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martedì 1 Ottobre 2024

Centri Sportivi Club o Circoli

Centri sportivi e circoli metodologie di controllo da parte della agenzia delle entrate pubblicate sul sito della agenzia delle entrate le presenti istruzioni finalizzate all’esecuzione dei controlli nei confronti dei gestori di impianti sportivi (palestre, circoli di canottaggio, cloub di golf, etc,,). Le istruzioni consentono di comprendere dal un lato come i punti in chiaro scuro del settore sportivo dilettantistico, sia per quanto concerne la gestione amministrativa e fiscale delle aziende.

Certificato penale per ASD e SSD: obbligo o no?

Valeria Ceccarelli - Data di Pubblicazione: 03/06/2024 - 7668 visualizzazioni.
Certificato penale per ASD e SSD: obbligo o no?

Negli ultimi anni, la normativa che disciplina le associazioni e società sportive dilettantistiche (ASD e SSD) ha subito diverse modifiche, generando dubbi e incertezze tra gli operatori del settore, soprattutto in merito all’obbligo di richiedere il certificato penale ai propri collaboratori.

Cosa dice la legge

La normativa di riferimento è il Decreto Legislativo n. 34 del 2000, meglio conosciuto come “Codice delle organizzazioni sportive”. Il testo originario del Codice non prevedeva alcun obbligo di richiedere il certificato penale ai collaboratori delle ASD e SSD. Tuttavia, nel 2013 è stato introdotto l’articolo 9-bis, che ha modificato il quadro normativo.

L’articolo 9-bis e l’obbligo del certificato penale

L’articolo 9-bis del Codice delle organizzazioni sportive stabilisce che le ASD e SSD che “organizzano e/o gestiscono attività sportive a favore di minori” sono tenute a richiedere il certificato penale ai propri collaboratori che “a qualsiasi titolo” entrano in contatto con i minori.

Chi è tenuto a richiedere il certificato penale?

L’obbligo di richiedere il certificato penale grava su tutte le ASD e SSD che organizzano e/o gestiscono attività sportive a favore di minori. La norma non fa distinzione tra attività agonistiche e non agonistiche, né tra attività svolte all’interno o all’esterno di impianti sportivi.

A quali collaboratori deve essere richiesto il certificato penale?

Il certificato penale deve essere richiesto a tutti i collaboratori delle ASD e SSD che, a qualsiasi titolo, entrano in contatto con i minori. La norma include, a titolo esemplificativo:

  • Allenatori
  • Istruttori
  • Dirigenti
  • Addetti alle segreterie
  • Addetti alla manutenzione
  • Addetti al primo soccorso
  • Volontari

 

Come richiedere il certificato penale

Il certificato penale può essere richiesto all’Ufficio del Casellario Giudiziale presso la Procura della Repubblica competente per residenza o domicilio del collaboratore. La richiesta può essere presentata direttamente dall’interessato o dall’ASD/SSD.

Validità del certificato penale

Il certificato penale ha una validità di sei mesi dalla data di rilascio. Decorsi i sei mesi, l’ASD/SSD è tenuta a richiedere un nuovo certificato al proprio collaboratore.

Sanzioni in caso di mancata richiesta del certificato penale

L’articolo 9-bis del Codice delle organizzazioni sportive prevede una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 6.000 euro per le ASD e SSD che non richiedono il certificato penale ai propri collaboratori.

Casi di esenzione dall’obbligo del certificato penale

L’obbligo di richiedere il certificato penale non si applica ai collaboratori che:

  • Svolgono attività di mera segreteria o amministrazione
  • Non entrano in contatto diretto con i minori

Controlli fiscali a palestre e centri sportivi ASD e SSD: cautele e documenti da tenere a portata di mano

Controlli fiscali a palestre e centri sportivi ASD e SSD: cautele e documenti da tenere a portata di mano

Palestre e centri sportivi, sia ad associazione sportiva dilettantistica (ASD) che a società sportiva dilettantistica (SSD), sono frequentemente oggetto di controlli fiscali da parte dell'Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. Per tutelarsi in caso di verifica, è fondamentale conoscere le norme vigenti e adottare le opportune cautele.

Quali cautele osservare

  • Richiedere l'iscrizione al Registro Coni: L'iscrizione al Registro Coni è obbligatoria per le ASD e SSD che intendono svolgere attività sportiva a livello agonistico. L'iscrizione permette di fruire di agevolazioni fiscali e contributive, ma comporta anche l'obbligo di sottostare a controlli da parte degli organi competenti.
  • Tenere una regolare contabilità: È fondamentale tenere una contabilità ordinaria o semplificata, in base al regime fiscale adottato, che registri correttamente tutti i movimenti economici e finanziari dell'associazione o società. La contabilità deve essere aggiornata e corredata da tutta la documentazione giustificativa (fatture, ricevute, scontrini fiscali, ecc.).
  • Conservare i documenti per almeno 10 anni: La documentazione fiscale e contabile deve essere conservata per almeno 10 anni dalla data di chiusura dell'esercizio a cui si riferisce.
  • Nominare un responsabile della gestione fiscale: In caso di controlli, è importante che un membro del direttivo sia in grado di fornire agli organi competenti tutte le informazioni e i documenti richiesti. È consigliabile nominare un responsabile della gestione fiscale che abbia le competenze necessarie per assolvere a questo compito.
 

