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giovedì 13 Febbraio 2025

Pignoramento 2025: novità, rischi e soluzioni per salvare stipendio e pensione

Il 2025 segnerà un’importante accelerazione delle procedure di pignoramento in Italia. Il legislatore, con l’intento di contrastare l’evasione fiscale e snellire la riscossione dei crediti, ha introdotto misure che mirano a ridurre drasticamente i tempi delle esecuzioni forzate, aumentando il potere dell’Agenzia delle Entrate e degli enti locali. Tuttavia, queste novità hanno suscitato preoccupazione tra contribuenti, pensionati e lavoratori dipendenti, poiché il rischio di subire un pignoramento improvviso sarà sempre più concreto.

Dal 2025, il cosiddetto “pignoramento sprint” permetterà ai Comuni di agire in soli 60 giorni per il recupero di tributi locali come IMU e TARI, riducendo i tempi di attesa di ben 120 giorni rispetto al passato. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate potrà avviare direttamente il pignoramento di beni e conti correnti senza l’invio preventivo della cartella esattoriale, basandosi sul solo accertamento esecutivo.

Chi percepisce pensioni sotto i 1.000 euro potrà sentirsi al sicuro solo in parte: la soglia di impignorabilità è fissata intorno a 754 euro, e le somme eccedenti potranno essere aggredite. I lavoratori dipendenti, invece, saranno soggetti a trattenute dirette in busta paga e a verifiche fiscali preventive per redditi elevati.

Di fronte a questo scenario, la domanda chiave è: come proteggersi? Quali strumenti può adottare il contribuente per evitare il blocco dei conti o la decurtazione della pensione o dello stipendio? In questo articolo analizzeremo tutte le novità del 2025 e forniremo soluzioni pratiche per difendersi legalmente e tutelare il proprio patrimonio.

Cos’è il pignoramento

Il pignoramento è una procedura esecutiva attraverso cui il creditore, munito di un titolo esecutivo (sentenza, decreto ingiuntivo, cartella di pagamento), agisce sui beni del debitore per ottenere il pagamento di una somma dovuta.
Questa procedura può riguardare:

  • Beni mobili (auto, arredi, denaro);
  • Beni immobili (case, terreni);
  • Crediti presso terzi (stipendi, pensioni, conti correnti).

La disciplina è contenuta negli articoli 543 e seguenti del Codice di Procedura Civile, e prevede l’intervento dell’ufficiale giudiziario e del giudice dell’esecuzione.

Dal 2025, le modifiche legislative incideranno in modo particolare sul pignoramento presso terzi, quello che colpisce stipendi, pensioni e conti bancari.

Come cambia la riscossione

La Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) ha introdotto una novità che segna una svolta nel rapporto tra fisco e contribuente: l’accertamento esecutivo diventa il nuovo strumento principale per la riscossione delle imposte.
In pratica:

  • L’Agenzia delle Entrate, dopo aver notificato un avviso di accertamento, non dovrà più emettere una cartella esattoriale separata.
  • Trascorsi 60 giorni dalla notifica dell’accertamento, se il contribuente non paga o non impugna l’atto, l’accertamento diventa immediatamente esecutivo.
  • Dopo ulteriori 30 giorni, il Fisco potrà procedere direttamente al pignoramento di conti, stipendi e pensioni.

Questa modifica riguarda tributi come:

  • IRPEF, IVA, IMU, TARI, TOSAP, imposta di registro e successione;
  • Restituzione di agevolazioni fiscali indebite;
  • Crediti d’imposta fruiti in modo irregolare.

Pignoramento sprint per IMU e TARI

Con il Decreto Fisco Locale 2025, i Comuni potranno agire direttamente nei confronti dei cittadini morosi per tributi come IMU e TARI, riducendo i termini per avviare le esecuzioni da 180 giorni a soli 60 giorni.
Il rischio è quello di subire il blocco del conto corrente o il pignoramento dello stipendio in tempi brevissimi, senza avere margini per trovare una soluzione.

Prima casa

Una delle domande più comuni riguarda il pignoramento della prima casa. La legge italiana tutela l’abitazione principale solo se il creditore è l’Agenzia delle Entrate – Riscossione (AdER). Tuttavia, ci sono eccezioni:

  • Se l’immobile è di lusso (A/1, A/8, A/9).
  • Se il debito supera 120.000 euro e il valore della casa è molto elevato.
  • Se il contribuente possiede altri immobili.

Se il creditore è privato (banca, finanziaria, privato), la prima casa può essere pignorata senza limiti.

Pignoramento 2025: tutte le novità - Commercialista.it

Addio alla cartella esattoriale

Dal 2025, l’Agenzia delle Entrate non sarà più obbligata a inviare la cartella esattoriale per avviare il pignoramento. Dopo un semplice avviso di accertamento, se il contribuente non paga entro 60 giorni, l’atto diventa automaticamente esecutivo. Dopo altri 30 giorni, il Fisco potrà procedere con il pignoramento.

Questa nuova modalità riguarda tasse come:

  • IRPEF
  • IVA
  • IMU
  • TARI
  • Imposta di successione
  • Restituzione agevolazioni fiscali

Pignoramento di pensioni e stipendi

Stipendi

Nel 2025, il pignoramento dello stipendio sarà così regolato:

  • 1/10 per redditi fino a 2.500 euro.
  • 1/7 per redditi tra 2.501 e 5.000 euro.
  • 1/5 per redditi oltre 5.000 euro.

Pensioni

Le pensioni inferiori a 1.000 euro restano impignorabili, ma solo fino al cosiddetto minimo vitale pari a 754 euro circa. La parte eccedente potrà essere pignorata.

