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giovedì 13 Marzo 2025

Credito d’imposta su investimenti pubblicitari incrementali

Investire in pubblicità è essenziale per far crescere un’attività, ma spesso i costi possono essere elevati. Per supportare le aziende e i professionisti che scelgono di incrementare i propri investimenti pubblicitari, il legislatore ha introdotto il credito di imposta su investimenti pubblicitari incrementali. Si tratta di un’agevolazione fiscale che permette di recuperare parte delle spese sostenute per campagne pubblicitarie su stampa, radio e TV, a condizione che vi sia un aumento rispetto all’anno precedente.

Questa misura rappresenta un’importante occasione per ridurre il carico fiscale e, allo stesso tempo, rafforzare la visibilità del proprio brand. Tuttavia, per accedere al beneficio è necessario rispettare precisi requisiti e seguire una procedura ben definita.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio chi può usufruire del credito d’imposta, quali spese pubblicitarie sono ammesse, quali sono le percentuali di agevolazione previste e come presentare la domanda. Scopriremo anche le ultime novità normative per aiutarti a sfruttare al meglio questa opportunità di risparmio fiscale.

Cos’è

Il credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali è stato introdotto dall’articolo 57-bis del D.L. 50/2017 ed è destinato a imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali che incrementano la spesa pubblicitaria rispetto all’anno precedente.

Principali caratteristiche della misura

  • Il beneficio consiste in un credito d’imposta sulle spese sostenute per la pubblicità.
  • L’agevolazione si applica solo in caso di incremento degli investimenti pubblicitari rispetto all’anno precedente.
  • Il credito d’imposta può essere utilizzato solo in compensazione tramite il modello F24.

Obiettivo dell’incentivo

L’agevolazione è stata pensata per sostenere il settore dell’editoria, incentivando le imprese a investire in pubblicità su giornali, TV e radio, contribuendo così alla crescita del settore e all’ampliamento della comunicazione aziendale.

Chi può beneficiare del credito d’imposta?

Il credito d’imposta per la pubblicità incrementale è destinato a una platea ampia di soggetti, tra cui:

  • Imprese di qualsiasi dimensione e settore
  • Lavoratori autonomi con partita IVA
  • Enti non commerciali

Non vi sono limitazioni specifiche sulla forma giuridica del beneficiario, purché vengano rispettati i requisiti di incremento dell’investimento pubblicitario rispetto all’anno precedente.

Condizioni per accedere all’incentivo

Per ottenere il credito d’imposta è necessario rispettare due condizioni fondamentali:

  1. Incremento della spesa pubblicitaria di almeno l’1% rispetto all’anno precedente.
  2. Gli investimenti devono essere effettuati su stampa quotidiana e periodica, anche online, emittenti televisive e radiofoniche locali.

L’agevolazione non si applica alla pubblicità online su piattaforme digitali diverse da quelle editoriali, come social media o motori di ricerca.

Spese ammissibili

Uno degli aspetti più importanti per ottenere il credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali è la corretta individuazione delle spese ammissibili. La normativa prevede che possano beneficiare dell’agevolazione solo alcune tipologie di investimenti pubblicitari, escludendo altre forme di promozione e marketing.

Quali investimenti pubblicitari rientrano nell’agevolazione?

Il credito d’imposta è concesso esclusivamente per le spese sostenute per l’acquisto di spazi pubblicitari e inserzioni su:

  1. Stampa quotidiana e periodica

    • Giornali e riviste cartacei e digitali registrati presso il ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione).
    • Testate giornalistiche che rispettano i requisiti di legge, compresi gli editori online regolarmente registrati.
  2. Emittenti televisive e radiofoniche locali e nazionali

    • Solo emittenti iscritte al ROC e con concessione pubblica.
    • Vale sia per trasmissioni analogiche che digitali, a livello locale e nazionale.

Condizioni per la validità delle spese

Per poter beneficiare del credito d’imposta, le spese pubblicitarie devono rispettare alcune condizioni fondamentali:

  • Devono essere effettivamente sostenute e documentate con fatture e pagamenti tracciabili.
  • Devono rappresentare un incremento rispetto all’anno precedente (minimo +1%).
  • Devono riguardare esclusivamente la diffusione del messaggio pubblicitario e non la sua creazione.

