Esercizio del diritto di autotutela del contribuente e criteri di economicità per agenzia delle entrate, guida alla autotutela, fac simile istanza di autotutela.
Guida all’esercizio del diritto all’autotutela: tutela dei cittadini contro gli atti illegittimi della Pubblica Amministrazione
L’autotutela è uno strumento di diritto amministrativo che consente alla Pubblica Amministrazione di rivedere autonomamente i propri provvedimenti illegittimi, al fine di conformarli alla legge e di tutelare i diritti dei cittadini. Si tratta di un potere discrezionale che la Pubblica Amministrazione può esercitare d’ufficio o su richiesta del cittadino interessato.
Sommario
Quando è possibile esercitare il diritto all’autotutela?
Il diritto all’autotutela può essere esercitato in presenza di un provvedimento amministrativo illegittimo, ovvero di un atto che viola una norma di legge, un regolamento o i principi generali dell’ordinamento giuridico. L’illegittimità può essere di diversa natura, ad esempio:
- Vizio di forma: il provvedimento non è stato adottato nel rispetto delle forme prescritte dalla legge.
- Vizio di contenuto: il provvedimento contiene disposizioni contrarie alla legge o ai principi generali dell’ordinamento giuridico.
- Vizio di eccesso di potere: il provvedimento è stato adottato per un fine diverso da quello previsto dalla legge o per motivi illeciti.
Termini per l’esercizio del diritto all’autotutela
Il diritto all’autotutela può essere esercitato entro un termine di 18 mesi dall’adozione del provvedimento illegittimo. Il termine è perentorio, il che significa che se il cittadino non presenta la richiesta di autotutela entro i 18 mesi, la Pubblica Amministrazione non potrà più esercitare il suo potere di autotutela d’ufficio.
Come esercitare il diritto all’autotutela
Il diritto all’autotutela può essere esercitato presentando una richiesta alla Pubblica Amministrazione che ha adottato il provvedimento illegittimo. La richiesta deve essere redatta per iscritto e deve contenere:
- I dati anagrafici del richiedente;
- Gli estremi del provvedimento impugnato;
- Le motivazioni dell’illegittimità del provvedimento;
- La richiesta di annullamento o di modifica del provvedimento.
La richiesta può essere presentata direttamente all’ufficio dell’amministrazione competente oppure mediante posta raccomandata con ricevuta di ritorno o per via telematica.
Provvedimento di autotutela
La Pubblica Amministrazione, dopo aver esaminato la richiesta di autotutela, adotterà un provvedimento di autotutela con cui:
- Accoglie la richiesta: in questo caso, l’amministrazione annullerà o modificherà il provvedimento illegittimo.
- Respinge la richiesta: in questo caso, l’amministrazione confermerà la validità del provvedimento impugnato.
Contro il provvedimento di autotutela negativo, il cittadino può presentare ricorso al giudice amministrativo.
Rimedi alternativi all’autotutela
Oltre all’autotutela, il cittadino può avvalersi di altri rimedi per tutelare i propri diritti contro gli atti illegittimi della Pubblica Amministrazione, ad esempio:
- Ricorso gerarchico: un ricorso che deve essere presentato all’amministrazione superiore a quella che ha adottato il provvedimento illegittimo.
- Ricorso al giudice amministrativo: un ricorso che può essere presentato al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) o al Consiglio di Stato.
- Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica: un ricorso che può essere presentato solo in casi eccezionali.
Vantaggi dell’autotutela
L’autotutela presenta alcuni vantaggi rispetto agli altri rimedi:
- Rapidità: il procedimento di autotutela è generalmente più rapido rispetto al ricorso al giudice amministrativo.
- Semplicità: il procedimento di autotutela è più semplice e meno costoso rispetto al ricorso al giudice amministrativo.
- Effettività: il provvedimento di autotutela ha effetti immediati, mentre il provvedimento del giudice amministrativo può essere impugnato in appello o in cassazione.
Guida all’esercizio del diritto alla Autotutela
Autotutela
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