Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 25 marzo 2025 del Pacchetto ViDA (VAT in the Digital Age), si apre ufficialmente una nuova fase per la digitalizzazione fiscale in Europa. Dal 14 aprile 2025, tutti gli Stati membri potranno imporre l’obbligo di fatturazione elettronica domestica, senza dover più attendere autorizzazioni specifiche da parte della Commissione europea.
Sommario
Per l’Italia, che ha già esteso l’e-fattura alla quasi totalità dei contribuenti, si tratta di una conferma attesa: la Commissione UE, con la Decisione n. 3150/2023, ha concesso una proroga fino al 31 dicembre 2027 per mantenere il proprio sistema nazionale, o fino all’adozione definitiva di un sistema europeo armonizzato.
Ma quali sono le implicazioni concrete per imprese, professionisti e partite IVA? Come cambiano gli obblighi, i vantaggi fiscali e le modalità operative?
In questo approfondimento analizziamo le novità normative introdotte dal Pacchetto ViDA, gli aspetti fiscali più rilevanti (sanzioni, detrazione IVA, semplificazioni), le categorie obbligate o ancora escluse e gli strumenti più efficaci per gestire la fatturazione in modo smart.
Una guida completa per capire cosa cambia, come adeguarsi e, soprattutto, come trasformare l’obbligo in un’opportunità di crescita e semplificazione.
Pacchetto ViDA
Con la pubblicazione del Pacchetto ViDA (VAT in the Digital Age) sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 25 marzo 2025, entra in vigore una svolta normativa che interessa direttamente tutti i soggetti passivi IVA in Europa. Tra le misure più rilevanti c’è la possibilità, per gli Stati membri, di introdurre l’obbligo di fatturazione elettronica domestica — sia in emissione che in ricezione — a partire dal 14 aprile 2025. La novità riguarda esclusivamente i soggetti stabiliti nel territorio nazionale, escludendo quindi i soggetti solo identificati ai fini IVA.
Si tratta di un passo avanti importante verso una armonizzazione digitale della fiscalità europea, finalizzata a combattere l’evasione IVA e a semplificare gli adempimenti. Per quanto riguarda l’Italia, la decisione UE n. 3150 del 10 dicembre 2023 ha già concesso una proroga all’obbligo interno di e-fattura fino al 31 dicembre 2027, oppure fino all’adozione di un sistema europeo di fatturazione elettronica se precedente. Un via libera fondamentale che garantisce continuità normativa al sistema italiano, il più avanzato in Europa nell’ambito della digitalizzazione fiscale.
In questo scenario, l’Italia non solo mantiene l’obbligo già vigente per la quasi totalità dei contribuenti, ma può anche estendere progressivamente l’e-fattura a nuove categorie o allinearsi più facilmente alle future disposizioni comunitarie.
Cosa prevede il Pacchetto ViDA
Il Pacchetto ViDA, pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 25 marzo 2025, rappresenta un punto di svolta per la digitalizzazione dell’IVA in Europa.
Il cuore del pacchetto è composto da tre atti normativi:
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la Direttiva UE n. 516/2025, che modifica l’attuale Direttiva IVA (2006/112/CE),
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il Regolamento UE n. 517/2025, che interviene sul Regolamento n. 904/2010 relativo alla cooperazione amministrativa in materia di IVA,
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il Regolamento UE n. 518/2025, che modifica il Regolamento n. 282/2011 sulle disposizioni di applicazione.
Grazie a queste modifiche, dal 14 aprile 2025 gli Stati membri potranno adottare disposizioni interne per imporre l’obbligo di fatturazione elettronica domestica, senza dover più ottenere un’autorizzazione preventiva da parte della Commissione europea. Questo snellisce i tempi e amplia la libertà normativa degli Stati, aprendo la strada a una progressiva omogeneizzazione tra gli ordinamenti fiscali europei.
