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Beni della società concessi in uso o godimento ai soci e familiari
Concedere beni aziendali in uso o godimento ai soci o ai loro familiari è una prassi diffusa in molte società, ma è importante farlo nel rispetto delle normative vigenti per evitare conseguenze fiscali e legali negative. In questo articolo, forniremo una panoramica completa della disciplina in materia, con particolare attenzione alle novità introdotte nel 2024.
Sommario
Disciplina fiscale
La concessione di beni aziendali ai soci o familiari configura un’operazione di comodato gratuito, che ai fini fiscali rileva come distribuzione indiretta di utili. Ciò significa che il valore del bene concesso viene considerato come reddito imponibile per il socio o familiare che ne beneficia, mentre per la società costituisce un costo deducibile.
Regime fiscale
Il regime fiscale applicabile alla concessione di beni aziendali ai soci o familiari varia in base al valore del bene e al tipo di bene:
- Beni immobili: per i beni immobili, il reddito imponibile per il socio o familiare è costituito dal valore locativo normale del bene, determinato in base all’estimo catastale e alle caratteristiche dell’immobile.
- Altri beni: per gli altri beni (ad esempio, autoveicoli, imbarcazioni), il reddido imponibile è costituito dal valore normale del bene, determinato in base al suo prezzo di mercato.
Novità 2024
Con la Legge di Bilancio 2024, sono state introdotte alcune novità in materia di beni aziendali concessi in uso o godimento ai soci o familiari:
- Aumento della franchigia: la franchigia per i beni immobili concessi in uso gratuito è stata aumentata da 500 euro a 1.000 euro. Ciò significa che se il valore locativo normale del bene è inferiore a 1.000 euro, il socio o familiare non è tenuto a pagare le imposte.
- Riduzione dell’aliquota IRPEF: l’aliquota IRPEF applicabile al reddito derivante dalla concessione di beni aziendali in uso gratuito è stata ridotta dal 26% al 20%.
Obblighi di comunicazione
Le società che concedono beni aziendali in uso o godimento ai soci o familiari sono tenute ad adempiere ad alcuni obblighi di comunicazione:
- Comunicazione all’Agenzia delle Entrate: entro il 31 marzo di ogni anno, le società devono comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati relativi ai beni concessi in uso gratuito, ai soci o familiari che ne beneficiano e al valore normale dei beni.
- Documentazione: le società devono conservare adeguata documentazione relativa all’operazione, come il contratto di comodato e le fatture relative alle eventuali spese sostenute per il bene.
Casi di esclusione dalla disciplina del comodato gratuito
In alcuni casi, la concessione di beni aziendali ai soci o familiari non configura un’operazione di comodato gratuito ai fini fiscali. Ciò avviene quando:
- Il bene viene utilizzato per l’esercizio dell’attività d’impresa del socio o familiare.
- Il socio o familiare corrisponde un canone di locazione alquanto congruo al valore normale del bene.
- La concessione del bene avviene nell’ambito di un piano di welfare aziendale.
Consigli per le società
Per evitare di incorrere in sanzioni o contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, è consigliabile che le società che intendono concedere beni aziendali ai soci o familiari seguano alcuni consigli:
- Verificare la fattibilità dell’operazione: prima di concedere il bene, è importante verificare se l’operazione è legittima e se non vi sono ostacoli legali o fiscali.
- Redigere un contratto di comodato: è consigliabile redigere un contratto di comodato scritto che definisca i termini e le condizioni dell’operazione, come la durata del comodato, il valore normale del bene e gli obblighi del socio o familiare.
- Assicurarsi del rispetto degli obblighi di comunicazione: è importante adempiere correttamente agli obblighi di comunicazione previsti dalla normativa vigente.
- Conservare la documentazione: è importante conservare la documentazione relativa all’operazione, come il contratto di comodato e le fatture relative alle eventuali spese sostenute per il bene.