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Bando “Valore Artigiano” della Regione Lazio: sostegno a innovazione e tradizione artigianale

Mariana Maxwel - Data di Pubblicazione: 17/01/2025
Regione Lazio: bando "Valore Artigiano" - Commercialista.it

La Regione Lazio ha lanciato il bando “Valore Artigiano”, un’iniziativa che mette a disposizione 6 milioni di euro per finanziare i progetti delle imprese artigiane, offrendo contributi a fondo perduto per sostenere l’innovazione, l’ammodernamento e la valorizzazione dell’artigianato artistico e tradizionale. Il bando rappresenta una straordinaria opportunità per le micro e piccole imprese artigiane del Lazio, sia quelle già consolidate che quelle di nuova costituzione.

L’artigianato non è solo un’attività economica, ma una vera e propria forma di espressione culturale. Per questo, il bando si propone di accompagnare le imprese verso la modernizzazione tecnologica, ma anche di promuovere l’unicità e il valore culturale delle produzioni artigianali tradizionali.

Vediamo nel dettaglio come funzionano le due tipologie di progetti finanziabili, i requisiti, i contributi massimi e le modalità di presentazione delle domande.

Cos’è il bando “Valore Artigiano”?

Il bando “Valore Artigiano” nasce per sostenere il settore artigianale del Lazio, che da sempre rappresenta un punto di forza per l’economia locale. Dalle lavorazioni artistiche alle produzioni alimentari tipiche, l’artigianato racchiude tradizione, creatività e qualità. Tuttavia, negli ultimi anni, le imprese artigiane hanno dovuto affrontare numerose sfide, come la competizione con i prodotti industriali e le difficoltà legate all’innovazione e alla digitalizzazione.

Con il bando, la Regione Lazio si propone di:

  • Incentivare l’adozione di nuove tecnologie e processi innovativi per rendere le imprese più competitive.
  • Valorizzare il patrimonio culturale e artigianale attraverso progetti che promuovano la tradizione e la qualità dei prodotti locali.
  • Promuovere la sostenibilità ambientale, incentivando interventi che riducano l’impatto ambientale delle produzioni.
  • Favorire la crescita economica e occupazionale, stimolando l’avvio di nuove imprese e il rafforzamento di quelle esistenti.

Progetti ammissibili per i contributi a fondo perduto

I contributi del bando “Valore Artigiano” possono essere richiesti per finanziare una vasta gamma di progetti che mirano al miglioramento, alla crescita e alla sostenibilità delle imprese artigiane. Tra le principali spese ammissibili rientrano:

  • Acquisto di macchinari e attrezzature innovative:

Progetti che prevedono l’adozione di strumenti tecnologici per migliorare l’efficienza e la qualità della produzione.

  • Digitalizzazione:

Investimenti in piattaforme e-commerce, software gestionali, strumenti per la vendita online o campagne di comunicazione digitale.

  • Riqualificazione dei locali aziendali:

Interventi per migliorare gli spazi produttivi o renderli più funzionali ed efficienti, anche dal punto di vista energetico.

  • Materiali e processi sostenibili:

Acquisto di materiali ecocompatibili, efficientamento energetico dei laboratori o introduzione di tecnologie che riducono l’impatto ambientale.

  • Promozione e marketing:

Campagne di comunicazione, partecipazione a fiere o eventi, e progetti di branding per aumentare la visibilità dei prodotti artigianali.

Ogni progetto deve essere descritto in modo dettagliato nella domanda di partecipazione, indicando chiaramente le spese previste, gli obiettivi e i risultati attesi.

