Negli ultimi anni, eventi naturali estremi come terremoti, alluvioni e frane hanno causato danni ingenti alle imprese italiane, mettendo a rischio la continuità di molte attività. Per far fronte a queste emergenze e ridurre il peso economico sugli aiuti statali, il governo ha introdotto l’obbligo per le imprese di stipulare una polizza catastrofale, come previsto dalla Legge di Bilancio 213/2023.
Sommario
Ma quali beni devono essere assicurati? Quali sono i costi e le sanzioni per chi non si adegua? E quali sono i vantaggi per le imprese? In questo articolo analizzeremo tutti gli aspetti della polizza catastrofale obbligatoria, per aiutarti a capire come metterti in regola e proteggere la tua azienda dai rischi naturali.
Polizza catastrofale obbligatoria
La polizza catastrofale obbligatoria per le imprese è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 213/2023, precisamente all’articolo 1, commi 101 e successivi. L’obiettivo della misura è quello di garantire una copertura assicurativa a tutte le imprese italiane contro i danni derivanti da eventi naturali estremi come terremoti, alluvioni e altre calamità. Inizialmente, la normativa prevedeva che le aziende si adeguassero entro il 31 dicembre 2024, ma il termine è stato successivamente prorogato con il Decreto Milleproroghe (D.L. 207/2024) al 31 marzo 2025.
Questa proroga è stata concessa a seguito delle richieste delle associazioni di categoria, che hanno evidenziato le difficoltà di molte imprese nell’adeguarsi in tempi così ristretti. Tuttavia, l’obbligo rimane e le imprese dovranno stipulare una polizza conforme ai requisiti stabiliti dal legislatore per evitare sanzioni e, soprattutto, per proteggersi da eventi catastrofali che potrebbero compromettere la continuità aziendale.
Polizza e coperture
L’obbligo di stipulare la polizza catastrofale riguarda tutte le imprese italiane, indipendentemente dalla loro dimensione o settore di appartenenza. Sono incluse società di capitali, società di persone, ditte individuali e persino alcune attività professionali se esercitate in forma organizzata. Tuttavia, alcune categorie potrebbero essere esentate o soggette a condizioni particolari, a seconda dei futuri decreti attuativi che definiranno meglio il perimetro della normativa.
Per quanto riguarda le coperture assicurative, la polizza dovrà prevedere il risarcimento dei danni subiti a seguito di eventi catastrofali come:
- Terremoti
- Alluvioni e inondazioni
- Frane e smottamenti
- Trombe d’aria e tempeste estreme
- Incendi boschivi su larga scala
L’importo del risarcimento sarà calcolato in base ai danni effettivamente subiti, con massimali che dovranno essere stabiliti nei contratti assicurativi. È possibile che il governo definisca una soglia minima di copertura obbligatoria, lasciando agli imprenditori la possibilità di integrare la polizza con garanzie aggiuntive.
Costi e modalità di adesione
La polizza catastrofale obbligatoria si applica agli immobili strumentali delle imprese, ovvero quei fabbricati utilizzati per l’attività produttiva, commerciale o professionale. Sono quindi esclusi gli immobili a uso abitativo, anche se di proprietà dell’azienda o dell’imprenditore.
Per quanto riguarda il costo della polizza, al momento non è stato stabilito un premio fisso, poiché dipenderà da fattori come:
- Localizzazione dell’immobile (zone a maggiore rischio idrogeologico o sismico avranno costi più elevati).
- Caratteristiche costruttive dell’edificio (immobili più resistenti ai terremoti o alle alluvioni potrebbero ottenere tariffe più basse).
- Valore dell’immobile e tipologia di attività svolta (aziende con strutture di elevato valore patrimoniale potrebbero avere costi superiori).
