Nel 2024, le auto aziendali restano uno degli strumenti più discussi e strategici nella gestione fiscale delle imprese e dei professionisti. Non si tratta solo di un benefit o di una comodità, ma di una vera leva economica e fiscale, capace di incidere sensibilmente sul bilancio annuale di un’azienda. Con l’evoluzione normativa degli ultimi anni, molti imprenditori si aspettavano novità nel trattamento fiscale delle auto aziendali. Tuttavia, come sottolineato da Assonime nella sua circolare n. 1/2024, tutto resta invariato rispetto alle regole precedenti, almeno per ora.
Sommario
Questo articolo vuole fare chiarezza su cosa è detraibile, cosa è deducibile, in che misura e quali opportunità fiscali può ancora offrire il parco auto aziendale. Lo faremo tenendo conto delle regole attuali, dei riferimenti normativi, delle posizioni ufficiali (come quella di Assonime) e, soprattutto, di una prospettiva concreta: come sfruttare al meglio le agevolazioni consentite dalla legge per risparmiare sulle tasse in modo legale.
Se hai un’azienda o sei un libero professionista con partita IVA, questo articolo ti sarà utile per evitare errori e massimizzare il vantaggio fiscale dei tuoi veicoli aziendali. Vedremo insieme anche alcune sentenze recenti e chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate, per evitare dubbi interpretativi che potrebbero costarti caro in fase di controllo.
Nuova tassazione dal 2025
Nel corso dell’esame parlamentare per la conversione del Decreto Bollette, la Commissione Bilancio della Camera ha respinto un emendamento che avrebbe introdotto una norma transitoria a favore delle auto aziendali. L’intento dell’emendamento era quello di tutelare i veicoli ordinati e concessi in uso promiscuo ai dipendenti entro il 31 dicembre 2024 dalla nuova e più sfavorevole tassazione prevista dalla Legge di Bilancio 2024, che entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2025. Tuttavia, la proposta è stata bocciata per “estraneità di materia”, impedendo quindi di inserirla nel testo di conversione del decreto.
Questa bocciatura ha generato una forte preoccupazione tra le imprese, in particolare nel comparto automotive e tra i fleet manager, poiché apre al rischio che la nuova normativa venga applicata anche ai contratti già sottoscritti nel 2024, con evidenti effetti penalizzanti per chi ha fatto scelte basate su regole precedenti. In questo contesto si inserisce l’intervento chiarificatore di Assonime, che nella Circolare n. 1/2024 ha confermato la corretta interpretazione non retroattiva della norma. Secondo l’associazione, infatti, la nuova disciplina fiscale delle auto aziendali, in particolare quelle non elettriche, non potrà applicarsi ai veicoli concessi entro la fine del 2024.
La circolare sostiene quindi le richieste avanzate dal settore per una maggiore certezza del diritto, sottolineando che la normativa – per come formulata – non ha effetti retroattivi. Un punto fermo importante per evitare distorsioni nel trattamento fiscale e per garantire una continuità amministrativa e contrattuale.
La nuova norma dell’art. 51 TUIR
La Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 234/2024) ha introdotto una profonda revisione della tassazione applicabile all’uso promiscuo delle auto aziendali concesse ai dipendenti, con l’obiettivo dichiarato di favorire la transizione ecologica e premiare le scelte aziendali più sostenibili. La modifica riguarda l’articolo 51, comma 4, del TUIR (DPR n. 917/1986), che disciplina il calcolo del fringe benefit derivante dalla disponibilità privata dei veicoli aziendali.
A partire dal 1° gennaio 2025, la base imponibile per la determinazione del reddito da lavoro dipendente sarà pari al 50% dell’importo calcolato su una percorrenza convenzionale di 15.000 km annui, secondo i costi chilometrici indicati nelle tabelle ACI. Tale importo sarà al netto di eventuali trattenute a carico del dipendente, e rappresenterà la quota da assoggettare a tassazione come reddito in natura.
La norma introduce però un regime agevolato per i veicoli a basse emissioni:
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per i veicoli esclusivamente elettrici a batteria, la base imponibile sarà ridotta al 10%;
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per i veicoli ibridi plug-in, la base imponibile sarà del 20%.
Queste nuove regole saranno applicabili solo ai contratti stipulati dal 1° gennaio 2025 in poi, escludendo quindi (come precisato anche da Assonime) tutte le assegnazioni già in essere entro il 2024.
Il messaggio è chiaro: il legislatore intende scoraggiare l’uso di veicoli inquinanti come fringe benefit e premiare la scelta di veicoli green, offrendo un trattamento fiscale molto più favorevole per chi adotta l’elettrico o l’ibrido.
