La Legge di Bilancio 2025 (legge n. 207/2024) introduce una nuova misura fiscale volta a favorire la mobilità lavorativa e l’inserimento stabile nel mondo del lavoro. Si tratta del cosiddetto bonus affitto per trasferimento dei neoassunti, un’agevolazione che prevede l’esenzione dal reddito imponibile, fino a 5.000 euro annui per due anni, delle somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro ai dipendenti assunti a tempo indeterminato nel corso del 2025 per il pagamento dell’affitto e la manutenzione ordinaria dell’immobile.
Sommario
La misura nasce con l’obiettivo di incentivare il trasferimento geografico dei lavoratori, riconoscendo i costi connessi al cambio di residenza per motivi professionali. A differenza di altri fringe benefit già esistenti, il bonus affitto si configura come un beneficio fiscale mirato e cumulabile, destinato a specifiche categorie di lavoratori e soggetto a requisiti ben definiti.
Nel presente articolo vengono analizzati in dettaglio i presupposti normativi, le condizioni di accesso, le modalità operative e gli impatti fiscali e gestionali per lavoratori e aziende, con l’obiettivo di fornire una panoramica completa e aggiornata su una delle novità fiscali più rilevanti dell’anno.
Bonus affitto
Con l’intento di sostenere la mobilità dei lavoratori e rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione, la Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2024, art. 1, commi 386-389) ha introdotto una nuova agevolazione fiscale a favore dei lavoratori neoassunti a tempo indeterminato. Il beneficio si inserisce nel quadro delle misure finalizzate a rendere più attrattiva l’assunzione stabile e a favorire il trasferimento geografico per motivi professionali.
La misura prevede che, a decorrere dal 1° gennaio 2025, siano escluse dal reddito imponibile IRPEF le somme fino a un massimo di 5.000 euro annui, erogate o rimborsate dal datore di lavoro a titolo di contributo per:
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le spese di locazione dell’abitazione;
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le spese di manutenzione ordinaria dell’immobile locato.
L’esenzione è valida per un periodo massimo di due anni, permettendo quindi un risparmio fiscale potenziale fino a 10.000 euro complessivi. Si tratta a tutti gli effetti di un fringe benefit, ma con caratteristiche specifiche che lo distinguono dalle soglie ordinarie previste per il 2025, pari a:
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1.000 euro annui per i dipendenti senza figli a carico;
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2.000 euro annui per i lavoratori con figli fiscalmente a carico.
Il nuovo bonus affitto per trasferimento non sostituisce ma si aggiunge a questi limiti, rappresentando una leva fiscale aggiuntiva per i datori di lavoro che vogliono incentivare la disponibilità al trasferimento e fidelizzare i nuovi assunti.
Chi può accedere
L’accesso al bonus affitto per neoassunti introdotto dalla Legge di Bilancio 2025 è subordinato al rispetto di requisiti precisi, che mirano a garantire che l’agevolazione venga effettivamente destinata a chi si sposta per motivi lavorativi e ha una reale necessità di sostegno economico.
In primo luogo, il lavoratore deve:
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essere stato assunto nel 2025 con contratto a tempo indeterminato (sono esclusi i contratti a tempo determinato e le trasformazioni da tempo determinato, salvo futuri chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate);
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aver trasferito la propria residenza anagrafica nel Comune sede del nuovo lavoro, situato ad almeno 100 km di distanza dal Comune di residenza precedente;
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aver percepito un reddito da lavoro dipendente non superiore a 35.000 euro nel 2024.
Si tratta di un’agevolazione di natura esclusivamente fiscale, che quindi non ha effetti contributivi ai fini previdenziali. Il bonus è inoltre discrezionale, ovvero il datore di lavoro non è obbligato ad erogarlo alla totalità dei dipendenti, ma può decidere di riconoscerlo solo a determinati lavoratori in base a proprie politiche aziendali.
