Nel 2025 le imprese italiane della filiera del legno avranno a disposizione una nuova e importante opportunità per innovarsi, crescere e diventare più sostenibili. Con l’attuazione della Legge Made in Italy n. 206/2023, il Governo ha stanziato 25 milioni di euro per finanziare interventi strategici nella gestione forestale, nella vivaistica e nella prima lavorazione del legno, attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati.
Sommario
Un’occasione da non perdere, soprattutto per le micro, piccole e medie imprese che vogliono puntare sull’automazione dei processi produttivi, sulla transizione digitale e sulla certificazione ambientale per competere in un mercato sempre più attento alla sostenibilità.
Il nuovo decreto interministeriale del 20 febbraio 2025 stabilisce con precisione le regole per accedere a questi incentivi, destinati sia alle imprese private che alle Regioni interessate a rafforzare il settore della vivaistica forestale. In un contesto dove la competitività passa attraverso efficienza, tracciabilità e gestione responsabile delle risorse naturali, questa misura può rappresentare una svolta concreta per rilanciare il comparto e creare valore nei territori.
In questo articolo ti spieghiamo chi può beneficiare degli aiuti, come presentare domanda, quali investimenti sono ammissibili, e perché conviene attivarsi subito per non perdere questa importante finestra di finanziamento.
Cosa prevede
Con il Decreto interministeriale del 20 febbraio 2025, il Governo italiano ha ufficializzato le modalità di accesso agli aiuti destinati alla Filiera del Legno, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 8, comma 2, della Legge n. 206/2023. Il decreto rappresenta un tassello fondamentale per la strategia nazionale di valorizzazione delle risorse forestali, e punta a sostenere concretamente tutte le fasi della filiera, dalla produzione vivaistica alla lavorazione primaria del legno.
L’intervento si articola su tre linee principali:
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Sviluppo delle certificazioni di gestione forestale sostenibile;
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Investimenti nel settore vivaistico forestale, con l’obiettivo di migliorare la qualità e la disponibilità di materiale forestale;
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Creazione e rafforzamento di imprese boschive e imprese della prima lavorazione del legno, attraverso il potenziamento tecnologico e digitale della produzione.
Il decreto sottolinea l’importanza dell’innovazione tecnologica, prevedendo incentivi per l’adozione di sistemi automatizzati di produzione, classificazione qualitativa del legno e sistemi di incollaggio avanzati. Si tratta di un piano che intende non solo rilanciare il comparto, ma renderlo competitivo e sostenibile nel lungo periodo.
Inoltre, si attende a breve un decreto direttoriale che definirà le date ufficiali di apertura e chiusura per la presentazione delle domande, e che fornirà ulteriori dettagli sulla natura delle spese ammissibili, così da garantire una corretta e trasparente attuazione del provvedimento.
Focus su PMI, vivaistica e prima lavorazione
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha ufficialmente comunicato la pubblicazione del decreto interministeriale che disciplina l’accesso agli aiuti per la filiera del legno, firmato dal ministro Adolfo Urso con l’intesa dei dicasteri competenti.
L’intervento, previsto dalla Legge n. 206/2023 (Legge “Made in Italy”), mette in campo 25 milioni di euro, così ripartiti:
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5 milioni di euro in contributi a fondo perduto alle Regioni per sostenere e sviluppare la vivaistica forestale;
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20 milioni di euro per la creazione e il rafforzamento delle imprese boschive e della filiera della prima lavorazione del legno, di cui:
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10 milioni a fondo perduto;
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10 milioni sotto forma di finanziamenti agevolati.
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Una misura concreta, che riserva il 60% delle risorse a micro, piccole e medie imprese (MPMI), puntando a favorire l’innovazione dei comparti più vulnerabili ma fondamentali per l’economia del legno.
Le spese ammissibili per accedere agli aiuti dovranno essere comprese tra 50.000 e 600.000 euro, e potranno includere investimenti in:
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Mezzi e attrezzature per utilizzazioni forestali (escluse motoseghe e attrezzature di consumo);
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Macchinari, impianti e attrezzature per la lavorazione del legno;
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Software e hardware per la digitalizzazione dei processi produttivi.
Le domande saranno gestite da Invitalia, che curerà l’istruttoria, mentre i termini operativi per la presentazione saranno stabiliti da un provvedimento direttoriale di prossima pubblicazione.
Le Regioni, invece, avranno 30 giorni dalla pubblicazione del decreto per richiedere i contributi destinati al settore vivaistico.
Soggetti beneficiari e requisiti
Il decreto stabilisce in modo chiaro quali sono le imprese ammissibili al beneficio.
Possono accedere agli aiuti economici per il rafforzamento delle imprese boschive e della prima lavorazione del legno le aziende che rientrano nei seguenti codici ATECO:
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02.20 – Servizi di supporto alla silvicoltura;
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02.40.00 – Servizi connessi al settore forestale;
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16.11 – Segagione e piallatura del legno;
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16.12 – Fabbricazione di pannelli di legno;
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16.21 – Fabbricazione di fogli per impiallacciatura e pannelli a base di legno.