L’adesione alla polizza avverrà tramite compagnie assicurative private, con l’obbligo di stipulare una copertura conforme ai requisiti previsti dalla normativa. Attualmente, il governo sta valutando la possibilità di introdurre agevolazioni fiscali per attenuare l’impatto economico sulle imprese. Inoltre, si ipotizza l’istituzione di un fondo di garanzia pubblico, che potrebbe intervenire in caso di danni eccezionali non completamente coperti dalle assicurazioni private.
Le imprese dovranno stipulare la polizza entro il 31 marzo 2025, termine stabilito dal Decreto Milleproroghe (D.L. 207/2024), per evitare sanzioni amministrative e limitazioni nell’accesso ai fondi pubblici in caso di calamità naturali.
Copertura e esclusioni
La polizza catastrofale obbligatoria per le imprese copre i danni materiali e diretti subiti dagli immobili strumentali a seguito di eventi calamitosi. In particolare, la copertura riguarda:
- Terremoti
- Alluvioni, inondazioni e allagamenti
- Frane e smottamenti
- Altri eventi catastrofali di origine naturale
Gli immobili strumentali oggetto della polizza includono fabbricati utilizzati per attività industriali, artigianali, commerciali e professionali. Sono esclusi, invece, gli immobili a uso abitativo, anche se di proprietà dell’impresa o dell’imprenditore.
Quali danni vengono risarciti?
La polizza prevede il rimborso delle spese di ripristino e ricostruzione degli edifici danneggiati, nei limiti dei massimali stabiliti nel contratto assicurativo. Potrebbero essere previste franchigie e scoperti, che variano in base alla compagnia assicurativa e al livello di rischio dell’area in cui si trova l’immobile.
Cosa non è coperto?
Nonostante la copertura obbligatoria, alcune tipologie di danni potrebbero non essere incluse nella polizza base, come:
- Danni indiretti (ad esempio il mancato guadagno a causa dell’interruzione dell’attività).
- Danni a impianti, macchinari e attrezzature contenuti nell’immobile.
- Eventi non espressamente previsti nel contratto.
Per garantire una protezione più ampia, le imprese potranno integrare la polizza obbligatoria con coperture aggiuntive, estendendo il risarcimento anche a beni mobili e perdite economiche conseguenti all’evento catastrofale.
Obblighi per le imprese
La polizza catastrofale obbligatoria riguarda tutte le imprese italiane e anche le imprese estere con una stabile organizzazione in Italia, purché siano iscritte al Registro delle Imprese. L’unica eccezione prevista dalla normativa riguarda le aziende del settore agricolo, che al momento non sono soggette all’obbligo di assicurazione.
Le imprese hanno tempo fino al 31 marzo 2025 per adeguarsi, in base alla proroga introdotta dal Decreto Milleproroghe (D.L. 207/2024). Il mancato rispetto dell’obbligo potrebbe comportare limitazioni nell’accesso ai fondi pubblici per la ricostruzione in caso di eventi catastrofali, come terremoti o alluvioni.
Quali sono le conseguenze per chi non si assicura?
Attualmente, la normativa non ha ancora definito un sistema di sanzioni pecuniarie, ma è previsto che le imprese inadempienti possano:
- Essere escluse dai finanziamenti pubblici e dalle agevolazioni statali in caso di calamità naturali.
- Non poter accedere ai contributi per la ricostruzione stanziati dallo Stato.
L’obiettivo di questa misura è trasferire il rischio dai bilanci pubblici al settore assicurativo, riducendo il peso economico a carico dello Stato nel caso di emergenze. Per questo motivo, il governo potrebbe introdurre controlli periodici, richiedendo alle imprese di dimostrare la stipula della polizza per accedere a determinati incentivi e agevolazioni.
Implicazioni per le imprese e il settore assicurativo
L’introduzione della polizza catastrofale obbligatoria avrà un impatto significativo sia sulle imprese che sul settore assicurativo. Da un lato, le aziende dovranno sostenere un nuovo costo fisso per la protezione dei loro immobili strumentali, dall’altro le compagnie di assicurazione dovranno strutturare prodotti adeguati e sostenibili, considerando il rischio crescente legato ai cambiamenti climatici e ai fenomeni naturali estremi.