Per usufruire dell’agevolazione, il dipendente deve fornire una dichiarazione sostitutiva di atto notorio in cui attesta:
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di aver avuto residenza, nei sei mesi precedenti l’assunzione, in un Comune diverso da quello del luogo di lavoro;
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di rispettare il limite reddituale previsto.
È importante precisare che, sebbene le somme erogate siano esenti da IRPEF, esse concorrono al calcolo dell’ISEE, influenzando quindi l’accesso a eventuali prestazioni assistenziali o agevolazioni legate al reddito. Inoltre, sono escluse dal beneficio eventuali spese accessorie come i costi di trasloco o deposito mobili.
Come anticipato, il bonus può essere cumulato con gli altri fringe benefit ordinari, che restano fissati a 1.000 euro (o 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico). In tal modo, un lavoratore in possesso di tutti i requisiti può potenzialmente ricevere fino a 10.000 euro in due anni per l’affitto, oltre agli ulteriori benefici fiscali legati al pagamento delle utenze domestiche.
Come funziona
L’erogazione del bonus affitto per neoassunti avviene direttamente a cura del datore di lavoro, che può decidere se rimborsare le spese sostenute dal dipendente o erogare anticipatamente un importo a titolo di contributo. In entrambi i casi, è necessario che la somma sia documentata e riconducibile a spese reali per il pagamento del canone di locazione o per la manutenzione ordinaria dell’immobile in uso al lavoratore.
Dal punto di vista fiscale, le somme erogate con questa finalità non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente, purché rispettino i requisiti indicati dalla normativa e siano correttamente indicate nella CU (Certificazione Unica). Per l’azienda, ciò comporta un’attenzione particolare alla tracciabilità del beneficio e alla sua corretta imputazione contabile, dato che si tratta di un’esenzione limitatamente riconosciuta e soggetta a verifica da parte dell’Amministrazione finanziaria.
È consigliabile che il datore di lavoro predisponga una procedura interna, eventualmente supportata da un regolamento aziendale, in cui siano stabilite:
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le modalità di richiesta del bonus da parte del lavoratore;
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i documenti da allegare (es. contratto di locazione, ricevute di pagamento, dichiarazione sostitutiva);
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i tempi e le modalità di erogazione del beneficio.
Dal punto di vista operativo, è bene ricordare che, trattandosi di una misura fiscale ma non contributiva, non comporta l’applicazione di contributi INPS né IRAP, ma ha un impatto gestionale non trascurabile per le aziende, che devono tenere traccia dei rimborsi erogati per ciascun dipendente.
Infine, per i lavoratori è importante sapere che eventuali somme non effettivamente spese o non correttamente giustificate potrebbero essere oggetto di ripresa a tassazione in sede di controllo fiscale. L’erogazione deve quindi avvenire sempre nel rispetto di criteri di trasparenza, coerenza e documentazione.
Vantaggi fiscali
Il bonus affitto per trasferimento neoassunti rappresenta un’occasione vantaggiosa sia per i lavoratori che per i datori di lavoro, configurandosi come uno strumento efficace di ottimizzazione fiscale e al tempo stesso una leva strategica per attrarre e fidelizzare il personale.
Per il lavoratore, il beneficio consente di ricevere fino a 5.000 euro all’anno (per due anni) esenti da imposte, cioè netti in busta paga, purché finalizzati al pagamento dell’affitto o alla manutenzione ordinaria dell’immobile in cui ha trasferito la residenza. Questo significa un incremento reale del potere d’acquisto, soprattutto in contesti urbani ad alta tensione abitativa, dove il costo degli alloggi può incidere significativamente sul bilancio familiare.
Inoltre, la possibilità di cumulare questo bonus con i fringe benefit ordinari rende il pacchetto complessivo ancora più interessante, arrivando a valori complessivi superiori ai 10.000 euro in due anni.
Dal lato delle imprese, il bonus si traduce in un vantaggio fiscale immediato: le somme erogate non sono soggette né a IRPEF né a contribuzione previdenziale, riducendo così il cuneo fiscale e il costo del lavoro. Inoltre, si tratta di un incentivo che può essere utilizzato in modo selettivo, senza obbligo di applicazione generalizzata, consentendo alle aziende di modulare il proprio piano di welfare aziendale secondo le reali esigenze di attrazione e retention del personale.