Quali documenti tenere a portata di mano

In caso di controllo fiscale, è importante avere a portata di mano i seguenti documenti:

  • Atto costitutivo e statuto: Questi documenti definiscono gli scopi dell'associazione o società e le sue regole di funzionamento.
  • Visura camerale: La visura camerale attesta l'iscrizione dell'associazione o società al Registro delle Imprese.
  • Iscrizione al Registro Coni: La copia dell'iscrizione al Registro Coni è necessaria per fruire delle agevolazioni fiscali e contributive.
  • Documentazione contabile: La contabilità, sia ordinaria che semplificata, deve essere aggiornata e corredata da tutta la documentazione giustificativa.
  • Libri sociali: I libri sociali registrano le adunanze del direttivo e le assemblee dei soci.
  • Registri IVA: I registri IVA devono essere compilati correttamente se l'associazione o società è soggetta a IVA.
  • Documentazione relativa ai tesserati: La documentazione relativa ai tesserati (iscrizioni, cancellazioni, pagamenti delle quote associative, ecc.) deve essere conservata con cura.
  • Documentazione relativa alle attività sportive: La documentazione relativa alle attività sportive (calendari, programmi, risultati, ecc.) deve essere conservata per dimostrare il carattere sportivo dell'associazione o società.
 

Consigli utili

  • In caso di controllo fiscale, è importante mantenere la calma e collaborare con gli organi competenti.
  • Non è consigliabile fornire informazioni o documenti non richiesti.
  • Se si hanno dubbi su come comportarsi, è consigliabile rivolgersi a un professionista esperto in materia fiscale o tributaria.

APS, ASD e SSD: Come difendersi da accessi, ispezioni, verifiche e accertamenti

APS, ASD e SSD: Come difendersi da accessi, ispezioni, verifiche e accertamenti

Le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD), le Società Sportive Dilettantistiche a responsabilità limitata (SSD) e le Associazioni di Promozione Sociale (APS) sono frequentemente soggette a controlli da parte degli organi preposti, quali l'Agenzia delle Entrate, l'INPS e l'Inail.

Tali controlli possono assumere diverse forme, tra cui accessi, ispezioni, verifiche e accertamenti.

È fondamentale per gli enti del Terzo Settore conoscere i propri diritti e doveri in materia di controlli fiscali e previdenziali, al fine di tutelarsi da eventuali contestazioni e sanzioni.

Come difendersi da accessi, ispezioni, verifiche e accertamenti

1. Conoscere la normativa

Il primo passo per difendersi dai controlli è conoscere la normativa vigente in materia di controlli fiscali e previdenziali.

Le principali norme di riferimento sono:

  • D.Lgs. n. 472/1997: disciplina la tutela delle persone giuridiche che non perseguono fini di lucro, ossia le ASD, le SSD e le APS.
  • D.P.R. n. 633/1972 (TUIR): disciplina le imposte sui redditi, a cui le ASD, le SSD e le APS sono soggette in caso di svolgimento di attività commerciali.
  • D.Lgs. n. 33/2004: disciplina l'iscrizione e la contribuzione all'INPS.
  • D.Lgs. n. 124/2012: disciplina l'iscrizione e la contribuzione all'Inail.

2. Predisporre la documentazione

È fondamentale che gli enti del Terzo Settore conservino in modo ordinato e completo tutta la documentazione necessaria a dimostrare la regolarità della propria attività.

Tale documentazione comprende, tra gli altri:

  • Statuto e atto costitutivo
  • Libri contabili
  • Fatture e ricevute
  • Documenti relativi ai rapporti di lavoro
  • Documenti relativi alle attività svolte

3. Collaborare con gli organi di controllo

In caso di accesso, ispezione, verifica o accertamento, è importante collaborare con gli organi di controllo, fornendo loro tutta la documentazione richiesta e rispondendo alle loro domande in modo completo e veritiero.

4. Richiedere chiarimenti

Se avete dubbi o perplessità in merito alle contestazioni mosse dagli organi di controllo, potete richiedere chiarimenti.

5. Presentare osservazioni

Entro il termine indicato nell'atto di accertamento, potete presentare delle osservazioni all'Agenzia delle Entrate o all'ente previdenziale che ha effettuato il controllo.

6. Ricorrere alla Commissione Tributaria

Se non siete soddisfatti dell'esito delle osservazioni, potete presentare ricorso alla Commissione Tributaria.

Consigli per evitare contestazioni

  • Adottare un modello di gestione amministrativa corretto e trasparente.
  • Tenere i libri contabili in modo ordinato e completo.
  • Conservare tutta la documentazione fiscale e previdenziale.
  • Adempiere tempestivamente a tutti gli obblighi fiscali e previdenziali.
  • Avvalersi della consulenza di un professionista esperto in materia di Terzo Settore.
 

Conclusioni

Conoscere i propri diritti e doveri in materia di controlli fiscali e previdenziali, predisporre la documentazione necessaria e collaborare con gli organi di controllo sono i passi fondamentali per difendersi da accessi, ispezioni, verifiche e accertamenti.

Avvalendosi di un modello di gestione amministrativa corretto e trasparente e adottando le opportune cautele, gli enti del Terzo Settore possono ridurre al minimo il rischio di contestazioni e sanzioni.

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