Due linee di finanziamento

Il bando “Valore Artigiano” offre contributi a fondo perduto per due tipologie di progetti:

  1. Sviluppo e ammodernamento delle imprese artigiane

    Questa linea di finanziamento, che ha a disposizione 5 milioni di euro, è dedicata ai progetti volti a sostenere la transizione tecnologica e l’ammodernamento delle imprese artigiane. Le spese ammissibili includono:

    • Acquisto di macchinari, attrezzature e impianti specifici per migliorare la qualità e l’efficienza produttiva.
    • Investimenti in tecnologie digitali, come hardware, sistemi ICT, software e piattaforme gestionali.
    • Realizzazione di impianti fotovoltaici per migliorare l’efficienza energetica e ridurre i costi operativi.
    • Esecuzione di opere murarie e interventi di impiantistica civile per modernizzare i locali aziendali.
  2. Valorizzazione dell’artigianato artistico e tradizionale

    Questa seconda linea, con una dotazione di 1 milione di euro, è dedicata a progetti che promuovono l’unicità e il valore culturale dell’artigianato artistico e tradizionale. L’obiettivo è favorire la digitalizzazione del settore e lo sviluppo di nuovi mercati, in particolare attraverso:

    • L’adozione di tecnologie digitali per promuovere i prodotti artigianali artistici.
    • La vendita online dei prodotti artigianali tradizionali tramite e-commerce o piattaforme digitali.

Queste due linee di finanziamento rispondono a esigenze specifiche del settore: da un lato la necessità di modernizzare i processi produttivi e, dall’altro, l’importanza di tutelare e promuovere le produzioni artigianali che raccontano la storia e la cultura del territorio laziale.

Regione Lazio: bando "Valore Artigiano" - Commercialista.it

Percentuali e importi massimi

Tutti i finanziamenti previsti dal bando “Valore Artigiano” sono a fondo perduto, con percentuali di copertura e importi massimi che variano in base alla tipologia di progetto. Ecco i dettagli:

  • Progetti di innovazione e ammodernamento

    • Percentuale di copertura: Fino al 60% delle spese ammissibili.
    • Importo massimo del contributo: 12.000 euro.
  • Progetti di valorizzazione dell’artigianato artistico e tradizionale

    • Percentuale di copertura: Fino al 80% delle spese ammissibili.
    • Importo massimo del contributo: 10.000 euro.

Le percentuali più elevate per i progetti di valorizzazione del settore artistico e tradizionale sottolineano l’impegno della Regione Lazio nel tutelare il patrimonio culturale del territorio.

Come presentare la domanda?

La partecipazione al bando “Valore Artigiano” è semplice e completamente digitale. Ecco i passaggi principali per presentare la domanda:

  1. Registrazione sul portale della Regione Lazio: Le domande possono essere presentate esclusivamente online attraverso la piattaforma GeCoWEB Plus gestita da Lazio Innova.
  2. Compilazione della domanda online: La domanda deve includere un progetto dettagliato, preventivi delle spese, visure camerali e documentazione aggiuntiva richiesta.
  3. Invio entro il termine stabilito: Le domande possono essere presentate a partire dalle ore 12:00 del 20 febbraio 2025 fino alle ore 17:00 del 15 aprile 2025. Formulario disponibile on-line a partire dalle ore 12:00 del 30 gennaio 2025.

Una commissione valuterà i progetti presentati sulla base di criteri come l’innovatività, la sostenibilità e l’impatto economico sul territorio. È fondamentale preparare una documentazione accurata e completa per aumentare le possibilità di ottenere il finanziamento.

Vantaggi fiscali del bando

Oltre ai contributi a fondo perduto, il bando “Valore Artigiano” offre importanti vantaggi fiscali per le imprese partecipanti. In particolare:

  • Contributi non tassabili

I fondi a fondo perduto ricevuti non concorrono alla formazione del reddito imponibile dell’impresa, come previsto dalla normativa fiscale italiana. Questo significa che i contributi non sono soggetti a IRPEF o IRES.

  • Deduzioni fiscali sulle spese ammissibili

Gli investimenti realizzati grazie ai finanziamenti possono essere dedotti o detratti fiscalmente, riducendo ulteriormente il carico fiscale per l’impresa.