Tuttavia, la Direttiva UE 516/2025 precisa che alcune operazioni restano escluse: tra queste le cessioni intracomunitarie, le operazioni triangolari nazionali e le prestazioni di servizi a soggetti esteri non stabiliti in loco. Tali limitazioni sono chiaramente descritte nel paragrafo 2 dell’articolo 218 della direttiva.
In attesa dell’adozione uniforme del ViDA, l’Italia ha comunque ottenuto una proroga per mantenere il proprio obbligo di e-fattura fino al 31 dicembre 2027, consolidando così il suo ruolo di pioniere nella transizione digitale fiscale.
Fatturazione elettronica
Se inizialmente vista come un obbligo complesso e burocratico, la fatturazione elettronica si è rivelata uno strumento potente per la digitalizzazione dei processi aziendali, soprattutto per le piccole e medie imprese. Tra i principali vantaggi per i contribuenti stabiliti in Italia ci sono innanzitutto la semplificazione amministrativa e la maggiore tracciabilità delle operazioni. La trasmissione dei documenti al Sistema di Interscambio (SdI) consente all’Agenzia delle Entrate un controllo quasi in tempo reale, riducendo il rischio di errori e accertamenti fiscali.
Dal punto di vista operativo, i vantaggi sono numerosi:
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Eliminazione dei costi di stampa, spedizione e conservazione cartacea;
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Tempi di pagamento più rapidi, grazie a flussi digitali automatizzati;
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Riduzione degli errori contabili attraverso software gestionali integrati;
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Possibilità di usufruire di sistemi di precompilazione delle dichiarazioni IVA, che dal 2024 sono stati ampliati a nuove categorie.
Inoltre, per chi è attento alla compliance fiscale, la e-fattura rappresenta una garanzia di correttezza formale e sostanziale dei documenti, facilitando controlli interni e audit. Non è un caso che sempre più studi professionali stiano consigliando l’adozione di strumenti digitali integrati, capaci di gestire tutto il ciclo attivo e passivo in maniera centralizzata.
La chiave per non subire l’obbligo, ma anzi trasformarlo in vantaggio competitivo, è affidarsi a soluzioni scalabili e compatibili con il proprio business. Il mercato offre oggi piattaforme intuitive, economiche e compatibili con le richieste dell’Agenzia delle Entrate.
Aspetti fiscali
Dal punto di vista fiscale, la fatturazione elettronica ha introdotto importanti novità nel rapporto tra contribuente e Amministrazione finanziaria. L’invio in tempo reale delle fatture attraverso il Sistema di Interscambio (SdI) consente all’Agenzia delle Entrate di disporre di dati completi e aggiornati su ogni transazione, riducendo il margine per errori, omissioni o frodi. Questo ha portato a una progressiva semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti, ma anche a una maggiore trasparenza fiscale.
Uno degli effetti più rilevanti riguarda la gestione dell’IVA: con i dati delle fatture elettroniche, l’Agenzia può predisporre dichiarazioni IVA precompilate, facilitando l’adempimento e riducendo i rischi di errore.
Inoltre, per i contribuenti che operano correttamente, si possono aprire scenari positivi come:
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accesso al regime premiale per i soggetti “affidabili” (previsto anche dagli ISA),
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riduzione dei termini di accertamento per chi garantisce trasparenza e adempie puntualmente agli obblighi fiscali,
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maggiori certezze in caso di rimborsi IVA e deduzioni.
Tuttavia, è fondamentale rispettare le regole tecniche e normative, soprattutto per quanto riguarda tempi di emissione, correttezza dei dati e conservazione digitale. Errori ricorrenti, come la tardiva trasmissione della fattura o l’indicazione errata dell’aliquota, possono comportare sanzioni anche in presenza di buona fede.
In questo contesto, la fatturazione elettronica diventa non solo un obbligo, ma anche uno strumento strategico per migliorare il rapporto con il Fisco, a patto che venga gestita in modo corretto e integrato con gli altri adempimenti.
