I nome a dominio, sono un modo strategico e veloce per prendere il proprio posto nella rete internet e fare business nel web, qualificandosi come “indentificatori” delle imprese. Occorre quindi conoscere i meccanismi che presiedono al loro funzionamento nel cyberspazio, per trarne il massimo profitto e al contempo per tutelarsi da chi intende appropriarsi illecitamente del brand altrui. Si propone di seguito una mini guida di taglio pratico-operativo sulla valorizzazione e tutela dei marchi come nomi a dominio dal cybersquatting con i quesiti più richiesti.
I nome a dominio, sono un modo strategico e veloce per prendere il proprio posto nella rete internet e fare business nel web, qualificandosi come “indentificatori” delle imprese. Occorre quindi conoscere i meccanismi che presiedono al loro funzionamento nel cyberspazio, per trarne il massimo profitto e al contempo, per tutelarsi da chi intende appropriarsi illecitamente del brand altrui.
Si propone di seguito una mini guida di taglio pratico-operativo sulla valorizzazione e tutela dei marchi come nomi a dominio con i quesiti più richiesti.
Com’è composto un nome a dominio?
Un nome a dominio è costituito da una serie di caratteri alfanumerici, seguita da un punto e da un’estensione. L’estensione è una stringa di caratteri (ad esempio. It) corrispondente al registro nel quale il nome a dominio viene iscritto.
Dove va inoltrata la richiesta di registrazione e come viene esaminata la domanda?
La richiesta di registrazione va inoltrata al registro competente tramite i “registrars”, organismi specifici accreditati che effettuano un esame meramente formale della domanda senza unaricerca di anteriorità in relazione a marchi preesistenti identici o simili al nome a dominio richiesto o in relazione a nomi a dominio identici o simili già registrati presso altri registri.
Quanto dura la registrazione di un nome a dominio. It oppure. Eu?
La durata è di un anno, rinnovabile alla scadenza.
Chi può registrare un nome a dominio. It oppure. Eu?
La registrazione di un nome a dominio può essere chiesta da qualsiasi persona fisica, società od organizzazione che abbia residenza o domicilio nell’Unione Europea, oppure in Islanda, Liechtenstein o Norvegia e (nel caso dei nomi a dominio. It) anche nella Città del Vaticano, nella Repubblica di San Marino o in Svizzera.
Come ottenere il recupero del proprio nome a dominio abusivamente acquisito da terzi?
Esistono procedure per il recupero di un nome a dominio, dette procedure di riassegnazione, gestite da organismi nazionali ed internazionali, che consentono al proprietario di un marchio di ottenere che gli sia trasferita la proprietà del nome a dominio corrispondente registrato abusivamente da terzi. L’esito negativo di una procedura di riassegnazione non impediscel’instaurazione di un procedimento giudiziario, che potrebbe avere esito totalmente diverso e con il quale attivare anche pretese risarcitorie.
Cosa succede in caso di utilizzo di un nome a dominio che riproduca un marchio anteriormente registrato da altri?
Tale comportamento illecito integra la fattispecie della contraffazione del marchio, in quanto il nome a dominio, considerato dalla giurisprudenza come segno distintivo atipico, comporta l’immediato vantaggio, per l’utilizzatore, di ricollegare, nel giudizio del pubblico, la propria attività a quella del titolare del marchio, sfruttando indebitamente la notorietà del segno.
E’ tutelato il nome a dominio usato rispetto ad un marchio registrato posteriormente con identica denominazione?
Si, attraverso il diritto a preuso. Il titolare del marchio registrato successivamente al nome a dominio altrui, non potrà pretendere la rinuncia al dominio o la cessazione del suo utilizzo.
I diritti su un marchio in genere prevalgono su quelli vantati su un nome a dominio,a condizione che i diritti sul marchio siano anteriori all’uso che altri ne fanno.
Per la tutela dei nomi a dominio è, in pratica, sempre consigliabile una registrazione del marchio che sia contestuale o antecedente a quella del dominio stesso ed in ogni caso anteriore ad ogni successiva registrazione di domini simili.
Cos’è il cybersquatting?
E’ un neologismo italiano di origine anglosassone che indica l’occupazione abusiva in ambito digitale cioè il fenomeno di accaparramento di nomi a dominio corrispondenti a marchi/nomi altrui (specialmente nomi di personaggi famosi), al fine di realizzare un lucro sul trasferimento del dominio a chi ne abbia interesse od un danno a chi non lo possa utilizzare.
In pratica il cybersquatter (l’utilizzatore abusivo) strumentalizza il nome a dominio corrispondente al marchio altrui, per realizzare uno o più siti web che imitano l’originale, al fine di trarre in inganno i consumatori, vendendo loro merce contraffatta. Tale fenomeno riguarda in particolare il settore dell’abbigliamento e dei prodotti elettronici.
Nel nostro Paese la giurisprudenza, sulla scia delle Corti statunitensi, lo qualifica come atto di concorrenza sleale, nel caso in cui i servizi offerti da un soggetto siano assimilabili a quelli forniti dalla controparte e si possa instaurare il rischio di confusione nei consumatori.
Cos’è il “toposquatting”?
Noto anche come “dirottamento di URL”, è una forma particolarmente evoluta e maliziosa di cybersquatting consistente nella registrazione in malafede di un “domain name” quasi del tutto analogo ad un marchio noto e celebre, ma contenente un refuso in grado di deviare un enorme flusso di utenti della rete, strumentalizzando gli errori di battitura/digitazione commessi digitando un URL nel browser. (per esempio DINSEY. COM invece che DISNEY. COM. ).
Qual è la disciplina contabile del marchio registrato come nome a dominio?
In caso in cui il dominio rappresenti anche il marchio (registrato come tale), la condizione per iscrivere un dominio internet come marchio in bilancio è che lo stesso sia identificabile nel patrimonio aziendale e abbia piena individualità, cioè sia tale da poterlo distinguere dall’azienda di cui fa parte. Il dominio, registrato come marchio può essere capitalizzato tra le immobilizzazioni immateriali e può essere ammortizzato. Fiscalmente le quote di ammortamento sono deducibili in misura non superiore ad 1/18 dei costi sostenuti.
Per scoprire subito come potenziare la vostra “Brand Identity” con i nomi a dominio, leggete la divulgazione dedicata ai nomi a dominio come chiave di tutela e successo dei marchi d’impresa e collettivi nel web!
Per valorizzare in rete il proprio marchio collettivo o altri brand è quindi estremamente preziosa la consulenza di un soggetto esperto nella valutazione della redditività del domain name e nella verifica dei presupposti di tutela contro fenomeni di cybersquatting.
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