Questi vantaggi fiscali, uniti ai contributi diretti, rappresentano un aiuto concreto per le imprese artigiane del Lazio, che possono così ridurre i costi operativi e aumentare la competitività.

Regione Lazio: bando "Valore Artigiano" - Commercialista.it

Considerazioni finali

Il bando “Valore Artigiano” della Regione Lazio rappresenta una straordinaria opportunità per le imprese artigiane che vogliono innovare, crescere e valorizzare il patrimonio culturale e produttivo del territorio. Con 6 milioni di euro stanziati e contributi a fondo perduto fino all’80% delle spese ammissibili, questa misura è pensata per sostenere sia i laboratori tradizionali che puntano sulla qualità e sull’unicità, sia le imprese che desiderano adottare nuove tecnologie per essere più competitive sul mercato.

Che tu sia un artigiano consolidato o un imprenditore alle prime armi, questa iniziativa offre il supporto economico e fiscale necessario per affrontare con maggiore fiducia le sfide del futuro. È l’occasione per migliorare i processi produttivi, ampliare il tuo mercato attraverso il digitale, o semplicemente per preservare e promuovere le tradizioni che rendono unica la tua attività.

Non perdere tempo: prepara un progetto dettagliato e presenta la tua domanda entro il 15 marzo 2025. La qualità e l’originalità del tuo progetto potrebbero essere il passo decisivo per portare la tua impresa artigiana al livello successivo.

L’artigianato è il cuore della tradizione e il motore dell’innovazione: investi oggi per costruire un futuro più forte e sostenibile.

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Regime di esenzione fiscale per la compravendita di auto d'epoca tra privati

Regime di esenzione fiscale per la compravendita di auto d'epoca tra privati
La compravendita di auto d'epoca tra privati in Italia beneficia di un regime di esenzione da diverse imposte, grazie a norme specifiche che riconoscono il valore storico e culturale di tali veicoli. Vediamo in dettaglio le varie componenti di questa esenzione fiscale.  

Definizione di Auto d'Epoca

Secondo l'articolo 63 della Legge n. 342/2000, un'auto d'epoca è definita come un veicolo che ha almeno 30 anni di età e che non è utilizzato per uso quotidiano, ma per partecipare a manifestazioni storiche e culturali. Questo riconoscimento è fondamentale per accedere ai benefici fiscali previsti dalla legge.  

Esenzione dal Bollo Auto

La stessa legge prevede che i veicoli di interesse storico e collezionistico, iscritti in appositi registri (come ASI - Automotoclub Storico Italiano o FMI - Federazione Motociclistica Italiana), siano esenti dal pagamento della tassa di possesso (bollo auto). Tuttavia, è importante notare che in alcune regioni italiane potrebbe essere richiesto il pagamento di un bollo ridotto o di una tassa di circolazione minima. Questa esenzione riconosce il valore culturale dei veicoli storici e incoraggia la loro conservazione e partecipazione a eventi storici.  

Imposta di Registro

Per quanto riguarda la compravendita tra privati, l'imposta di registro non è generalmente applicata direttamente alla transazione. Tuttavia, se l'atto di vendita è formalizzato tramite un notaio, le spese notarili e l'imposta di registro possono essere applicate in misura fissa. Questo significa che la registrazione della vendita presso un pubblico ufficiale comporta costi, ma non proporzionali al valore del veicolo.  

IVA

Quando la vendita avviene tra privati, l'operazione non è soggetta ad IVA. Questo è specificato dall'articolo 2 del DPR n. 633/1972, che esclude le operazioni tra privati non esercenti attività di impresa, arte o professione dalla base imponibile IVA. Questo rappresenta un significativo vantaggio fiscale, poiché elimina un'ulteriore tassa che potrebbe gravare sull'acquirente e sul venditore.  

Rilevanza per il Redditometro

Le auto d'epoca possono essere considerate un "bene indice" della capacità contributiva, e il loro possesso può essere utilizzato per valutare il reddito del proprietario nell'ambito del redditometro. Questo può implicare un accertamento sintetico del reddito in base ai beni posseduti. Il redditometro è uno strumento utilizzato dall'Agenzia delle Entrate per stimare il reddito di un contribuente basandosi su elementi di spesa e beni posseduti.  