IVA, sanzioni e vantaggi concreti
La fatturazione elettronica non è solo un obbligo amministrativo, ma ha ricadute dirette e rilevanti sul piano fiscale, in particolare in materia di IVA, sanzioni e detrazioni. L’obbligo di trasmissione tramite Sistema di Interscambio (SdI)comporta che ogni operazione venga registrata tempestivamente, con effetti immediati sia per chi emette sia per chi riceve la fattura.
Detrazione IVA: attenzione alla tempestività
Secondo la normativa vigente, il diritto alla detrazione dell’IVA nasce nel momento in cui l’imposta diventa esigibile, ma può essere esercitato solo quando si è in possesso della fattura elettronica ricevuta e registrata.
Un esempio pratico:
Se ricevi una e-fattura datata 28 marzo ma la registri il 3 aprile, potrai detrarre l’IVA solo nella liquidazione del mese di aprile, non in quella di marzo.
Questo implica che la tempestività nella registrazione diventa essenziale per una corretta gestione dell’IVA.
Sanzioni: errori che costano caro
La normativa prevede sanzioni per:
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Emissione tardiva della fattura: da 250 a 2.000 euro;
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Mancata emissione: dal 90% al 180% dell’imposta relativa;
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Errori formali (come codice destinatario errato o dati fiscali incompleti): sanzione fissa da 250 a 2.000 euro, se l’errore non ha inciso sulla corretta liquidazione dell’imposta.
È quindi fondamentale affidarsi a strumenti gestionali sicuri e a un consulente che verifichi la corretta emissione e conservazione delle fatture, obbligatoria per 10 anni in formato digitale.
Vantaggi fiscali concreti
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Precompilazione dei registri IVA e delle dichiarazioni, con meno adempimenti;
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Rimborsi IVA più veloci, in quanto l’Agenzia può verificare i dati in tempo reale;
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Riduzione dei termini di accertamento per chi trasmette tutti i dati in modo completo e puntuale (ex art. 3, D.Lgs. 127/2015).
In sintesi, chi adotta la fatturazione elettronica con precisione e strategia, può ottenere benefici fiscali reali, evitando sanzioni e migliorando il flusso di cassa.
Fatturazione elettronica europea
Il via libera concesso all’Italia per estendere l’obbligo di fatturazione elettronica domestica fino al 31 dicembre 2027rappresenta, di fatto, una fase di transizione verso un sistema unico europeo. L’obiettivo dell’UE, espresso chiaramente nel Pacchetto ViDA, è quello di realizzare entro la fine del decennio un modello armonizzato di fatturazione elettronica a livello comunitario, capace di sostituire gli attuali meccanismi di dichiarazione e di controllo dell’IVA.
L’architettura prevista si ispira al “Digital Reporting Requirements (DRR)”, una struttura che permetterà agli Stati membri di condividere dati in tempo reale per le transazioni intra-UE, attraverso un modello standardizzato e interoperabile. Questo sistema, se approvato nei tempi previsti, entrerà in vigore progressivamente dal 2028 in poi, obbligando tutti i Paesi a convergere verso un’unica piattaforma di scambio dei dati IVA.
In questo contesto, l’Italia si trova in posizione di vantaggio: il modello italiano, basato sul Sistema di Interscambio (SdI), è considerato tra i più avanzati e potrebbe fungere da benchmark per il sistema europeo. Tuttavia, sarà necessario adattare alcune regole interne, ad esempio sul tracciamento delle operazioni estere, sulle triangolazioni e sulla gestione del ciclo passivo da fornitori UE.
L’evoluzione normativa richiederà agli operatori economici un investimento continuo in aggiornamento e strumenti digitali. Ma chi si muove in anticipo, potrà godere di un vantaggio competitivo, evitando gli affanni delle fasi transitorie e sfruttando i benefici fiscali e operativi della digitalizzazione.
Come funziona
La fatturazione elettronica in Italia è obbligatoria per la quasi totalità dei soggetti passivi IVA e segue una procedura ben definita, regolata dal Decreto Legislativo n. 127/2015 e gestita tramite il Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate. Si tratta di un processo completamente digitale che sostituisce in pieno la fattura cartacea tradizionale, sia per l’emissione che per la conservazione.
