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mercoledì 19 Marzo 2025

Detrazione delle spese sanitarie sostenute all’estero: come ottenere il rimborso fiscale

Sempre più italiani si trovano a dover affrontare spese sanitarie all’estero, sia per necessità che per scelta. Un viaggio di lavoro, una vacanza o la ricerca di cure specialistiche non disponibili in Italia possono portare alla necessità di sostenere costi medici fuori dai confini nazionali. Ma la domanda che molti si pongono è: è possibile detrarre queste spese nella dichiarazione dei redditi e ottenere un risparmio fiscale?

La risposta è , a patto di rispettare alcune regole fondamentali. La normativa fiscale italiana, infatti, consente di beneficiare della detrazione del 19% sull’IRPEF anche per le spese mediche sostenute all’estero, purché documentate correttamente e pagate con metodi tracciabili. Tuttavia, ci sono alcune precauzioni da adottare, come la corretta compilazione dei documenti, la necessità di traduzione per le fatture in lingua straniera e le specifiche regole per chi ha un’assicurazione sanitaria che copre le spese.

In questo articolo esamineremo nel dettaglio come detrarre le spese sanitarie sostenute all’estero, illustrando i requisiti richiesti, la documentazione necessaria e le particolari casistiche legate ai rimborsi assicurativi.

Detrazione spese sanitarie

La normativa italiana consente di detrarre le spese sanitarie sostenute all’estero, purché rispettino determinati requisiti. L’Agenzia delle Entrate, attraverso diverse circolari e risoluzioni, ha chiarito che i costi per cure mediche ricevute in un Paese straniero sono equiparabili a quelli sostenuti in Italia e, pertanto, possono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi per ottenere la detrazione IRPEF del 19%.

Le spese detraibili includono:

  • Visite specialistiche (cardiologiche, ortopediche, oculistiche, ecc.).
  • Interventi chirurgici e ricoveri ospedalieri.
  • Esami diagnostici e analisi di laboratorio.
  • Cure dentistiche (estrazioni, impianti, ortodonzia, ecc.).
  • Acquisto di medicinali prescritti.

Tuttavia, per poter fruire della detrazione, è essenziale rispettare alcune condizioni documentali e formali.

Documenti necessari

Per poter portare in detrazione le spese sanitarie sostenute all’estero, è fondamentale essere in possesso di una documentazione completa e correttamente compilata. In particolare, servono:

  • Fattura o ricevuta fiscale rilasciata dalla struttura sanitaria o dal medico.
  • Traduzione in italiano se la documentazione è in lingua straniera. Se il documento è in inglese, francese, spagnolo o tedesco, la traduzione può essere fatta autonomamente dal contribuente. Per altre lingue è necessaria una traduzione giurata.
  • Prova del pagamento (bonifico bancario, carta di credito, ricevuta del POS o estratto conto).

Un errore comune è presentare solo lo scontrino senza indicazione della prestazione sanitaria ricevuta. L’Agenzia delle Entrate potrebbe infatti rifiutare la detrazione se il documento non è chiaro o non riporta i dati essenziali.

Quando non è ammessa

Non tutte le spese sanitarie sostenute all’estero possono essere detratte. Alcuni casi in cui la detrazione non è ammessa includono:

  • Spese prive di documentazione adeguata (scontrini generici o privi di dettagli sulla prestazione).
  • Cure non sanitarie (ad esempio, trattamenti estetici, wellness, oculistica estetica).
  • Spese sostenute da un familiare non a carico (salvo eccezioni previste dalla normativa).

Inoltre, se la spesa è rimborsata da un’assicurazione sanitaria privata o da un ente pubblico (come il Servizio Sanitario Nazionale), la detrazione non è ammessa, poiché non si tratta di un costo effettivamente sostenuto dal contribuente.

Modello 730 e Redditi PF

Per beneficiare della detrazione fiscale, le spese sanitarie devono essere indicate nella dichiarazione dei redditi:

  • Modello 730: inserire l’importo nella sezione E, rigo E1.
  • Modello Redditi PF: indicare le spese nel quadro RP, rigo RP1.

L’importo massimo detraibile è pari al 19% della spesa sostenuta, al netto della franchigia di 129,11 euro. Ciò significa che solo la parte eccedente tale soglia sarà detraibile.

Se le spese sanitarie sono elevate (superiori a 15.493,71 euro), la detrazione può essere suddivisa in quattro rate annuali di pari importo. Questa opzione è utile per chi ha spese mediche ingenti in un solo anno fiscale.

Modalità di pagamento

Dal 2020, per usufruire della detrazione fiscale, è obbligatorio che il pagamento delle spese sanitarie avvenga con un metodo tracciabile:

  • Bonifico bancario o postale.
  • Carta di credito, debito o prepagata.
  • Assegno bancario o circolare.

