Prostituirsi, dal latino “prostituere” che significa “porre davanti/mettere in vendita/collocare”, nel nostro Paese non rileva di per sé come attività illegale o illecita dal punto di vista penale. Per la giurisprudenza infatti, il “commercio del proprio corpo mediante il compimento di atti sessuali in cambio del corrispettivo di una somma di denaro o di altra utilità economica, non è un comportamento ex se perseguibile e incriminabile a titolo di reato. Quando, invece, in presenza di attività di prostituzione si commette reato a titolo di favoreggiamento/sfruttamento di prostituzione o esercizio di casa di prostituzione?
Prostituirsi, dal latino “prostituere” che significa porre davanti”/mettere in vendita/collocare, nel nostro Paese non rileva di per sé come attività illegale o illecita dal punto di vista penale. Per la giurisprudenza infatti, il “commercio del proprio corpo mediante il compimento di atti sessuali in cambio del corrispettivo di una somma di denaro o di altra utilità economica, non è un comportamento ex se perseguibile e incriminabile a titolo di reato”.
Facendo un salto nel passato, la Legge Merlin del 1958 si è limitata a vietare le case di tolleranza e introdotto una serie di illeciti, intesi quali reati penali, come lo sfruttamento, l’induzione e il favoreggiamento della prostituzione quindi il meretricio è fattispecie criminosa se inserita in uno di questi “contesti”.
In particolare, l’articolo 3 n°8, della L. 20 febbraio 1958, n. 75 la legge, infatti, punisce chiunque, in qualsiasi modo, favorisca o sfrutti la prostituzione altrui.
Il reato di favoreggiamento della prostituzione, precisa la giurisprudenza (cfr. , tra le altre sentenza della Cassazione n°6373/2013), si concretizza, sotto il profilo oggettivo, in qualunque attività idonea a procurare favorevoli condizioni per l’esercizio della prostituzione, mentre sotto il profilo soggettivo è sufficiente la consapevolezza di agevolare il commercio altrui del proprio corpo senza che abbia rilevanza il movente dell’azione.
Ipotesi “comuni” di sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione
Alcune condotte collegate alla prostituzione e molto diffuse nel contesto attuale, sono ritenute illecite dalla giurisprudenza in quanto assimilabili allo sfruttamento o al favoreggiamento della prostituzione. Ne analizzeremo quattro perché attualmente sono le più comuni.
a) Gestire un sito per annunci di Escort: è considerato legale solo se il webmaster si limita a predisporre lo spazio web, lasciando le prostitute e i clienti liberi di incontrarsi e di gestire i propri appuntamenti. Un sito di annunci, in Italia, non è quindi considerato intermediazione utile a procacciare clienti, penalmente rilevante ai fini del favoreggiamento della prostituzione. Questa attività, invece, diventa illecita nel momento in cui il proprietario del sito internet aiuta le escort a trovare i clienti, magari facendo loro delle foto provocanti o svolgendo altri tipi di servizi per agevolarne gli affari. Insomma, per non commettere reato il webmaster o il proprietario del dominio deve rimanere “neutro” nella gestione del sito;
b) dare in affitto un appartamento ad una Escort: la locazione è legittima: se così non fosse si arriverebbe al paradosso per cui la persona che si prostituisce non avrebbe il diritto di ricevere una casa dove vivere, il che sarebbe anche contrario ai principi costituzionali. Si resta al di fuori dell’illecito penale a condizione che il proprietario non si approfitti della situazione, ad esempio riscuotendo una canone di locazione più elevato rispetto ai prezzi di mercato, e che non fornisca alcun tipo di aiuto per l’esercizio dell’attività di meretricio, come ad esempio mettendo degli annunci per conto della prostituta, fornendole protezione, procacciando clienti. Quindi affittare una casa a una Escort, diventa reato nel momento in cui il canone di locazione è palesemente più alto di quello conforme al tasso di mercato praticato nella stessa zona: ciò infatti sarebbe sintomatico del tentativo del padrone di casa di nascondere la propria partecipazione agli utili della Escort, con ciò facendo scattare il reato di sfruttamento della prostituzione;
N. B. Non sussiste reato nemmeno se il locatore sia a conoscenza del fatto che all’interno della casa si svolge la prostituzione, a condizione che non vi sia più di una prostituta altrimenti scatta l’illecito di cui al punto successivo;
c) locazione di immobile a scopo di esercizio di casa di prostituzione. Trattasi di fattispecie delittuosa prevista dal n°2 dell’articolo 3, L. 20 febbraio 1958, n°75, ai sensi del quale si prevede la punibilità di “chiunque, avendo la proprietà o l’amministrazione di una casa o di un altro locale, li conceda in locazione a scopo di esercizio di una casa di prostituzione”. Sotto il profilo dell’elemento psicologico integrativo del reato, è richiesto il dolo generico, in quanto per la punibilità del colpevole è sufficiente la volontà diretta al possesso, alla gestione ed al controllo di una casa di prostituzione. Non è richiesta alcuna finalità particolare, né di lucro, né di servizio all’altrui libidine;
d) casa in comodato alla prostituta. Offrire la propria casa in comodato alla prostituta è reato, salvo che si provi che non si era a conoscenza dello svolgimento di tale attività all’interno dell’abitato: ad affermarlo è la Suprema Corte di Cassazione nella Sentenza n°13229/2015, per cui non sussiste più alcun dubbio che in questi casi si verrà puniti anche se il comodato non rientrerebbe prima facie, aderendo ad una interpretazione letterale della norma, alle ipotesi incriminate ax articolo 3 n°2 , L. 20 febbraio 1958, n°75. Ratio: il comodato essendo a titolo gratuito, sottintende la preminente finalità di agevolare l’esercizio della prostituzione altrui e risulta, dunque, pienamente idoneo ad integrare la condotta punita dalla disposizione incriminatrice, che si concretizza in qualunque comportamento che abbia un effetto di facilitazione;
e) gestire un hotel, un bar, un bed & breakfast, una pensione, un centro massaggi o un centro estetico, una discoteca o un night club, ben sapendo che al proprio interno vengono svolte attività di prostituzione, costituisce reato, perché sostanzialmente finisce per essere un favoreggiamento e sfruttamento al pari di chi gestisce una casa di appuntamenti.
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