Nel panorama fiscale italiano, l’eventuale possibilità di richiedere lo sgravio delle cartelle esattoriali rappresenta una svolta significativa per cittadini e imprese.
Sommario
Questa misura, introdotta per alleggerire il peso del debito tributario accumulato, offre un’opportunità unica di risparmio e di regolarizzazione delle pendenze fiscali.
In questo articolo, approfondiremo come funziona lo sgravio delle cartelle esattoriali, chi può beneficiarne e quali sono i passi necessari per usufruire di questa opportunità.
Cosa Intendiamo per Sgravio delle Cartelle Esattoriali?
Lo sgravio delle cartelle esattoriali è un meccanismo che permette di ridurre o annullare i debiti tributari contenuti nelle cartelle esattoriali.
Questa misura si rivolge a specifiche categorie di debitori che rispettando determinati requisiti, che elencheremo di seguito, ed ha l’obiettivo di favorire la regolarizzazione delle posizioni debitorie e stimolare la ripresa economica.
Il processo di sgravio prevede l’analisi della situazione debitoria del contribuente e, a seconda dei casi, può portare all’annullamento totale o parziale del debito.
È fondamentale, per i contribuenti interessati, avvalersi della consulenza di un professionista per navigare le complessità del processo e presentare la documentazione necessaria per accedere allo sgravio.
Criteri e Condizioni per l’Annullamento delle Cartelle Esattoriali
L’annullamento delle cartelle esattoriali non è una misura applicabile universalmente ma è soggetto a specifici criteri che determinano l’ammissibilità del contribuente. Questi criteri sono fondamentali per comprendere in quali situazioni è possibile richiedere lo sgravio e beneficiare di un alleggerimento del proprio carico fiscale.
Di seguito, esploreremo i principali casi e le condizioni sotto cui è possibile avviare la procedura di annullamento delle cartelle esattoriali.
Situazioni di Grave Disagio Economico
I contribuenti che versano in situazioni di grave disagio economico, valutate su criteri specifici come il reddito familiare, la presenza di malattie gravi o altre condizioni che impattano significativamente la capacità di reddito, possono richiedere l’annullamento delle cartelle esattoriali.
Queste situazioni richiedono la presentazione di documentazione comprovante il disagio.
Errore Materiale o Doppia Imposizione
In casi di errore materiale nella notifica delle cartelle esattoriali o di doppia imposizione, il contribuente ha il diritto di richiedere l’annullamento del debito.
Questi errori possono derivare da disguidi burocratici o da interpretazioni errate delle normative fiscali applicate.
Prescrizione del Debito
Un altro caso riguarda la prescrizione del debito. Le cartelle esattoriali hanno un termine entro cui devono essere riscosse; superato questo termine senza che sia stata intrapresa un’azione di riscossione, il debito si prescrive e il contribuente può richiedere l’annullamento della cartella.
L’istanza in autotutela
Se il contribuente ritiene che la richiesta di pagamento contenuta nella cartella o nell’avviso inviato dall’Agenzia delle entrate-Riscossione non sia dovuta puoi chiederne l’annullamento direttamente all’ente creditore, al giudice, oppure puoi inviare una richiesta di sospensione della cartella.
E’ opportuno precisare che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha si il compito di riscuotere, ma la richiesta di pagamento vera e propria arriva dagli enti pubblici pertanto l’annullamento (detto “sgravio”) bisognerà richiederlo direttamente all’ente creditore a cui è riferito il tributo (Inps, Inail, Agenzia delle Entrate…).
La richiesta da rivolgere all’ente si chiama “autotutela”. Con l’autotutela chiedi all’ente di correggere il proprio errore. Se l’ente annullerà in tutto o in parte il debito invierà all’Agenzia delle entrate-Riscossione lo “sgravio”, cioè l’ordine di annullare il debito. L’Agenzia delle entrate-Riscossione in questo modo cancellerà quel tributo dalla cartella.
Se invece l’ Agenzia delle entrate-Riscossione non riceve dall’ente lo sgravio è obbligata per legge a procedere con la riscossione.Non c’è un termine per presentare la domanda, ma ti consigliamo di agire tempestivamente.
Inoltre, in alcuni casi specifici previsti dalla legge, puoi anche chiedere direttamente all’Agenzia delle entrate-Riscossione la sospensione della cartella e attendere l’esito delle verifiche dell’ente creditore.
Come richiedere l’annullamento con ricorso al giudice
Per chiedere di annullare in tutto o in parte il debito presente nella cartella, puoi fare ricorso all’autorità giudiziaria competente. Nel documento che deciderai di impugnare (per esempio la cartella) troverai maggiori informazioni su come effettuare il ricorso e a quale giudice inviarlo.
Se il giudice ti darà ragione, accogliendo il riscorso, l’ente dovrà annullare il debito.
Tuttavia capita a volte che l’ente non si adegui alla decisione del giudice. In questo caso, potrai far valere le tue ragioni ricorrendo direttamente al giudice e iniziare il cosiddetto “giudizio di ottemperanza”.
Si tratta di un ulteriore ricorso per ottenere che l’ente applichi quanto già deciso da altro giudice.
Per segnalare qualsiasi irregolarità riscontrata è possibile, comunque, rivolgersi al Garante del contribuente con richiesta scritta in carta libera, specificando i propri dati anagrafici e il codice fiscale.
Conclusione
In sintesi, il contribuente ha la possibilità di far valere i propri diritti ed ha la possibilità di richiedere uno sgravio totale o parziale: nel primo caso il tributo viene annullato per intero, nel secondo il tributo caso viene annullato solo in parte. Al provvedimento di sgravio, cioè di annullamento, del tributo dovrà seguire il rimborso, totale o parziale, delle somme eventualmente già pagate.