Disparità e incertezza normativa
L’emendamento respinto nel corso dell’iter di conversione del DL Bollette non era casuale: nasceva da una problematica concreta sollevata da imprese e associazioni di settore. In particolare, viene segnalata un’evidente disparità di trattamento tra i contribuenti. Secondo le regole approvate, le nuove agevolazioni fiscali per i veicoli elettrici e ibridi (riduzione della base imponibile al 10% o al 20%) non saranno applicabili ai veicoli assegnati ai dipendenti nel 2024, anche se ordinati l’anno precedente, generando un effetto penalizzante per chi aveva pianificato per tempo la transizione verso una flotta più green.
La modifica proposta in Parlamento mirava a introdurre una deroga temporanea, estendendo le agevolazioni anche alle assegnazioni effettuate fino al 30 giugno 2025, ma purtroppo non è stata approvata. L’associazione Aniasa, che rappresenta le principali società di noleggio a lungo termine, ha espresso profonda preoccupazione per la rigidità della norma, sottolineando come questa incertezza abbia già avuto effetti negativi tangibili sul mercato: una flessione di circa 70.000 immatricolazioni e una perdita stimata di 2,5 miliardi di euro di PIL.
Resta però una speranza. Potrebbe ancora esserci spazio per introdurre la clausola di salvaguardia all’interno del decreto d’urgenza fiscale, già annunciato dal Governo per intervenire sulla correzione degli acconti IRPEF. Questo provvedimento dovrebbe arrivare dopo la pubblicazione del Documento di economia e finanza (DEF), quindi dopo il 10 aprile 2025.
Regole 2024 confermate da Assonime
Con la pubblicazione della circolare n. 7/2025, Assonime ha fatto chiarezza su un punto critico per aziende e professionisti: quale disciplina fiscale si applicherà alle auto aziendali concesse in uso promiscuo entro il 31 dicembre 2024, alla luce della riformulazione dell’art. 51 TUIR operata dalla Legge di Bilancio 2025.
Secondo Assonime, le vecchie regole continuano ad applicarsi pienamente, almeno per tutte le situazioni perfezionate entro il 2024. Si evita così l’applicazione del “valore normale” (criterio ordinario previsto dall’art. 9 del TUIR) e si mantiene il sistema forfettario basato sulle tabelle ACI, che determina il fringe benefit sulla base di una percorrenza convenzionale annua di 15.000 km e dei relativi costi chilometrici.
La circolare sottolinea anche una differenza rilevante rispetto al passato: a differenza della riforma del 2020, stavolta non è stata prevista alcuna norma transitoria specifica. Questo silenzio normativo, unito alla riscrittura dell’articolo 51, avrebbe potuto generare confusione e costi amministrativi elevati, ma viene bilanciato da un elemento chiave: la relazione tecnica allegata alla legge di Bilancio 2025 quantifica gli effetti finanziari solo per le auto immatricolate e assegnate dal 2025. Di conseguenza, tutte le situazioni precedenti dovrebbero rientrare nella disciplina precedente, ovvero quella dell’art. 51, comma 4, lettera a) del TUIR, in vigore fino al 31 dicembre 2024.
Assonime elenca quindi i casi concreti in cui la normativa 2024 continuerà ad applicarsi:
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auto immatricolate, concesse e con contratto firmato tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2024;
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auto immatricolate entro il 2024 ma concesse con contratto dal 2025;
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auto immatricolate dal 2025, ma assegnate in base a un contratto firmato entro il 2024.
Infine, la circolare richiama il principio del legittimo affidamento del contribuente: cambiare retroattivamente le regole avrebbe conseguenze gravi sulla certezza del diritto e costituirebbe una violazione dei principi fondamentali del nostro ordinamento fiscale.
Regole ancora in vigore
Nel 2024, le regole fiscali per la deducibilità e la detraibilità IVA delle auto aziendali rimangono invariate rispetto agli anni precedenti. A confermarlo è anche Assonime nella sua circolare, che ribadisce l’applicazione dell’attuale disciplina fino al 31 dicembre 2024, senza modifiche sostanziali, in attesa dell’entrata in vigore delle nuove regole previste dalla legge di Bilancio 2025.
Vediamo nel dettaglio le principali disposizioni valide oggi:
Deducibilità dal reddito d’impresa e professionale:
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Veicoli a uso esclusivamente aziendale (dimostrabile): deducibilità 100% dei costi (acquisto, leasing, carburante, manutenzione, assicurazione).
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Uso promiscuo ai dipendenti (fringe benefit): deducibilità 70% dei costi, purché l’auto sia concessa in uso personale per almeno 183 giorni l’anno.
