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Le operazioni straordinarie e il vantaggio fiscale: quando può essere considerato indebito?

Valeria Ceccarelli - Data di Pubblicazione: 29/08/2024 - 5841 visualizzazioni.
Le operazioni straordinarie e il vantaggio fiscale: quando può essere considerato indebito?

Le operazioni straordinarie aziendali possono generare vantaggi fiscali, ma è fondamentale che queste operazioni siano supportate da ragioni economiche valide e non siano esclusivamente finalizzate all’ottenimento di benefici fiscali.

In caso contrario, il vantaggio fiscale può essere considerato “indebito”.

Categorie di Operazioni Straordinarie

Le operazioni straordinarie si dividono principalmente in due categorie: quelle che riguardano i beni e quelle che riguardano i soggetti.

Le prime comportano il trasferimento di beni aziendali da un soggetto giuridico a un altro, come accade nella cessione o nel conferimento di un’azienda.

Le seconde, come la fusione, ridefiniscono i rapporti partecipativi tra i soci senza un diretto trasferimento di beni.

Queste operazioni sono regolate da una normativa fiscale che distingue tra operazioni neutrali, realizzative e a realizzo controllato. Le operazioni realizzative, come la cessione di un’azienda, generano effetti fiscali rilevanti per entrambe le parti coinvolte, mentre quelle neutrali, come fusioni e scissioni, non comportano effetti reddituali.

La Cessione Indiretta d’Azienda: Fasi e Implicazioni Fiscali

Un esempio di operazione straordinaria è la cessione indiretta d’azienda, che si articola in più fasi: la costituzione di una società veicolo (newco), il conferimento dell’azienda a questa società, e la successiva cessione delle partecipazioni. Questo tipo di operazione può beneficiare del regime di participation exemption (Pex), che prevede l’esenzione dal reddito imponibile del 95% delle plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni qualificate.

Il vantaggio fiscale ottenuto da una cessione indiretta potrebbe però risultare indebito se l’operazione è priva di sostanza economica o di motivazioni extra fiscali significative. Questo aspetto è stato chiarito dalla normativa vigente e da interpretazioni giurisprudenziali recenti, che sottolineano come la semplice finalità di ottenere benefici fiscali non sia sufficiente a giustificare l’operazione.

Il Ruolo dell’Imposta di Registro e la Questione dell’Abuso

Un altro elemento da considerare nella cessione indiretta riguarda l’imposta di registro.

La cessione diretta di un’azienda è soggetta a imposta proporzionale, mentre la cessione indiretta, attraverso la vendita di quote, è tassata in misura fissa. Anche il conferimento di un’azienda segue una tassazione in misura fissa.

Il rischio di configurare l’operazione come abusiva, ai fini delle imposte dirette e di registro, è stato mitigato dalla normativa che esclude l’elusività della cessione indiretta d’azienda, purché non seguita da ulteriori passaggi che alterino significativamente la natura dell’operazione.

Conclusioni

Le operazioni straordinarie, come la cessione indiretta d’azienda, devono essere attentamente valutate per evitare che il vantaggio fiscale ottenuto venga considerato indebito. La normativa attuale fornisce strumenti per distinguere tra operazioni legittime e potenzialmente abusive, assicurando che le operazioni di riorganizzazione aziendale possano avvenire senza indebiti oneri fiscali, purché supportate da valide ragioni economiche.

La decisione sull'Iva: la legge nazionale prevale

La decisione sull'Iva: la legge nazionale prevale
In situazioni di frode fiscale relativa all'Imposta sul Valore Aggiunto (Iva), gli Stati membri dell'UE possono adottare interpretazioni differenti delle normative comunitarie.  

Sentenza della Corte di Giustizia

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea, con la sentenza del 1° luglio 2021 nella causa C-521/2019, ha stabilito che, nel caso di un operatore Iva completamente evasore, gli importi ricostruiti dal fisco devono essere considerati comprensivi di Iva, a meno che la legislazione nazionale non permetta ai soggetti passivi di ripercuotere e detrarre successivamente l'Iva, nonostante l'evasione.  

Il Caso Specifico

Un agente artistico spagnolo, soggetto Iva, forniva servizi a un gruppo di imprese per la gestione di orchestre durante feste patronali in Galizia. I pagamenti venivano effettuati in contanti, senza fattura, e non venivano dichiarati né all'agenzia delle entrate spagnola né a titolo di imposta sulle società né a titolo di Iva. L'agente riceveva una percentuale delle entrate del gruppo, ma non dichiarava né contabilizzava questi introiti.  

L'Ispezione Fiscale

L'Agenzia delle Entrate spagnola, durante un'ispezione, determinò che gli importi percepiti dall'agente dovevano essere considerati come non inclusivi di Iva, aumentando così la base imponibile. Questo portò alla liquidazione dell'imposta sul reddito e all'inflizione delle sanzioni corrispondenti.  

Il Processo

Il contribuente contestò questa decisione, portando la questione davanti al Tribunale Economico-Amministrativo della Galizia, che confermò la correttezza delle rettifiche fiscali. Successivamente, l'agente presentò ricorso alla Corte Superiore di Giustizia della Galizia, sostenendo che l'Iva dovesse essere considerata inclusa nel prezzo convenuto delle operazioni occulte.  