Vantaggi per le imprese
Nonostante l’obbligo possa sembrare un onere aggiuntivo, la polizza rappresenta anche una forma di tutela economica. In caso di calamità, le imprese assicurate potranno contare su un indennizzo per il ripristino degli immobili danneggiati, evitando di dover affrontare da sole costi spesso insostenibili. Inoltre, una copertura assicurativa adeguata potrebbe facilitare l’accesso al credito, migliorando la solidità finanziaria dell’azienda agli occhi delle banche e degli investitori.
Sfide per il settore assicurativo
Le compagnie assicurative dovranno gestire un numero elevato di polizze, con la necessità di valutare correttamente il rischio per ciascuna impresa. Questo potrebbe portare a una diversificazione delle tariffe in base alla localizzazione geografica e alle caratteristiche strutturali degli edifici. Inoltre, il governo potrebbe intervenire con misure di regolamentazione per garantire che le tariffe restino accessibili, evitando speculazioni a danno delle imprese.
In sintesi, l’obbligo assicurativo rappresenta un cambiamento strutturale che potrebbe rendere il sistema economico più resiliente, ma che richiederà un’attenta gestione per evitare distorsioni nel mercato.
Polizze catastrofali già in essere
Le imprese che, al momento dell’entrata in vigore dell’obbligo, dispongono già di una polizza catastrofale dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni previste dal D.M. 18/2025. In particolare, l’articolo 11, comma 2 del decreto stabilisce che l’adeguamento dovrà avvenire “a partire dal primo rinnovo o quietanzamento utile delle stesse”.
Cosa significa in pratica?
- Se un’impresa ha già una polizza attiva, questa resterà valida fino alla sua naturale scadenza.
- Al momento del rinnovo, la polizza potrà essere aggiornata alle condizioni previste dalla nuova normativa.
- Se la polizza preesistente non rispetta i requisiti stabiliti dal D.M. 18/2025, dovrà essere sostituita o modificata tramite appendici integrative.
Questa disposizione evita che le imprese debbano rescindere immediatamente i contratti in corso, consentendo un passaggio graduale alla nuova regolamentazione. Tuttavia, è fondamentale che le aziende verifichino con la propria compagnia assicurativa la conformità della polizza attuale, per evitare di trovarsi scoperte o inadempienti alla normativa al momento del rinnovo.
Normativa sulla polizza catastrofale
La normativa sulla polizza catastrofale obbligatoria stabilisce specifici criteri per l’indennizzo dei danni subiti dalle imprese, prevedendo scoperti, massimali e limiti di indennizzo differenziati in base alla somma assicurata.
Scoperti e quota a carico dell’assicurato
Per le imprese con una somma assicurata fino a 30 milioni di euro, le polizze possono prevedere, qualora concordato tra le parti, uno scoperto a carico dell’assicurato non superiore al 15% del danno indennizzabile.
Per importi superiori ai 30 milioni di euro, invece, la percentuale di danno indennizzabile che rimane a carico dell’assicurato è stabilita liberamente tra le parti, senza vincoli imposti dalla normativa.
Massimali e limiti di indennizzo
Le polizze possono includere limiti di indennizzo basati sulla somma assicurata, rispettando i seguenti parametri:
- Per somme assicurate fino a 1 milione di euro, il limite di indennizzo corrisponde alla somma assicurata.
- Per somme tra 1 milione e 30 milioni di euro, il limite di indennizzo non può essere inferiore al 70% della somma assicurata.
- Per somme superiori a 30 milioni di euro, la definizione dei massimali è liberamente negoziabile tra l’impresa e la compagnia assicurativa.
Copertura per i terreni
Per quanto riguarda i terreni di proprietà dell’impresa, la copertura assicurativa è concessa nella forma a primo rischio assoluto, fino a concorrenza del massimale o limite di indennizzo pattuito, che viene determinato in misura proporzionale alla superficie del terreno assicurato.