Spese escluse dall’agevolazione

Non tutte le attività promozionali rientrano nel credito d’imposta. Le spese non ammissibili includono:

  • Pubblicità su social media e motori di ricerca (Facebook Ads, Google Ads, LinkedIn Ads, ecc.).
  • Sponsorizzazioni di eventi o squadre sportive.
  • Realizzazione di spot pubblicitari (solo la loro diffusione è agevolabile).
  • Cartellonistica pubblicitaria, volantini e materiali promozionali fisici.
  • Pubblicità su emittenti non iscritte al ROC o senza concessione pubblica.

Come dimostrare le spese ammissibili?

Per ottenere il beneficio fiscale, è necessario conservare una documentazione completa che attesti la natura e la validità delle spese, tra cui:

  • Fatture elettroniche rilasciate dai fornitori di spazi pubblicitari.
  • Prove di pagamento tracciabile (bonifici, assegni, pagamenti elettronici).
  • Contratti pubblicitari che dimostrino l’acquisto degli spazi ammissibili.
  • Dichiarazione di un revisore legale (per aziende soggette a revisione contabile).

Per massimizzare il vantaggio fiscale, le imprese devono pianificare strategicamente gli investimenti pubblicitari, tenendo conto delle categorie di spesa ammissibili e verificando annualmente le condizioni richieste dal Governo.

Percentuali e limiti

Il credito d’imposta concesso varia a seconda delle disposizioni normative in vigore:

  • Per le annualità 2018-2022, il credito era pari al 75% dell’incremento della spesa pubblicitaria (90% per microimprese e PMI in alcuni casi).
  • Dal 2023 in poi, le agevolazioni sono state soggette a modifiche, con percentuali e tetti di spesa ridefiniti anno per anno.

Limiti e plafond

Il credito è concesso nei limiti delle risorse stanziate annualmente e può subire riduzioni in caso di eccesso di richieste.

Inoltre, il credito non è cumulabile con altre agevolazioni fiscali sulle stesse spese.

Credito d’imposta per pubblicità - Commercialista.it

Procedura

La domanda per ottenere il credito d’imposta deve essere presentata in due fasi:

  1. Comunicazione telematica preliminare (finestra di solito tra marzo e aprile), per prenotare le risorse.
  2. Dichiarazione consuntiva (solitamente entro gennaio dell’anno successivo), in cui si certificano le spese effettivamente sostenute.

Documenti necessari

  • Fatture e pagamenti tracciabili che dimostrino le spese.
  • Dichiarazione sostitutiva che attesti il rispetto dei requisiti.
  • Certificazione di un revisore legale per convalidare gli investimenti effettuati.

L’Agenzia delle Entrate verifica le domande e assegna il credito in base alle risorse disponibili.

Novità e aggiornamenti normativi

Negli ultimi anni, il credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali ha subito diverse modifiche normative, sia per quanto riguarda le percentuali di agevolazione, sia per le modalità di accesso e le categorie di spesa ammissibili. Queste variazioni sono state introdotte per adeguare la misura alle esigenze di mercato e alle disponibilità di bilancio pubblico.

Le modifiche introdotte negli ultimi anni

Dal 2018 al 2022, l’agevolazione prevedeva un credito d’imposta pari al 75% dell’incremento della spesa pubblicitaria, elevato al 90% per microimprese, PMI e startup innovative in alcuni casi. Tuttavia, a partire dal 2023, il legislatore ha progressivamente ridotto il valore del beneficio, ridefinendo le percentuali e i massimali di spesa in base ai fondi disponibili.

Nel 2023 e nel 2024, il credito d’imposta è stato concesso con criteri più selettivi e con stanziamenti ridotti, portando a una riduzione delle risorse disponibili per i richiedenti. Questo ha comportato una maggiore competizione tra le imprese per ottenere l’agevolazione e la necessità di presentare le domande entro scadenze più rigide.

Quali sono le principali novità?