Questione Pregiudiziale

La Corte Superiore di Giustizia della Galizia sospese il procedimento e sottopose la questione alla Corte di Giustizia UE. La domanda era se gli articoli 73 e 78 della direttiva Iva permettessero di considerare l'Iva inclusa nel prezzo delle operazioni occulte non fatturate.  

Interpretazione della Corte di Giustizia

La Corte di Giustizia ha precisato che la determinazione della base imponibile non può essere utilizzata dagli Stati membri come strumento per combattere la frode fiscale. Tuttavia, la direttiva Iva prevede che i soggetti passivi che non rispettano le norme, specialmente in materia di fatturazione, non possono detrarre l'Iva.  

Conclusioni

La direttiva Iva, letta alla luce del principio di neutralità, deve essere interpretata nel senso che gli importi ricostruiti durante un'ispezione fiscale devono essere considerati comprensivi di Iva, a meno che la normativa nazionale consenta ai soggetti passivi di ripercuotere e detrarre successivamente l'Iva. Interpretazioni diverse comprometterebbero il principio di neutralità e farebbero gravare l'onere dell'Iva su soggetti diversi dal consumatore finale. Questa decisione evidenzia come la legislazione nazionale giochi un ruolo cruciale nel determinare la base imponibile e le sanzioni in caso di frode Iva.

La nuova frontiera dell'evasione fiscale: l'economia digitale

La nuova frontiera dell'evasione fiscale: l'economia digitale
Negli ultimi anni, la crescita esplosiva dell'economia digitale ha portato a nuove sfide per le autorità fiscali a livello globale. Creatori di contenuto, influencer e celebrità digitali come Gianluca Vacchi e Luis Sal hanno trasformato i social media in potenti piattaforme di guadagno. Tuttavia, questo fenomeno ha anche acceso i riflettori su una questione problematica: l'evasione fiscale. L'articolo si concentra sull'intensificazione delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza e dall'Agenzia delle Entrate, mirate a individuare e sanzionare le pratiche elusive nel mondo digitale. Questa situazione evidenzia l'importanza di adattare le strategie fiscali ai cambiamenti portati dalla digitalizzazione. Con l'ascesa delle economie basate su Internet, diventa fondamentale per le autorità implementare misure volte a garantire che i redditi generati online siano adeguatamente dichiarati e tassati. Questo articolo esplorerà le sfide e le strategie messe in atto per combattere l'evasione fiscale nel settore digitale, offrendo uno sguardo approfondito sulle normative recentemente introdotte a livello europeo e italiano.  

Normative e cooperazione: strumenti contro l'evasione digitale

La collaborazione rafforzata tra la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate segna una svolta significativa nella lotta all'evasione fiscale nel settore digitale. Questo approccio mira a creare un sistema più trasparente e giusto per la tassazione dei redditi online. L'introduzione di normative europee e italiane gioca un ruolo cruciale in questo contesto, stabilendo un quadro normativo che obbliga i creatori di contenuto a dichiarare i loro guadagni. Tali misure non solo mirano a contrastare l'evasione, ma anche a garantire un campo di gioco equo per tutti gli operatori digitali. Queste nuove leggi richiedono una maggiore trasparenza da parte delle piattaforme online, come OnlyFans, che devono ora fornire dettagli sulle entrate dei loro utenti alle autorità fiscali. Questa direzione segna un passo importante verso la responsabilizzazione dei soggetti nell'economia digitale, assicurando che contribuiscano equamente al sistema fiscale. Le strategie adottate riflettono la necessità di adattarsi rapidamente alle evoluzioni dell'economia digitale, sottolineando l'importanza di strumenti legislativi aggiornati e di una cooperazione internazionale efficace per combattere l'evasione fiscale in questo settore in continua evoluzione.  

Verso una fiscalità digitale: sfide e opportunità

L'adeguamento del sistema fiscale alle dinamiche dell'economia digitale rappresenta una sfida complessa ma cruciale. Le autorità fiscali sono chiamate a confrontarsi con modelli di business innovativi, che spesso sfuggono ai tradizionali meccanismi di tassazione. In questo contesto, la capacità di tracciare i redditi generati online diventa fondamentale per garantire equità e giustizia fiscale. La digitalizzazione offre però anche nuove opportunità per le autorità, consentendo l'implementazione di strumenti avanzati per il monitoraggio e la raccolta dati, essenziali per una tassazione efficace dei guadagni digitali. Il coinvolgimento attivo dei soggetti digitali, attraverso l'educazione e la consapevolezza riguardo agli obblighi fiscali, è un altro aspetto chiave. Iniziative volte a informare e guidare creatori di contenuto e influencer nella corretta dichiarazione dei propri redditi possono contribuire significativamente alla lotta contro l'evasione fiscale. La transizione verso una fiscalità digitale richiede quindi un approccio bilanciato, che coniughi enforcement e formazione, per navigare efficacemente le complessità di questo nuovo scenario economico.

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