Il turista enogastronomico ricerca non solo la degustazione e la conoscenza del prodotto locale ed i suoi abbinamenti con il vino ma anche le informazioni sul territorio di produzione, nel quale cerca un’esperienza di vita a contatto con identità e risorse ed è quindi un utente attivo nella partecipazione a fiere, sagre ed eventi culinari del posto. Tutte queste esigenze trovano la perfetta sintesi e soddisfazione nel marchio collettivo, che nello scenario del Made in Italy sposa divinamente il cosiddetto “enoturismo”, attirando nel nostro Paese capitali esteri elevatissimi. Vediamo perché questo Brand apre le porte a nuove opportunità di business e con incrementi in alcuni casi anche sensibili di fatturato.
Sommario
Il connubio tra enogastronomia e turismo per la rivalutazione del territorio: il Business dell’enoturismo
Come noto, il fenomeno enogastronomico ha un inevitabile risvolto culturale che rappresenta l’altra faccia della stessa medaglia : il turista enogastronomico ricerca non solo la degustazione e la conoscenza del prodotto locale ed i suoi abbinamenti con il vino ma anche informazioni sul territorio di produzione, nel quale cerca un’esperienza di vita a contatto con identità e risorse ed è quindi un utente attivo nella partecipazione a fiere, sagre ed eventi culinari del posto.
Tutte queste esigenze sono perfettamente sintetizzate e soddisfatte dalla formula del marchio collettivo ex art 2570 cc e 11 CPI, che garantisce origine , qualità, provenienza e processi produttivi dei prodotti enologici abbinati ai cibi che lo indossano e sposa divinamente la cultura della buona cucina nel ricercato abbinamento dei vini che ne esaltano sapore e pregio.
E’ per questi motivi che il marchio collettivo, oltre a creare un potentissimo business derivante dalla moltiplicazione esponenziale dei guadagni e all’affermazione di una reputazione comune di successo delle imprese nell’esaltazione di un’immagine manageriale di spicco e differenziata, rappresenta anche la formula perfetta per quel fenomeno noto come “enoturismo”.
Marchio collettivo ed enoturismo
L’enoturismo, o turismo enologico, ha la sua radice etimologica nella parola greca “oinos” (vino) e indica quella tipologia di turismo incentrata sulla cultura del vino che oscilla dalla valorizzazione delle risorse vitivinicole del luogo all’abbinamento di enologia, gastronomia e turismo.
Cosa cerca l’enoturista moderno nel nostro Paese?
La soddisfazione di questa particolare tipologia di turista che si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta Europa, non è dunque solo determinata dalla qualità del prodotto : il suo interesse e la sua curiosità toccano anche gli elementi ad esso strettamente connessi quali la ricettività, le spiegazioni tecniche e gli assaggi e degustazioni così come la presenza di servizi complementari quali, ad esempio, il catering, lo sport, il relax e le soste attrezzate che fanno fare un “tuffo” nella dimensione paesaggistica del luogo.
L’Enoturista è quindi profondamente attratto e incuriosito dalle visite alle cantine e ai vigneti dalle degustazioni guidate e il suo occhio non può non fermarsi davanti alla lettura del nome di un marchio collettivo che racchiude nel profumo , gusto, qualità origine e processi produttivi del vino che lo stesso certifica, tutti i suoi sogni da straniero in una terra nuova, terra che potrà così trasmettergli tutta la propria familiarità e coccolarlo tra mille prelibatezze garantite da un Brand di eccellenza per il Made in Italy.
Quindi, per tutte le aziende e gli operatori del settore: “a buon intenditor, poche parole”!
Per registrare o acquistare in licenza il vostro marchio collettivo, per la redazione dei disciplinari e per l’attuazione della vostra progettualità d’impresa,