Qual è il brand che assicurerebbe a ristoratori e commercianti di moltiplicare esponenzialmente la vendita di vini bio? Leggete attentamente queste preziose news per incrementare subito il volume dei vostri affari e sbaragliare la concorrenza con una carta dei vini vincente!
Sommario
Da recenti statistiche risulta che le coltivazioni BIO stanno registrando una velocizzazione anche nel mondo vitivinicolo, al punto che sul mercato l’Italia ha finora venduto più del 65% della sua produzione BIO all’estero e che dal 2005, le vendite di vino prodotto con uve bio è cresciuto del 90%.
Ma il biologico sta diventando anche uno status-symbol etico imprenditoriale. Perchè?
All’interessante volume di affari, si associa il mutato atteggiamento dei consumatori verso questo tipo di prodotto: nonostante la congiuntura economica attuale, il biologico non rappresenta più una moda elitaria ma una realtà quasi strutturale in continua ed incessante crescita tra le famiglie che sono disposte a pagare un prezzo un po’ più alto in cambio di un prodotto ottimo, sicuro, certificato e tracciabile nella consapevolezza di contribuire ad un’economia più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
Vinitaly 2017: il successo del biologico
I vini BIO hanno riscosso un enorme successo anche in occasione del Vinitaly 2017, attraverso il “Vinitalybio”, il salone dedicato al vino biologico certificato prodotto in Italia e all’estero, organizzato in collaborazione con FEDERBIO – Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, che ha rappresentato un ottimo palcoscenico, mediante stand, sessioni di degustazioni guidate ed allestimento di enoteche BIO, per dare visibilità al prestigio del biologico ed anche alle aziende del settore che hanno così avuto l’opportunità di distinguersi in modo unico.
Cos’è un vino BIO e perché sceglierlo?
Il vino biologico è disciplinato da un Regolamento Europeo (regolamento esecutivo UE 203/2012) che ha definito lo standard per le modalità di vinificazione: un vino sarà biologico se prodotto da uve biologiche coltivate senza l’utilizzo di sostanze chimiche come concimi, diserbati e pesticidi e senza utilizzo di organismi geneticamente modificati e se la vinificazione avviene solo con procedimenti autorizzati dal regolamento europeo. Le principali restrizioni per il produttore di vini biologici riguardano l’utilizzo di coadiuvanti alla fase di vinificazione, circa la metà delle produzioni normali, e il limite massimo di solforosa totale, posto a 100mg/l per i vini rossi e 150 mg/l per i vini bianchi. Verificate queste condizioni il produttore riceve una certificazione di conformità.
La differenza sostanziale per il consumatore finale tra vino tradizionale e biologico, sulla base della quale sta cambiando il trend delle produzioni, è che i vini biologici hanno indubbiamente un valore aggiunto: non contengono sostanze chimiche ma sono ricchi di diverse sostanze utili per l’organismo umano come ad esempio il resveratrolo che numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato essere un protettivo per il sistema cardiocircolatori e inoltre rispettano e salvaguardano l’ambiente.
Ecco perché sempre più imprenditori del settore si stanno lanciando nella commercializzazione di vini bio, sinonimo di qualità, genuinità, eco-compatibilità e tutela per la salute del consumatore e dell’agricoltore.
La normativa
La normativa specifica di riferimento per la vinificazione BIO è contenuta nel nuovo Regolamento Europeo del 2012 approvata dal Comitato per la regolamentazione sull’Agricoltura Biologica dell’Unione Europea (SCOF – Standing Committee on Organic Farming) che oltre a regolare tutte le tecniche di vinificazione biologica, consente finalmente di confezionare i vini dichiarando in etichetta “vino biologico” e non più “vino da uve biologiche” e la possibilità di utilizzare il logo europeo che identifica il prodotto biologico in tutto il mondo.
Il trend nella ristorazione: stilare una carta dei vini vincente
Non tutti sanno che per creare una carta dei vini vincente, moltissimi ristoratori propongono tra le novità accattivanti vini bio (inserendo anche referenze extra regionali), fermo restando che ciò contribuisce anche a migliorare, secondo recenti statistiche, l’immagine del locale.
Per un ristorante sarà infatti importantissimo, selezionare al meglio i Vini della propria area in abbinamento alle pietanze locali ricercando, originalità esclusività, senza mai dimenticare la qualità che raggiunge elevati livelli proprio nelle mescite dei vini biologici, biodinamici o naturali in Carta (che si consiglia di esporre all’estendo un’apposita area dedicata all’enoteca), ideali anche per vegetariani, celiaci e soggetti allergici.
Come fare per incrementare le vostre vendite
Dati certi evidenziano che chi non acquista vini bio (circa il 24%) lo fa perché mancherebbero sufficienti informazioni sul prodotto. La soluzione per eccellenza? Il marchio collettivo! E questo il mercato lo sta comprendendo molto bene dato che recentemente è in primo piano la tendenza in ambito europeo di valorizzare le produzioni biologiche, attraverso l’impiego di marchi collettivi segnando una nuova frontiera nell’evoluzione della concorrenza all’interno dello scenario Bio: la ragione è molto semplice, trattasi di un brand che fornisce “nuova identità” al prodotto, garantisce un elevato livello qualitativo ed inspessisce la tutela del consumatore. Ciò consentirebbe di arrestare il processo di standardizzazione nel quale sono oggi coinvolti i prodotti biologici nazionali e sviluppare la fidelizzazione nell’acquisto.
Chi dunque ha finora diffidato di un vino biologico, con brand di questo tipo avrebbe chiara l’identificazione del prodotto con un “pacchetto” completo di informazioni, attraverso la rintracciabilità delle materie prime e delle aree geografiche di provenienza, aumentando la predisposizione alla degustazione ed all’acquisto.
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