Importante precisare che per le imprese della prima lavorazione del legno, la produzione non deve essere destinata all’uso energetico, condizione necessaria per accedere alle agevolazioni.
Inoltre, le Regioni potranno beneficiare del finanziamento per quanto riguarda lo sviluppo del settore vivaistico forestale, presentando domanda al Ministero delle Imprese entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto.
Tra le spese ammissibili, troviamo:
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L’acquisto di mezzi mobili e attrezzature specializzate per le utilizzazioni forestali (con esclusione di motoseghe e strumenti di consumo);
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Investimenti in macchinari e impianti per la lavorazione del legno;
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Sistemi hardware e software legati alla digitalizzazione e all’automazione dei processi produttivi.
L’intervento è pensato per sostenere programmi d’investimento funzionali alla transizione tecnologica delle imprese, con una particolare attenzione all’efficienza operativa, alla sostenibilità ambientale e alla competitività internazionale della filiera.
Contributi e finanziamenti
Il pacchetto di aiuti destinato alla filiera del legno si articola in due forme di sostegno finanziario: contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, pensati per supportare sia gli investimenti delle imprese che delle Regioni. Questa doppia modalità consente di coprire un’ampia gamma di esigenze e stimolare allo stesso tempo la crescita strutturale del comparto.
Nello specifico:
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I contributi a fondo perduto rappresentano una quota di finanziamento non rimborsabile concessa per l’acquisto di beni strumentali o per interventi strutturali finalizzati all’ammodernamento tecnologico e produttivo. Per le imprese boschive e della prima lavorazione del legno, sono disponibili 10 milioni di euro a fondo perduto.
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I finanziamenti agevolati, invece, coprono una seconda parte delle risorse (altri 10 milioni di euro) e consistono in prestiti a tasso agevolato, molto inferiore rispetto ai tassi di mercato, utili per co-finanziare gli investimenti previsti.
Nel caso delle Regioni, i 5 milioni di euro disponibili serviranno per sostenere la vivaistica forestale, settore strategico per garantire la disponibilità di materiale arboreo di qualità e per promuovere la rigenerazione e tutela del patrimonio forestale italiano.
Le agevolazioni saranno concesse solo per programmi coerenti con gli obiettivi del decreto, che prevedano un concreto miglioramento in termini di efficienza, sostenibilità, innovazione e digitalizzazione. Saranno valutate con particolare attenzione anche la cantierabilità dei progetti e la coerenza con i fabbisogni del territorio.
Come presentare domanda
Le modalità operative per la presentazione delle domande di agevolazione saranno definite da un successivo decreto direttoriale, in arrivo nei prossimi mesi. Questo documento stabilirà con precisione le date di apertura e chiusura dello sportello telematico, le istruzioni tecniche per la compilazione della domanda e gli standard documentali richiesti.
La gestione operativa dell’intervento è stata affidata a Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, che curerà l’intera istruttoria, valutando l’ammissibilità dei progetti e la coerenza con gli obiettivi del decreto. La domanda potrà essere presentata esclusivamente in modalità digitale, attraverso una piattaforma online dedicata, accessibile con SPID, CNS o CIE.
Per evitare ritardi o esclusioni, le imprese interessate dovranno prestare particolare attenzione alla completezza e correttezza della documentazione, che dovrà includere:
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Una descrizione dettagliata del progetto di investimento;
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I preventivi di spesa per ogni voce di investimento;
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La documentazione fiscale e amministrativa dell’impresa;
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La dichiarazione dei codici ATECO compatibili;
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L’impegno a rispettare i vincoli ambientali e tecnologici richiesti.
Le Regioni interessate alla vivaistica forestale, invece, potranno inviare la propria richiesta direttamente al MIMIT entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto, con una procedura semplificata che verrà anch’essa regolamentata nel provvedimento attuativo.
Rimanere aggiornati sulla pubblicazione del decreto direttoriale sarà fondamentale per non perdere questa occasione, soprattutto per le PMI che intendono cogliere l’opportunità di investire in tecnologia e sostenibilità.
Vantaggi fiscali
Accedere agli aiuti per la filiera del legno 2025 non significa soltanto ottenere un contributo economico, ma rappresenta una vera e propria leva strategica per la crescita e la modernizzazione delle imprese del settore forestale e della prima lavorazione del legno. Le agevolazioni previste dal decreto, infatti, si inseriscono in un quadro più ampio di politiche per la transizione ecologica e digitale, offrendo benefici concreti e misurabili su più livelli.
Vantaggi principali:
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Accesso a fondi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, riducendo l’esposizione finanziaria dell’impresa e facilitando gli investimenti a medio-lungo termine;
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Riduzione del carico fiscale, poiché le spese agevolate in beni strumentali, tecnologie digitali e software possono rientrare anche nei benefici fiscali previsti da altre misure nazionali, come il credito d’imposta per investimenti in beni 4.0;
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Incremento della competitività grazie all’ammodernamento dei processi produttivi e all’introduzione di sistemi automatizzati e digitali;
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Aumento della sostenibilità aziendale, che può essere certificata e valorizzata anche commercialmente tramite le certificazioni di gestione forestale sostenibile;
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Miglior posizionamento nel mercato europeo, dove cresce la domanda di materiali certificati e tracciabili in ottica ESG (ambientale, sociale e di governance).