Tra le principali novità introdotte di recente troviamo:

  • Ridefinizione delle aliquote di agevolazione: il credito d’imposta potrebbe essere ridimensionato rispetto agli anni precedenti, con percentuali riviste annualmente nella legge di bilancio.
  • Possibili limitazioni sugli investimenti agevolabili: alcune categorie di spesa potrebbero essere escluse o ridefinite per garantire un uso più mirato della misura.
  • Maggior controllo e verifica delle spese: per accedere al beneficio, i richiedenti devono fornire documentazione più dettagliata e trasparente, anche attraverso certificazioni di revisori contabili o perizie tecniche.
  • Scadenze anticipate per la presentazione delle domande: rispetto al passato, i tempi per l’invio delle richieste potrebbero essere più stretti, rendendo fondamentale una pianificazione tempestiva degli investimenti pubblicitari.

Cosa aspettarsi per il futuro?

Ogni anno, il Governo stabilisce nuovi criteri di accesso e nuove risorse disponibili per il credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari. È quindi fondamentale monitorare le disposizioni della Legge di Bilancio e i decreti attuativi per conoscere le percentuali e i tetti di spesa validi per l’anno in corso.

Inoltre, con la progressiva digitalizzazione delle procedure fiscali, è possibile che in futuro venga introdotto un portale dedicato per la gestione delle domande, semplificando così il processo di accesso all’agevolazione.

Per rimanere aggiornati sulle ultime novità, è consigliabile consultare periodicamente i siti ufficiali dell’Agenzia delle Entrate e del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, dove vengono pubblicati bandi e comunicazioni ufficiali.

Credito d’imposta per pubblicità - Commercialista.it

Aspetti fiscali

Il credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali è un’agevolazione fiscale compensabile che consente alle imprese e ai professionisti di ridurre il carico fiscale in modo legale. Tuttavia, per sfruttarlo correttamente, è essenziale conoscere le modalità di utilizzo, la cumulabilità con altri incentivi e le implicazioni fiscali.

Come viene utilizzato il credito d’imposta?

Il credito d’imposta non viene erogato sotto forma di rimborso diretto, ma può essere utilizzato esclusivamente in compensazione tramite il modello F24, ai sensi dell’articolo 17 del D.Lgs. 241/1997.

  • L’importo concesso può essere scalato dai debiti tributari e contributivi (IVA, IRES, IRPEF, INPS, ecc.).
  • La compensazione avviene mediante il codice tributo specifico, comunicato annualmente dall’Agenzia delle Entrate.
  • Il credito d’imposta può essere utilizzato solo dopo l’autorizzazione dell’Agenzia delle Entrate e nei limiti delle risorse disponibili.

Trattamento fiscale del credito d’imposta

Dal punto di vista contabile e fiscale, il credito d’imposta per investimenti pubblicitari:

  • Non concorre alla formazione del reddito imponibile ai fini IRES e IRPEF.
  • Non è soggetto a IRAP, in quanto non rappresenta un ricavo o un contributo in conto esercizio.
  • Deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi dell’anno in cui è stato utilizzato.

Cumulabilità con altri incentivi fiscali

Uno degli aspetti più importanti riguarda la cumulabilità del credito d’imposta con altre agevolazioni fiscali.

In linea generale:

  • È cumulabile con altri crediti d’imposta, purché il beneficio complessivo non superi il 100% della spesa sostenuta.
  • Non è cumulabile con altre agevolazioni statali sulla stessa spesa pubblicitaria, come contributi diretti o altre detrazioni specifiche.
  • Può essere abbinato a deduzioni e detrazioni fiscali, se non vi è sovrapposizione con altri incentivi pubblici.

Tempi di fruizione e decadenza del beneficio

Il credito d’imposta deve essere utilizzato entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di riconoscimento. Se non viene utilizzato in tempo, non può essere riportato negli anni successivi e si perde definitivamente.

Inoltre, se dopo controlli l’Agenzia delle Entrate riscontra dichiarazioni errate o utilizzo improprio del credito, può revocare l’agevolazione e applicare sanzioni amministrative e fiscali, con possibile richiesta di restituzione delle somme compensate.