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Veicoli a uso non esclusivo (generico o amministrativo): deducibilità limitata al 20%, su un costo massimo fiscalmente riconosciuto di € 18.075,99.
Detraibilità IVA:
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In base all’art. 19-bis1 del DPR 633/72, si può detrarre l’IVA in misura:
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100% se il veicolo è destinato esclusivamente all’attività aziendale;
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40% in caso di uso promiscuo o non esclusivo (la regola generale);
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0% se l’auto è usata esclusivamente per fini privati.
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Queste percentuali si applicano anche per le auto in leasing, a noleggio o in acquisto diretto. È bene ricordare che per fruire delle agevolazioni è fondamentale conservare documentazione adeguata, soprattutto per giustificare l’uso esclusivo o promiscuo in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
In sintesi, anche nel 2024, se gestite correttamente, le auto aziendali possono rappresentare una significativa leva di risparmio fiscale, specie in presenza di fringe benefit ben strutturati o in caso di utilizzo operativo documentato.
Strategie fiscali lecite e ottimizzazione
Le auto aziendali non sono solo un costo, ma possono diventare uno strumento di pianificazione fiscale efficace, a patto che vengano gestite in modo corretto e nel rispetto della normativa vigente. Anche nel 2024, nonostante la stabilità del quadro normativo, ci sono diverse strategie che imprese e professionisti possono adottare per massimizzare la deducibilità e la detraibilità.
1. Fringe benefit strutturati correttamente
Concedere l’auto aziendale in uso promiscuo al dipendente per almeno 183 giorni l’anno consente una deducibilità del 70% dei costi. È importante redigere un contratto scritto che ne attesti la concessione e determinare il fringe benefit secondo le tabelle ACI. Questo meccanismo consente all’azienda di dedurre costi maggiori rispetto a un’auto usata genericamente.
2. Valutare leasing e noleggio a lungo termine
Molto spesso, il noleggio a lungo termine risulta più vantaggioso dell’acquisto, soprattutto in termini di cash flow e recupero IVA. In caso di uso aziendale esclusivo, è possibile detrarre l’IVA al 100% e dedurre il 100% del canone.
3. Documentazione puntuale per l’uso esclusivo
Nel caso in cui un’auto venga usata esclusivamente per scopi aziendali (ad esempio da agenti o tecnici), è essenziale documentare l’utilizzo tramite fogli di marcia, localizzatori GPS o registro viaggi, così da poter dimostrare l’uso esclusivo in caso di verifica fiscale.
4. Valutare auto a basse emissioni
In previsione delle agevolazioni 2025, può essere vantaggioso pianificare il rinnovo del parco auto con veicoli elettrici o ibridi plug-in, per beneficiare in futuro delle nuove soglie agevolate (10% o 20% di base imponibile). Inoltre, molte regioni e Comuni offrono incentivi cumulabili.
In sintesi, la gestione strategica del parco auto aziendale può generare risparmi fiscali notevoli, purché si adottino comportamenti documentabili, pianificati e conformi alla normativa.
Considerazioni finali
l tema delle auto aziendali e della loro fiscalità resta fortemente al centro del dibattito politico ed economico, anche alla luce degli effetti macroeconomici negativi che l’incertezza normativa sta già causando. Come segnalato da Aniasa, la flessione nelle immatricolazioni e il rallentamento delle assegnazioni dei veicoli in uso promiscuo rischiano di frenare l’intera filiera automotive, con un impatto diretto su occupazione e PIL.
Il rifiuto della norma transitoria, che avrebbe introdotto una clausola di salvaguardia per i contratti stipulati entro il 2024, ha lasciato un vuoto normativo che potrebbe però essere colmato nel decreto fiscale atteso dopo il DEF, quindi nella seconda metà di aprile 2025. Questo decreto, già annunciato come necessario per correggere gli acconti IRPEF, potrebbe contenere anche misure correttive sulle auto aziendali, compresa la tanto attesa deroga che eviterebbe una discriminazione tra contribuenti basata solo sulla data formale di assegnazione o immatricolazione.
Nel frattempo, imprese e professionisti devono muoversi con cautela ma con consapevolezza, affidandosi a professionisti aggiornati e a una pianificazione fiscale strategica. Il 2024 resta un anno di “stabilità apparente”, ma con potenziali evoluzioni alle porte. Comprendere ora le regole e adattarsi in modo proattivo potrà fare la differenza, soprattutto in vista delle opportunità fiscali connesse alla mobilità sostenibile che entreranno in vigore dal 2025.
In definitiva, la gestione delle auto aziendali non è solo una questione di benefit: è un tassello importante della pianificazione economico-fiscale, e resta uno degli strumenti più efficaci per ottimizzare i costi in modo pienamente legale.