Questi criteri garantiscono una certa flessibilità nella determinazione delle coperture, consentendo alle imprese di adattare la polizza alle proprie esigenze e alla loro capacità di sostenere eventuali costi scoperti.
Riepilogo
La Legge di Bilancio 213/2023 ha introdotto l’obbligo per tutte le imprese con sede legale in Italia, nonché per le imprese estere con una stabile organizzazione in Italia, di sottoscrivere una polizza assicurativa contro i danni derivanti da calamità naturali ed eventi catastrofali. L’unica eccezione riguarda il settore agricolo, che non è soggetto a tale obbligo.
Cosa copre la polizza obbligatoria?
Le imprese devono assicurare i loro immobili strumentali destinati all’attività produttiva, commerciale o professionale, escludendo quindi gli immobili a uso abitativo e quelli non direttamente impiegati nell’attività aziendale. La copertura assicurativa deve includere terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni e proteggere immobili, terreni, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali.
Termini e conseguenze per le imprese
L’adeguamento all’obbligo assicurativo doveva inizialmente avvenire entro il 31 dicembre 2024, ma la scadenza è stata posticipata al 31 marzo 2025 con il Decreto Milleproroghe (D.L. 207/2024). Le aziende che non sottoscrivono la polizza non potranno accedere a finanziamenti pubblici, incentivi e garanzie statali.
Costi e supporto finanziario
I premi assicurativi verranno calcolati in base al livello di rischio dell’impresa, considerando la posizione geografica e la vulnerabilità dei beni assicurati. Per facilitare l’adesione delle imprese, è stato istituito un fondo speciale da 5 miliardi di euro, gestito dalla SACE, che potrà coprire fino al 50% degli indennizzi.
Ruolo delle compagnie assicurative
Le compagnie assicurative sono obbligate a offrire queste polizze, e chi eluderà l’obbligo potrà incorrere in sanzioni tra 100.000 e 500.000 euro. Per supportare le imprese nella scelta della polizza più adatta, l’IVASS creerà un portale online che consentirà di confrontare le diverse offerte presenti sul mercato.
Questa misura mira a ridurre il peso economico delle calamità naturali sullo Stato, trasferendo parte del rischio al settore assicurativo e incentivando le imprese a proteggere il proprio patrimonio aziendale.
Considerazioni finali
L’introduzione della polizza catastrofale obbligatoria per le imprese rappresenta un cambiamento significativo nel panorama della gestione del rischio in Italia. L’obiettivo principale di questa misura è quello di garantire una maggiore protezione per le aziende, riducendo l’impatto economico di eventi calamitosi e alleggerendo il peso finanziario sullo Stato.
Sebbene l’obbligo assicurativo comporti un costo aggiuntivo per le imprese, esso offre anche benefici concreti, tra cui la possibilità di ottenere un indennizzo rapido e certo in caso di danni, evitando la dipendenza esclusiva dai fondi pubblici per la ricostruzione. Inoltre, l’istituzione di un fondo di garanzia da 5 miliardi di euro gestito dalla SACE e la creazione di un portale online IVASS per confrontare le offerte assicurative sono strumenti pensati per facilitare l’adeguamento delle imprese.
È fondamentale che gli imprenditori si informino per tempo e valutino la conformità delle proprie polizze esistenti o la necessità di stipularne una nuova entro la scadenza del 31 marzo 2025. Il rischio di non adeguarsi potrebbe essere elevato, con la possibilità di esclusione da finanziamenti pubblici e agevolazioni statali.
In un contesto in cui i fenomeni naturali estremi sono sempre più frequenti, questa misura rappresenta un passo verso una maggiore resilienza del tessuto economico italiano. Tuttavia, resta da vedere come il mercato assicurativo reagirà e se saranno previsti ulteriori incentivi per rendere la transizione più sostenibile per le imprese.