Il credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari rappresenta un’ottima opportunità per ridurre il carico fiscale, ma richiede attenzione nella gestione fiscale e contabile. Per evitare errori e sfruttare al meglio l’agevolazione, è consigliabile affidarsi a un commercialista o a un consulente fiscale specializzato.

Esempi pratici

Per comprendere meglio come funziona il credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali, vediamo alcuni esempi pratici basati su diversi scenari aziendali.

Esempio 1: Piccola impresa che aumenta il budget pubblicitario

Situazione

Un’azienda di e-commerce ha speso 10.000 euro in pubblicità su giornali online e radio locali nel 2023. Nel 2024 decide di aumentare il proprio budget pubblicitario e investe 12.500 euro sugli stessi canali.

Calcolo del credito d’imposta

  • Spesa pubblicitaria nel 2023: 10.000 €
  • Spesa pubblicitaria nel 2024: 12.500 €
  • Incremento della spesa: 12.500 € – 10.000 € = 2.500 €
  • Credito d’imposta (ipotizzando il 75%): 2.500 € × 75% = 1.875 €

Risultato: L’azienda potrà compensare 1.875 euro con F24 per abbattere imposte e contributi.

Esempio 2: Agenzia di servizi che mantiene lo stesso investimento pubblicitario

Situazione

Un’agenzia immobiliare ha investito 8.000 euro in pubblicità su quotidiani cartacei e radio nel 2023. Nel 2024 decide di mantenere lo stesso budget, senza aumentarlo.

Calcolo del credito d’imposta

  • Spesa pubblicitaria nel 2023: 8.000 €
  • Spesa pubblicitaria nel 2024: 8.000 €
  • Incremento della spesa: 0 €

Risultato: L’azienda non può accedere al credito d’imposta perché non ha incrementato la spesa di almeno l’1%.

Esempio 3: Studio professionale che aumenta la pubblicità solo su social media

Situazione

Uno studio legale ha investito 5.000 euro in pubblicità su quotidiani locali nel 2023. Nel 2024 aumenta il budget pubblicitario a 7.000 euro, ma investe la differenza in campagne su Facebook Ads e Google Ads.

Calcolo del credito d’imposta

  • Spesa pubblicitaria nel 2023 (ammissibile): 5.000 €
  • Spesa pubblicitaria nel 2024 (ammissibile): 5.000 €
  • Spesa pubblicitaria su social media (non ammissibile): 2.000 €
  • Incremento della spesa su canali ammissibili: 0 €

Risultato: Lo studio non può ottenere il credito d’imposta, perché l’incremento è stato realizzato su piattaforme pubblicitarie digitali (social media e motori di ricerca), che non rientrano nell’agevolazione.

Esempio 4: Media company che ottimizza il credito d’imposta

Situazione

Una media company ha investito 20.000 euro in pubblicità televisiva locale nel 2023. Nel 2024 decide di incrementare la spesa del 30%, portando il totale degli investimenti a 26.000 euro, tutti su canali ammissibili (TV locali e giornali online registrati al ROC).

Calcolo del credito d’imposta

  • Spesa pubblicitaria nel 2023: 20.000 €
  • Spesa pubblicitaria nel 2024: 26.000 €
  • Incremento della spesa: 6.000 €
  • Credito d’imposta (ipotizzando il 75%): 6.000 € × 75% = 4.500 €

Risultato: La media company potrà compensare 4.500 euro sulle tasse da versare.

Considerazioni finali

Il credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali rappresenta un’importante opportunità per aziende e professionisti che desiderano potenziare la propria visibilità riducendo il carico fiscale. Grazie a questa agevolazione, è possibile recuperare una parte delle spese sostenute per campagne pubblicitarie su giornali, radio e TV, a patto di rispettare i requisiti previsti dalla normativa.

Il credito d’imposta pubblicitario può fare la differenza per la crescita della tua attività, permettendoti di ottimizzare le risorse e migliorare la tua presenza sul mercato.

Informati, pianifica e sfrutta il beneficio al massimo!

Se hai dubbi su come ottenere il credito d’imposta o vuoi una consulenza personalizzata, contatta un commercialista esperto per valutare la strategia fiscale migliore per la tua azienda.

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