Come bloccare il pignoramento

Chi riceve un avviso può richiedere la rateizzazione del debito, anche in caso di pignoramento in corso:

  • La rata minima è di 50 euro.
  • Il pagamento della prima rata sospende il fermo amministrativo e le azioni esecutive non concluse.
  • Se il debitore salta il pagamento di alcune rate, decade dal beneficio e le procedure riprendono.

Come difendersi legalmente dai pignoramenti sprint

  1. Controllare gli atti ricevuti: Non ignorare avvisi e accertamenti.
  2. Rateizzare subito: Anche con soli 50 euro al mese si evita il pignoramento.
  3. Saldo e stralcio: Cercare un accordo per ridurre l’importo del debito.
  4. Opposizione al pignoramento: Se il debito è prescritto o errato, agire tramite un avvocato.
  5. Conti separati: Destinare un conto solo alla pensione può ridurre i rischi di blocco.

Pignoramento 2025: tutte le novità - Commercialista.it

Cosa cambia dal 2026

Una delle novità più rilevanti, ma al tempo stesso meno conosciute, introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) riguarda l’obbligo di verifica fiscale preventiva sugli stipendi elevati. Questa misura entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026, e avrà un impatto significativo soprattutto per lavoratori pubblici e dipendenti di aziende partecipate dallo Stato.

Di cosa si tratta?

La norma prevede che le pubbliche amministrazioni e le società a partecipazione pubblica debbano effettuare una verifica fiscale prima di erogare stipendi o compensi superiori a 2.500 euro mensili. In particolare, l’ente erogatore dovrà accertarsi se il dipendente ha debiti fiscali iscritti a ruolo superiori a 5.000 euro.

In presenza di debiti fiscali non saldati, l’amministrazione potrà:

  • Sospendere il pagamento dello stipendio o dell’emolumento fino a regolarizzazione della posizione debitoria.
  • Effettuare trattenute dallo stipendio per compensare il debito fiscale, nei limiti delle percentuali pignorabili già previste dalla normativa vigente (1/10, 1/7, 1/5 a seconda del reddito).

Questa misura rappresenta un’ulteriore stretta nei confronti dei contribuenti morosi, soprattutto quelli con retribuzioni medio-alte, tipicamente dirigenti pubblici, manager di aziende partecipate, e professionisti con incarichi nella pubblica amministrazione.

Chi sarà coinvolto?

Il nuovo obbligo interesserà principalmente:

  • Dipendenti pubblici di enti statali, regionali e locali.
  • Dirigenti e manager di società partecipate dallo Stato (ad esempio aziende dei trasporti, municipalizzate, società energetiche, società di gestione delle acque).
  • Professionisti con incarichi pubblici, come consulenti esterni o membri di consigli di amministrazione di società controllate da enti pubblici.

Non riguarderà, invece:

  • Dipendenti di aziende private (ad eccezione delle partecipate).
  • Lavoratori autonomi senza legami diretti con la pubblica amministrazione.

Qual è lo scopo di questa misura?

La finalità dichiarata dal legislatore è rafforzare la riscossione dei tributi e prevenire situazioni di morosità prolungata tra i soggetti che percepiscono redditi elevati. In passato, infatti, non era raro trovare casi di dirigenti pubblici con stipendi importanti ma debiti fiscali mai saldati. Con questa norma, lo Stato cerca di colpire chi può pagare, ma non lo fa, assicurandosi che i lavoratori ben retribuiti siano in regola con le imposte.

Considerazioni finali

Le novità introdotte dal legislatore per il 2025 e il 2026 segnano un cambiamento significativo nel sistema di riscossione e pignoramento in Italia. Da un lato, le procedure saranno molto più rapide ed efficaci grazie al pignoramento sprint e all’accertamento esecutivo senza cartella esattoriale; dall’altro, le verifiche fiscali preventive sugli stipendi superiori a 2.500 euro, previste dal 2026, rappresentano una stretta ulteriore soprattutto per i lavoratori del settore pubblico e delle società partecipate.

Questi cambiamenti, sebbene finalizzati a contrastare l’evasione fiscale e a favorire il recupero rapido dei crediti, rischiano di colpire duramente anche contribuenti in difficoltà temporanea o semplicemente disattenti, con blocchi dei conti, decurtazioni di stipendi e pignoramenti su pensioni e beni.

Per evitare di trovarsi impreparati e proteggere il proprio patrimonio, ecco i passi fondamentali da adottare già dal 2025:

  • Monitorare costantemente la propria posizione fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate e di AdER.
  • Non ignorare mai le comunicazioni di accertamento e gli avvisi di pagamento, agendo tempestivamente.
  • Valutare la rateizzazione del debito con importi sostenibili (anche a partire da soli 50 euro al mese) per sospendere azioni esecutive.
  • Verificare se i debiti fiscali sono prescritti o errati e, se necessario, presentare opposizione legale.
  • Chi percepisce stipendi superiori a 2.500 euro nel settore pubblico o in società partecipate dovrebbe verificare la propria situazione fiscale entro il 2025, per evitare blocchi e trattenute dal 2026.
  • Valutare il saldo e stralcio, se il debito è elevato, cercando un accordo con il creditore per ridurre l’importo da pagare.

Essere informati e agire in anticipo sarà la vera arma di difesa contro il rischio di pignoramenti improvvisi e trattenute sui redditi.

Affidarsi a professionisti del settore fiscale, come commercialisti e consulenti legali, può essere decisivo per evitare errori e trovare soluzioni personalizzate che proteggano il proprio tenore di vita e il proprio patrimonio.

Le nuove regole premieranno i contribuenti attenti e responsabili, mentre chi trascurerà le proprie posizioni debitorie rischierà di subire pesanti conseguenze economiche e personali.

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