I passaggi operativi:
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Creazione della fattura in formato XML (eXtensible Markup Language): è il solo formato accettato. Deve contenere tutte le informazioni obbligatorie (partita IVA, data, importi, aliquota IVA, causale, ecc.).
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Invio al Sistema di Interscambio (SdI): avviene tramite:
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software gestionali,
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portale gratuito dell’Agenzia delle Entrate,
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PEC (solo in alcuni casi residuali),
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intermediari abilitati (es. commercialista o provider accreditato).
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Controllo e validazione dello SdI: il sistema verifica la correttezza formale dei dati (codice destinatario, IVA, formato) e inoltra la fattura al destinatario.
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Consegna al cliente: se tutto è corretto, il cliente riceve la fattura nel suo cassetto fiscale o nel software collegato al codice destinatario. L’esito (consegna o scarto) viene comunicato al mittente.
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Conservazione digitale: obbligatoria per 10 anni, in modalità conforme alle norme AgID. Può essere gestita dall’Agenzia o da un provider certificato.
Esempio pratico:
Un professionista emette una fattura per € 1.000 + IVA al 22%. Prepara il file XML tramite il suo gestionale, lo invia allo SdI, che valida la struttura e consegna la fattura al cliente. Entrambi potranno accedere al documento dal proprio cassetto fiscale o gestionale integrato.
Il tutto avviene senza carta, in pochi minuti, e con data certa di emissione e ricezione. Un cambiamento che semplifica, rende trasparente e migliora il controllo fiscale.
Categorie escluse e casi particolari
Nonostante l’ampliamento progressivo dell’obbligo di fatturazione elettronica, alcune categorie di contribuenti restano ancora escluse in via temporanea o strutturale. È importante conoscere queste eccezioni, sia per valutare eventuali adeguamenti futuri, sia per evitare errori nell’emissione o nella ricezione delle fatture.
Chi è escluso (attualmente)
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Soggetti passivi non stabiliti in Italia, anche se identificati ai fini IVA (come previsto dal Pacchetto ViDA);
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Soggetti in regime di vantaggio (ex minimi): ancora esonerati fino a ulteriori disposizioni;
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Alcune Pubbliche Amministrazioni in caso di operazioni extra-SdI;
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Prestazioni di servizi generici resi a soggetti passivi UE (art. 7-ter del DPR 633/1972) non stabiliti in Italia.
Dal 1° luglio 2022, invece, l’obbligo è già stato esteso ai forfettari con ricavi superiori a 25.000 euro, mentre dal 1° gennaio 2024 è diventato universale per tutti, a prescindere dal volume d’affari.
Casi particolari
Esistono operazioni che, pur essendo tra soggetti obbligati, non richiedono fattura elettronica:
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Cessioni intracomunitarie (che seguono regole specifiche UE),
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Operazioni fuori campo IVA (come i contributi previdenziali non soggetti a imposta),
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Fatture emesse verso consumatori finali (privati): anche se è possibile emettere una e-fattura, è necessario consegnare copia cartacea o pdf.
Questa mappa delle eccezioni può cambiare nel tempo. È fondamentale restare aggiornati e confrontarsi con il proprio commercialista per evitare omissioni o errori formali.
Forfettari e microimprese
Dopo una fase iniziale di esclusione, anche i contribuenti in regime forfettario sono oggi soggetti all’obbligo di fatturazione elettronica. L’evoluzione normativa è stata progressiva ma chiara: l’intento del legislatore è quello di portare tutti i soggetti economici, inclusi quelli di minori dimensioni, verso una digitalizzazione totale dei processi fiscali.
Le tappe principali:
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1° luglio 2022: obbligo per i forfettari con ricavi o compensi superiori a 25.000 euro annui (anno precedente);
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1° gennaio 2024: estensione a tutti i contribuenti forfettari, senza più soglie di esonero;
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Obbligo analogo per il regime dei minimi, se ancora attivo.
