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martedì 1 Ottobre 2024

Registro dei corrispettivi: violazioni e sanzioni

La normativa sull’Imposta sul Valore Aggiunto (Iva) impone ai contribuenti regole stringenti per la registrazione delle operazioni giornaliere. Queste regole influenzano direttamente la determinazione del volume d’affari e il calcolo dell’imposta dovuta.

 

Implicazioni del Mancato Aggiornamento

Il mancato aggiornamento del registro dei corrispettivi può comportare l’omesso versamento dell’Iva o il pagamento di un rimborso non dovuto. Tale omissione è considerata una violazione sostanziale, punibile secondo l’articolo 6 del decreto legislativo n. 471/1997. Questo principio è stato ribadito dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 7391 del 19 marzo 2024.

 

Funzione del Registro dei Corrispettivi

Il registro dei corrispettivi, previsto dall’articolo 24 del decreto Iva (Dpr n. 633/1972), è un registro contabile dove devono essere annotate le operazioni giornaliere, suddivise per aliquota Iva. Questo obbligo grava su specifiche categorie di contribuenti.

 

Caso di Studio: Verifica Fiscale e Contestazione

Una società, oggetto di una verifica fiscale, aveva sospeso l’aggiornamento del proprio registro dei corrispettivi per diversi mesi. A seguito di questa omissione, l’Agenzia delle Entrate ha emesso un atto di contestazione, imponendo la sanzione prevista dall’articolo 6.

 

Esito del Ricorso

La società ha presentato ricorso e sia la Commissione Tributaria Provinciale di Caserta (sentenza n. 342 del 26 gennaio 2021) che la Commissione Tributaria Regionale della Campania (sentenza n. 2442 del 10 marzo 2022) hanno considerato la violazione come formale, sottolineando l’assenza di danni per l’Erario, dato che le imposte erano state comunque versate.

 

Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato queste decisioni, affermando che la normativa impone tempi e modalità precise per la registrazione delle fatture, senza deroghe. La mancata registrazione dei corrispettivi è una violazione sostanziale che incide sulla determinazione del volume d’affari e sull’imposta dovuta. Secondo l’articolo 23 del Dpr n. 633/1972, le fatture devono essere annotate entro quindici giorni dall’emissione.

 

Principio di Sostanzialità della Violazione

La Corte ha stabilito che la mancata registrazione delle fatture entro l’anno solare può portare al mancato pagamento dell’imposta o a rimborsi indebiti. Di conseguenza, il ricorso dell’Agenzia delle Entrate è stato accolto, confermando la sostanzialità della violazione e la necessità di rispettare le modalità di registrazione previste dalla legge.

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Valeria Ceccarelli

Mi occupo di realizzazioni grafiche digitali e cartacee. 

Sono la responsabile della comunicazione e della sponsorizzazione di Commercialista.it e di altre aziende in diversi ambiti. 

Ho collaborato come editor per diversi volumi aziendali e biografici. 

Attualmente sono laureanda in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l'Unicusano di Roma.

Profilo completo e Articoli Valeria Ceccarelli

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