione del compenso dell'amministratore di una società è un processo che richiede un'attenta considerazione di vari fattori e deve essere conforme alle norme legali e statutarie applicabili. Il compenso può essere stabilito dall'assemblea dei soci o dal consiglio di amministrazione, a seconda della struttura e delle regole interne della società. Ecco i principali passaggi e criteri coinvolti nella determinazione del compenso degli amministratori:- Normativa e Statuto Societario
- Delibera dell'Assemblea dei Soci o del Consiglio di Amministrazione
- Fattori di valutazione
- Dimensione e complessità della società: società più grandi e complesse tendono a offrire compensi più elevati.
- Settore di attività: alcuni settori possono avere standard retributivi specifici.
- Prestazioni della società: in alcuni casi, parte del compenso può essere legata alle prestazioni economiche della società.
- Competenze e esperienza dell'amministratore: amministratori con maggiore esperienza o competenze specialistiche possono negoziare compensi più alti.
- Confronto con il mercato: spesso le società si confrontano con i compensi offerti per ruoli simili nel loro settore per garantire competitività.
- Componenti del Compenso
- Retribuzione fissa: un importo fisso annuale o mensile.
- Parte variabile: bonus o incentivi legati al raggiungimento di obiettivi specifici.
- Benefit: come auto aziendale, assicurazione sanitaria, partecipazioni azionarie o stock option.
- Rimborsi spese: per le trasferte o altre spese legate all'attività di amministrazione.
- Trasparenza e Documentazione
- Revisione Periodica
Utility: indennità di trasferta e rimborsi chilometrici
Nel dettaglio del compenso degli amministratori di società, due elementi spesso presenti e di rilevante interesse fiscale sono le indennità di trasferta e i rimborsi chilometrici. Queste voci, se gestite correttamente, possono offrire significative opportunità di ottimizzazione fiscale sia per l'amministratore che per la società. Le indennità di trasferta sono somme erogate agli amministratori per coprire le spese sostenute in occasione di viaggi di lavoro. La normativa fiscale italiana prevede che queste indennità, quando corrispondono a spese effettivamente sostenute e debitamente documentate, non concorrano a formare il reddito imponibile dell'amministratore, a condizione che siano rispettati determinati limiti e modalità di erogazione previsti dalla legge. Questo comporta un duplice vantaggio: da un lato, la società può dedurre tali costi dal proprio reddito imponibile; dall'altro, l'amministratore non è tenuto a pagare tasse su queste somme. I rimborsi chilometrici seguono una logica simile. Essi sono destinati a coprire i costi specificamente legati all'uso del veicolo personale per esigenze di lavoro. Anche in questo caso, se i rimborsi sono calcolati in base alle tabelle ACI (Automobile Club Italia) e non superano i limiti stabiliti, non vengono considerati come reddito imponibile per l'amministratore e rimangono deducibili per la società. Questo meccanismo non solo garantisce una copertura delle spese di viaggio in maniera efficiente dal punto di vista fiscale ma incentiva anche una gestione trasparente e documentata delle spese di trasferta. È fondamentale, tuttavia, che la documentazione relativa a indennità di trasferta e rimborsi chilometrici sia gestita con precisione, includendo dettagli quali la motivazione del viaggio, la destinazione, la durata, e le spese effettivamente sostenute. Questo aspetto è cruciale non solo per garantire la conformità alle normative fiscali ma anche per prevenire possibili contestazioni da parte dell'Amministrazione Finanziaria. In conclusione, una corretta gestione delle indennità di trasferta e dei rimborsi chilometrici rappresenta uno strumento strategico per l'ottimizzazione del compenso degli amministratori, consentendo significative economie fiscali e contribuendo alla riduzione del carico tributario complessivo dell'azienda.Conclusione
La capacità di stabilire un equilibrio tra retribuzione fissa, incentivi basati sulle prestazioni, benefit e rimborsi spese, richiede una comprensione approfondita delle dinamiche aziendali e del mercato di riferimento. Inoltre, considerare la sostenibilità finanziaria della società nel lungo termine è cruciale per evitare politiche retributive insostenibili che potrebbero compromettere la stabilità economica dell'impresa. In conclusione, la politica di compenso per gli amministratori rappresenta uno degli strumenti più efficaci a disposizione delle società per guidare la direzione aziendale verso gli obiettivi desiderati, mantenendo al contempo integrità e trasparenza. La sfida sta nel bilanciare equità, competitività e sostenibilità, garantendo che il compenso rifletta adeguatamente il valore apportato dagli amministratori alla società.Sei amministratore di una Srl o Spa? Calcola il netto a pagare del tuo compenso in via immediata e riservata con il nostro foglio di calcolo evoluto
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