Qualcuno di voi conosce il mito del Ratto delle Sabine? Nel caso in cui la risposta fosse no, adesso brevemente ve lo spiego, se invece già lo conoscete, sarà per voi un ripasso utile per comprendere il quadro di cui in seguito parleremo.
Quando Romolo divenne il Re di Roma, oltre a voler fortificare la città, voleva fondere i Romani e i Sabini. Il modo più efficace che individuò, fu quello di rapire due donne Sabine durante i giochi in onore del dio Conso. Chiese loro di accettare legami di parentela con i Romani, ma questo portò inevitabilmente a una guerra tra i due popoli.
(Ratto delle Sabine di Giambologna a piazza della signoria, Firenze)
Cosa c’entra questo con il dipinto di Paolo Laconi? Ebbene c’entra perché la scena raffigurata in questo quadro, è un po’ la stessa storia di Romolo e le Sabine: un furto di due donne di diversa origine, in questo caso sirene.
tecnica | acrilico su tela |
Dimensioni | 30 x 69,7 |
Profondità | 3,7cm |
Ubicazione | Piazza Michelangelo 18, Cagliari, Sardegna |
E’ una rappresentazione marinara, in cui due pescatori lavorano e invece di pesca dei pesci, pescano due sirene e poi se ne innamorano. Tipo il ratto delle Sabine… se le portano a casa e poi se le cucinano in qualche modo.
E un’opera romantica?
E’ un modo per esprimere i loro desideri, invece di desiderare solo di fare un abbondante pescato, magari desiderano anche di avere due belle sirene. Si accontentano… magari gli va anche meglio.
E’ una scena marinara ha detto Paolo, che il mare sia uno de punti di forza della Sardegna è assodato, perciò non c’è da stupirsi se in tanti quadri ritroveremo scenari marittimi, accompagnati talvolta, come in questo caso, da storie fantastiche.