IRPEF e Detassazione per Compravendita Casuale

La compravendita di auto d'epoca tra privati può non essere soggetta ad imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) se non è mossa da intento speculativo. Secondo la normativa italiana, le plusvalenze derivanti dalla vendita di beni mobili (come le auto) non sono soggette a tassazione IRPEF se la vendita è occasionale e non rientra nell'ambito di un'attività commerciale abituale.
  1. Compravendita Occasionale: Quando un privato vende un'auto d'epoca, la transazione è considerata occasionale se non avviene con frequenza e non è parte di un'attività commerciale continuativa. Questo tipo di vendita non è soggetto a IRPEF, poiché non genera un reddito abituale.
  2. Assenza di Intento Speculativo: Per evitare la tassazione, è cruciale dimostrare che la vendita non è motivata da scopi speculativi. Se un individuo possiede un'auto d'epoca come collezionista e decide di venderla, l'operazione è considerata non speculativa, soprattutto se l'auto è stata posseduta per un lungo periodo e non acquistata con l'intento di rivenderla a breve termine per profitto.
  3. Documentazione di Supporto: È utile mantenere una documentazione dettagliata delle transazioni, inclusi i certificati di iscrizione ai registri storici, le ricevute di manutenzione e le partecipazioni a eventi storici. Questo aiuta a dimostrare la natura non speculativa del possesso e della vendita del veicolo.
 

Condizioni Normative e Documentazione Necessaria

Per godere delle esenzioni fiscali e garantire la corretta applicazione del regime di esenzione, è fondamentale che il veicolo sia registrato come auto d'epoca presso uno dei registri riconosciuti (come ASI o FMI) e che non venga utilizzato come mezzo di trasporto quotidiano. Ecco una lista della documentazione necessaria:
  1. Certificato di Iscrizione: Il veicolo deve essere iscritto in un registro ufficiale come l'ASI o FMI.
  2. Fattura di Acquisto: Se disponibile, mantenere la fattura di acquisto originale.
  3. Carta di Circolazione: Documento che attesta la registrazione del veicolo.
  4. Dichiarazione di Non Uso Quotidiano: In alcune giurisdizioni, potrebbe essere richiesta una dichiarazione che confermi che il veicolo non è utilizzato per scopi quotidiani.
 

Approfondimenti Normativi

Articolo 63 della Legge n. 342/2000

L'articolo 63 della Legge n. 342/2000 è la principale normativa che regola l'esenzione dal bollo per le auto d'epoca. Stabilisce che i veicoli di interesse storico e collezionistico, se iscritti in appositi registri, sono esenti dal pagamento della tassa di possesso.

DPR n. 633/1972, Articolo 2

Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 633/1972, nell'articolo 2, specifica che le operazioni tra privati non esercenti attività di impresa, arte o professione non sono soggette ad IVA. Questo esclude le transazioni private dalla base imponibile IVA, un vantaggio significativo per la compravendita di auto d'epoca.

Codice Civile, Articolo 2728

L'articolo 2728 del Codice Civile italiano riguarda la presunzione di capacità contributiva in relazione al possesso di beni indice. Questo articolo è spesso utilizzato nell'ambito del redditometro per stimare il reddito di un contribuente basandosi sui beni posseduti, inclusi i veicoli storici.  

Conclusioni

La compravendita di auto d'epoca tra privati in Italia è regolata da un complesso sistema normativo che prevede esenzioni fiscali significative. Queste esenzioni riconoscono il valore culturale e storico dei veicoli d'epoca e ne incentivano la conservazione e il collezionismo. Tuttavia, è importante che i venditori e gli acquirenti rispettino le condizioni e mantengano una documentazione accurata per garantire il corretto trattamento fiscale delle transazioni.

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