La cessione di un’autovettura da parte di un professionista può generare una plusvalenza o una minusvalenza, che impattano sul reddito imponibile e, di conseguenza, sulle imposte da versare.
Sommario
Come si calcola la plusvalenza o minusvalenza?
La plusvalenza o minusvalenza si ottiene dalla differenza tra:
- Corrispettivo o indennità percepiti: il prezzo di vendita dell’auto
- Costo non ammortizzato: il costo originario dell’auto meno gli ammortamenti già dedotti
In caso di plusvalenza
- Solo una parte è imponibile: la plusvalenza è tassata solo al 20%, in quanto si presume che il restante 80% sia già stato consumato dall’uso del bene.
- L’imponibile varia in base al regime fiscale: per i professionisti che determinano il reddito con il regime forfettario, la plusvalenza è imponibile al 15%.
In caso di minusvalenza
- Non è interamente deducibile: la minusvalenza è deducibile solo per la stessa quota in cui sono stati dedotti gli ammortamenti.
Esempio
Un professionista ha acquistato un’auto nel 2020 per 30.000 euro e l’ha ammortizzata per il 50%. Nel 2024 la vende per 25.000 euro.
- Costo non ammortizzato: 30.000 euro – (30.000 euro x 50%) = 15.000 euro
- Plusvalenza: 25.000 euro – 15.000 euro = 10.000 euro
- Imponibile plusvalenza: 10.000 euro x 20% = 2.000 euro
- Imposte da versare: 2.000 euro x 26% (aliquota IRPEF) = 520 euro
Cosa fare per la dichiarazione fiscale
- Regime forfettario: la plusvalenza o minusvalenza va indicata nel quadro RE del Modello Redditi.
- Regime ordinario: la plusvalenza o minusvalenza va indicata nel quadro RL del Modello Redditi.
Casi particolari
- Auto beni strumentali: se l’auto è stata usata esclusivamente per l’attività professionale, la plusvalenza o minusvalenza è tassata per intero.
- Auto beni non strumentali: se l’auto è stata usata anche per fini personali, la plusvalenza o minusvalenza è tassata solo in proporzione all’uso professionale.