La pesca professionale in Italia: negli ultimi dieci anni le imprese della pesca hanno subito un forte calo di redditività ed un aumento dei costi produzione dovuto al rincaro dei beni energetici (caro gasolio). Il tutto complicato dalla scarsa attenzione delle autorità competenti e la normativa spesso confusa.
Sommario
Eppure, il legislatore tributario ha negli anni cercato di alleggerire il carico fiscale, con agevolazioni non sempre note alle imprese del settore.
I tipi di pesca professionale
La pesca professionale (o di mestiere) legata all’attività economica a scopo di lucro, è effettuata dalle imprese di pesca legalmente autorizzate e si contrappone alla pesca sportiva (o amatoriale) svolta con fine ricreativo o come attività agonistica.
La pesca professionale è suddivisa, a seconda dell’ ambiente acquatico in cui è svolta, in:
– pesca costiera,
– pesca mediterranea (o “d’altura”),
– pesca oceanica (o “oltre gli stretti”).
In modo più specifico la pesca costiera è divisibile in: pesca locale e pesca ravvicinata.
La pesca locale è esercitata nella acque marine fino ad una distanza di 6 miglia dalla costa con possibilità di estensione fino a 12 miglia nautiche.
La pesca ravvicinata è invece effettuata fino ad una distanza massima di 40 miglia dalla costa.
Una volta collocata l’impresa di pesca nel giusto riquadro si valutano le corrette agevolazioni fiscali.
L’agevolazione fiscale per la pesca costiera (L.203/2008).
L’art. 2, comma 2, della L.203/2008, prevede una agevolazione per le imprese che esercitano la pesca costiera e/o la pesca nelle acque interne e lagunari, e così dispone “Per la salvaguardia dell’occupazione della gente di mare, i benefici di cui agli articoli 4 e 6 del decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30, e successive modificazioni, sono estesi, a decorrere dall’anno 2009 e nel limite dell’80 per cento, alle imprese che esercitano la pesca costiera, nonché alle imprese che esercitano la pesca nelle acque interne e lagunari ”.
La norma estende l’agevolazione fiscale di cui all’art. 4 del dl. 457/1997 alle imprese esercenti attività di pesca costiera. Infatti, l’agevolazione era in precedenza riservata alle navi adibite alla navigazione internazionale (art. 4 del dlgs.457/97), poi è stata estesa dalla L.388/2000 e, da ultimo, mediante la L. 203/2008, alle imprese esercenti la pesca costiera oppure la pesca nelle acque interne e lagunari.
La detassazione del reddito e la sua vigenza
La sopracitata norma consente alle imprese di calcolare il reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi, nella misura del 36%, con sgravio del 64% del reddito.
Il vantaggio fiscale è ancora in vigore, come si ricava dalle istruzioni dei modelli dei redditi:
– modello dei redditi SP 2022 (pag. 46);
– modello dei redditi SP 2017 – AI 2016 (pg.39).
Come fare per ottenere il beneficio
L’impresa idonea ad ottenere l’applicazione della agevolazione fiscale è quella in grado di dimostrare di svolgere attività di pesca costiera.
La pesca costiera, a norma del Regolamento per l’esecuzione della legge 14 luglio 1965, n. 963, concernente la disciplina della pesca marittima, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 2 ottobre 1968, n. 1639, è classificabile in:
– pesca costiera locale (esercitata entro 6 miglia dalla costa, con navi di quarta categoria
– pesca costiera ravvicinata (esercitata entro 40 miglia dalla costa, con navi di terza categoria).
Il capo del compartimento marittimo, verificata l’idoneità del mezzo allo svolgimento del tipo di attività di pesca costiera svolta (in base alla dotazione sicurezza e delle attrezzature per la pesca e agli apparati per la congelazione o la trasformazione dei prodotti di cui la nave deve essere provvista), assegna e certifica la categoria, all’atto dell’iscrizione nella relativa matricola.
L’impresa avente diritto al beneficio deve essere in possesso:
– della certificazione rilasciata dalla Capitaneria di Porto, comprovante che l’impresa esercita attività di pesca costiera ravvicinata, in quanto dotata di mezzo a ciò idoneo e, dunque, omologato e iscritto come mezzo di terza categoria;
– della apposita licenza di pesca rilasciata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che prova l’effettivo utilizzo dell’imbarcazione/i nell’attività di navigazione finalizzata all’esercizio della pesca costiera ravvicinata.
Conclusioni
Le problematiche delle attività di pesca sono numerose e derivano da vari fattori economici, sociali, ambientali e normativi non risolvibili nel breve periodo.
Il supporto di un consulente è di primaria importanza per mettere a fuoco all’interno della copiosa normativa di settore, gli incentivi e le agevolazioni di rilancio per l’attività di impresa.
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