Comando Provinciale Pesaro
La Guardia di Finanza attraverso il Nucleo della Polizia Tributaria di Pesaro, al termine di una complessa attività investigativa durata più di un anno, denominata “Family Trick”, ha tratto in arresto madre e figlio, titolari di un autosalone con sede a Fano, per concorso in bancarotta fraudolenta.
Il provvedimento restrittivo, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pesaro, ha previsto la custodia cautelare nel carcere di Villa Fastiggi per l’uomo e gli arresti domiciliari nei confronti della madre.
I due, attraverso un ben collaudato meccanismo di raggiro, prima e dopo il fallimento della loro azienda, sono stati capaci di accaparrarsi, nel tempo, ingenti somme di denaro a danno di numerosi ignari clienti, lucrando circa un milione di euro.
In sostanza, le vittime del suddetto raggiro si vedevano offrire virtuali opzioni di acquisto su autovetture che, nella realtà, non si trovavano neppure nella disponibilità dei due venditori.
Non solo, ai malcapitati, invogliati dal vantaggioso prezzo di acquisto, veniva richiesta una corposa somma a titolo di caparra, senza poi, naturalmente, giungere mai alla consegna del veicolo. In qualche altra occasione, al danno si è aggiunta la beffa: i due astuti complici, sempre con l’intento di accattivarsi la fiducia del cliente, accordavano le permute dell’usato, che provvedevano a vendere e ad incassarne l’ammontare, avendo proceduto prima a intestare alla loro azienda la proprietà delle vetture.
Emblematico e significativo è il caso di un fanese che, lusingato dalla promessa dell’acquisto di una Porsche Cayenne, dava in permuta la propria Ferrari unitamente ad un cospicuo anticipo di €. 37. 000.
E non è tutto, come se non bastasse, la coppia ha avviato numerose pratiche di concessione di finanziamenti, intascandone le somme relative.
Ma l’alacre lavoro svolto dalle Fiamme Gialle di Pesaro ha consentito di stroncare l’attività criminale di madre e figlio e condurre questa triste storia al giusto epilogo: l’arresto dei due malfattori.
A seguito delle operazioni di perquisizione eseguite presso le abitazioni e all’interno degli automezzi in uso ai due, è stata rinvenuta ampia documentazione ritenuta di fondamentale importanza per l’accertamento dei fatti ed a comprova degli stessi.
In caso di condanna i due rischiano una pena detentiva fino a 10 anni di reclusione.