Il pagamento in contanti è ammesso solo per l’acquisto di medicinali e dispositivi medici presso farmacie o strutture sanitarie accreditate. Questo vale sia per spese sanitarie sostenute in Italia che all’estero.

Detrazione per familiari a carico

Le spese sanitarie sostenute all’estero per un familiare fiscalmente a carico possono essere detratte, a condizione che il familiare non abbia un reddito annuo superiore a 2.840,51 euro (o 4.000 euro per figli fino a 24 anni).

Le stesse regole si applicano ai genitori, coniugi e altri parenti a carico, purché il contribuente possa dimostrare di aver sostenuto la spesa e di aver effettuato il pagamento con mezzi tracciabili.

Detrazione spese sanitarie all’estero - Commercialista.it

Spese sanitarie sostenute all’estero

Le spese sanitarie all’estero possono derivare da diverse situazioni, sia impreviste che programmate. Un cittadino italiano può trovarsi nella condizione di dover affrontare cure mediche fuori dal Paese per motivi di lavoro, studio, turismo o per necessità legate a trattamenti sanitari altamente specializzati, non disponibili in Italia.

Se il viaggio è all’interno dell’Unione Europea, il contribuente può usufruire dell’assistenza sanitaria pubblica presentando la propria Tessera Sanitaria Europea (TEAM). Tuttavia, è importante sapere che, sebbene le cure siano generalmente garantite negli ospedali pubblici o nelle strutture convenzionate, il pagamento del ticket sanitario può variare significativamente a seconda del paese.

Nei paesi extra UE, la situazione è più complessa: l’Italia ha stipulato accordi bilaterali con alcune nazioni per garantire una forma di assistenza sanitaria ai propri cittadini, ma ogni convenzione prevede condizioni differenti.

Nei paesi senza accordi specifici, invece, il costo delle cure è interamente a carico del paziente. Per questo motivo, chi viaggia spesso fuori dall’UE tende a stipulare una polizza sanitaria internazionale, che può coprire sia le spese ospedaliere che eventuali interventi di emergenza.

Sul sito del Ministero degli Esteri e del Ministero della Salute, i contribuenti possono trovare informazioni dettagliate sulle condizioni di assistenza sanitaria all’estero, sugli eventuali rimborsi e sulle modalità di accesso ai servizi sanitari nei diversi paesi.

Conoscere queste informazioni in anticipo può evitare spiacevoli sorprese e garantire un accesso più agevole alle cure necessarie.

Condizioni

Come anticipato, le spese sanitarie sostenute all’estero possono essere detratte dall’IRPEF nella misura del 19%, seguendo le stesse regole previste per le spese mediche effettuate in Italia. Tuttavia, affinché il contribuente possa effettivamente beneficiare della detrazione, è necessario che la documentazione sia completa e rispetti i requisiti stabiliti dalla normativa fiscale italiana.

Uno degli aspetti fondamentali riguarda la tracciabilità del pagamento: la detrazione è ammessa solo se la spesa è stata pagata con un mezzo tracciabile, come bonifico bancario, carta di credito o bancomat. Fanno eccezione gli acquisti di farmaci e dispositivi medici, per i quali il pagamento può avvenire anche in contanti.

Un altro requisito essenziale è la presenza di una fattura o ricevuta fiscale rilasciata dalla struttura sanitaria o dal professionista che ha erogato la prestazione.

Questo documento deve riportare chiaramente:

  • Il nome del paziente che ha ricevuto la cura.
  • La natura della prestazione sanitaria effettuata.
  • L’importo pagato.
  • I dati identificativi della struttura o del medico che ha eseguito il trattamento.

Senza questi elementi, l’Agenzia delle Entrate potrebbe contestare la detrazione e negarne il beneficio.

Traduzione della documentazione sanitaria

Un aspetto critico della detrazione delle spese sanitarie all’estero riguarda la lingua della documentazione fiscale. Poiché l’Agenzia delle Entrate deve poter verificare il contenuto dei documenti, è richiesto che le fatture e le ricevute siano in italiano o accompagnate da una traduzione.

Se la documentazione è redatta in inglese, francese, tedesco o spagnolo, il contribuente può provvedere autonomamente alla traduzione, dichiarandone la conformità.

Invece, per le fatture scritte in altre lingue, è obbligatoria una traduzione giurata, effettuata da un traduttore ufficiale o presso un tribunale. Questo adempimento è necessario affinché l’Agenzia delle Entrate possa accertare la validità della spesa.

Per evitare problemi in sede di verifica fiscale, è sempre consigliabile richiedere alla struttura sanitaria di rilasciare la fattura almeno in una delle lingue più comuni o, se possibile, direttamente in italiano.

Spese sanitarie pagate tramite polizza assicurativa

Un caso particolare riguarda le spese sanitarie sostenute all’estero che vengono rimborsate da un’assicurazione sanitaria. Molti contribuenti, prima di recarsi in un paese extra-UE, stipulano polizze assicurative per coprire eventuali spese mediche impreviste.