Oggi, quindi, anche un piccolo artigiano, un freelance o un professionista in regime forfettario deve emettere fatture elettroniche in formato XML, inviarle tramite Sistema di Interscambio (SdI) e conservarle digitalmente per 10 anni.
Esempio pratico:
Un grafico freelance in regime forfettario che emette una fattura per un cliente aziendale dovrà:
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Predisporre la fattura in formato XML (tramite portale gratuito o software);
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Inviarla al SdI;
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Attendere la ricevuta di consegna (o scarto) da parte dell’Agenzia delle Entrate;
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Conservare il documento in digitale.
Consiglio operativo:
Per chi ha un volume di fatture limitato, il portale gratuito dell’Agenzia delle Entrate può essere sufficiente. Tuttavia, per chi lavora con clienti abituali o ha esigenze di automazione, è consigliabile dotarsi di un software gestionale semplice ed economico, integrato con il commercialista.
L’adozione della e-fattura rappresenta, anche per i forfettari, una forma di tutela fiscale e organizzativa, utile anche in ottica di controlli, deduzioni e storicizzazione dei dati.
Software, strumenti e servizi
La gestione della fatturazione elettronica può essere estremamente semplice oppure complessa, a seconda degli strumenti utilizzati. Oggi il mercato offre una vasta gamma di soluzioni digitali, dai servizi gratuiti dell’Agenzia delle Entrate fino a software evoluti per la gestione integrata del ciclo attivo e passivo.
Le principali soluzioni disponibili:
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Portale Fatture e Corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate: gratuito e sufficiente per chi emette poche fatture. Permette creazione, invio e conservazione automatica.
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Software gestionali online: come Fatture in Cloud, Aruba, Danea, TeamSystem, Zucchetti ecc. Offrono maggiore flessibilità, gestione delle scadenze, reportistica e integrazione con la contabilità.
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Soluzioni fornite dal commercialista: molti studi offrono ai clienti una piattaforma condivisa che consente di emettere le fatture e farle confluire direttamente nella contabilità.
Come scegliere il sistema più adatto?
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Valuta quante fatture emetti al mese: se sono meno di 5-10, il portale AE può bastare.
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Hai bisogno di automatizzare i processi (es. fatture ricorrenti, promemoria, prima nota)? Opta per un gestionale evoluto.
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Se hai un commercialista, verifica se può offrirti una piattaforma condivisa: spesso è la soluzione più efficiente.
Vantaggi dell’adozione di un buon sistema:
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Risparmio di tempo e risorse interne;
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Riduzione degli errori formali;
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Miglioramento del flusso di cassa con notifiche, scadenziari e gestione incassi;
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Compliance fiscale garantita, con conservazione digitale a norma.
Oggi più che mai, investire in uno strumento efficace per la gestione della fatturazione elettronica significa ridurre il carico amministrativo e aumentare l’efficienza operativa.
Considerazioni finali
L’autorizzazione concessa dall’Unione Europea all’Italia per mantenere l’obbligo di fatturazione elettronica domestica fino al 2027, e l’introduzione di un quadro normativo europeo più flessibile attraverso il Pacchetto ViDA, confermano la direzione intrapresa verso una digitalizzazione strutturale della fiscalità.
Per imprese, professionisti e contribuenti, ciò significa operare in un contesto sempre più automatizzato, in cui tempestività, correttezza e trasparenza nella gestione delle fatture diventano elementi centrali, non solo per evitare sanzioni ma anche per accedere a strumenti semplificati come la precompilazione IVA o la riduzione dei termini di accertamento.
In questo scenario, è fondamentale:
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comprendere bene gli obblighi attuali e futuri,
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monitorare le esclusioni e le eventuali deroghe ancora in vigore,
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dotarsi di strumenti adeguati alla dimensione e alla complessità della propria attività.
La fatturazione elettronica si conferma dunque non solo un adempimento normativo, ma un elemento strutturale della gestione amministrativa e fiscale, che richiede attenzione, aggiornamento e consapevolezza.
Essere pronti oggi significa affrontare con maggiore serenità i cambiamenti di domani.