Inoltre, le imprese che si dotano di tecnologie verdi e digitali potranno accedere più facilmente a futuri bandi PNRR e a forme di finanziamento europeo, rafforzando la propria struttura e resilienza nel lungo termine.
Certificazioni forestali
Tra gli obiettivi principali del decreto vi è la promozione e diffusione delle certificazioni di gestione forestale sostenibile, elemento ormai indispensabile per le imprese che vogliono essere competitive in un mercato orientato verso la transizione ecologica e la filiera corta tracciabile. Le certificazioni non sono soltanto un “bollino verde”, ma rappresentano una leva economica, ambientale e commerciale.
Le due certificazioni più diffuse e riconosciute a livello internazionale sono:
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FSC® (Forest Stewardship Council)
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PEFC™ (Programme for the Endorsement of Forest Certification)
Entrambe garantiscono che i prodotti in legno provengano da foreste gestite in modo responsabile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.
Avere una di queste certificazioni consente alle imprese di:
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Accedere più facilmente a gare pubbliche e appalti, soprattutto in ambito edilizio, dove la tracciabilità del legno è spesso un requisito obbligatorio;
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Ottenere premialità nei bandi pubblici, compresi quelli del PNRR;
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Posizionarsi meglio sul mercato internazionale, dove la domanda di legno certificato è in forte crescita, specialmente in ambito edilizio, arredamento e bioedilizia;
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Ridurre l’impatto ambientale documentabile, migliorando la rendicontazione ESG dell’impresa.
Il decreto, promuovendo l’adozione di queste certificazioni, stimola non solo la qualità della gestione forestale italiana, ma anche l’emersione di filiere trasparenti, tracciabili e capaci di generare valore aggiunto sostenibile nel lungo periodo.
Impatto sul territorio
Le misure previste dal decreto non hanno solo una finalità economica e produttiva, ma anche una valenza sociale e territoriale di grande rilievo. Il comparto forestale e della prima lavorazione del legno è infatti fortemente radicato nelle aree interne, rurali e montane del Paese, spesso caratterizzate da fenomeni di spopolamento, invecchiamento della popolazione e scarsa industrializzazione.
Investire in questo settore significa quindi:
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Rilanciare l’occupazione locale, soprattutto giovanile, attraverso la creazione di nuove imprese boschive e l’adeguamento tecnologico di quelle esistenti;
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Stimolare la valorizzazione delle risorse naturali, evitando l’abbandono dei territori e contrastando il dissesto idrogeologico grazie a una gestione forestale attiva e certificata;
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Promuovere la nascita di distretti del legno locali, capaci di generare valore aggiunto a filiera corta, favorendo la cooperazione tra vivaisti, imprese boschive e trasformatori;
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Rafforzare la resilienza ambientale dei territori attraverso pratiche forestali sostenibili, fondamentali per fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Inoltre, il coinvolgimento delle Regioni nel sostegno alla vivaistica forestale rappresenta un’opportunità per avviare strategie locali condivise di pianificazione forestale, con effetti positivi sulla biodiversità, sulla capacità di stoccaggio del carbonio e sulla tutela paesaggistica.
Questi interventi si pongono dunque all’intersezione tra economia circolare, sviluppo sostenibile e coesione territoriale, contribuendo a rafforzare la presenza dello Stato nei territori marginali e a rilanciare una filiera identitaria del Made in Italy.
Considerazioni finali
Gli aiuti 2025 per la filiera del legno rappresentano una delle misure più strutturate e concrete messe in campo dal Governo negli ultimi anni per sostenere un comparto strategico come quello forestale e della prima lavorazione del legno.
Grazie a 25 milioni di euro complessivi, le imprese italiane potranno finalmente investire in tecnologie avanzate, digitalizzazione e sostenibilità ambientale, valorizzando le risorse locali e creando occupazione nei territori più fragili.
Che si tratti di piccole imprese boschive, aziende di lavorazione del legno o Regioni interessate alla vivaistica forestale, il decreto offre una cornice chiara e finanziariamente vantaggiosa per avviare progetti innovativi e sostenibili, contribuendo allo stesso tempo alla tutela del patrimonio forestale nazionale.
Non meno importante è il focus sulle certificazioni di gestione forestale sostenibile, che diventeranno sempre più determinanti per accedere a mercati pubblici, privati e internazionali, allineandosi ai requisiti di trasparenza e responsabilità richiesti dalle nuove politiche ambientali europee.
In attesa della pubblicazione del decreto direttoriale che definirà date e modalità operative, è il momento giusto per le imprese di prepararsi, aggiornare i propri progetti e attivarsi con il supporto di consulenti esperti, per non farsi trovare impreparate quando lo sportello sarà attivo.
Questa misura non è solo un incentivo economico, ma un investimento strategico per il futuro della filiera del legno italiana.