Ma cosa accade ai fini della detrazione fiscale se la spesa è rimborsata o addirittura pagata direttamente dall’assicurazione?

La normativa prevede che la detrazione sia possibile solo se il contribuente non ha già usufruito di una detrazione o deduzione per il premio assicurativo pagato. In altre parole, il rimborso dell’assicurazione non deve rappresentare un doppio vantaggio fiscale per il contribuente.

Ecco i due scenari principali:

  1. Il contribuente paga la spesa e successivamente ottiene il rimborso dall’assicurazione:  In questo caso, la detrazione è ammessa solo se il contribuente non ha già dedotto o detratto il premio assicurativo.
  2. L’assicurazione paga direttamente la struttura sanitaria per conto del contribuente: La detrazione è ammessa, e l’obbligo di tracciabilità del pagamento si considera assolto dalla compagnia assicurativa.

In entrambi i casi, è essenziale conservare tutta la documentazione relativa alla polizza, ai pagamenti e ai rimborsi ricevuti, per poter dimostrare all’Agenzia delle Entrate la legittimità della detrazione.

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Detrazione delle spese sanitarie e premio assicurativo

Uno degli aspetti più delicati riguarda la compatibilità tra la detrazione delle spese sanitarie sostenute all’estero e la detrazione o deduzione del premio assicurativo. Infatti, il contribuente potrebbe trovarsi in una delle seguenti situazioni:

  • Ha stipulato una polizza sanitaria e ha detratto o dedotto il premio assicurativo

    In questo caso, le spese sanitarie rimborsate dall’assicurazione non possono essere detratte nella dichiarazione dei redditi. La motivazione è semplice: il contribuente ha già ottenuto un beneficio fiscale sulla polizza e, quindi, non può beneficiare anche della detrazione sulle spese rimborsate.

  • Non ha detratto o dedotto il premio assicurativo

In questo caso, se l’assicurazione rimborsa le spese sanitarie sostenute all’estero, il contribuente può ugualmente beneficiare della detrazione del 19%, purché le spese siano documentate e rispettino i requisiti previsti dalla normativa fiscale.

  • Ha sostenuto personalmente la spesa sanitaria e l’assicurazione non ha rimborsato nulla

La detrazione del 19% è pienamente applicabile, a patto che il pagamento sia stato effettuato con un metodo tracciabile e sia supportato da una documentazione adeguata.

Una verifica importante da fare prima di inserire le spese sanitarie nella dichiarazione dei redditi è quindi controllare se il premio assicurativo sia già stato detratto o dedotto. Questo aspetto è rilevante soprattutto per chi ha polizze sanitarie aziendali o polizze stipulate privatamente, per evitare eventuali contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Attenzione: in caso di accertamenti fiscali, l’Agenzia delle Entrate potrebbe chiedere la documentazione che attesti sia il pagamento delle spese sanitarie, sia la gestione dell’eventuale rimborso assicurativo.

È quindi consigliabile conservare con cura:

  • La copia della polizza assicurativa.
  • Le ricevute delle spese sanitarie.
  • Le ricevute di pagamento effettuate dal contribuente o dall’assicurazione.
  • La documentazione attestante l’eventuale rimborso ricevuto.

Considerazioni finali

La possibilità di detrarre le spese sanitarie sostenute all’estero rappresenta un’importante opportunità per i contribuenti italiani che, per necessità o scelta, affrontano cure mediche fuori dai confini nazionali. Tuttavia, per evitare contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, è fondamentale rispettare alcune regole essenziali.

Prima di tutto, è necessario conservare una documentazione completa e correttamente compilata, che includa fatture dettagliate, prova del pagamento e, se richiesto, una traduzione conforme. Inoltre, il pagamento deve avvenire con mezzi tracciabili, a eccezione dell’acquisto di farmaci e dispositivi medici, per i quali è ancora ammesso il contante.

Particolare attenzione va posta nel caso di spese sanitarie coperte da una polizza assicurativa. La detrazione è ammessa solo se il premio della polizza non è stato già detratto o dedotto, per evitare un doppio vantaggio fiscale. È quindi opportuno verificare sempre le condizioni contrattuali della propria assicurazione prima di inserire le spese sanitarie nella dichiarazione dei redditi.

Infine, per chi ha dubbi sulla corretta compilazione della dichiarazione o sulla gestione della documentazione fiscale, è consigliabile rivolgersi a un commercialista o a un esperto fiscale. Un supporto professionale può evitare errori, massimizzare il risparmio fiscale e garantire il rispetto delle normative vigenti.

In definitiva, con la giusta attenzione e una corretta pianificazione, le spese sanitarie all’estero possono trasformarsi in un vantaggio fiscale concreto, riducendo l’impatto economico delle cure mediche sostenute fuori dall’Italia.

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