Guida fiscale per avviare e gestire un ristorante con una associazione o società sportiva dilettantistica.
ASD – SSD: come avviare e gestire un’attività di ristorazione
Le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche (SSD) sono entità senza scopo di lucro che, oltre a promuovere attività sportive e ricreative, possono intraprendere attività commerciali complementari per sostenere le proprie finalità istituzionali. Tra queste, una delle più comuni è l’apertura di un servizio di ristorazione, come bar o ristoranti all’interno delle strutture sportive.
Sommario
Perché Aprire un’Attività di Ristorazione in una ASD o SSD?
L’attività di ristorazione può essere un’importante fonte di entrate per finanziare le attività istituzionali di una ASD o SSD. La gestione di un bar o ristorante all’interno di una struttura sportiva può migliorare l’esperienza dei soci e degli atleti, offrendo un luogo di ristoro durante o dopo gli allenamenti o le competizioni, favorendo la socializzazione e il senso di appartenenza alla comunità sportiva.
Tuttavia, è fondamentale comprendere che l’attività commerciale deve rimanere accessoria rispetto alle finalità principali dell’associazione e che i ricavi devono essere reinvestiti nelle attività sportive e istituzionali.
Passaggi per Avviare un’Attività di Ristorazione
- Verifica dei requisiti statutari Prima di avviare un’attività di ristorazione, è necessario verificare che lo statuto della ASD o SSD consenta lo svolgimento di attività commerciali complementari. Se lo statuto non prevede esplicitamente questa possibilità, sarà necessario modificarlo tramite un’assemblea dei soci.
- Ottenimento delle licenze Per avviare un’attività di ristorazione, è necessario ottenere specifiche licenze e autorizzazioni:
- Autorizzazione sanitaria: l’attività deve rispettare le norme igienico-sanitarie previste per la somministrazione di cibo e bevande. La struttura deve ottenere l’autorizzazione sanitaria rilasciata dall’ASL di competenza.
- Licenza per la somministrazione di alimenti e bevande: questa autorizzazione, necessaria per gestire un bar o ristorante, va richiesta al Comune in cui si svolge l’attività.
- Registrazione all’Agenzia delle Entrate: nonostante il carattere non profit dell’associazione, l’attività di ristorazione è considerata commerciale e quindi va regolarmente registrata e soggetta a tassazione.
- SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività): la SCIA va presentata al Comune per dichiarare l’inizio dell’attività di ristorazione.
- Formazione del personale Il personale che si occuperà della preparazione e somministrazione degli alimenti dovrà essere adeguatamente formato. È necessario che almeno un dipendente o socio abbia frequentato un corso HACCP (Hazard Analysis Critical Control Points), che attesti la capacità di rispettare le normative igienico-sanitarie nella gestione degli alimenti.
- Gestione fiscale e contabile L’attività di ristorazione sarà soggetta a tassazione secondo il regime fiscale scelto dalla ASD o SSD. Per le associazioni che rientrano nel regime agevolato della Legge 398/1991, le imposte sui ricavi commerciali possono essere calcolate in modo forfettario, semplificando la gestione contabile. Tuttavia, è fondamentale tenere separata la contabilità delle attività commerciali da quella istituzionale.
- Contratto di locazione o concessione d’uso Se l’attività di ristorazione si svolge all’interno di una struttura non di proprietà della ASD o SSD, è necessario stipulare un contratto di locazione o una concessione d’uso con il proprietario dell’immobile. Spesso, le strutture sportive comunali prevedono la possibilità di gestire bar o punti ristoro tramite apposite concessioni.
Aspetti Normativi e Fiscali
Anche se ASD e SSD sono enti non profit, quando svolgono attività commerciali come la ristorazione, queste sono soggette a una specifica normativa fiscale. È importante:
- Gestire correttamente l’IVA: anche se la maggior parte delle attività istituzionali delle ASD e SSD è esente da IVA, per quelle commerciali (come la ristorazione) l’IVA è dovuta. Le ASD o SSD possono, però, usufruire di una detrazione parziale dell’IVA sugli acquisti necessari per l’attività.
- Regime fiscale agevolato: le ASD e SSD possono optare per il regime fiscale agevolato della Legge 398/1991 se non superano i 400.000 euro annui di proventi commerciali. Questo regime permette una semplificazione della contabilità e una riduzione delle imposte dovute.
- Tessera socio e consumazione: alcune associazioni consentono la somministrazione di cibi e bevande esclusivamente ai propri soci. In questi casi, è necessario che i consumatori siano iscritti come soci dell’associazione e abbiano la tessera associativa.
Come Gestire l’Attività di Ristorazione in Modo Efficiente
Per garantire il successo dell’attività di ristorazione, è importante:
- Monitorare i costi e i ricavi: tenere una contabilità precisa per monitorare i flussi finanziari legati alla ristorazione. Questo aiuta a evitare perdite e a ottimizzare le risorse.
- Garantire un’offerta variegata: creare un menù vario e adatto alle esigenze dei soci, ad esempio con opzioni salutari per gli sportivi o menù stagionali.
- Comunicare l’attività: informare i soci e gli utenti della struttura dell’esistenza del punto ristoro, magari attraverso eventi o promozioni speciali.
Conclusioni
Avviare e gestire un’attività di ristorazione all’interno di una ASD o SSD può rappresentare una grande opportunità per incrementare le entrate e migliorare i servizi offerti ai soci. Tuttavia, è essenziale rispettare tutte le normative fiscali e amministrative e mantenere una gestione trasparente e corretta.