In un contesto in cui il reperimento di figure qualificate e la mobilità geografica rappresentano sfide quotidiane per le aziende, il bonus affitto 2025 si configura come una misura concreta, flessibile e fiscalmente efficiente, capace di coniugare esigenze aziendali e benefici per i dipendenti.
Casi pratici, consigli utili e cosa aspettarsi
Per comprendere meglio il funzionamento e le potenzialità del bonus affitto, può essere utile analizzare alcuni esempi concreti.
Immaginiamo il caso di Luca, 29 anni, assunto a tempo indeterminato da un’azienda informatica a Milano nel febbraio 2025. Luca, residente fino a gennaio a Rimini (oltre 300 km di distanza), si trasferisce a Milano in un appartamento in affitto con un canone mensile di 900 euro. Presentando al nuovo datore di lavoro il contratto di locazione, le ricevute di pagamento e l’autodichiarazione richiesta, può ricevere un rimborso annuale fino a 5.000 euro, totalmente esente da IRPEF e contributi, oltre a eventuali fringe benefit ordinari (buoni spesa, utenze, ecc.).
Per i lavoratori interessati, il primo passo è:
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Verificare il rispetto dei requisiti (contratto a tempo indeterminato, residenza precedente, distanza di almeno 100 km, reddito inferiore a 35.000 euro nel 2024).
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Conservare la documentazione (contratto d’affitto, pagamenti, dichiarazione sostitutiva).
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Comunicare tempestivamente al datore di lavoro l’intenzione di accedere al beneficio.
Per le aziende, invece, è fondamentale:
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predisporre una procedura interna chiara per la gestione del bonus;
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aggiornare la documentazione contrattuale e fiscale;
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formare il personale amministrativo o affidarsi a un consulente fiscale per evitare errori di inquadramento.
Sul piano operativo, al momento non è prevista una piattaforma centralizzata o una modulistica specifica. Tuttavia, si attendono chiarimenti attuativi da parte dell’Agenzia delle Entrate, soprattutto in merito:
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ai documenti da conservare ai fini probatori;
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all’applicabilità in caso di lavoratori in smart working;
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alla gestione in caso di interruzione del contratto nei primi due anni.
È probabile che le prime FAQ ufficiali e una circolare esplicativa arrivino entro il secondo trimestre 2025, rendendo più chiaro il quadro operativo. Nel frattempo, si consiglia ai lavoratori interessati di muoversi per tempo, in modo da raccogliere la documentazione necessaria fin da subito, e ai datori di lavoro di valutare l’inserimento del bonus affitto nel piano di welfare aziendale 2025.
Considerazioni finali
Il bonus affitto per trasferimento neoassunti, introdotto con la Legge di Bilancio 2025, rappresenta una novità significativa nel panorama delle agevolazioni fiscali per i lavoratori dipendenti. In un’epoca in cui la mobilità è spesso necessaria ma costosa, questa misura consente di alleviare in modo concreto il peso economico del trasferimento, incentivando allo stesso tempo l’assunzione stabile e la crescita professionale.
Per chi cambia città per iniziare una nuova avventura lavorativa, avere la possibilità di ricevere fino a 10.000 euro in due anni esenti da tasse è un vantaggio reale e tangibile. Per le imprese, invece, si tratta di uno strumento fiscale intelligente, che può essere gestito in piena autonomia e adattato alle proprie esigenze organizzative, con benefici economici e motivazionali.
Come spesso accade con le novità fiscali, è fondamentale muoversi in modo informato, affidandosi a un commercialista o a un consulente esperto per garantire il corretto utilizzo del bonus e la massima ottimizzazione fiscale. Le regole ci sono, ma saperle applicare correttamente fa la differenza tra un’opportunità colta e un’occasione persa.